Stiamo per vivere una sanguinosa tragedia o una fantastica commedia degli errori?
“Se prima passano i soldi, allora tutte le strade si aprono”.
Wlliam Shakespeare (da “Antonio e Cleopatra”).
di Sergio Di Cori Modigliani
Vanno in scena le donne. Il palcoscenico è shakespeariano.
In un mio pecedente post di pochi giorni fa, avevo espresso la mia opinione riguardo la situazione geo-politica internazionale, attraverso la mia interpretazione personale del quadro politico globale, che viaggia su coordinate antropologiche che escludono -per principio- il ghetto del miope politichese italiano, così caro a tutti i nostri protagonisti. Allucinando e prevedendo la genesi del Nuovo Ordine Mondiale, avevo sottolineato l’aspetto, a mio avviso originale, inedito e davvero rivoluzionario del nuovo assetto: l’imminente passaggio della gestione del potere planetario nelle mani delle femmine, da cui la auspicata vittoria delle nostre Appendino e Raggi, proprio perché in linea con questo nuovo trend globale.
La Brexit (e alcune importanti novità sudamericane) hanno accelerato questo processo, avvalorando la mia intuizione. E’, infatti, nel cuore dell’Inghilterra, la novità profonda del quadro. Con lo zampino reale della più famosa -in ambito politico- tra tutte le femmine del mondo: Sua Maestà Elisabetta II. Qualche giorno fa, la regina inglese ha invitato a Buckingham Palace a prendere il thè Nicoletta Sturgeon, l’indomita leader del partito nazionalista scozzese. Tema dell’incontro: ufficialmente nessuno. Una chiacchierata mangiucchiando dei biscotti. La realtà ci suggerisce che la regina (65 anni alle spalle di esperienza politica europea ai massimi livelli) avendo capito come si stanno mettendo le cose, volesse guardare negli occhi la Sturgeon per testarla e cercare di comprendere che tipo di donna fosse davvero e, di conseguenza, capire che cosa è necessario fare per salvaguardare gli interessi inglesi nell’attuale corso degli eventi. Mentre le due signore conversavano a palazzo reale, a Westminster, distante qualche centinaio di metri, si consumava l’inizio di una tragedia politica shakespeariana nella più squisita tradizione British: complotti, tradimenti, pugnalate alle spalle, i consueti ingredienti che hanno reso immortale il Grande Bardo di Stratford on Avon. In palio la poltrona di premier, un oggetto che provoca appetiti bulimici in chicchesia. Comunque e dovunque.
Finito il colloquio delle signore, mentre Boris Johnson e Nigel Farage già si fregavano le mani facendo i conti nel loro immaginario pallottoliere di lusso, la regina dava ordine a Sinclair (un suo personale consulente e segretario privato da 32 anni) di andare a comunicare il suo punto di vista ai maschietti con il pugnale in mano. Un’unica frase (ma davvero la dice tutta) è trapelata, ed è finita pubblicata in diversi siti. La regina avrebbe detto, anzi ordinato: la Sturgeon è una persona molto solida ed equilibrata. E’ una donna che può essere gestita solo e soltanto da un’altra donna, altrettanto forte e dotata di una sua inossidabile armonia interiore. Spero di essere stata chiara.
E così, bianco come un cencio, balbettando un confuso discorso, per lo più farcito di irrilevanti sciocchezze retoriche, Boris Johnson è comparso in conferenza stampa per annunciare che non guiderà il partito, che non farà il leader di nulla visto che “dopo essermi consultato con i miei colleghi ho stabilito che non c’erano le condizioni”. Si tratta di una decisione politica, a dir poco, geniale. La regina ha capito come sarà il mondo il 1 Luglio del 2017. L’occidente e l’Asia saranno in mano alle donne. Peng Liyuan, in Cina, nel caso dovesse andarle male e non riesce a diventare pemier, sarà comunque il comandante in capo del più potente esercito del mondo dopo quello statunitense: grande potenza nucleare e un esercito di 50 milioni di soldati equipaggiati e armati ai più alti livelli di sofisticazione tecnologica. In Birmania, Laos, Vietnam e in Corea del sud (la lotta è serratissima) al potere ci sarà una donna. In Sud America ci sarà stato il ritorno trionfale a furor di popolo della Rousseff (a meno che non la uccidano) che sta preparando già un piano strategico economico insieme a Michelle Bachelet, premier cileno da lanciare nel 2017 insieme alla loro collega uruguayana, discepola della grandiosa pedagoga italiana e leader del movimentio anarchico italiano Luce Fabbri (1908-2000) che ha trascorso gli ultimi 60 anni della sua vita in esilio a Montevideo dando il suo contributo a formare una forte classe politica dirigente di alto profilo. In Usa, è probabile, ci saranno Hillary Clinton alla Casa Bianca e Janet Yellen al comando della Federal Reserve, in Germania ci sarà ancora Anghela e la Francia sarà governata da una donna, la vincente del ballottaggio elettorale tra Marie Le Pen (destra) e Segoulene Royal (sinistra), chiunque vinca sarà comunque femmina. Diversi antropologi, sociologi, psicologi, filosofi, sono concordi nell’applaudire questo trend emergente come unica potenziale e possibile soluzione per evitare l’imminente catastrofe possibile di una guerra mondiale totale: l’unica soluzione che i maschi hanno sempre inventato negli ultimi 10.000 anni di Storia della nostra specie sul pianeta. L’occidente, quindi, sarà tutto al femminile. Sarà divertente vedere come se la caverà Putin, super macho, sessista, omofobo, maschilista, accerchiato da donne che (tutte insieme) saranno cento volte più potenti di lui.
“E’ necessario cambiare paradigma” ha detto Elisabetta II.
Miele per le orecchie di ogni pensante planetario.
Alcuni analfabeti frettolosi, al corrente di questa situazione, già si sono lanciati nel sostenere arriva la nuova Margareth Thatcher. Nient’affatto. La personalità inglese prescelta si chiama Theresa May, 59 anni, sposata con 4 figli adulti, bilancia con ascendente bilancia. E’ una colonna del partito conservatore britannico, sostenitrice del remain, è competente professionista nella più importante professione del mondo (in questo momento) che da noi, in Italia, neppure esiste (non è un caso che siamo ridotti così): la pedagogia sociale. E’ la coccola della regina. Quando Cameron si apprestava a giurare come premier, poche ore prima venne convocato da Sua Maestà. Con garbo, la regina gli comunicò che era libero di fare ciò che voleva, a condizione che si prendesse la May come Ministro degli Interni per fronteggiare il disagio sociale interno ed evitare che in Gran Bretagna scoppiasse la guerra civile. “Theresa sa come si fa”. E per un’etnia che ha inventato il pragmatismo come modalità di gestione della politica e dell’amministrazione, questo è un giudizio perentorio e definitivo. A casa dei laburisti è scoppiata la rivolta. Jeremy Corbin è stato sfiduciato perché troppo vecchio (non nel senso anagrafico) e incapace di comprendere la realtà oggettiva del mondo di oggi. I bookmakers puntano su Angela Eagle, punto di riferimento del movimento sindacale britannico in grado di sapersi e potersi opporre alle prossime politiche a Theresa May.
Tutte queste donne hanno, secondo me, un aspetto che le accomuna. Mi pare che nessuna di queste fa, nè vorrà fare il maschio.
Si tratta della più forte rivoluzione socio-psicologica mai registrata nel mondo occidentale dall’inizio della civiltà.
Non se ne parla, in giro.
Forse, perché lo è davvero. Shakespeare docet.
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