Come
sapete ai massimi vertici europei delle istituzioni di potere hanno posto due
donne, una francese e una teutonica. La prima è Christine Madeleine Odette
Lagarde posta a sostituire Mario Draghi alla BCE, la Banca Centrale Europea. La
seconda è Ursula Gertrud von der Leyen, nominata presidente della Commissione
Europea.
La
prima è stata condannata in via definitiva per corruzione e quindi ha tutti i
titoli per occupare una posizione di potere, a differenza di altri che finora
non sono stati ancora scoperti e condannati per i loro comportamenti illeciti.
La seconda, stando a quanto riferiscono gli stessi giornali tedeschi, è stata
il peggior ministro che la Germania abbia avuto dal dopo guerra a oggi. In
pratica la considerano un flagello, un’inetta, ma che sa come salvare le
apparenze e anche pararsi il didietro garantendosi una prodigiosa carriera pur
essendo un’incompetente. L’Italia dovrà attendersi dalla prima un atteggiamento
abbastanza disponibile, per il timore che il nostro Paese possa uscire
dall’Eurozona causando una gravissima crisi disastrosa per tutta l’Europa e non
solo. Dalla seconda invece dovrà attendersi il peggio, senza limiti, perché
applicherà il massimo rigore del perseguire l’austerità continuando ad
assillare il nostro paese applicando le disposizioni vessatorie dell’UE per
spogliarlo gradualmente e inesorabilmente della sua già ridotta sovranità,
autonomia, e ricchezza ancora posseduta, a favore in particolare del suo paese,
la Germania, l’unica vera beneficiaria dell’Eurozona e dell’UE che domina
incontrastata da decenni. I punti di forza su cui l’Italia e il suo attuale
governo, che si avvale come mai in passato del sostegno della maggioranza degli
elettori, potranno contare e che dovranno saper sfruttare, sono i seguenti:
- -
La
posizione strategica geografica nel Mediterraneo, tanto preziosa quanto finora
sottovalutata da chi ci ha governati finora;
-
- I
buoni rapporti politici con entrambe le superpotenze, USA e Russia, per cui
l’Italia potrebbe giocare un ruolo di mediazione, traendone il massimo
profitto;
- -
Il
peso della sua economia, che nonostante i colpi ricevuti dalle potenze
straniere e dalla finanza internazionale negli ultimi 25 anni con la complicità
dei governi precedenti, rimane la terza del continente, forse addirittura la
seconda, considerando che la Francia è messa male e peggiora sempre più;
- -
Il
notevolissimo patrimonio degli italiani, frutto dei risparmi delle generazioni
precedenti, stimato in oltre il triplo del debito pubblico italiano;
- -
La
scarsa propensione a indebitarsi delle famiglie italiane, che nonostante siano
state sollecitate in tutti i modi a indebitarsi, dispongono di uno dei più
bassi tassi di indebitamento nel mondo occidentale;
- -
Il
peso dei suoi sessanta milioni di abitanti che lo rendono un paese dal quale
non si può prescindere e non si deve forzare più di tanto se non tramite bluff,
dipendendo solo dai nostri politici sapersi far rispettare.
Se il
nostro governo divenisse pienamente consapevole di questi punti di forza, in
pochi anni potrebbe recuperare il terreno perduto in termini di peso sia in
politica estera sia nei rapporti interni all’UE, distaccandosi sempre più da
quell’atteggiamento vassallo da colonia passiva degli interessi stranieri,
americani o tedeschi o francesi che siano, recuperando la posizione di tutto
rispetto che le spetta di diritto. L’ambiguità che è spesso attribuita alla
politica italiana potrebbe divenire finalmente anch’essa un punto di forza,
purché siano chiari gli obiettivi sui quali puntare e si prosegua con
perseveranza e coerenza nel conseguirli.
Claudio
Martinotti Doria
Ursula Gertrud von der Leyen
Finalmente una pregiudicata alla Bce. Torniamo umani
Stupefacenti le critiche sulla Lagarde alla testa della BCE: “Non è una economista”...
Dopo quel che hanno fatto gli economisti alla Grecia (Barnier e Cottarelli
che hanno sbagliato moltiplicatori fiscali provocando il crollo del 26% del
Pil) e quello che ha fatto a noi il preside della Bocconi Mario Monti imponendo
austerità non necessarie e devastandoci mentre faceva aumentare il debito
pubblico, che riteneva sarebbe stao ridotto dalle sue misure crudeli; dopo
l’esperienza del tecnico Padoan che a Bruxelles implora Schauble: “Cosa posso
fare per ridurre la tua ostilità?”, ancora qualcuno non ha capito che gente
sono “i competenti”, i tecnocrati? Gli economisti del Principe?
Il fatto che la Lagarde sia una politica, persino con la fedina penale
sporca (ha una condannata definitiva in Francia (2016)) per corruzione per 400
milioni di Euro dovrebbe confortare come un buon auspicio. Una che si sporca le
mani è meglio dell’asettica disumanità di Mario Monti, Cottarelli &
Barnier.
Del resto basta vedere il dispetto con cui il media tedeschi, ispirati dai
loro economisti austeritari, commentano la nomina.
Dispetto dei tedeschi
Su Handelsblatt, Sigmar Gabriel (il boss socialista!) freme: la Merkel
ha svenduto Jens Weidmann e ha resto un “disservizio all’Europa”.
“Addio all’indipendenza della BCE dai politici”, freme di sdegno un altro, ricordando
che non solo la Lagarde è stata ministro delle finanze in Francia, ma che il
suo numero De Guindos, è stato ministro delle finanze in Spagna.
“La BCE sotto la Lagarde: la festa potrà durare ancora
un po’ ma i pesanti sintomi della sbornia stanno arrivando”, profetizza lugubre
Deutsche Wirschafts Nachrichten. La “sbornia” è quella che ha procurato Mario
Draghi facendo il quantitative easing, che i media tedeschi sostengono che
saranno i tedeschi a pagare. Non volendo ancora riconoscere che Draghi ha
salvato l’euro (non l’Italia), che ha fallito nel suo compito assoluto di far
salire l’inflazione al 2 per cento, e che occorre allentare. Il che fa pensare
che la Lagarde sarà contestata da Weidmann e ai banchieri centrali satelliti
dei tedeschi come, appunto, “Non esperta”, non economista, insomma un intruso.
E’ possibile anche che provino a delegittimarla. I tedeschi possono inoltre
paralizzare ulteriori quantitative easing firmati Lagarde,
semplicemente facendo mancare i Bund, i titoli che la BCE deve comprar per
“stampare”.
Christine Madeleine Odette
Lagarde
Perché è certo che la Lagarde, ancor più di Mario Draghi, farà “whatever it
takes” per salvare l’euro. Adam Tooze, ottimisticamente, le attribuisce il
merito di aver “guidato, al Fondo Monetario, un notevole cambio di orientamento
ideologico, allontanatolo dall’ortodossia austeritaria”. Cosa che i greci
possono non aver notato. Ma in ogni caso la Lagarde farà ”tutto quel che
serve”, ed anche di più, perché è francese e il rapporto debito Pil francese
ormai al 100%, e perché lei è euroinomane e serve “salvare l’euro” – Il che
significa una cosa: che farà di tutto per mantenere l’Italia nell’euro, perché
tutti, al Bilderberg e a Wall Street, sanno che “… un’uscita italiana dall’euro
sarebbe un evento molto, molto doloroso per il sistema bancario europeo e quindi
mondiale, potrebbe richiedere la più grande ricapitalizzazione bancaria di
sempre – più grande degli Stati Uniti nel 2008″, come ha
scandito
Steve Sedgwick CEO di Principal Global Investors, al Forum Ambrosetti in Italia
venerdì.
Quindi Lagarde ci darà più respiro che potrà – se i tedeschi
lo permetteranno – per non provocare l’Italexit. I “sovranisti” italiani sono
stati acquietati, sono collaborativi, hanno fato le correzioni richieste dalla
UE- insomma si sono rivelati tigri di carta – e la cosa rallegra Bloomberg: la
Lagarde “ha anche ricevuto un delizioso regalo di benvenuto dalla coalizione di
governo italiana di populisti di sinistra e di destra, che hanno annunciato che
intendono fissare un bilancio entro i limiti concordati con la Commissione
europea. Nonostante i precedenti vociferazioni in contrario, sembra che
non metteranno in discussione uno scontro con l’UE sul fatto che vogliono
essere autorizzati a lanciare un grande stimolo fiscale”.
A noi lascerà il guinzaglio lungo – verso l’agonia
Lagarde “ha anche ricevuto un delizioso regalo di benvenuto dalla coalizione
di governo italiana di populisti di sinistra e di destra, che hanno annunciato
che intendono fissare un bilancio entro i limiti concordati con la
Commissione”.
Insomma questo governo del cambiamento s’è rivelato una tigre di carta, e la
Lagarde lasciarci il guinzaglio lungo, sotto forma di spread diminuito sotto i
200, che ci siamo meritati ritornando nell’ordine.
Per noi significa: prolungare l’agonia. Ma del resto, il popolo italiano
non vuole l’uscita dall’euro – ed avrà quel che vuole: la lenta agonia, e poi
la catastrofe dell’euro-implosione, inevitabile.
La Lagarde potrà occuparsi, dice Bloomberg, di
contrastare “la deflazione”: ecco la parola vietata, che nessuno osava pronunciare:
la BCE ha ridotto l’Europa in deflazione. Draghi doveva, per statuto, portare
l’inflazione “vicina a 2%”, e ha fallito – come è giusto, in quanto “economista
competente”, disumano.
Si chiama deflazione, ed è invincibile
Perché come si può contrastare la deflazione quando, scrive Ashoka Mody, “la
piaga dei lavori temporanei e poco retribuiti attraversa l’intera zona
euro-meridionale? Quando i dati dell’EFKA (Istat greco) mostrano che un greco
su 3 è occupato in lavori part-time in cui guadagnano in media meno di 400 euro
al mese?”
“Quando Nuno Mendes, un impiegato pubblico portoghese di 40 anni, vive con
contratti di sei mesi in sei mesi? Guadagna 1.200 euro al mese. Le banche non
gli darano mai un mutuo. “Tutto nella mia vita è in attesa – avviare una
famiglia, fare progetti a lungo termine”,
dice
Financial Post.
“Come volete che si esca dalla deflazione quando in
Italia, il numero di italiani che non trovano lavoro a tempo pieno è più che
raddoppiato, passando da 756.000 nel 2007 a 1,8 milioni nel primo semestre
dello scorso anno?”
Questa piaga del Meridione d’Europa che ha salari sempre più bassi, al
limite della sopravvivenza, anzi ormai sotto i limite, tanto da provocare la
denatalità e la disgregazione della società, è il prodotto delle austerità non
necessarie a cui ci ha obbligato la gestione Draghi-Weidamnn della BCE, con
tutto il codazzo di esperti e competenti.
Ora la Lagarde aumenterà l’inflazione? Intanto, quando la deflazione è
instaurata, è quasi impossibile vincerla – e noi al Sud già ci siamo. Poi, la
signora francese avrà da vedersela con la signora tedesca messa a capo della
Commissione: che, dura, ha intimato ancora una vota all’Italia di fare i
compiti a casa – austerità! Fino alla morte (anche dell’ultimo tedesco).
Sarà una bella battaglia, per noi tornati al guinzaglio, a cui
assistere. Speriamo che accelererà l’esplosione dell’euro-zona. Speriamo
presto, perché più tempo passa al guinzaglio dell’euro, più perdiamo attività
industriali, agricole, economia produttiva e competenze per la ripresa quando
dovremo uscire dalla gabbia.
Esplosione comunque inevitabile, secondo Andrea Mazzalai:
quando tutto il mondo è entrato nei tassi d’interesse negativi – ossia quando
per prestare, ci si perde – vuol dire che è cominciata la fase finale della
“deflazione da debiti”, quella per cui per quante centinaia di miliardi le
Banche centrali iniettino, l’economia non cessa di decrescere – “se i tassi
negativi sono così utili, perchè Giappone e Europa sono in condizioni
miserabili?” dice Mazzalai:
Questa terza bolla è la più grande di tutte, ma non la vedono. La BCE
sta esaurendo le obbligazioni sovrane da comprare, secondo le regole
attuali. Lagarde dovrà inoltre affrontare un test importante riguardante i
deficit di bilancio e il debito in Italia e il deficit nel suo paese, la
Francia.
Quante regole romperà Lagarde?
Fonte: Il sito di
Maurizio
Blondet
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