di Claudio Martinotti Doria
Nonostante la delusione, riconosco che lo stile ed il talento degli autori non si è comunque perso, alcuni personaggi di questo lungo preludio sono particolarmente indovinati e tratteggiati, come L’UOMO, identificato da tutti in questo modo, come fosse il capostipite (un “Adam”) di una nuova specie pseudo-umana, probabilmente il frutto di qualche esperimento di ingegneria genetica o un essere bionico, in quanto non prova emozioni, paura e dolore, colpito in pieno petto non solo non vacilla ma ha lo stesso fastidio di una puntura di insetto. Parrebbe un mercenario molto pericoloso al servizio dei gestori della cosiddetta "Zona", di cui accennerò in seguito, che ha il compito di individuare e catturare una lista di persone qualificate (ad es. scienziati) che probabilmente dovranno coercitivamente porsi al servizio della Zona. Tra l’altro questo personaggio morfologicamente mi ha fatto venire in mente il Principe Alberto di Monaco in formato palestrato e da combattimento.
Sono a mio avviso indovinate anche le figure del ragazzino selvaggio che impara a tirare con la fionda (che viene soprannominato da “Doc” “Cinquemila” perché è sempre a fianco di “Diecimila ed essendo più piccolo …) e le vittime mostruosamente deformate e sofferenti (ancora sensibili e più umane di tanti altri) rinchiuse nel laboratorio della comunità ospitante, che il nostro gruppo cerca di salvare con risultati impietosi.
Ed è proprio quest’ultimo punto la nota dolente dell’intero lungo primo episodio della terza stagione. Il pessimo, disastroso piano (possiamo definirlo tale?) che il nostro gruppo di eroi ammazza-zombie abbozza per salvare la comunità che li sta ospitando.
Forse perché il primo episodio che ho visionato non era doppiato in italiano e mi sono perso qualche sottotitolo e battuta, ma non ho assolutamente capito perché abbiano perso tanto tempo nel ricoprire di rosso tutti gli edifici e le difese perimetrali e poi abbiano predisposto una specie di cannonata artigianale con del materiale che non ho capito cosa fosse, per ottenere un risultato fallimentare, non avendo immobilizzato e danneggiato nessun avversario, con il responso finale della morte di tutti i componenti della comunità ospite.
Per poi tacere sull’assurdità per la quale “Diecimila” si è ritrovato con “Cinquemila” (il ragazzino semi-selvaggio cui ha insegnato ad usare la fionda) circondato da una moltitudine di zombie, una dinamica veramente demenziale, per nulla credibile, come non è credibile che Diecimila ne sia uscito vivo ed il ragazzino più agile e piccolo invece sia morto. Ma non è la prima volta che queste inverosimiglianze avvengono nella serie, gli autori si sono presi parecchie libertà rispetto alle leggi della fisica e della biologia, fa parte del gioco e dell’utilizzo dell’ironia e dell’arte della provocazione, che però dovrebbe essere dosata sapientemente, in quanto dovrebbe sempre essere correlata al possesso di intelligenza, che a sua volta andrebbe applicata e non sacrificata per scopi di dubbia motivazione, diciamo commerciali? Solo per suscitare emozioni a buon mercato nel pubblico?
Gli estimatori ad oltranza della serie affermano che si tratta della cifra stilistica della serie, una specie di marchio d’autore, o licenze letterarie ed artistiche, ma permettetemi di dubitarne, perché occorre sempre seguire delle regole, anche in mondi inventati su misura, altrimenti si finisce nella spettacolarizzazione fine a se stessa, senza senso ed orientamento, come fossero spot pubblicitari ognuno dotato di vita propria, senza legami e strutturazione.
Un aspetto positivo di questo lungo preludio alla seconda stagione è la scarsa comparsa di Cittadino Zeta, con brevissimi flashback, un personaggio che personalmente non mi ha mai affascinato, in quanto ritengo che gli autori abbiano voluto infierire troppo su di lui con la sua eccessiva imbranatezza e goffaggine, come a voler creare a tutti i costi una figura di anti-eroe popolare o eroe suo malgrado, pur non possedendone alcun requisito e nessuna qualità.
In ogni caso come premessa introduttiva alla seconda stagione non mi è sembrata molto pertinente, tranne qualche lieve accenno a cosa potrebbe essere la ormai più volte citata ZONA, un’area dove dovrebbe risorgere un nuovo ordine mondiale, incontaminata dagli zombie e dove la vita sociale dovrebbe rifiorire, ma che ormai è legittimo sospettare si tratti invece di un luogo dove si siano rifugiati i grandi ricchi e potenti della terra, i quali sono ovviamente interessati solo a preservare se stessi, ma si tratta solo di supposizioni, deduzioni, sospetti, intuizioni, lasciate trapelare dalla visione delle puntate trasmesse nella stagione precedente e da qualche cenno più consistente in questa.
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