Deve esserci stato un "Salto interdimensionale" nelle ultime 48 ore.
Offesa la dignità umana? Più del virus a me spaventa la stupidità e
l’ignoranza umana, che il virus semmai accentua nelle sue innumerevoli
manifestazioni di Claudio Martinotti Doria
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Deve esserci stato un salto interdimensionale nelle ultime 48 ore ...
di
Claudio Martinotti Doria
Nelle
ultime 48 ore, durante il fine settimana, deve essere avvenuto un salto
interdimensionale, una sorta di passaggio tra universi paralleli, dove
in entrambi regna la stupidità, ma con connotazioni lievemente
differenziate. Infatti, sabato scorso facendo la spesa in un noto
supermercato cittadino, la consueta e numerosa clientela faceva ressa e
componeva capannelli di persone che parlottavano allegramente a distanze
di poche decine di cm tra loro, sgomitando per accedere ai prodotti
negli scaffali, accostandosi poi in file serrata alle casse (a usare il
lettore scanner in città sono solo un’esigua minoranza …).
Improvvisamente
la situazione è mutata, oggi, lunedì 9 marzo, scendendo in città per
fare alcune spese, ho avuto la netta sensazione di essermi perso in una
dimensione parallela e alterata, non riconoscendo quasi i luoghi e le
persone, come se qualche magia o sortilegio li avesse trasformati o
trasferiti in qualche ambientazione surreale, patetica e demenziale.
A
iniziare dalla tabaccheria, dove ogni cliente che entrava si
posizionava immediatamente in un angolo del locale come a voler
mantenere la massima distanza uno dall’altro. All’esterno della
tabaccheria tre persone parlavano tra loro stando fianco a fianco a
distanza di almeno due metri e dovevano alzare la voce per farsi
sentire, a causa del traffico veicolare stradale.
In
uno dei discount in cui mi sono recato c’era una specie di donnetta
esile e abbigliata come gli astronauti della NASA prima delle
esercitazioni, che con vocina stridula, surrogato di qualche
autorevolezza emulativa, stando presso le casse si accertava che le
persone mantenessero le distanze di sicurezza prescritte nel recente
decreto legge per contrastare il coronavirus. Non avendo il benché
minimo senso della percezione della distanza e dovendo giustificare la
sua inutile presenza e ancor meno giustificata assunzione professionale,
interveniva a ogni piè sospinto per tenere le persone a distanza anche
quando lo erano già, impedendo in tal modo che si potesse posare la
spesa sui banchi presso la cassa, finché il precedente cliente non si
fosse allontanato, provocando in tal modo disagi, fastidi, disappunti e
parecchia irritazione, reazioni che non centrano nulla col coronavirus
ma solo con la stupidità umana e aziendale. Sarebbe bastato istruire i
commessi a badare ai clienti, semmai mettendo loro a disposizione un
servizio di sicurezza privato a intervento rapido nel caso qualcuno
dovesse dare in escandescenza o creare problemi. Con queste scelte
inopportune la direzione ha solo provocato disagi alla clientela e
maggiorazioni di costi che poi si ripercuoteranno sui clienti.
Nel
secondo discount nel quale mi sono recato le cose stavano addirittura
peggio, veniva impedito l’accesso al negozio fin dall’ingresso, c’era un
individuo pagato solo per fare quello (che inciderà ovviamente sui
prezzi finali che pagheranno i clienti …) il quale man mano che uscivano
alcuni clienti dal discount ne faceva entrare in eguale numero. Quando
gli ho fatto notare che il decreto legge prevede il mantenimento della
distanza minima e non la limitazione di accesso ai negozi, mi ha
risposto che siccome gli italiani non rispettano le norme occorre
prevenire impedendo l’accesso oltre un certo numero. Il risultato di
questa genialata, frutto di chissà quale brainstorming dirigenziale, è
stato che decine di persone hanno dovuto attendere parecchi minuti per
entrare a far spesa, molti si sono stancati e se ne sono andati (vendite
perdute), e quando finalmente si è potuto entrare c’era mediamente una
persona per corridoio, per cui anziché un metro di distanza ve n’erano
almeno dieci …
A
me tutta questa esperienza ha dato un senso di disorientamento
intellettuale, l’ho vissuta come una sorta di offesa all’intelligenza e
alla dignità umana, l’ennesima estremizzazione socioculturale (o meglio
“subculturale”)italica, cioè la tendenza del nostro paese a passare da
un estremo all’altro: fino a sabato dei rischi del virus a livello
sociale sembrava se ne fregassero tutti, lunedì si è passati
repentinamente ad uno stato di assedio (tramite il combinato disposto di
stupidità e demenzialità applicata con criteri pseudoscientifici e
servili), con l’aggiunta dell’immancabile servilismo e accondiscendenza
italica, per cui se si fornisce un incarico di potere a qualche
individuo, emerge subito l’impronta comportamentale ben descritta da
Totò nell’aneddotica “siamo uomini o caporali?”, per cui un individuo
diventa “pastore” e le pecore iniziano a belare stando nel gregge
compiaciute che qualcuno si occupi di loro.
Più
del virus a me spaventa la stupidità e l’ignoranza umana, che il virus
semmai accentua nelle sue innumerevoli manifestazioni.
Anno II d.C.
(dopo Coronavirus. Le prime infezioni di COVID-19 risalgono alla seconda metà di novembre 2019)
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