Prefazione di Claudio Martinotti Doria
Per chi non lo sapesse, l’autore di questo breve ma incisivo
articolo sotto riportato, Marcello Foa, è giornalista attendibile e degno di
rispetto come professionista, piuttosto fuori dalle righe convenzionali del
mainstream, anzi è un analista di questi fenomeni, di cui sa spiegare orditura
e tessitura, dagli spin doctor ai loro frame ecc., che imboccano ogni giorno i
mass media, cioè sa benissimo come si disinforma e mistifica mediaticamente,
manipolando l’opinione pubblica passiva. Da anni Foa è al vertice del più
grande gruppo editoriale della Svizzera italiana (che comprende giornali
cartacei ed on line, radio e televisioni), e da Lugano dove lavora può
permettersi di assistere e commentare i fatti internazionali e soprattutto
italiani, con una particolare verve che può derivare solo dalla consapevolezza
della libertà di cui si dispone, prerequisito inesistente nel nostro paese.
Da quanto si evince da questo articolo, ma lo avevamo capito
da tempo, qualunque sia il risultato delle elezioni americane, sarà disastroso
per l’umanità. La Hillary è una guerrafondaia con problemi neurologici al
servizio delle lobby delle armi (quindi delle guerre) e dei neocon americani
che la finanziano, pur essendo una democratica (si fa per dire). Trump è un
megalomane vanaglorioso, ricco sfondato e con una cultura personale da ameba e
con un vocabolario di poche centinaia di parole (quando pronuncia qualcosa di
appena appena colto è perché il suo staff lo ha imbeccato qualche minuto
prima). Per guadagnare consenso sui sondaggi elettorali Trump ha recentemente
fornito certificazione medica del suo ottimo stato di salute, peccato che
mancasse il rilevamento della modesta quantità di neuroni posseduti, da
elettroencefalogramma piatto … In confronto a lui Berlusconi era un umile
personaggio da operetta, un dilettante che tuttalpiù poteva danneggiare un solo
paese, e lo ha fatto), e noi ci lamentavamo. Ora ci dovremmo disperare, ma la
consapevolezza dei rischi è piuttosto scarsa e quindi si preferisce
cazzeggiare, divagare, temporeggiare. Solito cliché, ma dai risvolti tragici
che pochi sanno e sapranno cogliere. Claudio
Hillary malata:
quella verità nascosta dalla stampa
di Marcello Foa - 13/09/2016
Fonte: Marcello Foa
Hillary è malata! Uno scoop, ma non per tutti. Negli Stati Uniti i blog e i
siti di informazione alternativi hanno proposto un’informazione migliore
rispetto alla stampa mainstream. Questa mattina il Washington Post ha scritto
che la “salute di Hillary Clinton diventa un tema della campagna”. Peccato che
in realtà lo sia da almeno un mese per chi non si accontenta
dei grandi media ma legge Drudge Report, che ne parla da tempo, Infowars,
Breitbart News, Zero Hedge, the Daily Caller, siti scomodi, siti ignorati dalla
grande stampa che ha difatto imposto la sordina a qualunque indiscrezione. La
Cnn è andata oltre, riuscendo persino a cancellare uno show di un medico il Dr.
Drew, reo di aver sollevato dubbi scientifici sullo stato di salute della
candidata democratica. Parliamo di fine agosto, non di un anno fa.
Solo ora, di fronte all’evidenza di immagini drammatiche, i grandi network
sono costretti ad ammettere che il problema è reale. E’ solo
polmonite? Può darsi ma c’è da dubitarne. Guardate questo filmato girato da
un’altra prospettiva: Hillary, letteralmente, si accascia. Hillary viene
seguita passo dopo passo da un omone nero che impugna una siringa automatica di
Diazepam, un farmaco contro spasmi muscolari e attacchi d’ansia. Il suo stato
di salute sarebbe tale da non permetterle di reggere lo stress e per questa
ragione fino ad oggi non ha indetto nemmeno una conferenza stampa. Fa solo
comizi; il che è molto strano per un candidato. Otto mesi senza
confrontarsi con i giornalisti! Soffre da tempo di attacchi di tosse
insistenti e incontrollabili che durano fino a 4 minuti e che riesce a placare
solo dopo aver ingerito una misteriosa “caramella”. Non si tratta di normali
abbassamenti di voce, ma di attacchi compulsivi di natura inspiegata. E passati
sotto silenzio dalla grande stampa. Eppure il problema è
serio, come potete verificare voi stessi: qui trovate l’elenco delle crisi di
tosse con i relativi filmati. La stessa grande stampa che ha sorvolato
sull’inchiesta di una fonte insospettabile come AP, che ha dimostrato una
strana coincidenza tra gli incontri al Dipartimento di Stato e le donazioni
alla Fondazione Clinton. Più della metà dei visitatori privati che hanno
incontrato Hillary quando era ministro degli Esteri ha donato fondi alla
onominima associazione familiare; per la precisione 85 persone su 154. E non si
trattava di cifre simboliche: quegli 85 benefattori hanno versato alla Clinton
Foundation la bellezza di 156 milioni di dollari. Ora il tappo è saltato e
Hillary sarà costretta – o perlomeno si spera – a rivelare il suo stato di
salute: è vero che risente ancora dei postumi dell’ictus subito nel 2013? Che
soffre di gravi malattie neurologiche? Di debolezza cronica?
Insomma, è abbastanza in salute per reggere le tensioni di una presidenza? I
dubbi sono numerosi e ora legittimi. Ma in realtà lo erano
anche prima dello svenimento alle celebrazioni dell’11 settembre. Il silenzio
unanime delle grandi testate – dalla Abc al New York Times – non basta più per
celare notizie sgradite, perché una parte consistente del pubblico americano si
informa seguendo canali informali, non si limita più alla voce della stampa
mainstream di cui diffida sempre di più. Preferisce la stampa alternativa,
preferisce i siti animati da un manipolo di giornalisti che hanno il coraggio
delle idee e che hanno imparato ad usare Internet per documentare i
propri scoop, dimostrando di essere più efficienti, più sul pezzo di redazioni
faraoniche pluripremiate. Perché sono davvero liberi, davvero coraggiosi, talvolta
faziosi ma non condizionabili. E sempre più seguiti.
Questa sì è una rivoluzione
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