Recentemente una signora
mi ha ripetutamente criticato su facebook perche', a
suo dire, io trasmetto pessimismo. La signora mi ha
portato argomentazioni a me ben note, come la teoria
dell'attrazione, cioe' la legge per la quale –
banalizzo – basta pensare positivo perche' arrivi la
fortuna.
A dire il vero, esistono a
livello governativo ben piu' autorevoli esponenti di
tale approccio, che continuano a lanciare
manifestazioni di ottimismo e tacciano di essere
"gufi" o "pessimisti" tutti gli economisti, gli
aziendalisti e in generale i pensatori che, dati
alla mano, dicono che non c'e' proprio di che
festeggiare.
Allora, per redimermi dal
mio presunto ruolo di aziendalista "gufo", ho deciso
di scrivere questo articolo, in cui ti chiedo: lo
sai che l'Italia e' fottuta, si'?
No, perche', se ancora non
lo sai, hai due strade.
La prima e' quella di
continuare, come una brava personcina serena, ad
andare sulle bancarelle a comperare i libercoli
sulla teoria dell'"attrazione" e ad ascoltare i
telegiornali che ti dicono che i consumi vanno
meglio perche' la gente ha "ritrovato la fiducia".
Del resto, non essendo un dato ma un sondaggio, e'
l'unico dato positivo, perche' manipolato.
La seconda e' quella di
leggere quanto segue.
Se lo fai, e' a tuo
rischio e pericolo, perche' io non ti mettero'
davanti ad opinioni, ma a dei dati.
Lo faro' sostenendo la mia
tesi con cinque argomentazioni.
Trattero' di cinque
questioni: fiscale, debito, produttivita',
anagrafica, banche.
L'economia non si governa,
come ti raccontano, con le preghiere e le speranze,
ma con le azioni razionali.
E qui, amiche e amici
miei, di razionale ci sono solo le scelte spietate
che sono state fatte per ben poche tasche.
Non certo le tue.
LA
QUESTIONE FISCALE
L'altro giorno, mi contatta su facebook
il mio ex insegnante di inglese, americano, che mi
scrive:
"I left my dear Italy. Taxes were too high."
Penso sia chiaro, ma
traduco: "ho lasciato la mia cara Italia. Le tasse
erano troppo alte."
Ora, l'unico consiglio
serio che si potrebbe dare ai giovani, con il senno
del buon padre di famiglia, sarebbe la battuta di un
famoso film fantasy, Il Signore degli anelli:
Gandalf, celebre frase del
film.
Da dati pubblicati
stamani, risulta che oltre 100.000 italiani sono
fuggiti dall'Italia nel 2015, per lo piu' giovani.
Ma quanti, in eta' piu'
avanzata, possono davvero fuggire? Non facilmente i
piccoli imprenditori, che – lo dico senza alcun fine
polemico – sono semplicemente coloro che producono
reddito e occupazione in questo paese.
E come sono ricompensati?
Cosi':
La pressione fiscale vera
e' la piu' alta in Europa.
No, perche' devi ben
capire un dato: la pressione nominale e' circa il
42%, ma quella reale, sulle piccole imprese
italiane, supera il 68%.
Ah, ma l'abbiamo
abbassata! – afferma il governo.
Balle. Balle rosse e
gialle.
E sai perche'?
Perche' non possono
abbassare quella pressione, poiche' e' cio' che
serve per tenere in piedi un sistema italiano che,
per circa il 60%, si basa sul mondo statale,
direttamente o indirettamente.
Hai
visto il divertente film di Zalone?
Io si'. E per la prima
volta nella mia vita ho provato una sensazione
strana vedendo un film.
Al cinema ho riso.
All'uscita ero sconfortato, perche' quel film
racconta semplicemente la verita'.
Verita' che non dice
invece il Governo, quando afferma di aver ridotto le
tasse.
Dati, signore e signori;
l'economia si discute sui dati.
Guarda la tabella
sottostante (fonte Istat).
Le entrate tributarie nel
periodo gennaio-novembre 2015 sono aumentate del
9,2% (oltre 32 miliardi in piu'), rispetto allo
stesso periodo dell'anno precedente. Dato che la
crescita del PIL e' stata minore dell'1%, te lo
rispiego in modo semplice.
Ma come fai a credere alla
favola che la pressione fiscale sia diminuita?
Se il PIL cresce di meno
di 1% ma le entrate crescono di oltre 9%, c'e' una
sola spiegazione: e' aumentata la pressione fiscale.
Pessimismo? No, dati
economici.
LA
QUESTIONE DEBITO
Ora, hai compreso (dati alla mano) che il
Governo mente e le tasse sono aumentate. Se sono
aumentate di oltre 32 miliardi, dove sono finite?
Ad aumentare le spese.
Il debito pubblico
italiano e' salito, nel 2015. Balle rosse e gialle
anche quelle che raccontano che si sta riducendo la
spesa della burocrazia italiana. Balle, come
racconta il film di Zalone: tagliano le Provincie,
solo per cambiare il nome all'ufficio dei dipendenti
pubblici, che restano tutti (a tue spese). Balle,
nonostante l'aiuto di papa' Draghi, che – truccando
i mercati - tiene basso lo spread tra bund e titoli
di stato italiano.
E questo per
una ragione: se la BCE non avesse
alterato i mercati truccando lo spread,
sarebbe saltata l'Italia.
Quindi,
sarebbe saltata l'Unione Europea.
Lo vuoi capire
che siamo tecnicamente falliti?
|
E in tutto questo,
ripetono il mantra neoliberista del ridurre il
debito pubblico riducendo la spesa pubblica.
Lo scrivo de sempre: solo
un idiota puo' pensare che riducendo la spesa
pubblica si riduca il debito. La ragione e'
semplice; se riduci la spesa (per investimenti, sia
chiaro, non parlo di sprechi) riduci il gettito,
perche' quella spesa genera ricchezza tassata.
Nessun Paese ha futuro
senza domanda interna. La domanda interna dipende
prima di tutto dai consumi, che dipendono dal
lavoro, che dipende dagli investimenti pubblici (che
sono stati distrutti) e dalle condizioni che crei
sugli investimenti privati (come non possono esserci
con le tasse di cui sopra).
Ci stiamo incartando su
noi stessi, in una economia sempre piu' ristretta,
con una base imponibile sempre piu' bassa e una
pressione fiscale sempre piu' alta, per mantenere
uno stato borbonico in cui chi vive nel mondo
pubblico ha diritti e privilegi (primo tra tutti
quello di non perdere il lavoro) che gli altri
cittadini nel privato non hanno.
Lo so, e' antipatico cio'
che scrivo.
Ma io non rispondo a
nessun editore, non mi paga nessuno; quindi me ne
fotto e lo scrivo comunque.
Vi hanno detto per anni
che "tirando la cinghia" sarebbe migliorato il
debito pubblico.
Ed ecco il risultato di
anni di austerita'.
Ti ho messo la freccia
rossa sul nostro Paese solo per farti vedere dove
siamo nella situazione mondiale: dietro solo alla
Grecia e al Giappone, in percentuale del PIL (gross
domestic product).
Solo che il Giappone non
e' paragonabile a noi (perche' ha il controllo della
moneta, noi no, avendo l'Euro).
E la Grecia?
La scorsa estate, quando
tutti festeggiavano l'accordo raggiunto, io ancora
una volta fui il solito "Bastian contrario" e
scrissi su questo blog che era un accordo vergognoso
e che il problema sarebbe stato solo rinviato, ma
presto sarebbe esploso.
La Grecia e' oggi
sull'orlo di una guerra civile, ma i nostri giornali
hanno l'ordine di non parlarne. E il nostro
Parlamento e' imbambolato da mesi a trattare di
materie piu' urgenti di questi temi di economia,
come ad esempio il riconoscimento delle unioni
civili e la "stepchild adoption".
Sono polemico?
No, solo mi viene da
ridere, pensando ai dati economici e a quanto la
gente sia tenuta nell'ignoranza.
Pessimismo? No, dati
economici.
LA
QUESTIONE PRODUTTIVITA'
Da oltre quindici anni, questo Paese,
seguendo la ricetta neoliberista di credere nel
mercato, abbandonare la moneta, entrare nell'Euro
spossessandosi del diritto di stamparla per mezzo
del Ministero del Tesoro, ha scelto di iniziare una
strada disastrosa.
Prossimamente pubblichero'
altri articoli con una serie di grafici e dati per
dimostrarlo.
Oggi voglio invece
confutare le affermazioni che da almeno due anni
leggo sui principali organi di informazione.
"Siamo in ripresa!"
Senti, te la faccio breve,
perche' non ne posso piu' di ascoltare persone che
scrivono le loro opinioni.
Le opinioni in questa
materia non contano un cazzo.
Guardati questo grafico di
fonte OCSE e capisci come stanno le cose da solo.
Il grafico ti indica cosa
e' successo dal 2008 al 2015, in termini di Prodotto
Interno Lordo reale.
La vedi la freccia viola
con l'Italia, si'?
Bene. Anzi, male. Spero tu
abbia capito.
Perche' e' inutile che ci
nascondiamo dietro a un dito: siamo una nazione che
ha perso la capacita' di produrre reddito, da quasi
vent'anni.
Mi chiedono spesso perche'
io sia cosi' critico nei confronti dell'Euro.
Per tante ragioni ma te lo
spiego subito, con un grafico soltanto: la
produttivita' del lavoro dal 1999 al 2014.
La vedi la linea rossa?
Ecco, quella e' l'Italia.
Non e' una mia opinione:
sono i dati di un soggetto che certo non e' contro
l'Euro. La fonte e' la commissione europea.
Pessimismo? No, dati
economici.
LA
QUESTIONE ANAGRAFICA
In questa situazione, capisci perche'
rido (amaramente) quando il Parlamento del mio Paese
discute per mesi di altre priorita' come il
riconoscimento delle unioni civili? No, perche'
credo sia chiaro che una parte di quel dibattito
riguarda le future pensioni di "reversibilita'".
Prendero' insulti perche'
sono un bieco e cinico aziendalista, lo so.
E gia' che ci siamo,
andro' di nuovo controcorrente e diro' che parimenti
mi fa ridere l'indignazione sulle pensioni di
reversibilita' in senso generale.
Ma lo volete capire che vi
state accapigliando del nulla?
Lo sapete, si', se avete
piu' o meno la mia eta' che noi la pensione non la
prenderemo, mai? Se poi siete piu' giovani allora
ragazzi, se pensate che avrete la pensione,
lasciatemelo dire: siete proprio coglioni.
Non e' una opinione, e' un
fatto generazionale.
Guardati questa tabella e
prendi atto della dolorosa realta'.
Non e' una mia opinione:
non puo' reggere questo sistema, per un fatto
anagrafico.
Se uno Stato si permette
il lusso non solo di non incentivare le nascite, ma
anche di avere persone in eta' lavorativa che non
lavorano, puo' metter mano alle pensioni con cento
riforme e alla fine non potra' che prendere atto di
un fallimento.
Sono stanco di idioti che,
da vent'anni, continuano solo a preoccuparsi di
riforma delle pensioni. Preoccupiamoci prima di
tutto di dare lavoro alle persone in eta'
lavorativa.
Il che significa
abbandonare, subito, il modello economico che ci
hanno imposto: quello neo liberista, quello del
rigore, quello del taglio alla spesa, ai servizi,
agli investimenti.
So che puo' sembrare
paradossale, ma io lo scrivo da sempre: abbandoniamo
il rigore, torniamo a spendere nella spesa pubblica
per investimenti e ad abbassare subito le tasse, o
siamo morti, perche' questo modello nel lungo
termine crolla.
Anche qui, in un altro
articolo vi daro' dei dati che dimostrano che il
sistema pensionistico italiano e' fottuto e che ogni
anno voi, come me, pagate tasse per pagare in
realta' l'INPS (che non pareggia da anni i bilanci).
Non so se e' chiaro; te lo scrivo meglio.
Voi, come me,
state pagando tasse che non vanno per
servizi di oggi, ma per finanziare
diritti di pensione maturata ieri, una
pensione che voi, come me, domani non
prenderete mai.
|
Il sistema non puo' piu'
reggere per una questione anagrafica.
Pessimismo? No, dati
economici.
LA
QUESTIONE BANCHE
Quando mi hanno intervistato in
televisione sul tema delle obbligazioni subordinate,
il tema era: ma e' colpa degli italiani che sono
risparmiatori distratti?
Allora sono stato uno dei
pochi che ha detto apertamente che la distrazione su
quel tema non c'entra nulla:
leggi questo articolo.
E' stata una deliberata
truffa, prodotta nel silenzio assordante delle
Istituzioni come Banca d'Italia (che il nostro
Presidente della Repubblica, Mattarella, si e'
subito preoccupato di difendere).
Ora, scrivero' un prossimo
articolo per spiegare come siano diversi i livelli
di tsunami all'orizzonte. Se quattro banchette di
periferia hanno generato quel livello di panico;
provate a immaginare cosa voglia dire salire di un
livello (ai rischi su banche nazionali) e poi di un
altro livello (ai rischi su banche mondiali).
Per ora, saliamo appena di
un livello nel ragionamento, per vedere i rischi
incorporati nelle banche di rilevanza nazionale.
La tavola sottostante
(fonte Mediobanca) ti mostra i livelli totali di
crediti deteriorati, espressi in miliardi di euro.
I crediti deteriorati si
traducono in linguaggio semplice per la gente cosi':
spazzatura.
Immagina quante discariche
servono per contenere tutti quei miliardi di
spazzatura.
Anche qui, i dati sono un
po' come gli elastici: li tirano come piace a loro.
Ufficialmente, si parla di
circa 200 miliardi di crediti deteriorati, ma stime
di analisti indipendenti arrivano a 350 e anche 400
miliardi. Basti pensare che, da recenti stime
Bankitalia, le sofferenze totali del sistema sono
201 miliardi, oltre a 150 crediti "incagliati".
Parliamo di una cifra astronomica, pari a quasi il
16% del debito pubblico italiano.
Ti spiego in poche parole:
sono soldi che le banche hanno prestato e sono stati
buttati nel cesso. Quei soldi erano stati raccolti
dai risparmiatori, quindi non torneranno a casa.
Esagero?
Niente affatto.
I risparmiatori italiani
hanno comperato titoli di debito bancari (per lo
piu' obbligazioni) per circa 237 miliardi di euro.
Ah, ma tu sei pessimista!
– urlera' la solita benpensante che ha comperato il
libri dei pennivendoli sulla legge dell'attrazione
sulle bancarelle del paese.
Ah, il solito gufo
menagramo! – rincalzera' il fiducioso sostenitore
del Governo in carica.
Bene signore e signori,
accetto la critica.
Solo che, avendo insegnato
statistica per anni in Universita', ho una idea di
cosa sia il calcolo della probabilita' e io non
valuto con le categorie di ottimismo e pessimismo,
ma con quelle di evento probabile e improbabile.
Provate a usare diverse
categorie di pensiero, come nella tabella
sottostante.
Allora, coloro che mi
criticano di pessimismo dicono che non e' corretto
dare gia' per certi i problemi sui crediti che sono
solo "incagliati".
Bene, daro' alla gente
definizioni semplici e non giuridiche, nella mia
tabella del parlare chiaro.
Tabella del
parlare chiaro
Definizione
giuridica |
Significato
giuridico |
Traduzione per chi
vuol capire |
Credito "in
sofferenza"
|
Quando e'
accertato che il debitore non rimborsera'
|
Credito gia'
andato a puttane
|
Credito
"incagliato"
|
Temporanea
difficolta' economica del debitore
|
Credito non ancora
andato a puttane ma che ha una probabilita'
di andare a puttane
|
Ora, basandosi la finanza
sulla statistica, dobbiamo intenderci: quale e' la
probabilita' che un credito incagliato possa andare
a puttane?
No, perche' altrimenti ci
impelaghiamo in discussioni da oroscopo, da
bancarella e da bar.
Ti spiego in termini
semplici, nella mia tabella delle categorie di
pensiero.
Tabella
delle Categorie di pensiero
Categoria |
Risultato |
Ottimismo
|
L'evento temuto
probabilmente non si verifica
|
Pessimismo
|
L'evento temuto
probabilmente si verifica
|
Totale crediti
"incagliati"
|
150 miliardi circa
|
% statistica che
un credito incagliato si trasformi entro
pochi anni in "sofferenza"
|
99%
|
Quindi, da dati
statistici, la probabilita' che i crediti incagliati
vadano anche loro a puttane e' quella.
Minchia!
99%
Novantanove per cento di
probabilita' statistica?
E voi dite che io sono
pessimista? Se uno ti dice che facendo quel percorso
hai il 99% di probabilita' di schiantarti contro un
muro saresti un idiota a sorridere al volante,
secondo me.
Ma a chi sono stati dati
quei soldi?
Ora, qualcuno sta mettendo
in giro la voce che l'Italia sia in difficolta'
perche' e' un Paese di piccole imprese. Dal momento
che sono piccole, sono fragili. Quindi – secondo
costoro – le banche italiane sono in difficolta'
perche' hanno erogato il credito male, in quanto lo
hanno dato a piccole imprese che oggi non sono in
grado di restituirlo.
Allora, te lo dico
nuovamente forte e chiaro: palle.
Altre palle rosse e
gialle.
Guarda la tavola che
riassume la situazione.
Variabile
|
Dato
|
Entita' di
debitori che ha creato oltre il 70% delle
sofferenze bancarie
|
2,6%
|
Numero di
individui che hanno in totale oltre 25
miliardi di debito bancario in Italia
|
579
|
(fonte: elaborazione WTB
su centro Studi Unimpresa)
Sto semplicemente
documentando che poco piu' del 2% di persone ha
creato oltre il 70% dei problemi.
Sono grandi affaristi,
immobiliaristi, speculatori.
Su una
popolazione di quasi 60 milioni di
persone, poche centinaia hanno creato il
disastro bancario per oltre 2/3 dei
debiti italiani avariati totali.
|
Io, piu' che dirti le cose
in modo cosi' semplice e documentato non so come
convincerti.
Il problema non e' il
credito raccolto male: e' il credito dato male.
Il credito dato non
secondo le regole serie e professionali che io
insegno ovunque e che sono riassunte nelle guide
negoziali allegate nelle risorse gratuite di questo
blog; no, credito regalato agli amici degli amici.
Il nostro Presidente della Repubblica difende l'insindacabilita'
dell'operato di Banca d'Italia, giudicata
indiscutibile. Ho scritto in altri articoli, anche
sulla nostra rubrica su Panorama, del fatto che un
controllato (la banca d'Italia) difficilmente puo'
essere un buon controllore (delle banche sue
azioniste).
Caro Sergio, ma la nostra
Costituzione dovrebbe difendere il risparmio o le
poltrone che di quel risparmio sono l'emblema?
Scrivo questo perche' ci
hanno messo anni a intervenire per commissariare.
Anche un cieco avrebbe
capito che i prezzi delle obbligazioni subordinate
di Banca Etruria non erano espressivi del vero
rischio che incorporavano, e quindi erano una palese
distorsione del mercato.
Il problema e' che in
finanza c'e' un detto.
"Too
Big To Fail"
Troppo grande per fallire.
Ovvero, se sei un
poveraccio di distruggono e ti mandano Equitalia
alla porta. Se sei un grande truffatore non possono
farti molto.
Perche'?
Te lo spiego in termini
semplici e brutali.
Ecco come si crea il buco,
se tutti i controllori fanno finta di non vederlo.
Un buco che, negli anni,
diventa una voragine; ma le poltrone (di controllati
e controllori) sono salve.
Variabile |
Dato
|
Sofferenze
bancarie 2011 |
104 miliardi |
Sofferenze
bancarie 2015 |
201 miliardi |
Anni del
periodo |
4 |
Incremento
della voragine |
93% |
Fonte: elaborazioni WTB su
dati Bankitalia
Ora parleranno di bad bank,
cartolarizzazioni, cose gia' note.
Sta di fatto che, come
sempre, saranno gli ultimi a pagare.
Chi ha dato ha dato, chi
ha avuto ha avuto, dice un famoso adagio napoletano.
Pessimismo? No, dati
economici.
CONCLUSIONI
Con cinque argomenti, basati su fonti
documentali, ti ho dimostrato del perche' nessuna
persona informata e di buon senso puo' scommettere
per un roseo futuro del nostro Paese. Dopo, ognuno
fara' il suo teatrino, specialmente in politica.
Ma un aziendalista guarda
ai numeri, non ai dibattiti nei talk show.
L'Italia e' fottuta?
Dipende.
Se continueremo su quella
strada, quella dell'austerita' e del modello
economico neo liberista, quello di una moneta unica
senza una politica comune europea, io, dalla lettura
dei dati di un trend di quasi vent'anni, ne sono
convinto.
Se invece si cambiera'
strada, si potrebbero aprire scenari completamente
diversi.
A me pare che al momento
tutto faccia supporre al fatto che sia la prima
strada quella piu' probabile; perche' l'Italia fa
gola a molti, perche' ci sono molte ricchezze
pubbliche e perche' e' uno dei Paesi al mondo con la
piu' grande ricchezza privata (che si chiama
risparmio).
Prima che tu rida, sappi
che il nostro e' uno dei pochi modelli economici che
ha accumulato risparmio per decenni, mentre altri
(quello americano, in primis), spingono per un
modello a risparmio zero e a totale debito. Prima
che qualche altro diversamente intelligente
sghignazzi, sara' bene che rifletta sul fatto che in
Italia molte persone hanno una casa, una automobile,
una lavatrice di proprieta', mentre altrove non
funziona cosi'.
Non e' un caso che siano
in corso trattative per accordi quasi segreti, detti
TTIP (Transatlantic Trade and Investment
Partnership; il Trattato Trans Atlantico per il
Commercio e gli Investimenti). Io sono molto
sospettoso e critico sui contenuti e soprattutto
sulle modalita' di queste pressoche' ignote
trattative, ma te ne parlero' in altri articoli.
Io credo che la prima via
per risolvere i problemi di un Paese sia il fatto
che – almeno, in democrazia – la gente ne abbia
consapevolezza. Ecco perche' ho scritto queste cose,
con tale durezza.
Poi, nota la realta',
ognuno e' libero di cercare la ricetta del sogno che
vuole.
Ma questi sono dati, non
opinioni.
Nel rapporto banche e
imprese, che e' il tema di questo sito
professionale, solo un idiota o un totale
sprovveduto puo' pensare che domani, in questo
scenario, ci sara' piu' credito per tutti e sara'
piu' facile negoziare con una banca.
Ecco perche' questo sito
ha un successo nazionale ed e' questo il motivo per
il quale tanti imprenditori e professionisti si
iscrivono al sito, scaricano le nostre risorse
gratuite e poi molti di loro si iscrivono al nostro
Corso, attualmente il primo e l'unico sulla
negoziazione bancaria. Lo fanno perche' vogliono
rimboccarsi le maniche e risolvere da soli i loro
problemi di accesso al credito.
Gli imprenditori hanno
capito, da tempo, che nessuno li aiutera', e che
solo un fesso puo' restare fermo a credere alle
promesse dei politici.
Non quando e' in gioco -
in un Paese che per varie radici non puoi
ragionevolmente lasciare - la tua azienda, la tua
famiglia, la tua storia di vita, di persona e di
imprenditore.
Non quando e' in gioco il
tuo futuro.
Pessimismo?
No, dati economici.
Buona crescita.
|
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