IMMIGRAZIONE: LA MOGHERINI VA ALLA GUERRA. MA RESTA DA SOLA
L’essere arrivata per puro caso alla politica europea (e solo per lasciare libero il suo dicastero di provenienza a un altro Pd di più provata esperienza), ha rivelato nella Mogherini un assoluto disastro. Non le basta essere lautamente retribuita senza contare nulla nelle relazioni internazionali (certo la Merkel e Hollande quando vanno a colloquio con Putin non si sognano nemmeno di avvertirla), ora la Mogherini pensa anche di poter dire la sua, magari su un tema delicato e che richiede preparazione come le politiche sull’immigrazione.
Ed ecco che in un’intervista al quotidiano La Repubblica se ne esce con questa brillante proposta, mutuata dal suo unico ed isolato mentore, Matteo Renzi (che, peraltro, sadicamente si diverte a mandarla allo sbaraglio) e spalleggiata da un’altra assoluta dilettante, la ministra della Difesa Pinotti (una che, pensate, è arrivata terza su tre alle primarie per il sindaco di Genova). Cosa aveva detto la Mogherini alla Repubblica: “Bisogna eliminare i barconi degli scafisti in Libia”. Non solo, la poverina – senza rendersi conto del pensiero fascista che sottende questa proposta che equivarrebbe a stabilire che chi vuole fuggire dal suo Paese attraverso le coste libiche è condannato a restarvi – neppure si preoccupa dell’assoluta impraticabilità della sua idea. Ma c’è di più, la Mogherini è talmente isolata nel consesso internazionale che nessuno l’ha informata che nelle stesse ore in cui si faceva paladina di questa brillante proposta, ambienti che dovrebbero esserle contigui, come l’Onu, l’hanno sbeffeggiata. Basti andarsi a rileggere le dichiarazioni del segretario generale Ban ki-moon
Ignara di tutto, la Mogherini ci ha riprovato in questi giorni davanti al consesso dell’Unione Europea e per mitigare la sua folle idea ha pensato bene di inserire anche nella sua proposta le cosiddette quote di asilo per i circa 300 mila migranti arrivati o in arrivo in Italia che andrebbero distribuiti tra tutti i 28 Paesi dell’Ue. Risultato: un bel sonoro “no” da parte non solo di Gran Bretagna, Irlanda, Danimarca e da quasi tutti i paesi dell’ex area socialista, ma perfino da quello che sarebbero dovuti essere i suoi alleati: Francia e Spagna. Una domanda sorge spontanea: ma la Mogherini che tipo di attività diplomatica ha fatto per convincere i Paesi europei? Oppuire le sue capacità diplomatiche sono apri a zero.
Ma c’è di più la sua idea guerrafondaia è rimasta congelata, almeno fino a fine giugno quando a decidere sarà il consiglio di sicurezza dell’ONU.
Nella sua richiesta di un mandato all’Italia per distruggere i barconi con i quali gli scafisti trasportano i profughi verso l’Italia, la Mogherini mostra di ignorare diversi aspetti. Primo: per distruggere i barconi occorre violare la sovranità di un Paese, seppur diviso in due governi, come la Libia. Secondo: ottenere l’assenso della Libia vuol dire riconoscere il governo jahidista di Tripoli, fatto quanto meno imbarazzante per chi combatte l’Isis. Terzo: gli scafisti non sono scemi come lei crede. Per non perdere gli scafi basta nasconderli lungo le coste, oppure mimetizzarli, oppure ancora riempirli di migranti già pronti a salpare (si chiamano scudi umani). Senza contare che per ogni scafo distrutto, gli scafisti sono in grado di costruirne dieci.
Cosa bombarderà con i droni o distruggerà con gli incursori la Mogherini la cui fisonomia fisica e la cui attività diplomatica ha lo stesso immobilismo delle statue dell’isola di Pasqua?
Un esperto militare del calibro del gen. Fabio Mini gli ha fatto notare, ancora dalle colonne di Repubblica: “Si pensa di punire chi si occupa dell’ultimo tratto del viaggio e non i governanti degli Stati che alimentano la violenza, la corruzione e la guerra, creando condizioni dalle quali vogliono fuggire i migranti. Eppure dall’Europa e dall’Onu ci si aspetterebbe qualcosa di veramente politico e risolutivo. Tant’è. Avanti con i carri!”.
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