Benvenuti nel Blog di Claudio Martinotti Doria, blogger dal 1996


"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", motto dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Pauperes commilitones Christi templique Salomonis

"Ciò che insegui ti sfugge, ciò cui sfuggi ti insegue" (aneddotica orientale, paragonabile alla nostra "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane")

"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è che perdono la salute per fare soldi. E poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere nè il presente nè il futuro. Sono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto."
(Dalai Lama)

"A l'è mei mangè pan e siuli, putòst che vendsi a quaicadun" (Primo Doria, detto "il Principe")

"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci." Mahatma Gandhi

L'Italia non è una nazione ma un continente in miniatura con una straordinaria biodiversità e pluralità antropologica (Claudio Martinotti Doria)

Il proprio punto di vista, spesso è una visuale parziale e sfocata di un pertugio che da su un vicolo dove girano una fiction ... Molti credono sia la realtà ed i più motivati si mettono pure ad insegnare qualche tecnica per meglio osservare dal pertugio (Claudio Martinotti Doria)

Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )

La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria

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Patriă Montisferrati

Patriă Montisferrati
Cliccando sullo stemma del Monferrato potrete seguire su Casale News la rubrica di Storia Locale "Patriă Montisferrati", curata da Claudio Martinotti Doria in collaborazione con Manfredi Lanza, discendente aleramico del marchesi del Vasto - Busca - Lancia, principi di Trabia

Come valorizzare il Monferrato Storico

La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.

Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …

Ci hanno confuso e diviso ma non siamo del tutto disarmati e impreparati a reagire …

 


Ci hanno confuso e diviso ma non siamo del tutto disarmati e impreparati a reagire …

 

Manifestazioni contro il green pass, Piazza Del Popolo si ...

Di Claudio Martinotti Doria

 

La situazione assurda e allucinante che stiamo vivendo e che nessuno fino a pochi mesi fa avrebbe mai potuto prevedere, mi rammenta quei film americani (che definisco americanate, e credo di non essere il solo) che per nascondere l’assenza d’idee valide e creatività, di trame elaborate e intelligenti, di capacità narrative, ecc., ricorrono a frequenti colpi di scena e scene d’azione dai ritmi frenetici, abusando degli effetti digitali (CGI) per rendere impossibile al pubblico cogliere ogni particolare della dinamica, stordendolo con un vortice di spettacolarizzazione, a scapito ovviamente di qualsiasi realismo e congruità.

Questi film americani apparentemente realizzati molto bene, professionalmente impeccabili dal punto di vista tecnico e della confezione dello spettacolo, sono penosi come contenuti, non comunicano nulla a livello intellettuale ed emotivo. Sono solo armi di distrazione di massa e denotano una certa “debolezza” di valore, nel senso che non trasmettono proprio nulla, intrattengono e basta, e lo fanno pure stupidamente. 

I registi di questi film non rimarranno mai impressi nella nostra memoria e meno che mai avranno la nostra considerazione.

Allo stesso modo i politicanti che hanno malgovernato l’Italia negli ultimi 30 o 40 anni impoverendola, depredandola, quasi distruggendola, sono paragonabili a quei registi hollywoodiani di cui ho fatto riferimento, anzi direi che sono più simili agli attori di quei film (alcuni sono solo delle comparse), in quanto non siamo affatto in un altro campo di competenza, sempre di recitazione e di copioni si tratta, in quanto i politicanti recitano solo una parte per conto dei loro veri datori di lavoro, i componenti dell’élite dominante, tra i quali in questo periodo spiccano le multinazionali di Big Pharma. 

E’ quest’ultimo colosso finanziario e industriale che ha fatto nominare quella donnetta teutonica insignificante e incapace alla Presidenza della Commissione Europea, che hanno ormai scoperto essere in flagrante conflitto d’interesse e probabilmente corruzione, avendo il marito manager di un’importante azienda del settore, di quelle che hanno concorso a produrre i cosiddetti vaccini contro il COVID-19. 

E non per caso pare che la gentil signora abbia già ordinato alcuni miliardi di dosi di vaccino fino al 2023, nonostante la popolazione dell'UE sia meno di mezzo miliardo. Che abbia già previsto di somministrarlo ogni sei mesi o anche meno?

I nostri politicanti sono tutti sottomessi a Big Pharma e l’hanno ampiamente dimostrato. Nessuno di loro ha mai fatto gli interessi della popolazione, non si sono mai preoccupati veramente della nostra salute, questa è solo un pretesto per favorire business e potere, o meglio: gestione e consolidamento del potere. 

Un potere che stava per sfuggire loro di mano perché stava crescendo troppo la consapevolezza, in una minoranza significativa della popolazione, che avrebbe potuto divenire massa critica e ostacolare la continuità del potere delle oligarchie, le quali hanno finora abusato della cosiddetta democrazia rappresentativa ponendo uomini di loro fiducia in tutti i gangli della burocrazia e delle istituzioni politiche. 

I Parlamenti ormai da tempo sono divenuti solo dei simulacri di democrazia, un circo di buffoni che recitano un copione stantio simulando di contrapporsi, ovviamente sostenuti dal sistema mediatico.

Quale espediente poteva essere migliore di una pandemia per rinsaldare il loro potere che vacillava? Una pandemia opportunamente dichiarata dall’OMS in seguito a strumentali modifiche apportate recentemente alla sua definizione formale, slegandola dal numero dei morti e dalla sua pericolosità. Così la si può dichiarare ogni volta che fa comodo.

La gestione della pandemia in Italia è stata del tutto arbitraria, illegittima, incostituzionale, irrazionale, incongrua, contraddittoria, antiscientifica, demenziale, aggiungerei anche “criminale”, arrecando danni gravissimi a tutti i livelli e settori, fino quasi a distruggere la società e l’economia. Il terrore e il panico alimentato dal sistema mediatico interamente controllato dall’élite dominante, insieme ai lockdown e ai “coprifuoco”, hanno sortito l’effetto voluto, provocando una sorta di isteria collettiva e d'isolamento sociale preventivo, per cui la gente che ormai si stava sempre più allontanando dalla televisione spazzatura è tornata a guardarla e a crederle, nonostante la palese falsità dei suoi contenuti informativi.

Così si è ripreso l’istupidimento di massa, coadiuvato dalla paura del virus e di tutti coloro che potrebbero trasmetterlo, ed essendo la maggioranza della popolazione italiana analfabeta funzionale o di ritorno (vedasi le numerose ricerche sociologiche in proposito, a iniziare dal noto compianto linguista Tullio De Mauro), non può far altro che far riferimento ai mass media (tutti mainstream) per attingere informazioni e soprattutto istruzioni di comportamento. 

Per cui era inevitabile la corsa ai vaccini senza sapere o volersi rendere conto che in realtà si tratta di terapie geniche sperimentali e in quanto tali si farà da cavia e si patiranno le inevitabili reazioni avverse (senza alcun risarcimento) nei giorni, mesi e anni a venire. Allo stato attuale i dati ufficiali delle agenzie europee preposte ai controlli post-vaccino riportano circa 20mila morti e 1,8 milioni di reazioni avverse gravi solo nell’UE, ma nella realtà sono sicuramente molte di più, per le difficoltà di porle in correlazione alle vaccinazioni.

Esplode la protesta in tutt'Italia contro il Green pass ...


Adesso si è pure aggiunta la corsa alla discriminazione e all’apartheid nei confronti dei non vaccinati, fomentando la rabbia popolare dei vaccinati, pilotata politicamente e mediaticamente, contro coloro che ancora resistono al potere e alle sue nefandezze e infamie, rendendo in tal modo la minoranza che rifiuta di farsi vaccinare, il capro espiatorio delle responsabilità politiche e istituzionali della criminale, irresponsabile e perversa condotta nella gestione della pandemia.

Ecco perché mi rammentano quei film d’azione, frenetici e insulsi, privi di qualsiasi contenuto intellettuale. Anche la politica al servizio dell’élite dominante sta da qualche tempo ricorrendo sempre più all’azione (o meglio comunicazione, sfruttando i media all'unisono) frenetica, caotica, confusiva, compulsiva, delirante, allarmante, ecc., senza tregua, a ritmi forsennati. 

Ma fermatevi un attimo a pensare, questo non è segno di forza ma semmai di debolezza! Certamente di debolezza intellettuale, su questo livello direi che sono quasi disarmati.

I nostri ministri e burocrati e i loschi figuri di cui si circondano nei vari comitati di consultazione, i numerosi pseudoesperti (di non si sa bene cosa), sono intellettualmente scarsi, per ricorrere a un eufemismo, anzi occorre riconoscere che la pandemia ha consentito a qualsiasi incapace, incompetente e spregiudicato di avere un incarico di governo, ovviamente ben remunerato. 

Qualcuno ne ha pure approfittato per farsi corrompere, come se non fossero già lautamente compensati, in maniera inversamente proporzionale ai loro meriti. 

Come diceva il Mahatma Gandhi perché 300milioni d’indiani dovrebbero ritenersi deboli rispetto a soli 150mila inglesi? Perché questa esigua minoranza, seppur armata, dovrebbe essere ritenuta più forte? Nel caso nostro perché non meno di 10milioni di italiani, che non hanno alcuna intenzione di farsi vaccinare con quell’intruglio tossico prodotto da Big Pharma, dovrebbe temere qualche migliaio di politicanti parassiti e ignoranti, giornalisti corrotti e qualche virologo da salotto? Quale dei due schieramenti è il soggetto debole e quale quello forte?

Non dubito che i politicanti e i giornalisti corrotti si credano potenti, invincibili e soprattutto dotati di impunità vita natural durante, perché alle loro spalle hanno Big Pharma, Big Tech e tutte le cupole mondiali del potere finanziario, organizzazioni segrete (sempre meno) dove si accordano sui loro piani di dominio e spartizione, cui la classe politica è solo un appendice esecutiva. 

Probabilmente pensano di poter usare a loro discrezione le Forze dell’Ordine per attuare i loro propositi. Magari come ultima risorsa se le cose dovesse mettersi al peggio e dovessero ricorrere alla forza bruta repressiva oltre che per porteggere se stessi … Non pensano che i circa 350mila membri delle Forze dell’Ordine del nostro paese potrebbero sentirsi lesi nella loro dignità umana e professionale, nell’applicare certe loro pretese repressive illegittime e incostituzionali? Hanno giurato fedeltà alla Costituzione o alle oligarchie? Non pensano che anche gli agenti di polizia sono padri, madri, mariti e moglie, figli e nipoti, fratelli e sorelle, dello stesso popolo che si chiede di discriminare, reprimere, perseguitare, ingiuriare, danneggiare, umiliare, disprezzare, coercizzare, ricattare, emarginare, penalizzare, ecc..

Quando si ricorre a qualsiasi tipo di violenza, e quella attuata dal governo italiano lo è senza dubbio soprattutto a livello psicosociale, e direi anche in una forma subdola, perversa e molto pericolosa, significa che il soggetto che vi ricorre è debole, o quantomeno si sente tale. Un soggetto forte non ha alcun bisogno di ricorrere alla violenza, purché ne sia consapevole, intendo di essere forte e di conseguenza gestisca la forza con intelligenza e sobrietà, in quanto la vera forza è insita nell’autorevolezza, mentre la classe politica e istituzionale dominante italiana si basa quasi esclusivamente sull’autoritarismo, autorevolezza non ne possiede, nemmeno di striscio.

La nostra classe politica, soprattutto intellettualmente e nel consenso sociale è in caduta libera da parecchi anni, era addirittura disprezzata dalla popolazione (e lo è tuttora), ma ha potuto risollevarsi proprio grazie alla provvidenziale pandemia, e cogliendone le potenzialità di strumentalizzazione hanno applicato la millenaria strategia del “divide et impera” mettendo gli uni contro gli altri, alimentando una guerra tra poveri, che saranno sempre più poveri, grazie proprio al governo che una parte cospicua di loro sta sostenendo. 

No al Green Pass, oggi manifestazione a piazza del Popolo ...


Non durerà molto questo abbaglio, il tempo che si rendano conto che si stanno rovinando con le loro stesse mani, che l’economia collasserà, che i redditi spariranno, che non potranno arrivare a fine mese, che non potranno più sfamare la famiglia, e che i responsabili veri di tutto questo non sono coloro che sono privi di lasciapassare sanitario (definito ingannevolmente green pass dalla neo-lingua) ma sono i parassiti che governano questo meraviglioso paese, che lo stanno devastando, forse con l’intento deliberato di comprarlo quando sarà a pezzi e in svendita, quasi certamente coi loro complici e padroni stranieri. 

Gli italiani apriranno gli occhi (e forse sarà troppo tardi) soprattutto quando si accorgeranno che nonostante certi locali e manifestazioni organizzate e autorizzate siano frequentati solo da possessori di green pass, ci si ammalerà ugualmente di COVID-19 (come già accaduto e documentato), allora capiranno che il vaccino non impedisce di essere contagiosi e contagiati ma forse, e ripeto forse (i dubbi sono più che legittimi), fornisce solo il vantaggio di alleviare i sintomi e ridurre la gravità della malattia. Ma questo era già possibile prima con le terapie che migliaia di medici non compiacenti e non al soldo di Big Pharma avevano scoperto fin dalla primavera del 2020, cure che hanno cercato in tutti i modi di far sparire e screditare altrimenti non avrebbero potuto autorizzare i vaccini genici sperimentali e produrli e distribuirli in miliardi di dosi, raccontando la menzogna scientifica che solo il vaccino genico ci libererà dal virus (prodotto in Occidente, ovviamente, i vaccini russi sono tabù).

In conclusione suggerisco di lasciare che questa bolla di delirio collettivo si sgonfi e avverrà soprattutto quando gli italiani temporaneamente in modalità zombie (quelli che della libertà e dignità non gliene frega granché) si renderanno conto che li stanno rovinando economicamente, e neppure tanto lentamente, anzi, stanno accelerando i tempi. Quando gli zombie apriranno il portafoglio e lo troveranno vuoto non potranno incolpare i non vaccinati. Gli altri italiani, quelli dotati ancora di dignità e che amano la libertà e non intendono perderla, quelli stanno già protestando scendendo in piazza e lo faranno ogni sabato, organizzandosi sempre meglio, similmente ai francesi, anche se in numero minore.

A volte la forza e la debolezza non sono così facilmente identificabili e attribuibili, sappiamo quanto le apparenze possano ingannare, così come dovremmo sapere che il vero potere non è materiale ma spirituale, purtroppo in una società materialistica e consumistica mi rendo conto quanto sia difficile rendersene conto. Ora più che mai è importante che ricorriate alla vostra spiritualità, anche se vi sembra inaridita e latitante è sempre presente interiormente, dovete solo dedicarvi all’introspezione, alla meditazione, alla riflessione, alla ricerca interiore, consapevoli che siete molto più e molto meglio di come vi considerino e vi vorrebbero i parassiti che sono riusciti a metterci cosi tanto in difficoltà.

Loro sono solo dei parassiti e se voi smetterete di nutrirli e sostenerli si daranno alla fuga.

Rimanete pertanto lucidi, centrati e forti, i deboli sono loro, non voi. Non rinunciate all'amore e alla socievolezza per lasciare spazio a paure fittizie indotte artificialmente. Non svendete la vostra libertà e dignità per un piatto di lenticchie e per false lusinghe.

Da Homo Sapiens a “Homo Stupidus”, la nostra era è la più minacciata dalla diffusione esponenziale della stupidità ...

L'effetto Tafazzi - Enterprises…

Da Homo Sapiens a “Homo Stupidus”

di Roberto Pecchioli

“Gli stupidi sono più temibili della mafia, del complesso militare-industriale o dell’Internazionale comunista”. Sono un gruppo non organizzato, senza un leader o norme, ma nonostante ciò agiscono in perfetta armonia, come guidati da una mano invisibile.

Pin on Acı Gerçekler

Si esprimeva così Carlo Cipolla, brillante docente pavese con cattedra a Berkeley nel suo testo più conosciuto, “La Teoria della Stupidità”, condensata in un libriccino intitolato significativamente “Allegro, ma non troppo”. Cipolla, economista, tratta la stupidità da un punto di vista strumentale, con leggerezza, lontano dalla seriosità accigliata dei moralisti e dei filosofi.

Che la stupidità sia diventata uno dei grandi temi – e problemi – del nostro tempo lo conferma Vittorino Andreoli, uno dei più grandi psichiatri internazionali, a sua volta autore di un preoccupato saggio, “Homo stupidus stupidus”. Insomma, che l’orgoglioso homo sapiens non se la passi bene, sembra evidente a molti osservatori qualificati. Noi stessi, da un punto di vista più basso, terra terra, lo constatiamo quotidianamente.

Urge quindi una riflessione sulla stupidità umana, sulla sua sorprendente persistenza, sul fatto che dilaghi nonostante il sedicente progresso, la sedicente istruzione e in barba a tutti i luoghi comuni della modernità. La prima considerazione è una messa in guardia: serve autocritica. Chi scrive queste note e chi le legge non è affatto immune dal virus della stupidità. Ha soltanto una “vaccinazione”, incompleta per quanto potente: riconosce il problema, non lo sottovaluta e accetta di porre i suoi comportamenti, le idee e le convinzioni sotto il microscopio del giudizio e dell’umiltà.

Non abbiamo dimenticato una vignetta di un giornale satirico di tanti anni fa: due signori al museo osservano la ricostruzione dell’aspetto del primitivo homo sapiens. Sconcertato, uno dice all’altro: se questo è sapiens, figuriamoci l’ignorante! Il nostro stato d’animo è uguale: l’homo sapiens sapiens contemporaneo, alla prova della vita quotidiana, dà ragione all’indagatore professionale della mente, lo psichiatra Andreoli: la regressione ad homo stupidus è impressionante.

Spirito gregario, credulità unita a granitiche certezze, una fiducia religiosa negli “esperti “e nella cosiddetta scienza, conformismo diffuso a livelli inaspettati, comportamenti e idee indotte che dilagano rapidamente – come altrettanti virus – in condotte di massa, indifferenza reciproca, una litigiosità su questioni minime che appare – ed è – una delle tante armi di distrazione di massa. In più, l’assoluta mancanza di senso critico: nessun sospetto che la stupidità sia indotta, alimentata, voluta dai padroni, addirittura l’incapacità di capire che i padroni del mondo esistono e sono diventati Dominio.

Andreoli conclude tristemente che oggi solo gli imbecilli possono essere felici. La sua diagnosi è severa: “Distruttività, frustrazione e insicurezza sono le caratteristiche del nostro tempo”. “Siamo la società della paura e domina la cultura del nemico. Il nostro tempo non è violento, è distruttivo. Insieme con la distruttività, la caduta dei princìpi di sempre e assenza di misura sono alla base della crisi dell’uomo contemporaneo”.

A un certo punto della sua vicenda, l’uomo si è distaccato dagli stadi precedenti, guadagnandosi la definizione di sapiens sapiens. Che ne è dell’uomo quando delega le sue funzioni ad appendici digitali, innescando una regressione che cancella ogni traccia del salto evolutivo per cui è stato definito sapiens sapiens, regredendo a stupidus stupidus?

È questo, secondo Andreoli, il tratto che definisce la nostra società, l’abbandono alla parte pulsionale che conduce a un’inarrestabile morte della civiltà. Attraverso tre comportamenti sintomatici – la distruttività, la caduta dei principi alla base del vivere sociale e la dismisura – lo psichiatra arriva ad escludere l’uomo dall’ambito della sapienza, esortando a invertire la rotta e riaffermare i princìpi che permettono il procedere della retta ragione, la bellezza della cooperazione contro l’esasperato individualismo, l’integrazione di sentimenti e razionalità.

Nel 1985, gli scrittori torinesi Fruttero e Lucentini pubblicarono un micidiale affresco sugli sciocchi, “La prevalenza del cretino”. Non ebbero il tempo di conoscere l’onnipotenza delle reti sociali e il loro devastante contributo alla diffusione della stupidità. Se l’avessero potuta vedere, avrebbero parlato non di prevalenza, ma di schiacciante egemonia dei cretini. Una società che egli si compiace di chiamare molto complessa, ha aperto al cretino globale infiniti interstizi, “crepe, fessure orizzontali e verticali, a destra come a sinistra; gli ha procurato poltrone, sgabelli, telefoni, gli ha messo a disposizione clamorose tribune, inaudite moltitudini di seguaci e molto denaro. Gli ha insomma moltiplicato prodigiosamente le occasioni per agire, intervenire, parlare, esprimersi, manifestarsi, in una parola (a lui cara) per realizzarsi”. Notava Guido Ceronetti che “se qualcuno è crocifisso, state sicuri c’è lì un cretino che pianta i chiodi, e li pianta benissimo, con intelligenza”. La stupidità, infatti, non significa affatto ignoranza o mancanza di intelligenza.

Sta di fatto che la stupidità batte largamente l’ingegno. La tesi di Carlo Cipolla è che la quantità di sciocchi è sempre sottovalutata – il che getta un’ombra sinistra su tutti noi – e che gli stupidi abbondano in ogni categoria umana, a nulla valendo cultura, intelligenza o posizione sociale. “Qualsiasi ipotesi numerica in ordine al numero degli stupidi si rivela una sottostima”, scrisse. Sempre e inevitabilmente, infatti, ognuno di noi non sospetta il numero di individui stupidi che ci sono al mondo. In genere ci si limita ad escludere se stessi dall’elenco.

 

 

Le leggi fondamentali della stupidità umana di Carlo M. Cipolla,
Grafico della distribuzione comportamentale secondo Allegro ma non troppo. I due assi cartesiani rappresentano il guadagno portato dalle azioni delle diverse persone, che può essere positivo, nullo o negativo per la persona stessa o per le persone che la circondano.

 

La probabilità che una determinata persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica. Il cretino è rappresentato in tutti gli ambienti della società in proporzione più o meno uguale. Cipolla citò uno studio sul livello di stupidità nei quattro gruppi umani presenti nelle università: bidelli, impiegati, studenti e insegnanti. In quell’analisi riscontrò che “la distribuzione della stupidità era uniforme, indipendente dal livello educativo. Sia che uno frequenti circoli eleganti o si rifugi tra i cannibali polinesiani, che si chiuda in un monastero o decida di passare il resto della sua vita in compagnia di donne bellissime, resta il fatto che dovrà sempre confrontarsi con la stessa percentuale di persone stupide”, concluse.

Lo stupido è chi provoca danni a un’altra persona o gruppo senza ottenere benefici o addirittura danneggiando se stesso. Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo degli sciocchi: dimenticano continuamente il pericolo che rappresentano. Per Carlo Cipolla, “le persone stupide sono pericolose e funeste perché alle persone ragionevoli risulta difficile immaginare e comprendere un comportamento stupido”. Il loro attacco coglie di sorpresa e, quando lo si subisce, è difficile organizzare una difesa razionale perché l’attacco stesso manca di razionalità. Poiché ne sottovalutiamo il potere, siamo vulnerabili, alla mercé della loro imprevedibilità. Talvolta pensiamo che lo stupido sia uno sprovveduto capace di danneggiare solo se stesso. Convinti di ciò, abbassiamo la guardia, finendo per diventarne vittime e, in fondo, entrare a pieno titolo nella categoria degli stupidi.

Il cretino, non dimentichiamolo, è la persona più pericolosa che esiste. L’intelligente sa di essere tale. Il cattivo è consapevole di essere cattivo. Lo sprovveduto è penosamente immerso nel proprio candore. A differenza di tutti questi personaggi, lo stupido non sa di essere stupido. Questo contribuisce a dare maggiore forza, incidenza ed efficacia alla sua azione devastante. Non è inibito dall’autocoscienza, dalla vergogna o da un esame razionale delle sue condotte. In realtà, non agisce, si limita a fare, e in questo è instancabile. C’è di più: il malvagio può cessare, per interesse o per altre ragioni, di essere tale, magari per qualche ora al giorno o in periodi particolari della sua vita. Ciò è impossibile allo stupido, la cui condizione è irreversibile e ininterrotta.

La quinta legge della stupidità enuncia la dura verità: lo stupido è il tipo umano più pericoloso che esista. Il paradosso di Cipolla è che se tutti i membri di una società si comportassero da malvagi a turni regolari, dandosi, per così dire, il cambio, la società e ogni persona rimarrebbero in perfetto equilibrio. Infatti, avvantaggerebbero se stessi e danneggerebbero gli altri alternativamente. La somma algebrica del bene e del male, per il professore di economia – che di conti se ne intendeva – risulterebbe zero.

In base a quanto esposto, i detentori del potere sono in genere malvagi, ma i loro agenti di basso e medio livello (governi, burocrazie, intellettuali di servizio, esperti di varia umanità) sono essenzialmente degli stupidi, e noi, ammettiamolo, più di loro, per il nostro candore e perché prestiamo loro fede. In base al teorema di Cipolla, tutto ciò non significa che siano – siamo – più o meno intelligenti. Avvertiva Gesù nel Vangelo “dai frutti li riconoscerete” e nel campo della stupidità questa sembra davvero una minaccia sinistra.

La stupidità e le sue molte sfaccettature.

Anche lo scienziato-simbolo del secolo XX si pronunciò a proposito della stupidità. Ecco quel che pensava Albert Einstein: “due cose sono infinite, l’universo e la stupidità, ma non sono sicuro della prima”. Il primo grande letterato a studiare dettagliatamente la stupidità fu Gustave Flaubert, il romanziere francese autore di “Madame Bovary” e dell’ “Educazione sentimentale”. Il suo ultimo romanzo, rimasto incompiuto, “Bouvard e Pécuchet”, è la storia di due inetti, due stupidi del XIX secolo intriso di positivismo, ottimismo e fede cieca nel progresso… quasi come il nostro presente.

“Bouvard e Pécuchet” è un monumento alla stupidità e poiché la stupidità è infinita e si declina in infiniti modi, Flaubert non riuscì a completare il suo enciclopedico romanzo. Lo colse la morte, ma è probabile che se fosse sopravvissuto, avrebbe attinto a una delle sue opere estreme e più brillanti per acutezza e leggerezza, il “Dizionario dei luoghi comuni”, in cui distrusse, lettera per lettera, parola per parola, l’intero campionario della sottocultura e dei pregiudizi del suo tempo, un autentico, imperdibile sciocchezzaio ordinatamente esposto dalla A alla Zeta. Bouvard e Pécuchet sono due copisti che si incontrano, simpatizzano e grazie a un’eredità, decidono di trasferirsi in campagna. Lì si improvvisano agricoltori, studiando i trattati che copiarono nella loro vita, poi si dedicano a una serie infinita di altri tentativi, sempre con identico insuccesso.

Ogni impresa fallisce, in un viaggio avventuroso lungo tutto lo scibile umano, visitato con la superficialità e l’entusiasmo degli sciocchi. Nulla li ferma: si occupano di chimica, filosofia, storia, teologia, archeologia e di tutte le discipline in cui si sono imbattuti nella loro mediocre carriera di copisti. Negli appunti della parte incompiuta, Flaubert immagina che i due, preso atto della propria inadeguatezza dopo anni di sconfitte, si accingessero infine a copiare tutte le sciocchezze rintracciate nei libri e nei modi dire. Ce n’ è per tutti, a partire dall’illuminismo più materialista e ottuso, come l’affermazione tronfia di un La Mettrie, l’autore dell’ “Uomo macchina”: “gli animali arriveranno a parlare; l’uomo infatti non ha sempre parlato”.

Bouvard e Pécuchet sono gli inetti – o gli sprovveduti- di Cipolla che penetrano nel territorio della stupidità gonfi di certezze. Pensano di poter affrontare i problemi sulla base di conoscenze superficiali, delle parole degli esperti che redigono manuali. Sono, in fondo, vittime di una sottocultura riduzionista che confonde il Bignami con la scienza e l’antologia con il capolavoro. Finti scettici, disincantati ogni volta ingannati da se stessi e dalla stupidità, i due amici, reduci da fallimenti seriali, finiscono la loro vicenda come l’avevamo cominciata: tornano copisti intenti a riprodurre pedissequamente la pseudo sapienza altrui. A differenza dello scrivano Bartleby di Melville, che rispondeva invariabilmente “preferirei di no” a ogni domanda o richiesta, Bouvard e Pécuchet rispondono sì ai malvagi, agli imbroglioni, allo spirito del tempo.

Assomigliano a chi cerca la cultura su Wikipedia e ancor più a chi è sempre convinto della versione ufficiale, della risposta più semplice, dell’idea dominante. Gregge soddisfatto della sua condizione. Oggi farebbero diligenti “copia e incolla” delle opinioni comuni, cliccando mille volte al dì “mi piace”, salvo gettare tutto nel cestino all’arrivo di nuove mode. Forse sarebbero collezionisti scrupolosi di informazioni spazzatura, custodi ed eroi delle “spam“.

Jorge Luis Borges definì il romanzo incompiuto di Flaubert un’opera “ingannevolmente semplice”, centrata sul problema dell’ignoranza, della conoscenza e dell’inettitudine.Homines stupidi, i due protagonisti sono il paradosso vivente dell’ignoranza e della credulità, due ingredienti esplosivi della stupidità. Nessun distacco critico, nessun vero ragionamento, nessuna capacità di intervenire sulla realtà.

Flaubert, dal secolo XIX, parla a noi e di noi e ci fa riflettere sul fatto che l’idiozia non sta da una parte e l’intelligenza dall’altra. Come il vizio e la virtù, è bravo chi sa distinguerle, ed è forse questa la vera differenza tra l’intelligente e lo stupido. Da che parte stiamo noi stessi, è difficile saperlo.

Più facile è riconoscere la malvagità, la costante cattiveria del potere. Il reato più grave e più impunito è probabilmente l’abuso della credulità e della sprovvedutezza popolare, che ci rende utili idioti, stupidi in servizio permanente effettivo di lorsignori. Homo stupidus, burattino dei mascalzoni di ogni tempo, tanto inetto da accettare, generazione dopo generazione, la servitù volontaria. Quanto aveva ragione Voltaire a concludere che l’idiozia è una malattia straordinaria, la cui vittima non è tanto chi ne soffre (ricordate Andreoli: solo gli imbecilli possono essere felici!), ma l’umanità intera.

Articolo di Roberto Pecchioli

Fonte: www.maurizioblondet.it

E' emersa in pieno l'ignoranza e la falsità del premier Draghi e l'infame politica sociale conflittuale adottata dal governo ...

 Clima d’odio e balle spaziali: cade il mito del premier Super Competente e del governo di unità nazionale.

di Federico Punzi, in Politica, Quotidiano, del 23 Lug 2021

Unfit: Draghi mostra di nuovo pubblicamente di ignorare dossier cruciali su cui il suo governo limita fortemente le libertà costituzionali di milioni di italiani

Purtroppo siamo stati facili profeti nei nostri articoli dei giorni scorsi sul tema Green Pass, arrivando in modo provocatorio a parlare di “apartheid” per i non vaccinati e denunciando un “clima infame”, alimentato da istituzioni e politici, da gran parte della stampa, delle tv e dei televirologi, che stanno adottando una strategia controproducente per promuovere la campagna vaccinale: mettere gli italiani l’uno contro l’altro. E, purtroppo, sta accadendo, basta farsi un giro sui social, ma anche prestare attenzione alle discussioni che lacerano famiglie e amicizie.

Abbiamo già segnalato le criticità, da molteplici punti di vista, dell’estensione del Green Pass ben oltre lo scopo originario per cui era stato introdotto, ovvero in pratica salvare Schengen, impedire che la libera circolazione all’interno dell’Ue, già ferita, franasse del tutto sotto un Vietnam di restrizioni nazionali tra quarantene, test e quant’altro. Nemmeno è servito a riaprire le discoteche, come si prometteva qualche settimana fa: resteranno chiuse…

Una criticità su tutte: l’introduzione di un obbligo vaccinale surrettizio, subdolo. Invece di rendere per legge il vaccino anti-Covid un trattamento sanitario obbligatorio, come la Costituzione consentirebbe (articolo 32), e come molti vaccini già obbligatori, si è scelta una via traversa e divisiva per “obbligare” gli italiani più recalcitranti, o semplicemente dubbiosi, a vaccinarsi: quella della esclusione dalla vita sociale. Si parte da bar e ristoranti al chiuso, palestre, piscine, teatri, cinema, stadi, eventi e manifestazioni all’aperto, per arrivare presto a trasporti, scuola e lavoro. Il tempo di organizzarsi perché in questi ultimi casi la questione è più complessa, ha ammesso il premier.

In pratica, una specie di esilio in patria per i non vaccinati, mentre c’è chi, non ancora appagato, invoca il ritiro del passaporto, del diritto di voto, o dell’accesso al sistema sanitario nazionale (se ne occupa oggi Magni), o chi come l’oxfordiano Burioni li chiama “sorci”. E attenzione, vale fino ai bambini di 12 anni: senza vaccino o tampone, niente sport, niente pizza. Sorci dodicenni. Lo schema del capro espiatorio è lo stesso di quello usato nei mesi passati nei confronti dei runner, di chi non indossava la mascherina, dei giovani della movida.

Ora, ci chiediamo: ma è lecito, prim’ancora che opportuno, è costituzionale imporre restrizioni di tale portata delle libertà individuali a cittadini che rifiutano un vaccino che formalmente non è obbligatorio (e non lo è in nessun Paese)? E perché non si è scelta la via più diretta, e almeno onesta, di renderlo obbligatorio? Forse perché si tratta di vaccini approvati in via emergenziale, senza decenni di sperimentazione sul campo? Forse perché significherebbe assumersi la responsabilità diretta delle reazioni avverse, comprese le rarissime fatali? Forse. Ci torneremo, ma intanto vi rimando ai magistrali articoli di Venanzoni, Proietti e Rossi.

Per il momento in questa sede ci accontentiamo di tornare alla conferenza stampa di ieri, durante la quale il presidente del Consiglio Draghi, affiancato dai ministri della salute e della giustizia, ha illustrato le decisioni del Consiglio dei ministri.

Non ci siamo mai fatti incantare dalla retorica della “competenza”, dall’adulazione della figura di Mario Draghi, dalla celebrazione preventiva delle sue gesta salvifiche come premier, pur riconoscendone le indubbie qualità.

È un fatto però che Draghi e i suoi ministri sono stati unanimemente salutati da commentatori e media mainstream come il premier e il governo Super Competenti, dopo gli anni dei terribili e ignoranti populisti.

Com’è un fatto – anche se in pochissimi oggi oseranno rilevarlo – che ieri in conferenza stampa Draghi ha dato dimostrazione di una totale, palese, clamorosa incompetenza sul dossier che era stato appena trattato in Consiglio dei ministri, peraltro portando ad una decisione di enorme impatto sulle vite e le libertà costituzionali di milioni di italiani. E purtroppo non è la prima volta che il premier in conferenza stampa mostra di non conoscere i dossier che esulano dalla materia strettamente economica e monetaria.

Parlando del provvedimento sul Green Pass, Draghi ha testualmente detto:

“È una misura con cui gli italiani possono continuare a esercitare le proprie attività, a divertirsi, ad andare al ristorante, a partecipare a spettacoli all’aperto, al chiuso. Con la garanzia però di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose“.

Ora, gli italiani saranno anche mediamente ignoranti, ma a questo punto molti di loro avranno senz’altro capito ciò che il premier Draghi ha mostrato di ignorare ancora: anche i vaccinati possono essere contagiosi. Forse, ma solo con molti forse, un po’ meno dei non vaccinati, ma certamente non esiste alcuna garanzia che tra i vaccinati non ci siano persone contagiose. Fact-checking? Un’affermazione totalmente falsa, anti-scientifica.

Ma particolarmente grave perché si tratta proprio della materia del contendere del decreto approvato ieri. Perché se è vero, com’è vero (e i dati dal Regno Unito e da Israele lo confermano), che i vaccinati possono essere positivi e contagiare, escludere i non vaccinati dalla vita sociale come se fossero i soli untori non ha fondamento dal punto di vista epidemiologico o almeno – mettiamola così – è misura altamente sproporzionata.

Torniamo sempre sul punto trattato ieri da Gioli: i vaccini proteggono dalla malattia grave, non garantiscono l’insensato traguardo “Covid zero”. Riducono drasticamente ricoveri e decessi e tanto ci deve bastare per tornare alla completa normalità, perché se aspettiamo il giorno in cui registreremo “casi zero” potrebbero volerci anni, decenni. Certamente raggiungere un’elevata percentuale di popolazione vaccinata è un obiettivo desiderabile anche per ridurre la trasmissione del virus, oltre che la pressione sul sistema sanitario, ma dal momento che non impediscono il contagio questi vaccini rappresentano una protezione individuale, non “altruistica”.

Sapere che il premier Super Competente ignora la principale questione tecnico-scientifica alla base della decisione di ieri sul Green Pass non è affatto tranquillizzante, per nulla. In che mani siamo?

Un’altra frase pronunciata ieri da Draghi ci ha fatto sobbalzare dalla sedia:

“L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire: non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, contagi, lui o lei muore”.

Un puro distillato di terrorismo e, anche in questo caso, una completa falsità. Non solo chi non si vaccina, ma anche chi si vaccina può (è una eventualità) contagiare e “far morire”. Al che qualcuno gli ha fatto notare: quindi gli stati come Germania e Regno Unito che sconsigliano di vaccinare i minorenni li invitano a morire e far morire?

Non deve sfuggire inoltre in quelle parole un gratuito attacco politico del premier al leader di una forza di governo, che non aveva invitato a non vaccinarsi ma osservato che sotto i 40 anni il vaccino è “meno urgente”, perché la mortalità da Covid praticamente si azzera.

Insomma, non lo ammetteranno mai adulatori e cheerleader del Governo Draghi, ma dalla conferenza stampa di ieri un’altra bella fetta di credibilità e autorevolezza del premier ha preso il volo.

Siamo forse troppo assuefatti e distratti per guardare con lucidità e la giusta preoccupazione a quanto sta accadendo al nostro stato di diritto: la logica emergenziale permanente e l’approccio “rischio zero” alla pandemia, con il conseguente ricorso sistematico a importanti e durature restrizioni delle libertà individuali, stanno già mutando in profondità le nostre democrazie. Una torsione illiberale, autoritaria, da cui sarà difficile raddrizzarle, perché nel frattempo si gonfia il sentimento di sfiducia dei cittadini nella capacità dei sistemi democratici di assicurare benessere, libertà e sicurezza.

Gli utili covidioti del sistema diverranno i nostri aguzzini.

 

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Di Claudio Martinotti Doria

 

Se qualcuno dopo 18 mesi dall’inizio della pandemia (dichiarata dall’OMS) non avesse ancora capito che:

- si è trattato di un pretesto per ridurre i diritti civili e le libertà della popolazione depauperandola, per controllarla, terrorizzarla e indurla a farsi somministrare una terapia genica sperimentale definita impropriamente “vaccino”, di cui nessuno conosce le ripercussioni sulla salute;

- i morti effettivamente causati dal COVID-19 sono stati una minima parte di quelli dichiarati ufficialmente (poco superiori a quelli di una comune influenza stagionale);

- i morti e i danni arrecati dai vaccini genici (OGM) sono stati ben superiori a quelli effettivi causati dal COVID-19, soprattutto tra i giovani e le persone sane (e siamo solo all’inizio, la maggioranza dei quali non viene neppure rilevata);

- il COVID-19 si poteva e si potrebbe curare al proprio domicilio fin dai primi sintomi, guarendo completamente, evitando pertanto l’ospedalizzazione tardiva e la vaccinazione, che è scientificamente risaputo andrebbe evitata durante una pandemia;

- i morti per COVID-19 sono stati causati da errori terapeutici ospedalieri e soprattutto dal protocollo adottato dalle istituzioni politiche sanitarie che prevedevano la tachipirina e la vigile attesa, cioè per responsabilità delle autorità sanitarie che andrebbero processate per procurata strage;

- i cosiddetti vaccini sperimentali non sono stati approvati ma solo autorizzati, per motivi fasulli di emergenza sanitaria, facendo credere che il COVID-19 non fosse curabile, ecco perché hanno impedito che si curasse perseguitando i medici che lo facevano, provvedendo in vari modi a far sparire dal mercato i medicinali che si sono rivelati efficaci o impedendone l’uso;

- la vaccinazione non fornisce alcuna garanzia d’immunità, anzi semmai il contrario;

- i tamponi non erano certificati e tanto meno attendibili, la stragrande maggioranza degli esiti erano fasulli, si è trattato perlopiù di un business colossale;

- le mascherine non servono a nulla (soprattutto all’aperto), semmai aggravano il problema;

- il lockdown e il coprifuoco non sono stati imposti per motivi sanitari ma politico economici e d’ingegneria sociale, un esperimento di massa per testarne l’asservimento, il controllo e l’autolesionismo collettivo;

- il sistema politico istituzionale italiano si è rivelato corrotto e asservito agli interessi economici dell’élite dominante (banche e multinazionali);

- ecc.;

se qualcuno non ha capito quanto sopra elencato non è solo sprovveduto e disinformato ma decerebrato, e temo che si unirà ai tanti che pensano che la colpa della situazione sia attribuibile a coloro che si ostinano a non vaccinarsi e che pertanto vanno stanati e obbligati a farlo, divenendo in tal modo un utile idiota che sosterrà questa dittatura sanitaria di stampo nazista e razzista, esattamente come coloro che durante gli anni ’30 e ’40 hanno perseguitato gli ebrei consegnandoli ai loro aguzzini. Si tratta, senz’ombra di dubbio, di crimini contro l’umanità e da costoro si ha il dovere morale e civile di difendersi con tutti i mezzi a disposizione.

Sarà una lotta senza quartiere per la nostra sopravvivenza.

La speranza è sempre l’ultima a morire.

 

La speranza è sempre l’ultima a morire.

Di Claudio Martinotti Doria

Sport all'aperto: mascherina si o no? Il Dpcm non ...

Un popolo che non conosce e difende la propria Costituzione e rinuncia ai propri diritti e alla propria libertà non è un popolo ma un gregge di pecore belanti e inconsapevoli che prima o poi saranno portate al macello. Molti dicono che l’Italia sia ormai divisa in due grandi gruppi sociali, personalmente ritengo che le divisioni siano almeno tre:

-         quelli totalmente disinformati e manipolati che attingono ai media mainstream e non hanno altri punti di riferimento (homo videns demens, la maggioranza);

-         quelli che s’informano da diversi canali e fonti, sapendo ancora leggere e scrivere, analizzare e criticare, e diffidano della narrativa dominante considerandola ingannevole e fuorviante;

-         quelli che sono abituati al parassitismo e all’opportunismo, che procedono con la loro proverbiale ambiguità facendo scelte di volta in volta differenti secondo quello che presumono convenga loro, totalmente inaffidabili e meschini, pronti a rinnegare o inneggiare secondo come tira il vento.

Tali divisioni non sono nette, in quanto i primi e i terzi possono coincidere o quantomeno convergere temporaneamente, e sicuramente insieme costituiscono la stragrande maggioranza degli italiani.

Se avete dei dubbi che la situazione sia come ho descritto basta guardarvi in giro mentre uscite di casa. Vedrete quanti portano ancora all’aperto la “museruola”, perché dicono che si sentono più sicuri. Sicuri da ché? Non sanno neppure di cosa stanno parlando, portano la museruola in quanto simbolicamente proprio di museruola si tratta per loro, hanno bisogno di padroni che dicano loro cosa fare, perché non sanno cosa sia la libertà e cosa farne, così come non  sanno cosa sia un virus e che nessuna mascherina al mondo è in grado di fermarlo. Anzi, portando sempre la mascherina aumenteranno le possibilità di ammalarsi.

Il terzo gruppo sociale che ho sopra descritto, la mascherina la metteranno solo quando incontreranno uomini in divisa, proprio come rallentano in auto quando incontrano una pattuglia di polizia o di carabinieri.

L’unica speranza per questo paese è costituita dal secondo gruppo, minoritario ma ancora determinante, in grado di cambiare la situazione se solo evitasse di cadere nella millenaria trappola del “divide et impera”, che fa il gioco dell’élite dominante e degli stolti e utili idioti al loro servizio, consapevoli o meno che siano.

A questo punto dobbiamo solo domandarci cosa ci riserverà l’élite nei prossimi mesi. Un nuovo virus prodotto nei loro numerosi laboratori di armi biologiche? Magari un virus che farà cascare i denti? Così sarebbe il turno dei dentisti di sostituire i virologi come star nei mass media. Una simile scelta renderebbe difficoltoso il nutrimento e si avvantaggerebbero le industrie alimentari di omogeneizzati. In ogni caso qualcuno trarrebbe vantaggio dalla situazione, come sempre.

Ecco perché la speranza è sempre l’ultima a morire.