Claudio
Fonte: Sputnik Italia
https://it.sputniknews.com/mondo/201809236535213-inquinamento-radioattivo-in-brasile/
Reportage sull’inquinamento radioattivo in Brasile
Nel frattempo, Alves continuò a provare ad aprire l'apparecchio. Riuscì ad estrarre la capsula dall'involucro nel quale si trovava. Poi il giorno 16 riuscì ad aprire un buco nella capsula con l'aiuto di un cacciavite. Proprio in quel momento vide un forte fascio di luce blu provenire dal cloruro di cesio arricchito con un isotopo radioattivo, il cesio-137.
Le aree contaminate devono venire isolate e interdette, sorvegliate e perimetrate con apposita cartellonistica indicante il livello di contaminazione e pericolo.
Un fascio di luce mortale
Alves e Pereira hanno deciso di vendere i componenti dell'apparecchio radiologico il 18 settembre a una delle discariche locali. Il proprietario della discarica, Devair Alves Ferreira, fu attirato dal fascio di luce che proveniva dalla capsula.
Ferreira pensava che la sostanza all'interno della capsula potesse essere di valore. Quindi, se la portò a casa. Nel giro di alcuni giorni invitò a casa vicini e conoscenti per vedere la sconosciuta sostanza.
"Devair è uscito di casa la sera e, quando è tornato, ha visto quella strana luce. [...] La sostanza emanava una forte luce solamente quando c'era buio. Di giorno, infatti, non si vedeva. La luce lo incantò. Poi una sera portò la capsula a casa del fratello. Proprio così cominciò la contaminazione della sua famiglia e dei vicini", ha dichiarato Silva.
Uno dei conoscenti del proprietario della fabbrica riuscì ad estrarre una piccola quantità della sostanza con l'aiuto di un cacciavite. Il materiale estratto era una specie di granello dalle dimensioni di un chicco di riso. Ferreira, dunque, cominciò a distribuire il materiale ai suoi conoscenti. Praticamente nello stesso periodo sua moglie cominciò ad accusare sintomi anomali come la caduta di capelli ed emorragie interne. Poi la moglie cominciò a perdere le proprie facoltà mentali. In seguito si capì che era stata sottoposta a una dose pari a 5,7 gray, ovvero 570 rad, che è letale.
Il fratello di Devair Ferreira, Ivo Alves Ferreira, il 24 settembre portò a casa sua parte della sostanza e la depositò sul pavimento. Fu la figlia di 6 anni, Leide das Neves Ferreira, a notare il fascio di luce proveniente dalla sostanza radioattiva. Si cosparse parte del materiale radioattivo sul corpo e andò a farsi vedere dalla madre. La madre utilizzò nella preparazione di un pasto una piccola quantità di cibo sul quale era finita la sostanza contenente cesio-137.
Leide fu sottoposta a una dose di 6 gray, ovvero 600 rad (dose letale). La bimba subì gravi danni ai polmoni e ai reni, emorragie interne e perdita di capelli. Morì un mese dopo l'incidente in uno degli ospedali di Rio de Janeiro. Fu sepolta nella sua città natale in una tomba di piombo poi ricoperta dal cemento. Devair Ferreira vendette la sostanza ad un'altra discarica il 25 settembre. Nel frattempo sua moglie, Gabriela Maria Ferreira, cominciò a notare che come lei molte altre persone cominciavano ad accusare strani sintomi.
Tutto ciò che viene contaminato a livello radioattivo deve venire bonificato, cioé asportato in sicurezza e messo in condizioni di non nuocere, che si tratti di terreno o edifici e loro contenuto, con spese ingentissime.
Vittime dimenticate
Le autorità presero misure tempestive per ripulire la zona contaminata. In particolare, in alcuni casi eliminarono lo strato superficiale del terreno, controllarono attentamente la casa in cui si trovava la sostanza radioattiva. Tutti gli oggetti al suo interno vennero confiscati e identificati come oggetti contaminati.
Nei locali della casa gli esperti raccolsero la polvere radioattiva con l'aspirapolvere. In seguito alcuni edifici contaminati vennero demoliti.
L'operazione di purificazione della zona contaminata fu complicata dal fatto che la sostanza si era facilmente dispersa in acqua. Vennero dunque raccolte alcune tonnellate di rifiuti radioattivi che saranno una minaccia per l'ambiente per molti decenni a venire. Questi rifiuti furono conservati in una zona appositamente creata.
Circa 112.000 persone vennero esaminate nello stadio olimpico di Goiania. 249 erano state sottoposte ad elevati livelli di radiazioni. In particolare, in 120 di loro sono state trovate particelle radioattive sui vestiti e in 129 sono state identificate tracce di contaminazione diretta, cioè sul corpo.
Nel primo gruppo rientrano le persone sottoposte a una radiazione superiore a 20 rad. Nel 2017 erano 94 persone. Al secondo gruppo appartengono le persone che hanno ricevuto una radiazione inferiore a 20 rad: nel 2017 88 persone. Del terzo gruppo fanno parte i lavoratori che erano impegnati nell'area contaminata e i cittadini che vivevano nelle vicinanze dell'epicentro (nel 2017 erano 959).
"[Il governo brasiliano] ha aiutato le vittime dell'incidente, si è preso cura di loro stanziando aiuti. Ma si sono dimenticati del terzo gruppo, cioè di quelle persone che lavoravano lì come medici, infermieri, ecc. Anche loro, infatti, sono stati contaminati", ha dichiarato la direttrice dell'Associazione per le vittime del cesio-137.
Molti di coloro che hanno sofferto per l'azione delle radiazioni in quell'incidente sono ancora oggi oggetto di discriminazione.
"Non sappiamo quale sarà il nostro futuro. Sono passati 30 anni e solo ora si cominciano a vedere le conseguenze. Le persone colpite direttamente sono state chiare sin da subito e le abbiamo aiutate. Ma non possiamo prevedere cosa succederà alle persone che non hanno ottenuto aiuti in maniera tempestiva, in particolare quelli del terzo gruppo. La maggior parte di loro presenta forme di tumori", ha concluso Silva.
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