Antonuccio ha avuto coraggio ed ha eseguito un ottimo
collage in vernacolare di istanze e componenti psicologiche e culturale per
descrivere l’italiano medio, ha omesso solo di citare la principale fonte di
formazione degli ultimi decenni di un simile prodotto sociale, non attribuibile
a modificazioni genetiche ma esclusivamente culturali: la televisione, in
particolare Mediaset (detta confidenzialmente Merdaset, per la qualità dei suoi
programmi). Infatti negli ultimi decenni la programmazione di questo colosso
televisivo è stata improntata proprio prendendo come obiettivo di riferimento l’italiano
medio ben descritto da Antonuccio, ma che anni prima di lui era stato ben
documentato da almeno una decina di studiosi, dagli antropologi ai sociologi,
dagli psicologi sociali ai linguisti (come Tullio De Mauro), mettendone in
evidenza l’ignoranza gravissima e la pericolosità involutiva e conflittuale
(antitetico ad qualsiasi possibilità evolutiva). I canali Merdaset sono i
principali responsabili dell’involuzione culturale degli italiani e del loro
analfabetismo di ritorno (la Rai e gli altri si sono semplicemente adeguati
verso il peggio), avendo compiuto una sorta di lobotomia virtuale sugli
italiani, trasformandoli da homo sapiens sapiens in homo videns demens, forse
per adeguarsi alle direttive del loro padrone che per motivi politico economici
necessitava di poter persuadere (circuire) la massa di video dipendenti ed
elettori inebetendola.
Claudio Martinotti Doria
di Andrea Antonuccio.
«Lasciatemi cantare, con la chitarra in mano. Lasciatemi
cantare... sono un italiano»
L'italiano, Toto
Cutugno, 1983
Il protagonista di questa invettiva è l'italiano medio. Non solo
quello interpretato da Maccio
Capatonda (nella
foto) nel film omonimo. Non solo.
L'italiano medio fa fatica ad arrivare a fine mese, ma
possiede due smartphone di ultima generazione con cui può chiamare
tutti, anche quelli che non conosce. Il suo sogno è di trombarsi, nell'ordine:
Belen Rodriguez, la vicina di casa separata, la tabaccaia finta bionda, la
maestra giovane del figlio, la sorella della ex-moglie, la segretaria zoccola
del capo e, se proprio non c'è altro, la collega un po' sformata con l'alitosi
e i brufoli.
Al cinema deve ridere, allo stadio deve vincere, a casa deve
rilassarsi, a tavola deve ruttare, davanti alla tv deve grattarsi (i
gioiellini). Al figlio insegna che il mondo è dei più furbi ("Bravo,
fottili tutti"), al bar invoca più giustizia sociale ("Perché
quelli che guadagnano i milioni non danno un po' dei loro soldi ai poveracci,
eh?"), al lavoro si lamenta davanti alla macchinetta del caffé
("Siamo nati per soffrire, lo diceva sempre mio nonno").
E' di sinistra con quelli di sinistra, è di destra con quelli di
destra. Gli piace papa
Francesco ("La Chiesa ne aveva proprio bisogno"), non
va in Chiesa se non per la comunione dei nipoti, bestemmia se la squadra del
cuore perde ma invoca il "santo nome della mamma" (o della Madonna)
se si accorge troppo tardi dell'autovelox. Quando vede un carro
funebre si palpeggia a lungo il basso ventre, e se è in vena ammolla
al primo amico che incontra la sfiga della suora.
Gli "altri", dal suo punto di vista, non capiscono un
cazzo. E' convinto che la vera mafia è a Roma e che in Italia non cambierà mai
nulla. Se va in bici si lamenta degli automobilisti, se va in auto si lamenta
dei ciclisti. Lascia 10 euro nella patente ("Non si sa mai") e a
tracolla porta un borsello in finta pelle. Quando sgancia un peto alza le
lenzuola per sentire l'effetto che fa, fuma molto ma lunedì smette, parla male
di Berlusconi
ma in realtà lo invidia per i soldi e per le acrobazie con le donne.
Ha letto qualcosa di Volo
e Moccia,
dice che l'Isola dei Famosi è una cagata ma non se ne perde una puntata, a
mezzanotte fa la scanalata sui canali zozzi e poi va su Youporn quando il
figlio dorme. Se becca un talk show si addormenta, e sugli omosessuali pensa
che possono fare quello che vogliono, basta che gli stiano a un chilometro
dal buco del culo. In compagnia racconta barzellette orrende o episodi
(volutamente esagerati) della sua vita militare, che gli amici conoscono già a
memoria. Su Facebook mette le foto del viaggio di nozze in Thailandia,
condivide le frasi dei libri di Coelho
e periodicamente manda tutti a farsi fottere.
Non va più alla riunione di condominio (l'ultima volta ha messo
le mani addosso all'amministratore) e sbatte la tovaglia sul balcone di quello
di sotto. Prima di andare a dormire si dà una grattata (piedi o cabbasisi, a
seconda) portando la mano sotto al naso per le opportune valutazioni
olfattive. Ogni lasciata è persa, e se ci vuole un mese per far arrivare un
documento, lui conosce uno che glielo fa avere in sole quattro settimane.
La legge deve essere implacabile con gli altri ("Ci vuole
la pena di morte, ci vuole"), e più che comprensiva con lui. E' amico per
la pelle ("Ti piace mia moglie? E fatti un giro, dai..."), ma
appena qualcosa non gli va diventa un nemico implacabile.
Non ha ancora capito chi è il nuovo Presidente della Repubblica,
ma gli sta già sulle palle. Nella sua carriera di elettore ha votato per tutti:
Berlusconi, Bossi,
Di Pietro, Bersani, Grillo, Renzi (solo alle Europee). Sa per
certo che l'11 settembre lo hanno organizzato gli americani, che gli Ufo
esistono e che Emanuela
Orlandi era la figlia del Papa.
Che cosa può pretendere uno così? Di essere governato dalla
Merkel?
Suvvia... Renzi
e Mattarella
bastano e avanzano.
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