
Fonte: Movimento Libertario http://www.movimentolibertario.it
RISPARMI, CHI CI HA ASCOLTATO OGGI GONGOLA!
ANTEPRIMA DELL’EDITORIALE DEL PROSSIMO NUMERO DI “ENCLAVE TRIMESTRALE”, IN SPEDIZIONE A TUTTI GLI ABBONATI, Organo ufficiale del Movimento Libertario
di Leonardo Facco
Non avevo per nulla le idee chiare una decina d’anni fa, sebbene il libertarismo fosse già diventato il mio pane quotidiano.
Avevo capito quanti danni fa lo Stato, avevo metabolizzato che le tasse sono un furto e che non pagarle è solo legittima difesa, avevo recepito perfettamente che la burocrazia funziona come i parassiti che han preso casa su un animale. Avevo, insomma, smesso di credere alle bugie che mi hanno propalato sin dai tempi della scuola e che venivano (e vengono) ripetute a nastro – anche se spesso in buona fede – da molte persone perbene, compresi fior fior di professionisti.
E’ stato l’incontro con la “Scuola austriaca” di economia che mi ha acceso la lampadina. E’ stata la frequentazione del sito di Francesco Carbone (usemlab.com) che mi ha obbligato ad interrogarmi nuovamente su cosa ci fosse alla base di una società libera e la risposta a cui sono giunto è la seguente: senza moneta onesta non ci sono speranze, saremo sempre sotto il giogo dello Stato!
Sia chiaro un punto: legislazione, tassazione, burocrazia poco invasive rappresentano un viatico eccezionale per condurre una vita migliore, per poter essere padroni del frutto del proprio lavoro e delle proprie scelte. Oggigiorno, i paesi che stanno meglio sono quelli che “l’indice delle libertà economiche” definisce virtuosi perché le gabelle sono sopportabili, le normative non asfissiano, le cartacce da far girare son poche. Svizzera, Hong Kong, Singapore, Nuova Zelanda ad esempio. Ma…, sissignori, c’è un ma: anche questi paesi, soprattutto in un’economia globalizzata ed interconessa, sono parte del grande truffone della “moneta debito”, ovvero dei soldi creati dal nulla, stampati dalle varie banche centrali solo per permettere al Leviatano, ed ai banchieri amici degli amici, di costruire montagne di buchi, sulla falsariga di promesse, clientele, pseudo-crescita economica.
Il denaro non è qualcosa di così strano da essere incomprensibile. E’ un bene e come ogni bene che si rispetti deve essere frutto del libero mercato, non dell’imposizione monopolista di una casta di potentati. Migliaia di anni di storia ci hanno spiegato che l’oro è stato la moneta per antonomasia, e con esso l’argento. Perché? Perché aveva le caratteristiche giuste per fungere da unità di conto, mezzo di scambio e riserva di valore.
Poi, un bel giorno, una quarantina d’anni fa, la natura è stata sovvertita e gli americani sono riusciti persino a far accettare le loro banconote verdi come riferimento valutario, cartaccia colorata che non necessitava nemmeno più di avere un corrispettivo reale in oro alle spalle.
Da quel momento, gli Stati son diventati onnipotenti e l’economia s’è trasformata nel loro parco giochi, dove il divertimento sta nel gonfiare una bolla per poi farla scoppiare. Con le conseguenze del caso.
Il numero della rivista che avete in mano è totalmente dedicato a questo argomento, senza la comprensione del quale non ritroveremo la giusta via smarrita.
In compenso, chi dal 2000 ha seguito i consigli che abbiamo dato (“se avete dei soldi da risparmiare comprate oro”, urlavamo) non può che gongolare, considerato che ha visto i risparmi di qualche anno fa quadruplicare di valore e non finire mai sotto la mannaia della borsa, la lavatrice dei truffatori di Stato.
Il motivo? Chi ha comprato il metallo giallo non ha fatto altro che rispettare la natura delle cose ed il buon senso perduto.
Nessun commento:
Posta un commento