Lunezia, una proposta di accorpamento tra sette province di tre regioni
Territorio delle Quattro Province
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Scritto da Elisa Malacalza
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Giovedì 05 Febbraio 2015
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Assemblare più province in un corpo organico; dare vita a un sistema
economico logistico nazionale ed europeo che ruoti intorno ai capisaldi del
sistema portuale La Spezia/Carrara e alla ferrovia transappenninica, da tempo
in corso di raddoppio, in modo da collegare con l’auto Brennero, il polo
logistico di Piacenza, la stazione Tav di Reggio Emilia, l'aeroporto di Parma
e il sistema fluviale del Po (una volta inaugurata anche la Conca di Isola
Serafini).
Sono gli obiettivi della Lunezia, la storica e mai realizzata regione all'interno della quale non vi sarebbe una capitale ma un sistema policentrico democratico: l’architetto Flavio Franceschi, cofondatore dell'associazione Lunezia, ha illustrato la proposta nel corso di un laboratorio di studio a cui hanno già dato l'adesione alcuni amministratori e soprattutto l'Unione Parmense degli Industriali. Tra i piacentini che fanno parte del gruppo, Pierluigi Filippi, già consigliere provinciale, e Filippo Bertolini, consigliere provinciale. Mentre a Parma continua il dibattito sull'unione con Piacenza o con Modena e Reggio, la Lunezia, secondo Franceschi, potrebbe indicare una nuova via: “I tempi sono maturi - ha detto l'architetto, che intende promuovere al più presto incontri anche a Piacenza -. Sta venendo avanti un nuovo riordino geografico. L'idea è antica, ma ora possiamo finalmente riaffermare una progettualità territoriale, economica e infrastrutturale che sia dislocata lungo l'asse Tirreno-Brennero. Chiediamo ai territori di parlarne, a partire da un importante convegno che si terrà il 19 febbraio a Parma. Vogliamo agitare le bandiere, aprire un dibattito culturale, sondare l'opinione pubblica”. Già alla vigilia dell'Assemblea costituente, negli anni Quaranta, era stata proposta una regione emiliano-lunense (la Lunezia, nome dato dal giudice Alberto Grassi nel 1989) per unire le province di La Spezia, Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e la zona di Pontremoli. Il progetto fu appoggiato dall'allora ministro Carlo Sforza. Il progetto venne poi accantonato, ma ad ogni riforma e sempre rispuntata l'ipotesi della Lunezia che dovrebbe abbracciare Parma, La Spezia, Piacenza, Mantova, Reggio Emilia e Massa Carrara, oltre alla Garfagnana (provincia di Lucca). “La Lunezia ci darebbe uno sbocco sul mare, finalmente” precisa Franceschi. “La Lunezia è un nuovo concetto di area vasta territoriale che vuole scardinare il vecchio concetto regionale, e un modello diverso, che avrebbe più affinità economiche con noi - ha detto Bertolini - La Regione negli anni ci ha dimenticati. L'area lunense presenta aree omogenee in termini di necessità, così verremmo a creare un corridoio europeo molto importante”. Elisa Malacalza (da Libertà)
(Articolo tratto dal N° 5 del 05/02/2015 del settimanale “La Trebbia”)
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Alla ricerca di Lunezia,
21a regione d'Italia
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E' proprio per queste ragioni complesse, di ordine storico, culturale, economico, politico e amministrativo, che oggi ne chiediamo a gran voce il ripristino. Nilde Jotti chiedeva che si approfondissero gli studi sulla istituzione di tale regione che sarebbe dovuta nascere accorpando un certo numero di province tra pianura Padana e mar Tirreno a partire da La Spezia, Parma, Massa-Carrara, Garfagnana ecc.. Cioè, esattamente, quell’antico territorio degli Apuo-liguri-padani di cui si parlava all’inizio. Le province e quindi i comuni di tale regione Emilia Lunense furono “temporaneamente” attribuiti alle regioni limitrofe che sono Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia. Ciò risulta agli atti della neonata Repubblica Italiana.
Si parlò più volte di dar corso alla regione Emilia Lunense, ma né nuovi studi consentivano di riproporla, né una chiarezza di denominazione facilitavano il discorso (si continuava a confondere Emilia Lunense con Emilia Romagna). Si decise così di dare a tale regione il nuovo nome di Lunezia, affinché fosse distinta, unica, identitaria.
Da ultimo, è stata costituita una Associazione ad hoc denominata Associazione Culturale regione Lunezia (già Emilia Lunense), con il compito di far riaprire il “caso” costituzionale e di dar corso alla ratifica di quanto stabilito dai Padri Costituenti con la Commissione dei 75 che trova oggi prosecuzione legittima nella 1° Commissione Permanente del Senato (Affari Costituzionali). Ed è proprio presso tale Commissione che oggi è pendente e quindi sotto esame una petizione presentata dall’Associazione (seduta 301 del 15 dicembre 2009 numero progressivo 990 – resoconto stenografico del Senato).
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