Di Claudio Martinotti Doria
Sono in rete fin dal 1996 ed
ho sempre cercato di allungare lo sguardo oltre i confini, soprattutto
culturali ed improntati al provincialismo, della nostra italietta.
Non mi risulta che vi siano
altri paesi nel cosiddetto mondo occidentale che possiedano così tante
discriminazioni, sperequazioni, insipienze, ingiustizie, vessazioni, estorsioni
legalizzate, privilegi corporativistici, penalizzazioni mirate, iniquità, ecc.,
come il nostro.
Ovunque si volga lo sguardo
per informarsi seriamente, cioè documentandosi, emergono scorrettezze e abusi
da parte della politica governativa, della pubblica amministrazione, della
burocrazia, di chiunque e qualunque ente detenga il benché minimo potere, ecc..
La popolazione ne viene a
conoscenza non tramite i media (come dovrebbe essere se facessero in pieno il
loro lavoro) ma quando sono toccati di persona, quando cioè si trovano in
difficoltà e si accorgono che non “rientrano nei parametri” per attingere a
qualche supporto o sostegno previsto dalle leggi, che poi sarebbero soldi
nostri, nel senso che li abbiamo versati lavorando nel corso della vita, ma per
qualche paradossale motivo altri attingono ma noi no.
Sorge il dubbio: ma il
criterio che ci penalizza è stato forse artatamente concepito proprio per
questo scopo? Cioè di tagliarci fuori? Che sia frutto di una mentalità
anacronistica ed egoistica di origine sindacale? Che sia ordito da un piano
appositamente elaborato e non frutto del caso o del caos?
Faccio qualche esempio in
modo che si possa facilmente cogliere il concetto.
Supponiamo che un 55-60 enne
rimanga senza lavoro.
Se era un lavoratore
dipendente sono previsti i cosiddetti ammortizzatori sociali, in genere fino a
tre anni, adesso li stanno riducendo ma in genere un paio di anni di copertura
ci sono ancora, cambiano gli acronimi, perché quella di cambiare le sigle per
far vedere che i politici al governo lavorano e riformano è una delle
principali attività ludiche dei nostri politicanti, per cui non chiedetemi con
quale sigletta insulsa si chiami ora quella che una volta era l’indennità di
disoccupazione.
So solo che è riservata ai
lavoratori dipendenti. Prendiamone atto.
Peccato che i lavoratori
dipendenti negli ultimi decenni sono diventati sempre meno, sostituiti dai
precari, una volta CO.CO.CO, poi lavoratori a progetto e poi ancora occasionali
e con decine di modalità diverse di lavoro, sempre meno remunerato e con
un’assillante precarietà come sfondo. E non sono solo i giovani ad aver provato
o meglio subito questo nuovo approccio al mondo del lavoro.
Orbene tutti questi milioni e
milioni di lavoratori che ufficialmente sono “autonomi” e quindi non dipendenti
sono ESCLUSI dai sussidi dell’INPS per chi rimane disoccupato. Non hanno alcun
diritto. Se lavorano devono pagare tasse e contributi ecc., ma se non lavorano
non hanno nulla e probabilmente non avranno neppure la pensione, che nel
frattempo avranno spostato a 75 anni di età, calcolando l’età media nostra più
quella degli alieni, che molti affermano con convinzione vivano
mimetizzati tra noi (chissà se pagano le tasse e versano i contributi …)
Tenete inoltre conto del
fatto che i nostri politicanti, e l’accoppiata Monti Fornero ne hanno dato
ampia dimostrazione, si comportano come se in una partita di poker il mazziere
(lo stato) avesse facoltà di poter barare ed addirittura cambiare le regole del
gioco in corso d’opera, mentre i giocatori possono solo subire supinamente. Se
il poker avvenisse in questo modo, nessuno ci giocherebbe, ma nel nostro caso
giocare a poker è un obbligo cui noi giocatori non possiamo sottrarci, mentre
lo stato che detiene il banco fa quello che vuole. Se protestiamo ci dicono che
non esistono più i diritti acquisiti. Loro, cioè quelli che detengono il
controllo dello stato ed il loro entourage di privilegiati, invece i diritti
acquisiti li hanno ancora e sono sacrosanti, inviolabili, sanciti da tutte le
sentenze delle corti supreme, per investitura divina.
Faccio un altro esempio: la
sanità e le modalità per essere esentati dal ticket.
Se siete disoccupato come ex
lavoratore dipendente è molto più facile essere esentati dal ticket, anche la
soglie dei redditi cumulativi di famiglia è abbassata per consentire di
rientrare nei parametri di esenzione. INVECE se siete un disoccupato ex
lavoratore autonomo non siete neppure contemplato, non esistete, perché mai
dovreste avere l’esenzione?
E’ probabile che queste
concezioni frutto di menti malate siano di provenienza ed origine culturale
sindacale, i sindacati per decenni hanno sempre e solo difeso e protetto i loro
iscritti divisi per categorie e classificazioni, gli altri che si fottano. Le
forzature e discriminazioni sono solo una conseguenza di questo approccio
perverso.
Se poi siete alla
disperazione e vorreste almeno accedere alla Social Card, che mi pare eroghi dai
220 ai 400 euro massimi mensili per poter pagare le bollette di casa e fare un
minimo di spesa alimentare per sopravvivere, ecco che oltre a chiedervi di non
possedere nulla, e fin qui si può anche essere d’accordo, poi vi chiedono di
presentare un ISEE inferiore ai 3000 euro, cioè in pratica per ricevere la
social card dovete avere una situazione famigliare talmente disperata che per
sopravvivere o vivete e dormite in auto, o sotto i ponti oppure se avete dei
parenti disponibili, dovete essere ospitati presso di loro …
Vi risulta che negli altri
paesi europei ed in genere “occidentali” la situazione sia analoga? Nel caso
abbiate dei dubbi vi posso assicurare che solo l’Italia ha questi requisiti di
insondabile paradossale tragica imbecillità vessatoria.
Potrei andare avanti a lungo,
per delle ore ad elencare raffinatezze di questo genere, partorite da menti
malate e criminali, il cui scopo è solo quello di rendere sempre più difficile
vivere per la classe medio bassa, per rendere sempre più intoccabile e privilegiata
quella medio alta, che si è perlopiù formata grazie agli abusi commessi nella
gestione della cosa pubblica, cioè dei soldi versati per qualsiasi scopo e
motivo allo stato ed ai suoi enti di gestione. Sono cioè appropriazioni
indebite legittimate che penalizzano gli onesti e gli individui pacifici
favorendo i parassiti.
Coloro che sostengono che se
vi fosse veramente un libero mercato questo non capiterebbe hanno ragione, la
Storia lo dimostra, in passato la situazione non era così ingiusta, quando cioè
lo stato ancora non esisteva in queste forme accentratrici ed opprimenti e
c’era maggiore libertà associativa e decisionale in ambito sociale e
privatistico e le scelte erano maggiormente condivise.
E’ triste doverlo ammettere,
ma è uno dei rari casi in cui si può ben affermare che si viveva meglio allora,
quando c’era meno politica e più solidarietà.
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