Su tutti i media sardi on line spicca l’irritazione e
l’indignazione del popolo sardo per la morte in carcere di uno dei suoi più
coraggiosi e coerenti rappresentanti, un gigante sia fisicamente che
spiritualmente, che è stato letteralmente messo a tacere con la prigionia, come
ai tempi dell’unificazione un secolo e mezzo fa e che la retorica
risorgimentale ha distorto a suo piacimento definendoli eversivi, rivoltosi o
briganti. Che sia stato imprigionato e che non gli siano stati assegnati almeno
gli arresti domiciliari è stato un atto vergognoso di gretta repressione e
punizione che solo uno stato autoritario, accentratore e antidemocratico poteva
compiere. Non credo che i responsabili della sua morte saranno perseguiti, anzi
probabilmente faranno carriera, come è sempre avvenuto in questo paese di servi
e parassiti al potere, che non rappresentano gli interessi della popolazione ma
solo i propri, delle proprie clientele politico economiche e delle lobby
finanziarie internazionali. L’indignazione per un atto tanto ignobile non dovrebbe
essere solo riservata ai sardi ma a tutti gli italiani e a coloro che credono
ancora nei valori dell’autodeterminazione dei popoli, del rispetto per i
diritti umani, della libertà e della dignità umana, valori costantemente
violati dall’accozzaglia di politicanti che governano questo stato
“colonizzato”, dove i criminali dai colletti bianchi non fanno un solo giorno
di carcere mentre coloro che rappresentano valori in contrasto con gli
interessi dello stato vengono perseguitati e persino uccisi “legalmente”,
applicando le leggi in maniera crudele e strumentale. Uno stato che si comporta
in questo modo merito solo disprezzo. Vergogna!
Claudio Martinotti Doria
Lo stato italiano ha assassinato il patriota sardo Doddore Meloni
Dolore indescrivibile ed enorme rabbia per la morte del fratello indipendentista sardo Doddore Meloni.
Lo Stato italiano pensava alla pietà per Riina ma non ne ha
avuta per Doddore, morto in carcere in sciopero della fame come Bobby
Sands. Onore a lui, ancora onta e vergogna per l’infima italia.
Sprofondi Roma.
Tiocfaidh àr là.
Al neust dì al gnirà.
At a arribare pro nois puru sa die. Sa die chi amus a èssere lìberos.
Gioann March Pòlli
Oggi l’italia e il suo stato hanno
assassinato il patriota sardo Doddore Meloni, in sciopero della fame e
della sete da 66 giorni.
Doddore, presidente del movimento
indipendentista Meris, era stato arrestato il 28 aprile scorso e si era
subito dichiarato detenuto politico belligerante ai sensi dei trattati
internazionali sui diritti umani, ratificati anche dallo Stato italiano.
Era detenuto nel carcere di Cagliari ed è morto come padre Kolbe ad Auschwitz o Bobby Sands in Irlanda.
La morte di Meloni era stata più volte
annunciata dal suo legale, l’avvocata Cristina Puddu, che aveva lanciato
l’allarme e sollecitato le istituzioni italiane a fare tutto il
possibile e tutto il necessario per salvargli la vita. Cosa che –
evidentemente – si voleva evitare.
Dopo due richieste di essere destinato
agli arresti domiciliari il Tribunale di sorveglianza aveva respinto la
richiesta (nel secondo caso non aveva nemmeno risposto), perché le
condizioni di salute non sarebbero state incompatibili con la detenzione
in carcere. Insomma: nel paese dei cachi, che si preoccupa di
pluriomicidi come Totò Riina, e dove i criminali la fanno sempre franca,
il settantaquattrenne sardo sarebbe stato benissimo. Solo che era un
pericolo per ciò che rappresentava. Tant’é che è morto. È stato
legalmente eutanasizzato. Altro che “riabilitazione” dei detenuti. Per
lui non c’erano le televisioni chiamate per l’occasione e nessun
politicante di Roma (tutti complici o corresponsabili) si è scomodato.
Nemmeno un prete – loro sempre così in prima fila per i “diritti” degli
ultimi arrivati (vi ricordate il “vergogna, vergogna, vergogna!”…?) e
invece così distratti per la gente semplice, e che proprio per questo
non interessa.
L’avvenimento di oggi è di
un’incredibile gravità e svela, se ce ne fosse ancora bisogno, che in
italia vige de facto la pena di morte – almeno per i prigionieri
politici e per quelli scomodi.
Come vige la tortura – basti vedere le recenti condanne dello stato italiano per i fatti di Genova del 2001.
E svela qual è la ratio che muove le istituzioni tricolori. Una
logica criminale e assassina, che vuole a tutti i costi soffocare e
uccidere le identità, le patrie e i popoli.
Che sono il vero problema dello stato
italiano, che vuole in tutti i modi azzerarle. Anche mandando segnali e
intimidazioni con gli omicidi politici, come è stato quello di Doddore
Meloni.
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