Dmitri Medvedev ed il compromesso chiesto a tutti gli attori in campo
Del resto la conferenza di Palermo è decollata quando il 24 ottobre scorso Conte è volato a Mosca. Putin in quell’occasione ha promesso non solo un’importante rappresentanza del Cremlino, ma anche gli sforzi per convincere Haftar ad essere in Sicilia. E così è stato. A Palermo è arrivato il primo ministro Dmitri Medvedev, assieme ad una nutrita delegazione fatta di funzionari e diplomatici. Ed il capo dell’esecutivo non ha fatto una semplice comparsa. Già nel pomeriggio di lunedì il gruppo proveniente da Mosca ha iniziato a partecipare a diverse riunioni preparatorie ed a gruppi di lavoro con diversi interlocutori, sia libici che internazionali.Medvedev nel corso della due giorni poi, ha svolto un ruolo importante nel tira e molla su Haftar. La Russia è quindi stata protagonista indiscussa del vertice, al contrario invece degli Usa. Nonostante l’idea del summit sia nata proprio a Washington, quando il premier Conte ha ricevuto il disco verde da Trump per la cabina di regia italiana sulla Libia, è stato il governo di Mosca a tessere le fila principali tra i vari attori presenti a Palermo. Ed indubbiamente ha aiutato il nostro paese a poter organizzare la due giorni siciliana. In un’intervista rilasciata all’agenzia Tass, il primo ministro Medvedev ha poi sottolineato la necessità per tutte le parti in causa di attuare compromessi. Il riferimento sembra lanciato tanto ad Haftar quanto ai turchi, gli attori indubbiamente più “turbolenti” dell’appuntamento in riva al Tirreno. Il primo deve accettare l’idea di dover parlare anche con delegazioni a lui più lontane, Ankara dal canto suo deve accollarsi eventuali ridimensionamenti dei gruppi da lei finanziati, Fratelli Musulmani in testa. Senza compromessi non si arriverà mai alla quadratura del cerchio. La Russia, in tal senso, proverà a mediare e, al tempo stesso, a rendere la vita meno complicata all’Italia.
La Russia sempre più protagonista nel Mediterraneo
La vera misura della presenza russa a Palermo è stata però possibile vederla in sala stampa. Nel media press allestito a villa Igiea, la flotta di giornalisti russi era inferiore solamente a quella italiana. Tutte le principali testate ed agenzie del paese hanno inviato rappresentanti a Palermo. Spesso un portavoce di Medvedev ha fatto la spola dalle sale dove si svolgevano le riunioni per aggiornare la situazione. Un’organizzazione che nel media center ha dato più volte l’impressione che i russi fossero i veri padroni di casa. “In Russia si è dato ampio spazio a questo vertice nei telegiornali – afferma Vera Sherbakova, giornalista dell’agenzia Tass – Ieri sera alcuni siti aprivano proprio con questa notizia. Certamente la valutazione del vertice è positiva, ma tra i miei colleghi russi viene anche rimarcato il fatto che tutto è riuscito grazie alla mediazione del nostro governo con Haftar”.Possono sembrare dettagli, ma sono in realtà elementi indicativa sull’aria che tira. A fronte di un’attenzione americana di gran lunga minore, i tanti giornalisti presenti dalla Russia denotano l’interesse verso la Libia e dunque verso il Mediterraneo. La partita che si sta giocando nel Mare Nostrum è importante, Mosca sta impiegando sempre più energie e risorse per vincerla. Del resto, proprio a proposito di Libia, è già da più di un anno che si parla di una base navale russa tra Derna e Bengasi, questo spiegherebbe il probabile utilizzo di contractors collegati al Cremlino al fianco di Haftar. Dopo la Siria e la vittoria nella guerra al fianco di Assad, la Libia potrebbe essere il nuovo campo dove la strategia russa riesce a fare della federazione una potenza quasi essenziale per gli equilibri nel Mediterraneo. A Palermo, al di là delle considerazioni sul comportamento del nostro governo e sugli obiettivi di un’Italia che prova a blindare la Libia, la vincitrice appare essere soprattutto la Russia.
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