Cina, piccoli risparmiatori contro grandi speculatori. E il prezzo dell’oro cala
Fonte: Il Fatto Quotidiano http://www.ilfattoquotidiano.it
Da tempo, il prezzo del metallo è in calo sui mercati globali, a causa dell'azione di grandi fondi speculativi che attuano le cosiddette “short selling” per vendere a 100, rimcomprare a 80 e guadagnare 20. Ma un esercito di formiche risparmiatrici si è messo di mezzo
Il paradosso è che molto spesso gli speculatori non possiedono neanche il bene in questione, ma se lo fanno prestare da chi lo detiene effettivamente. A operazione conclusa, lo restituiscono, pagano un compenso prestabilito e si tengono il guadagno realizzato. È un modo per creare denaro dal denaro, senza nessun nesso con il valore reale della merce che si tratta. È un’attività speculativa che può prendere di mira qualunque cosa sia quotata sui mercati finanziari, dal granoturco ai debiti sovrani degli Stati europei (esempio, quest’ultimo, non casuale).
Ora, il giochino funziona perché solo i grandi fondi speculativi hanno le risorse necessarie per spostare (cedere e ricomprare) grandi quantità di prodotti finanziari. Ma se un esercito di formiche risparmiatrici si mette di mezzo facendo massa critica, anche il Soros di turno può restare con un palmo di naso. Ne parlano i media cinesi. Il 15 aprile, il future sull’oro di giugno è sceso del 9,3 per cento, fino a un prezzo di 1.361,10 dollari per oncia, la perdita giornaliera più ripida in quasi 30 anni. In conformità con il mercato internazionale, anche al Shanghai Gold Exchange e al Shanghai Futures Exchange il prezzo è sceso. Ed ecco che milioni di piccoli investitori cinesi si sono precipitati a comprare oro fisico, remando in senso contrario rispetto ai venditori “short”, in una rivincita dell’economia reale su quella di carta. “La Corsa dei consumatori cinesi all’acquisto dell’oro ha sicuramente spinto verso l’alto il suo prezzo a livello internazionale, dato che la disponibilità della commodity si è ridotta a causa dell’impennata nelle vendite”, ha commentato Wang Ruilei, capo analista della Boyin Precious Metal Investment di Chengdu. “È da anni che non vediamo una corsa [all'oro] del genere”, ha invece detto Jiao Guangyi, vice direttore di Beijing Sun Gold Store, al Global Times.
La perfetta sintesi di economia reale e pragmatismo cinese è tutta nella ferrea logica di Gu Jiahui, un signore di Shanghai che di recente ha comprato un bel lingotto. Intervistato dal South China Morning Post, Gu ha spiegato: “Le oscillazioni dei prezzi dell’oro a livello internazionale non ci importano. Se le banche continuano a fare le vendite allo scoperto, ne compreremo sempre di più. Per quanto mi riguarda, ho più fede nell’oro che nello yuan”.
Gabriele Battaglia
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