Stanno insidiando la
Confederazione Elvetica (sotto assedio ormai da molti anni), ultimo spazio di
democrazia e libertà rimasto in Europa … ed in quanto tale pericoloso modello
di ispirazione e sopravvivenza che occorre integrare a tutti i costi nel Moloch
burocratico istituzionale europeo. Ma finché sarà il popolo elvetico a decidere
tramite l’efficace (da loro) arma del referendum, i politici non potranno fare
nulla. Come l’Islanda, isola poco popolata ma abituata alla libertà fin dall’Alto
Medioevo (Libera Comunità Islandese), la Svizzera rappresenta un’isola di
libertà in un continente sempre più diviso e degradato moralmente ed
istituzionalmente. L'articolo che vi propongo sulla forte correlazione tra eccesso legislativo e corruzione è eloquente in proposito, e l'UE sforna leggi in continuazione ....
Fonte:
Tante leggi tanta corruzione (e viceversa) – di historicus
15 luglio 2015
“Oggi
parleremo di corruzione nel settore pubblico”, così iniziò una delle sue
lezioni il nostro visiting professor già citato in questo blog (si rilegga la
nota “Il professore illustra ai suoi alunni il sadismo economico” del 17 maggio
2013), “mettetevelo ben in testa: non c’è corruzione senza legge.” Ovviamente,
per noi studenti, per di più in una facoltà di diritto e scienze economiche,
un’affermazione di questo genere in quel momento suonava quasi come un’eresia.
Ma il nostro visiting professor svolse molto bene il suo lavoro docente e poco
a poco ci fece capire che molte idee che portiamo in giro nelle nostre menti,
non sono il risultato di osservazioni, ragionamenti e riflessioni razionali
bensì meri preconcetti che ci siamo lasciati mettere in testa durante i nostri
anni di scuola obbligatoria.
Perché “non
c’è corruzione senza legge”? Vi sono almeno 3 condizioni necessarie perché si
instauri la corruzione:
1) Potere
decisionale discrezionale: Le leggi in vigore devono dare a determinati
funzionari pubblici il potere di applicare le disposizioni con una certa –
anche se, ovviamente, non totale – discrezionalità; i funzionari in questione
naturalmente cercheranno di nascondere questa discrezionalità per mezzo di
procedimenti complicati e lunghi che coinvolgano più di un funzionario per dare
così l’impressione che tutto viene eseguito correttamente;
2) Rendite
economiche: A seconda delle decisioni prese da questi funzionari si creano
vantaggi o svantaggi per i cittadini sottoposti a queste pratiche; alcuni
cittadini perderanno la pazienza e cercheranno di “ungere” le vie burocratiche
per “influenzare” le decisioni a loro favore; ma l’iniziativa può venire sia da
parte dei cittadini (corruzione) che da parte dei funzionari pubblici
(estorsione);
3)
Istituzioni deboli: Più i regolamenti – molte volte elaborati con la
collaborazione degli stessi funzionari pubblici – prevedono vie burocratiche
complesse che coinvolgono più funzionari, più diventa difficile controllare le
azioni del singolo funzionario e più sarà forte l’incentivo di “sfruttare”
questa sua posizione.
Si osserva,
perciò, che i benefici percepiti da atti di corruzione dipendono in modo
importante dal numero di persone nella stessa organizzazione o nella società
che agiscono abitualmente in modo corrotto:
1) Più è
diffusa la corruzione e più diventa difficile eseguire dei controlli per
scoprire atti di corruzione;
2) Individui
corrotti cercano sempre di interagire con altri individui corrotti per
spartirsi i proventi e ridurre le probabilità di essere scoperti;
3) Più
vantaggi si ottengono per mezzo di atti di corruzione che invece non si
otterrebbero con una sana imprenditorialità, e più si diffonde la corruzione;
ossia, più la concorrenza si sposta dall’ambito del mercato all’ambito della
burocrazia pubblica e più si rinforzano i meccanismi e gli incentivi che
promuovono la corruzione.
Ovviamente,
all’epoca di quella lezione memorabile, non c’erano dati statistici che
avrebbero permesso di mettere a prova empirica le spiegazioni esposte, c’erano
soltanto argomenti teorici, aneddoti su casi di corruzione ed alcune sentenze
giudiziarie. Ma nel frattempo le cose sono cominciate a cambiare. Per lo meno
dall’inizio del millennio, l’organizzazione “Transparency International”
pubblica ogni anno il conosciuto “Corruption Perception Index (CPI)”, l’Indice
di Percezione della Corruzione. In verità sarebbe meglio chiamarlo “Indice di
percezione della trasparenza” (il contrario della corruzione), poiché questo
indice ordina le nazioni del mondo in una scala da 0 (massima corruzione,
nessuna trasparenza) a 100 (nessuna corruzione, massima trasparenza).
Orbene, con
animo di presentare una piccola investigazione sul tema di questa nota,
partiamo dalla nostra mini-ricerca in internet (già contenuta nella prima nota
pubblicata in questo blog “Manteniamo la democrazia diretta di stampo
elvetico!”) sul numero di leggi in vigore: Svizzera 300 leggi (solo
Confederazione), Gran Bretagna 3’000 leggi, Germania 5’500 leggi, Francia 7’000
leggi, Italia 150’000 – 200’000 leggi. In seguito, per ciascuna delle 5 nazioni
calcoliamo il valore medio del CPI degli ultimi 5 anni. Infine, mettiamo in
relazione i due indicatori nel Grafico sottostante (l’asse orizzontale
corrispondente al numero di leggi è in scala logaritmica).
Che cosa
osserviamo? Una conferma sorprendente di ciò che ci insegnava il nostro
visiting professor ben 42 anni fa! Più sono le leggi in vigore in una nazione e
meno trasparente e più corrotta è quella nazione. Allora aveva ragione il
nostro docente quando affermava: “mettetevelo ben in testa: non c’è corruzione
senza legge.”
Ma perché si arriva a questa
“inflazione di leggi”? Si possono elencare diversi argomenti:
1) Dal punto
di vista del “reddito politico”, sembrerebbe che un partito “guadagni” di più,
proponendo una nuova legge che non proponendo la riforma, la revisione oppure
l’eliminazione di una legge obsoleta.
2) Molte
volte i procedimenti legali-amministrativi per risolvere determinati problemi
sono troppo complicati e perciò troppo lunghi, cosa che crea disagi. E dato che
è molto difficile mettersi contro la burocrazia esistente e riformare, ossia
semplificare, i procedimenti esistenti, si opta di percorrere la strada più
semplice e di varare una nuova legge che crea un nuovo ufficio pubblico al
quale viene affidato il compito specifico di trattare quel problema.
Come si può
dedurre facilmente dagli argomenti elencati, l’inflazione legislativa si deve
principalmente a leggi troppo complicate e procedimenti troppo lunghi, che
creano burocrazie pubbliche troppo grandi e pesanti che inaspriscono i problemi
dei cittadini invece di risolverli. Di fronte a questo stato di cose il settore
politico risponde con l’approvazione di nuove leggi più specifiche, che creano
nuovi uffici pubblici che dovrebbero risolvere i problemi che la burocrazia
preesistente non risolveva in modo soddisfacente. Purtroppo, com’è facile
prevedere, a questo modo si entra poco a poco in quel circolo vizioso che si
può descrivere come
più leggi à più burocrazia à più lentezza à più corruzione à più leggi à ecc.
Considerando
che molte nuove leggi creano nuovi uffici pubblici con i problemi elencati e
troppo ben conosciuti, si capisce molto bene perché Milton Friedman è arrivato
ad affermare che “The government solution to a problem is usually as
bad as the problem – Molte volte, la soluzione governativa di un problema è
cattiva quanto il problema stesso.” Ma non c’è bisogno di essere un economista
liberale per rendersi conto di questa problematica. In uno dei suoi
“suggerimenti per il successo”, Martin Betschart (psicologo, oratore e coach
nel campo dello sviluppo personale) dice: “Viele Menschen glauben immer
noch, wir leben in einer Demokratie, doch leider stimmt das immer weniger. Wir
leben immer mehr in einer Diktatur der Verwaltung… – Molte persone
continuano a credere che viviamo in una democrazia, ma purtroppo questo vale
sempre meno. Viviamo sempre di più in una dittatura della burocrazia pubblica…
.”
Gli
argomenti esposti costituiscono infine una chiara e pesante avvertenza contro
quella strisciante e subdola adesione all’Unione Europea, portata avanti dietro
la schiena del popolo sovrano svizzero da alcuni Consiglieri federali, aiutati
dai loro burocrati non eletti ed in continua crescita numerica.
Concludiamo
con una frase di Publio Cornelio Tacito, molto significativa ed espressa quasi
2000 anni fa; evidentemente, Tacito vedeva chiaro e lontano quando disse:
Corruptissima republica
plurimae leges –
In uno Stato totalmente corrotto si fanno moltissime leggi.
historicus
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