Clima d’odio e balle spaziali: cade il mito del premier Super Competente e del governo di unità nazionale.
Unfit: Draghi mostra di nuovo pubblicamente di ignorare dossier cruciali su cui il suo governo limita fortemente le libertà costituzionali di milioni di italiani
Purtroppo siamo stati facili profeti nei nostri articoli dei giorni scorsi sul tema Green Pass, arrivando in modo provocatorio a parlare di “apartheid” per i non vaccinati e denunciando un “clima infame”, alimentato da istituzioni e politici, da gran parte della stampa, delle tv e dei televirologi, che stanno adottando una strategia controproducente per promuovere la campagna vaccinale: mettere gli italiani l’uno contro l’altro. E, purtroppo, sta accadendo, basta farsi un giro sui social, ma anche prestare attenzione alle discussioni che lacerano famiglie e amicizie.
Abbiamo già segnalato le criticità, da molteplici punti di vista, dell’estensione del Green Pass ben oltre lo scopo originario per cui era stato introdotto, ovvero in pratica salvare Schengen, impedire che la libera circolazione all’interno dell’Ue, già ferita, franasse del tutto sotto un Vietnam di restrizioni nazionali tra quarantene, test e quant’altro. Nemmeno è servito a riaprire le discoteche, come si prometteva qualche settimana fa: resteranno chiuse…
Una criticità su tutte: l’introduzione di un obbligo vaccinale surrettizio, subdolo. Invece di rendere per legge il vaccino anti-Covid un trattamento sanitario obbligatorio, come la Costituzione consentirebbe (articolo 32), e come molti vaccini già obbligatori, si è scelta una via traversa e divisiva per “obbligare” gli italiani più recalcitranti, o semplicemente dubbiosi, a vaccinarsi: quella della esclusione dalla vita sociale. Si parte da bar e ristoranti al chiuso, palestre, piscine, teatri, cinema, stadi, eventi e manifestazioni all’aperto, per arrivare presto a trasporti, scuola e lavoro. Il tempo di organizzarsi perché in questi ultimi casi la questione è più complessa, ha ammesso il premier.
In pratica, una specie di esilio in patria per i non vaccinati, mentre c’è chi, non ancora appagato, invoca il ritiro del passaporto, del diritto di voto, o dell’accesso al sistema sanitario nazionale (se ne occupa oggi Magni), o chi come l’oxfordiano Burioni li chiama “sorci”. E attenzione, vale fino ai bambini di 12 anni: senza vaccino o tampone, niente sport, niente pizza. Sorci dodicenni. Lo schema del capro espiatorio è lo stesso di quello usato nei mesi passati nei confronti dei runner, di chi non indossava la mascherina, dei giovani della movida.
Ora, ci chiediamo: ma è lecito, prim’ancora che opportuno, è costituzionale imporre restrizioni di tale portata delle libertà individuali a cittadini che rifiutano un vaccino che formalmente non è obbligatorio (e non lo è in nessun Paese)? E perché non si è scelta la via più diretta, e almeno onesta, di renderlo obbligatorio? Forse perché si tratta di vaccini approvati in via emergenziale, senza decenni di sperimentazione sul campo? Forse perché significherebbe assumersi la responsabilità diretta delle reazioni avverse, comprese le rarissime fatali? Forse. Ci torneremo, ma intanto vi rimando ai magistrali articoli di Venanzoni, Proietti e Rossi.
Per il momento in questa sede ci accontentiamo di tornare alla conferenza stampa di ieri, durante la quale il presidente del Consiglio Draghi, affiancato dai ministri della salute e della giustizia, ha illustrato le decisioni del Consiglio dei ministri.
Non ci siamo mai fatti incantare dalla retorica della “competenza”, dall’adulazione della figura di Mario Draghi, dalla celebrazione preventiva delle sue gesta salvifiche come premier, pur riconoscendone le indubbie qualità.
È un fatto però che Draghi e i suoi ministri sono stati unanimemente salutati da commentatori e media mainstream come il premier e il governo Super Competenti, dopo gli anni dei terribili e ignoranti populisti.
Com’è un fatto – anche se in pochissimi oggi oseranno rilevarlo – che ieri in conferenza stampa Draghi ha dato dimostrazione di una totale, palese, clamorosa incompetenza sul dossier che era stato appena trattato in Consiglio dei ministri, peraltro portando ad una decisione di enorme impatto sulle vite e le libertà costituzionali di milioni di italiani. E purtroppo non è la prima volta che il premier in conferenza stampa mostra di non conoscere i dossier che esulano dalla materia strettamente economica e monetaria.
Parlando del provvedimento sul Green Pass, Draghi ha testualmente detto:
“È una misura con cui gli italiani possono continuare a esercitare le proprie attività, a divertirsi, ad andare al ristorante, a partecipare a spettacoli all’aperto, al chiuso. Con la garanzia però di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose“.
Ora, gli italiani saranno anche mediamente ignoranti, ma a questo punto molti di loro avranno senz’altro capito ciò che il premier Draghi ha mostrato di ignorare ancora: anche i vaccinati possono essere contagiosi. Forse, ma solo con molti forse, un po’ meno dei non vaccinati, ma certamente non esiste alcuna garanzia che tra i vaccinati non ci siano persone contagiose. Fact-checking? Un’affermazione totalmente falsa, anti-scientifica.
Ma particolarmente grave perché si tratta proprio della materia del contendere del decreto approvato ieri. Perché se è vero, com’è vero (e i dati dal Regno Unito e da Israele lo confermano), che i vaccinati possono essere positivi e contagiare, escludere i non vaccinati dalla vita sociale come se fossero i soli untori non ha fondamento dal punto di vista epidemiologico o almeno – mettiamola così – è misura altamente sproporzionata.
Torniamo sempre sul punto trattato ieri da Gioli: i vaccini proteggono dalla malattia grave, non garantiscono l’insensato traguardo “Covid zero”. Riducono drasticamente ricoveri e decessi e tanto ci deve bastare per tornare alla completa normalità, perché se aspettiamo il giorno in cui registreremo “casi zero” potrebbero volerci anni, decenni. Certamente raggiungere un’elevata percentuale di popolazione vaccinata è un obiettivo desiderabile anche per ridurre la trasmissione del virus, oltre che la pressione sul sistema sanitario, ma dal momento che non impediscono il contagio questi vaccini rappresentano una protezione individuale, non “altruistica”.
Sapere che il premier Super Competente ignora la principale questione tecnico-scientifica alla base della decisione di ieri sul Green Pass non è affatto tranquillizzante, per nulla. In che mani siamo?
Un’altra frase pronunciata ieri da Draghi ci ha fatto sobbalzare dalla sedia:
“L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire: non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, contagi, lui o lei muore”.
Un puro distillato di terrorismo e, anche in questo caso, una completa falsità. Non solo chi non si vaccina, ma anche chi si vaccina può (è una eventualità) contagiare e “far morire”. Al che qualcuno gli ha fatto notare: quindi gli stati come Germania e Regno Unito che sconsigliano di vaccinare i minorenni li invitano a morire e far morire?
Non deve sfuggire inoltre in quelle parole un gratuito attacco politico del premier al leader di una forza di governo, che non aveva invitato a non vaccinarsi ma osservato che sotto i 40 anni il vaccino è “meno urgente”, perché la mortalità da Covid praticamente si azzera.
Insomma, non lo ammetteranno mai adulatori e cheerleader del Governo Draghi, ma dalla conferenza stampa di ieri un’altra bella fetta di credibilità e autorevolezza del premier ha preso il volo.
Siamo forse troppo assuefatti e distratti per guardare con lucidità e la giusta preoccupazione a quanto sta accadendo al nostro stato di diritto: la logica emergenziale permanente e l’approccio “rischio zero” alla pandemia, con il conseguente ricorso sistematico a importanti e durature restrizioni delle libertà individuali, stanno già mutando in profondità le nostre democrazie. Una torsione illiberale, autoritaria, da cui sarà difficile raddrizzarle, perché nel frattempo si gonfia il sentimento di sfiducia dei cittadini nella capacità dei sistemi democratici di assicurare benessere, libertà e sicurezza.
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