Questo breve ed ottimo articolo spiega con semplicità quale
sia la situazione finanziaria in corso, pesantemente condizionata da artifizi e
trucchi oligopolistici (banche centrali ed istituzioni finanziarie
oligarchiche), giocati sulla pelle del gregge di risparmiatori e piccoli
investitori che si troveranno prima o poi spogliati di tutto e con le dita
ustionate dal “cerino tenuto in mano”, soprattutto quelli italiani che
insistono ad investire in titoli di stato, obbligazioni, e fondi comuni di
investimento e pensionistici che sono onerosi ed hanno performance deludenti.
Il sistema finanziario è come un drogato che necessita di dosi di stupefacenti
sempre maggiori oltre che di composizione variegata come un cocktail per
provare ancora emozioni fittizie, prima o poi o si muore di overdose o ci si
ritrova col sedere per terra dovendosi disintossicare
La bomba della liquidità nei mercati finanziari è carica
10 giugno 2015 12:02
Sta facendo discutere, fra gli addetti ai lavori del settore
finanziario, la recente
presa di posizione di Nouriel Roubini, relativa al
paradosso
della liquidità che potrebbe trasformarsi in una bomba innescata, pronta a
scoppiare, nel momento in cui matureranno le condizioni sui mercati finanziari.
Qualche mese fa abbiamo recensito un bel libro (“
Previsioni”, di
Mark Buchanan) che è stato molto sottovalutato dal circuito mediatico,
probabilmente perché a scriverlo non è stato un autore inserito nel giro
accademico degli economisti, ma un fisico.
Una delle tesi principali del libro è che le fondamenta
delle teorie economiche dominanti, ovvero il concetto di equilibrio tra domanda
ed offerta, è totalmente sbagliata. L’equilibrio domanda-offerta, in realtà, è
solo un concetto teorico che non si manifesta quasi mai nella pratica. Nella
realtà abbiamo situazioni più o meno instabili esattamente come con il clima
meteorologico. La condizione “normale” è l’instabilità, non l’equilibrio.
Ci sono alcune condizioni che favoriscono manifestazioni di
instabilità particolarmente forti. L’eccesso di liquidità è senza alcun dubbio
una di queste.
In altre parole, se noi avessimo una visione teorica dei
mercati finanziari più aderente a quella che è la realtà, potremmo avere anche
strumenti di gestione e prevenzione delle grandi turbolenze nei mercati
finanziari così come abbiamo, in parte, strumenti di gestione e prevenzioni dei
grandi fenomeni atmosferici come uragani e simili.
Purtroppo, al contrario, abbiamo i principali organi di
controllo dei mercati finanziari (cioè le banche centrali) che stanno creando
le condizioni affinché si verifichino forti turbolenze.
E’ un po’ come se la Protezione Civile modificasse le
temperature dell’aria artificialmente, magari con lo scopo di favorire
l’agricoltura, ma non si rendesse conto che così facendo favorisce la
formazione di uragani.
Tornando a Nouriel Roubini, l’economista si è guadagnato una
certa fama nel settore finanziario per aver in qualche modo “previsto” la crisi
del 2008. Sulla base di questa “fama” (viene chiamato anche Dr. Doom,
cioè Dr. Destino) ha creato un po’ la sua carriera professionale e con questa
sua nuova presa di posizione da cui abbiamo preso spunto, ci riprova ancora.
La tesi di Roubini è assolutamente sensata ed a noi sembra
una “facile previsione”.
Cerchiamo di spiegarla meglio per i non addetti ai lavori.
Le banche centrali hanno immesso (in USA, UK, Giappone ed
altre) e stanno immettendo (in Europa) una quantità impressionante di liquidità
nel sistema finanziario.
La base monetaria negli USA è quadruplicata rispetto ai
livelli pre-crisi.
In pratica le banche centrali comprano obbligazioni con
denaro che prima non esisteva e quindi immettono nuovo denaro nel sistema. Con
questo nuovo denaro si comprano altri titoli.
Così tanta nuova moneta nel sistema crea ovviamente
inflazione, ma poiché il denaro, in larghissima parte, rimane nel sistema
finanziario, l’inflazione è sul prezzo dei beni finanziari (obbligazioni ed
azioni) e non sui beni e servizi nel mondo reale.
Tutta questa massa di liquidità crea un paradosso. Un
eccesso di denaro nel sistema finanziario può rendere più difficile, in
determinate circostanze, riuscire a negoziare i titoli per uno squilibrio
troppo forte fra domanda e offerta. Espresso in modo sintetico e paradossale: troppa
liquidità crea mercati illiquidi (1). Ecco che ci ricolleghiamo a
quanto abbiamo accennato in relazione al libro di Buchanan. Se c’è tantissimo
denaro nel sistema, ma tutto il denaro è orientato in fortissima prevalenza in
una direzione, non si riesce a formare il prezzo perché non c’è adeguata
quantità nella direzione opposta. Immaginiamo, ad esempio, il momento nel quale
i mercati si formeranno la convinzione che i tassi siano destinati a salire,
magari perché le banche centrali smetteranno di immettere liquidità nel
sistema. Tutti vorranno vendere obbligazioni, ma chi comprerà? I prezzi
crolleranno rapidissimamente, ma faticheranno a trovare un equilibrio proprio
per l’eccesso di denaro che è stato immesso precedentemente nel sistema e che
porterà ad un eccesso di persone che in quel momento vorranno uscire. In breve:
l’eccesso di moneta immessa dalle banche centrali sta ponendo le condizioni per
incrementare gravemente l’instabilità dei mercati finanziari, li sta rendendo,
paradossalmente, meno liquidi di prima.
Nel suo articolo Roubini ricorda alcuni episodi recenti che
dovrebbero fungere da ammonimento rispetto a ciò che potrebbe accadere in
futuro. Nel maggio del 2010 avvenne ciò che è passato alla storia come “
flash
crash”, quando, nel giro di mezz’ora i principali indici azionari americani
crollarono del 10% per poi recuperare rapidamente.
Nel mondo obbligazionario, qualcosa di simile avvenne
nella primavera del
2013 quando Ben Bernanke, allora capo della FED, la banca centrale degli
USA, fece capire ai mercati che il così detto QE (immissione di soldi nel
sistema, semplificando brutalmente) sarebbe terminato a breve: nel giro di
pochissimo i tassi schizzarono di 100 punti base. Una cosa che non si era mai
vista prima.
Lo scorso ottobre nel giro di pochi minuti il rendimento dei
titoli di stato USA salirono di 40 punti base, una cosa che statisticamente
avrebbe dovuto essere sostanzialmente impossibile.
Questa carrellata di eventi “improbabili” potrebbe
concludersi con l’episodio di poche settimane fa relativo ai rendimenti del
Bund tedesco che nel giro di pochi giorni è passato a 5 punti base ad oltre 80
punti base.
Il problema su cui Roubini cerca di far soffermare la nostra
attenzione è che anche i mercati considerati i più liquidi del mondo come
quello dei titoli di stato di grandi paesi occidentali o il mercato azionario
USA, possono non essere più sufficientemente liquidi per far fronte
all’impressionante aumento di denaro che è stato immesso nel sistema, specialmente
quando tutta questa massa monetaria tende a muoversi nella stessa direzione
(2).
Quali possono essere le conseguenze di questo grave
incremento dell’instabilità strutturale?
Tutti coloro che si occupano di mercati finanziari
professionalmente sanno che, prima o poi, i mercati invertiranno la loro
direzione. Non possiamo sapere quando ciò avverrà, ma sappiamo che ciò avverrà.
Ebbene, quando ciò avverrà, è ragionevole attendersi che i movimenti saranno molto
più violenti di quelli che abbiamo registrato fino ad oggi.
Una “facile” previsione che possiamo abbozzare è la
seguente: se le banche centrali non saranno bravissime nel gestire le
aspettative, è probabile che assisteremo al più grande crollo del prezzo del
bund tedesco che sia mai stato registrato dalla storia dei mercati finanziari.
In generale, potremmo assistere ad un aumento della
volatilità molto forte un po’ su tutti i mercati.
Per evitare questa turbolenza, le banche centrali dovrebbero
riuscire a ritirare la liquidità molto gradualmente riuscendo a gestire le
aspettative degli investitori affinché non si precipitino a vendere. Si tratta
di un’operazione non impossibile, ma difficilissima.
Per i piccoli risparmiatori, che poi sono il tipo di lettore
al quale prevalentemente ci rivolgiamo su questo sito, il messaggio forte e
chiaro che vogliamo far arrivare è quello di cercare di evitare di trovarsi nel
mezzo della prossima turbolenza finanziaria. Già adesso i prezzi della
maggioranza degli strumenti obbligazionari sono chiaramente folli. Potranno
continuare ad esserlo anche per molto tempo, a causa del comportamento delle
banche centrali. Ma ciò che dobbiamo domandarci è: quali sono i vantaggi
ulteriori che percepisco tenendo i soldi in obbligazioni che rendono lo zero
virgola, rispetto ai rischi che corro nell’ipotesi in cui vi sia una turbolenza
finanziaria?
Note:
(1) Si parla di mercati illiquidi quando è difficile far
incrociare la domanda con l’offerta, solitamente a causa del fatto che il
quantitativo di titoli offerti dal quel mercato è troppo basso rispetto alle
necessità.
(2) Anche altri fattori stanno contribuendo ad aumentare
l’instabilità dei mercati finanziari. Uno dei più importanti sono le
negoziazioni computerizzate, cioè quelle che partono automaticamente sulla base
di software preimpostati.
Questo è un altro grave problema che dovrebbe essere
affrontato, ma che esula dal tema di questo articolo.
Nessun commento:
Posta un commento