E' notizia di oggi
che è morto in seguito ad un'esplosione il generale siriano Issam Zakhreddin,
responsabile della difesa di Deir-ez-Zor per oltre 3 anni, considerato un
eroe nazionale. Si assomma agli altri alti ufficiali, non solo siriani ma
anche russi (rammentiamo il generale
di corpo d'armata Valery Asapov), uccisi negli ultimi mesi,
quando ormai le sorti della guerra vertono irreversibilmente a favore del
governo e del popolo siriano, anche se i media occidentali hanno sempre
raccontato una storia distorta e fuorviante. Anche siti specializzati ed
obiettivi come DIFESA ON LINE, ma molti altri di geopolitica e strategia
militare da me consultati, ormai da mesi hanno preso le distanze dalle
fandonie dei media mainstream, narrando una realtà completamente diversa su
quello che avviene in Siria, soprattutto sulle gravissime responsabilità del
mondo occidentale, USA ed Israele in primis, nell'armare ed addestrare i
terroristi in Siria (con numerose e volubili sigle, ma si tratta in pratica
di mercenari, stipendiati soprattutto dall'Arabia Saudita e da altri paesi
della penisola araba,) per combattere contro l'esercito ed il popolo siriano,
una sorta di guerra per procura. Una guerra che hanno perso, ed in
conseguenza di tale risultato non rimane loro che accentuare il caos e la
vendetta, nella speranza che fomentando il "tutti contro tutti"
possa ancora emergere qualche opportunità, non per salvare la faccia (impresa
ormai impossibile, se non per i gonzi che si bevono le versioni ufficiali) ma
per salvare almeno parzialmente il business bellico e gli interessi economici
nell'area mediorientale e magari riuscire ad alimentare ulteriori focolai di
guerra estendendo il conflitto.
Claudio Martinotti Doria Il generale siriano Issam Zakhreddin Il generale russo Valery Asapov Fonte: http://www.difesaonline.it/evidenza/editoriale/raqqa-caduta-lallero Raqqa caduta? Lallero!(di Andrea Cucco)
18/10/17
La notizia del cambio di gestione di
Raqqa fa il giro del mondo e ringagliardisce tutti i media che nell'ultimo
anno sono rimasti delusi per la non-sconfitta di un popolo, quello siriano,
che per sei anni ha resistito ad un lunghissimo assedio. Assassini senza
parvenza di umanità sono stati definiti “ribelli democratici” per anni:
l'escamotage quando anche mentire era davvero troppo difficile è stato creare
una differenza fra siriani buoni (FSA, SDF...) e cattivi, l'ISIS appunto.
Lo abbiamo sottolineato già molto
tempo addietro (v.articolo):
il cambio di casacca sul campo serve solo al pubblico disattento, alle
pecorelle smarrite accompagnate al pascolo da lupi senza scrupoli.
Di siriani, come abbiamo scoperto e
testimoniato nei nostri vari reportage (sul campo!) ce ne sono sempre stati
assai pochi.
Il terrore ora si diffonde tra i
Paesi che hanno addestrato, finanziato, fornito e rifornito i terroristi più
spietati. Quelli che, nei programmi, sarebbero dovuti andare a far danno a
casa d'altri...
Già, perché i capi dell'ISIS al
corrente della regia dietro le quinte - o “in missione” - o sono stati
congedati con (probabilmente) un nuovo passaporto ed una vacanza, in attesa
di tempi migliori, o liquidati con una JDAM sulla testa. Il problema, come
avviene da anni sono gli allocchi reclutati per la messinscena: quelli che si
sono pirandellianamente immedesimati nella parte. Da tempo non ci stanno ad
essere stati presi in giro e, di ritorno al Paese di origine, tendono a
prendersela con il gregge di appartenenza e non con i mandanti.
Ma cosa accade ora in Siria?
La partita, eliminato il brand
“ISIS”, si complica non poco per alcuni attori in campo. Primi fra tutti gli
USA che, con truppe a terra al fianco delle Forze Democratiche Siriane (dove
avevamo già sentito il termine “democratico”...?) e di quelle curde, si
trovano in grave imbarazzo per lo stallo creato dall'appoggio fornito a
questi ultimi.
I comandanti militari curdi da anni
non nascondono minimamente le velleità indipendentiste. Coerentemente hanno
combattuto l'ISIS sapendo bene quale ne fosse l'origine ed ammassando armi
per affrontare quello che accadrà a breve: il tutti contro tutti.
La Turchia non accetterà mai uno
Stato curdo perché metterebbe a rischio la propria integrità territoriale.
L'Iraq sta già inviando da giorni truppe a nord per affrontare quello che da
quelle parti non si potrà di certo risolvere “alla catalana”.
Tutti i succitati attori in crisi
sono formalmente (o sostanzialmente) alleati degli Stati Uniti.
La speranza risiede ora nel nuovo
presidente americano Trump e nella sua politica inversa ed opposta a quella
profeticamente degna di premio Nobel (!) del predecessore.
Fortuna che noi italiani non abbiamo
uomini nell'area.
(immagine: FOX News)
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"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", motto dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Pauperes commilitones Christi templique Salomonis
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Il proprio punto di vista, spesso è una visuale parziale e sfocata di un pertugio che da su un vicolo dove girano una fiction ... Molti credono sia la realtà ed i più motivati si mettono pure ad insegnare qualche tecnica per meglio osservare dal pertugio (Claudio Martinotti Doria)
Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )
La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria
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Come valorizzare il Monferrato Storico
… La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.
Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …
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