Parigi, Giulietto Chiesa: “Le incongruenze di quella notte a Parigi. Per me tedeschi a rischio"
“Incongruenze” nella notte del massacro di Parigi e in quella di Saint-Denis.
Giulietto Chiesa, giornalista e scrittore, esperto di scenari internazionali e politica estera, rileva nella conversazione con
Intelligonews nel giorno in cui a Roma scatta il piano sicurezza per il Giubileo. Con una “previsione-sensazione” ad hoc per l’Italia…
A otto giorni dalla strage di Parigi, secondo lei ci sono incongruenze nella dinamica dei fatti? Lei quali ne individua?
«Ce
n’è una clamorosa: tutti gli attentatori si sono suicidati con la
cintura esplosiva; praticamente non hanno ucciso ma si sono uccisi
inutilmente. Leggendo le cose che sono emerse, vedo che uno si mette la
cintura esplosiva e si fa esplodere in un bar dove ferisce gravemente
una cameriera; un altro si fa esplodere in un vicolo, un altro si fa
saltare all’ingresso dello stadio e uccide un passante. Che senso ha
tutto questo? Nessuno. Non tutti tra gli attentatori però sono morti e
non tutti sono kamikaze suicidi, tanto è vero che li stanno ancora
cercando. L’ultima incongruenza clamorosa a mio avviso riguarda la notte
di Saint-Denis e l’assalto al covo: è stato fatto un assalto notturno
sparando cinquemila proiettili per uccidere persone ritenute o complici o
autori del massacro di Parigi, che erano state circondate nel luogo
dove stavano e potevano essere catturate vive; invece sono stati tutti
uccisi. A quale scopo? Siamo di fronte a strutture di ultra-specialisti,
le cosiddette teste di cuoio, che vanno davanti a un appartamento di
notte per uccidere tutti quando avrebbero potuto prenderli vivi e farli
parlare? Io più guardo, più leggo e più mi sorgono interrogativi».
Perché Salah Abdeslam non è stato ancora catturato? Ha lasciato tracce del suo passaggio anche in Italia.
«E’
possibile che sia un uomo abilissimo, ma non mi pare che nessuno degli
attentatori abbia un curriculum da grande intellettuale stratega; mi
sembrano dei poveracci votati alla morte o come si suol dire, dei capri
espiatori. Ho l’impressione che non fossero gli unici ma che ci fosse
qualcun altro in giro - e infatti lo stanno cercando - che o non verrà
catturato oppure se verrà catturato, verrà ucciso. Io non ho prove, ho
indizi e punti interrogativi che mi limito ad elencare».
Italia
a rischio? Anche oggi una giornata di falsi allarmi bomba a Roma,
proprio nel giorno del varo del piano di sicurezza per il Giubileo. Che
impressione ha?
«Le
dico la mia personale opinione: ho l’impressione che l’Italia sia il
paese che rischia di meno e penso che ci sia qualcosa di altro in giro».
Perché?
«Perché
l’Italia è rimasta ai margini di tutta questa vicenda e per fare
operazioni di questo genere ci vogliono complicità nei gangli dello
Stato, come peraltro avvenuto nei casi di terrorismo italiano. Se uno
non ha alleati nel paese in cui pensa di fare l’operazione, se ne va
altrove dove la possibilità di avere alleati è maggiore».
Il ministro Alfano propone di presidiare i confini esterni alle frontiere. E’ sufficiente?
«Queste
sono chiacchiere. Da Patriot Act in poi, sappiano come vanno le cose:
non appena si delinea un pericolo di questo genere, subito si fa ricorso
a un’operazione di restrizione della libertà delle persone. Fa molto
comodo invocare pericolo terroristico in nome del quale di restringono
le libertà delle persone: naturalmente occorre prendere delle misure e
questo è legittimo, ma cominciare a strillare di ridurre la quota delle
nostre libertà non mi pare il caso. Va fatto un lavoro mirato, ci sono
organismi preposti e specializzati che devono agire. Quanto alla
valutazione politica, mi pare che l’Italia sia la meno esposta rispetto
ad altri paesi quali la Gran Bretagna e la Francia. La Germania un po’
meno anche se per altre ragioni ha creato un certo fastidio agli Usa.
Portogallo, Spagna, Grecia e Italia sono esposti in maniera molto
inferiore rispetto a Francia, Gran Bretagna, Belgio e, forse, alla
stessa Germania dove io personalmente concentrerei l’attenzione sui
possibili rischi».
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