Fonte: http://www.soldionline.it/finanza-personale/lavoro-atipico/c/leggi
Scritto da Maria Antonia
“Gentile signora Fama,
mi fa piacere informarLa che da oggi sul nostro sito Lei potrà consultare il Suo Estratto conto contributivo. In questo modo, comodamente da casa, Le sarà possibile consultare online il Suo fascicolo previdenziale”.
Cordiali saluti,
firmato: Antonio Mastrapasqua
Dopo avere letto attentamente questa lettera, mi sono sentita lusingata. Insomma, ho pensato, è il presidente dell’Inps che mi invia la suddetta missiva. L’Istituto di Previdenza Nazionale, nel perfetto esercizio delle sue funzioni, si prende cura di me. Io, ultima tra gli ultimi. Si, perché, come continua la lettera, “tutti coloro che abbiano svolto attività dipendente nel periodo 1/01/2005- 31/12/2009, potranno consultare sul sito anche il proprio rendiconto contributivo e previdenziale riferito a ciascuna annualità, distinto per datore di lavoro”.
Presa dall’entusiasmo, colpita dall’efficienza (inusuale) della burocrazia e commossa da tanta attenzione, mi precipito a digitare www.inps.it. Ed è pochi istanti dopo che capisco. Clicco qui, clicco lì, apro finestre, inserisco il mio pin. Ma per quanto navighi in questo mare virtuale, l’unica informazione davvero interessante che ottengo è quanto ho versato. Ho capito, e miei contributi quanto renderanno? Se la domanda nasce spontanea, lo stesso non vale per la risposta. Cercandola con insistenza mi imbatto in un’affermazione del presidente Mastrapasqua che mi era sfuggita (perché omessa nella lettera ormai nota): “Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale”. Ecco perché il dato non lo trovavo: è stato, in sostanza, oscurato, per motivi di ordine pubblico. E lo credo bene, perché scoprendo che nel giro di qualche decennio la pensione percepita sarebbe di poche centinaia di euro al mese, sarebbe difficile mantenere la calma.
A breve, l’Inps invierà a domicilio delle nuove missive ai quattro milioni di precari che versano contributi previdenziali, omettendo le informazioni sulla pensione che invece otterranno i lavoratori a tempo indeterminato. Anche a loro scriverà l’Istituto, indicando come fare per apprendere dal web quanto hanno versato e quanto incasseranno come pensione.
Che l’Inps si preoccupi di un’insurrezione proletaria è legittimo: l’esasperazione in cui versano i lavoratori precari porterà prima o poi qualcuno (o più di uno) a un gesto inconsulto. E’ solo questione di tempo. E forse l’Istituto ha pensato di giocare proprio su questo. Scoprire da anziani di aver versato una vita di contributi per finire a versare in condizioni di miseria è meno pericoloso che apprenderlo da giovani. Non fosse altro per l’assenza di forza fisica e il subentrato sentimento di rassegnazione.
Come si dice “occhio che non vede, cuore che non duole”. E certe volte, è meglio non sapere.
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