di Claudio Martinotti Doria
In diverse occasioni ho inviato ai miei pochi ma
fedeli lettori alcune note informative sul comportamento dei francesi che
storicamente ci sono stati spesso ostili danneggiandoci, anche gravemente. La
nota più recente, anche come riferimento cronologico fattuale, è il tentativo
in corso da parte della Francia di fagocitare con prepotenza le acque a nord
della Sardegna, perché particolarmente pescose, cui “naturalmente” i nostri
maggiordomi e utili idioti al governo non reagiscono minimamente, neppure facendo
finta di avere un moto di dignità.
Poi rammento di aver più volte accennato alla
turpitudine primitiva e selvaggia delle truppe coloniali francesi, capeggiate
dal generale Juin, che nel ’43/44 hanno compiuto numerosi crimini di guerra in
Italia, prevalentemente stupri di massa, ma anche saccheggi, violenze e
devastazioni gratuite, comportamenti aberranti peggiori di quelli nazisti e con
ripercussioni ancora più gravi, per le decine di migliaia di vittime
sopravvissute (molte sono state uccise dopo gli stupri, altre si sono suicidate
successivamente) che hanno avuto la vita rovinata per sempre. E i comandanti
militari alleati che erano perfettamente al corrente, non hanno preso alcun
provvedimento contro i francesi, che hanno in tal modo potuto proseguire a
lungo nei loro crimini di guerra, contando sull’impunità.
Il generale francese Alphonse Juin poi promosso Maresciallo di Francia per il suoi "alti meriti" ...
Sicuramente vi devo aver accennato anche a un
fatto avvenuto nell’800 in Francia (il più grave ma non fu il solo) d’intolleranza
“razziale” verso gli immigrati italiani, l’eccidio avvenuto ad Aigues-Mortes
(Francia meridionale) nel 1893, che costò la vita a una decina di operai
italiani emigrati e il ferimento di un centinaio di essi, tutti vittime
innocenti della violenza xenofoba, fatto che è stato largamente rimosso
ipocritamente dalle memorie storiche italiane e francesi e per il quale non ci
sono mai state scuse ufficiali e risarcimenti per le vittime. Se il fatto fosse
avvenuto al contrario, cioè in Italia e a danno dei francesi, sono sicuro che
le cose sarebbero andate ben diversamente, sarebbe montata un’onda di
indignazione, di “lesa maestà” e minacce in Francia che avrebbe sepolto l’Italia
nella vergogna e nell’imbarazzo internazionale, costringendola a porre rimedio
in tutte i modi possibili e immaginabili.
L’elenco potrebbe proseguire ancora a lungo,
soprattutto in epoche più recenti, con i soliti comportamenti unilaterali e
opportunistici assunti dalla Francia, fiera e intransigente se qualche rara
impresa italiana cerca di comprare aziende francesi, impedendoglielo in tutti i
modi, ma al contrario priva di scrupoli e di remore se avviene il contrario, e
avviene spesso, si è perso ormai il conto di quante floride aziende italiane
siano ormai divenute di proprietà francese.
Personalmente sapendo di quanto la Francia ci
sia stata spesso ostile, anche durante il mitizzato Risorgimento, dietro le apparenze,
essendo l’alleanza francese assai opportunistica e avendo danneggiato non poco
le sorti del nostro paese fagocitandoci la Savoia e la contea di Nizza e per i
voltafaccia repentini di Napoleone III, mi sono sempre chiesto perché la
Francia durante la II Guerra Mondiale sia stata trattata alla pari come potenza
vincitrice, quando in realtà storicamente (qualsiasi storiografo, per quanto
non professionista, come il sottoscritto dovrebbe esserne a conoscenza) è stata
complice del regime nazista e ha prevalentemente combattuto contro gli alleati,
a parte i pochi e dispersi reparti francesi scampati alla battaglia di Dunkerque
e rifugiatisi in Inghilterra e quelli posizionati nelle colonie africane sotto
la guida del generale di brigata Charles de Gaulle, che pur essendo un generale
di basso grado appena nominato si è arrogato opportunisticamente il diritto di
rappresentare la Francia, a stento sopportato per la sua prosopopea da Sir
Winston Churchill appena nominato primo ministro britannico.
Per tanti anni manifestai in alcune occasioni
con amici e conoscenti queste mie perplessità, anche con una certa
indignazione, perché l’Italia, che per quanto abbia compiuto un voltafaccia
vergognoso destando legittima diffidenza negli alleati, dopo il settembre del ’43
ha poi effettivamente combattuto a fianco degli alleati con un apporto non
inferiore a quello delle poche truppe francesi agli ordini di de Gaulle, ma
alla fine della guerra venne trattata come paese nemico e sconfitto e poi
colonizzato dagli anglo americani, in particolare dagli USA. Alla Francia
invece fu riservato un trattamento di tutto favore, come potenza alleata,
dimenticandosi ipocritamente del regime di Vichy, che non è stato affatto un
semplice regime collaborazionista, per consentire ai francesi di sopravvivere
all’occupazione, ma è stato complice dei nazisti a pieno titolo. Ma nel dire
queste cose coglievo quasi tutti di sorpresa, come non sapessero, non
capissero, non credessero a quanto affermavo.
Il Maresciallo di Francia Philippe Pétain fu capo del governo di Vichy alleato della Germania.
Finalmente è stato pubblicato un libro di tre
qualificati studiosi francesi (Fabrice Grenard, Florent
Le Bot, Cédric Perrin), Histoire économique de Vichy , pubblicata dall’editore
Perrin, che rivelano gli “intimi” rapporti tra i francesi e i tedeschi a
livello politico, militare, economico, sociale, ecc..
Dalla lettura del
libro si scopre che la Francia, durante l’occupazione tedesca:
- fornì alla Luftwaffe parecchie migliaia
di aerei da trasporto;
- il gigantesco Vallo Atlantico, voluto da
Hitler contro gli Stati Uniti, entrati in guerra dopo l’attacco giapponese di
Pearl Harbour il 7 dicembre 1941, la maggiore opera difensiva militare mai
costruita dall’uomo dopo la Muraglia Cinese, fu realizzato da imprenditori
francesi;
- furono sempre imprese francesi a
costruire le basi sottomarine tedesche della costa atlantica;
- il Servizio del lavoro obbligatorio
forniva alla Germania, nel giugno 1944, 750 mila operai francesi;
- le risorse economiche dell’impero
coloniale francese furono messe a disposizione dell’occupante;
- Biserta, in Tunisia, la città più
settentrionale del continente africano ed anche la più europea, fu offerta
dalla Francia per rifornire l’Afrika Korps di Erwin Rommel durante la campagna
militare condotta congiuntamente alle forze italiane nell’Africa del Nord.
Il Vallo Atlantico, sistema difensivo germanico che avrebbe dovuto estendersi su tutte le coste controllate dall'esercito tedesco
Per tacere poi sul collaborazionismo nella
persecuzione degli ebrei e contro la resistenza francese e sulla distruzione della Flotta
francese a Mers-el-Kébir da parte della Marina Reale inglese, timorosa che le
navi fossero consegnate ai tedeschi, quindi si trattò di una battaglia navale
come se le due potenze fossero nemiche.
La Francia come sospettavo, e il libro lo
conferma, è stata a tutti gli effetti dal 1940 al ’45 un paese alleato della
Germania, ne più ne meno dei paesi balcanici e dell’Italia, che lo è stato per
un tempo minore. Ma il trattamento riservato alla fine della guerra è stato
agli antipodi, di una disparità inaudita. E non è certo stato solo merito di de
Gaulle, ma degli interessi internazionali in gioco, che rendevano
particolarmente appetibile la nostra penisola a una colonizzazione occulta, una
sorta di protettorato. Così siamo finiti cornuti e mazziati, scusate il fine “francesismo”,
per restare in tema anche linguistico … Ed ancora oggi con il “regime”
filo-occidentale di Macron, subito accodatosi agli anglosassoni nell’alimentare
la russofobia, rischiamo di venire trascinati in un’assurda guerra con la
Russia, nella quale avremmo tutto da perdere e saremmo in ogni caso trattati
come utili idioti e servi sciocchi e cialtroni.
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