Di Claudio Martinotti Doria
scritto il 18 giugno 2014, versione integrale
Sono
stati dichiarati patrimonio dell’Unesco “I paesaggi vitivinicoli di Monferrato Langhe
e Roero”, quindi per quanto riguarda il Monferrato mi risulta che l’estensione
è solo pertinente agli infernot, e riguarda solo alcune porzioni di territorio.
Interpretarlo come un riconoscimento all’intero territorio è velleitario per
non dire delirante, da mania di protagonismo e da entusiasmo puerile. E poi
bisognerebbe anche ricordarsi cosa ne consegue in termini di responsabilità morale
e sostanziale, che il riconoscimento non è irreversibile ed eterno. E’ come valutare
e commentare una sentenza della magistratura prima che ne siano depositate le
motivazioni e senza considerare il diritto di appello.
Quindi tutto l’entusiasmo, la
glorificazione di parte, i toni trionfalistici che leggo sui giornali on line
sono prematuri se non addirittura ridicoli e vani, i commenti politici poi sono
perlopiù patetici ed approssimativi. Ma quello che più mi disturba, come al
solito, è il campanilismo, che devo dire è ampio e trasversale, nel senso che è
ovunque, ognuno cita solo la sua regione storico-geografica di riferimento e
nel pavoneggiarsi quasi si scorda di citare infastidito le altre due, come se
il riconoscimento fosse solo per loro, come dei bambini che giocano con un
giocattolo nuovo e prestato, che conoscono poco …
Inoltre è indubbio che ad
avvantaggiarsene saranno soprattutto le Langhe per la loro ormai collaudata
abilità nel marketing territoriale che in poco tempo ha fatto apprezzare il
marchio geografico in tutto il mondo, mentre il Monferrato, pur con il suo immenso
patrimonio storico culturale (che storicamente ha per secoli inglobato le
Langhe), è molto arretrato nel promuoversi e gestirsi come marchio
territoriale, anche per l’assenza di un’unità di intenti e una identità
condivisa, non conoscendone i suoi abitanti e promotori neppure la storia ed i
volubili confini storici.
Ma l’aspetto beffardo e paradossale è che, da quanto mi risulta, il
riconoscimento è stato limitato a porzioni di territorio con particolari
caratteristiche (i paesaggi vitivinicoli, appunto) e non all’intero territorio
a causa della devastazione che lo stesso ha subito negli ultimi decenni,
soprattutto nei fondovalle delle Langhe cementificati all’inverosimile, quindi
le Langhe sono la principale causa del limitato riconoscimento ma saranno anche
quelle che ne trarranno i maggiori benefici di immagine turistico culturale ed
economica.
In realtà se c’è un elemento
unificatore di tutti e tre i territori, cioè Monferrato, Langhe e Roero è la
storia, sono le Casate Aleramiche, di cui per coincidenza ho da poco ultimato
la recensione del libro di Manfredi Lanza, l’unico che ne parla specificamente
dal punto di vista storico e genealogico, essendo un discendente aleramico e
storico di famiglia
Infatti dal 950/51 A.C. anni
in cui si formarono per volontà di re Berengario II le tre marche in chiave
antisaracena, tra cui l’Aleramica, fino alle successive divisioni in diverse
casate, in particolare i Di Monferrato e i Del Vasto (che si divisero in
Saluzzo, Busca, Clavesana, Ceva, Savona, Carretto, Cortemilia) e l’espansione
dei loro domini nei territori delle altre due marche, l’Arduinica e
l’Obertenga, la loro storia proseguì per secoli, fino al 1708 (per la
precisione sarebbe il 1713 dopo la Pace di Utrecht) quando si dissolse l’ultimo
marchesato (divenuto nel frattempo ducato) aleramico di un certo rilievo
rimasto, il Monferrato. Praticamente tutti i territori in capo alle tre regioni
storico geografiche attualmente (seppur limitatamente) dichiarate Patrimonio
dell’Umanità dall’Unesco erano infeudati a nobili aleramici, quasi tutto il sud
del Piemonte e cospicua parte della Liguria, soprattutto appenninica, esclusi
nel corso dei secoli e con alterne vicende solo alcuni feudi imperiali e
territori occupati dalle potenze regionali contigue, Genova, Savoia, Milano,
Credo che questo dovrebbe
essere un concetto da tenere presente e valorizzare in ogni ambito, forse
l’unico veramente unificante, oltre i campanilismi e le velleità effimere e le
interpretazioni faziose e fuorvianti che spesso caratterizzano questi riconoscimenti
che vengono facilmente travisati e sciupati nelle loro potenzialità.
*Le due cartine riprodotte rappresentano: la prima Il Marchesato di Monferrato e la sua area di influenza politico militare media nel corso del Medioevo, la seconda riporta i confini del principato nel 1419
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