“Gli affari delle maggiori case farmaceutiche includono azioni da crimine organizzato”
“Gli affari delle maggiori case farmaceutiche
includono azioni da crimine organizzato” – grande intervista al Prof.
Peter Gøtzsche, direttore del Nordic Cochrane Center e autore di
“Farmaci che uccidono e crimine organizzato. Come Big Pharma ha corrotto
il sistema sanitario“.
Intervista col Prof. Peter Gøtzsche, direttore del Nordic Cochrane
Center e autore di “Farmaci che uccidono e crimine organizzato. Come
Big Pharma ha corrotto il sistema sanitario“. Traduzione italiana
pubblicata nell’aprile del 2015 da Giovanni Fioriti Editore di Roma.
Perché paragona l’industria farmaceutica al “crimine organizzato”? Perché ho scoperto che il modo di fare affari delle 10 maggiori case farmaceutiche include azioni da crimine organizzato.
Che cosa intende esattamente?
Gli imbrogli sui test e i silenzi sui pericoli dei farmaci sono molto
comuni. E i soldi dell’industria farmaceutica arrivano dappertutto.
L’industria farmaceutica cerca di comprare chiunque abbia influenza nel
settore della sanità ed è riuscita a corrompere persone di ogni tipo,
anche ministri della sanità. La pubblicità dei farmaci è particolarmente
dannosa e le bugie sono spesso così sfacciate che le compagnie
sostengono esattamente l’opposto della verità sui loro prodotti.
Gli studi sui farmaci finanziati pubblicamente danno risultati
diversi da quelli degli studi finanziati dalle multinazionali. Perché?
Non è salutare che una compagnia che ha la possibilità di guadagnare
milioni di dollari interpretando tutto in chiave favorevole, sia di
solito l’unica ad avere a disposizione i dati degli studi. Nel nostro
sistema, le compagnie farmaceutiche sono giudici di sé stesse. E’ una
cosa molto strana. In altri ambiti non viene accettata. Se andassi in
tribunale e dicessi al giudice “Ecco le prove, le ho fatte tutte io”,
sarebbe ridicolo. Ma questo è il sistema che noi abbiamo accettato. La
stessa industria fa gli studi sui suoi farmaci. Spesso li manipola a un
livello orribile e dunque sappiamo di non poterci fidare di quello che
pubblica l’industria farmaceutica nelle nostre più prestigiose riviste
mediche. Lo sappiamo da molto tempo.
Esiste una stima di quante persone muoiano a causa degli effetti collaterali dei farmaci?
Studi fatti in tutto il mondo mostrano dati piuttosto consistenti tra
loro. Nei soli Stati Uniti si stima che muoiano circa 200.000 persone
all’anno a causa dei farmaci che prendono. Nella metà dei casi i farmaci
sono presi secondo le istruzioni del medico. Nell’altra metà dei casi
la morte è dovuta ad errore, per esempio una quantità eccessiva, oppure
il medico non era al corrente di interazioni pericolose con altre
sostanze.
Ma non possiamo prendercela troppo con i medici. Ogni farmaco porta
con sé 20 o più avvertimenti e controindicazioni. E’ assolutamente
impossibile essere a conoscenza di tutto.
Qual’è la percentuale di farmaci veramente utili sul mercato?
Potremmo eliminare il 95% delle nostre spese per i farmaci e avere
oltretutto una popolazione più sana. Se usassimo sempre il farmaco più
economico che ha gli stessi effetti di quello più caro, potremmo
spendere ben meno della metà. E molto spesso sarebbe meglio non
prescrivere un farmaco, perché tutte le medicine procurano qualche danno
e, messe assieme, producono un orribile costo in vite umane. Per
esempio si usano troppi antidolorifici. Dovremmo anche usare una
minuscola frazione dei farmaci psichiatrici che usiamo oggi, poiché sono
in generale dannosi quando usati per più di poche settimane.
La BAYER spende circa 10 miliardi di euro all’anno per farsi
pubblicità, considerando i campioni gratuiti, i corsi di aggiornamento
per medici, le spese dei rappresentanti, le donazioni ad associazioni
mediche. La Compagnia si rifiuta di fornire i dati in dettaglio. Pensa
che si dovrebbe costringere l’industria farmaceutica a pubblicare
dettagliatamente le sue spese di marketing?
Naturalmente sì, ma soprattutto si dovrebbe bandire completamente la
pubblicità sui farmaci, proprio come si è fatto per il tabacco. La
pubblicità sui farmaci causa gli stessi danni della pubblicità sul
tabacco. Se ci sono farmaci validi, si può star certi che i medici li
useranno. I farmaci buoni, non hanno bisogno di pubblicità per essere
accettati. Se il marketing venisse messo al bando non ci sarebbero più i
rappresentanti a corrompere i medici, e i direttori delle riviste
mediche non avrebbero paura di pubblicare articoli che vanno contro
l’interesse delle case farmaceutiche. Con questa riforma si potrebbero
liberare le riviste mediche dalle grinfie dell’industria farmaceutica.
Le pillole contraccettive Yaz/Yasmin, sono associate a un
rischio di embolia che è almeno doppio rispetto a quello dei vecchi
prodotti. Come mai queste pillole non sono state ancora bandite malgrado
la BAYER abbia pagato quasi due miliardi di dollari di indennizzi?
Quando uno dei miei colleghi danesi ha pubblicato dati convincenti
che mostravano che le nuove pillole contraccettive Yaz/Yasmin causano
più embolie delle vecchie pillole, è stato duramente attaccato da altri
colleghi nel ruolino paga della BAYER. La BAYER ha anche finanziato
degli studi per dimostrare che le nuove pillole non erano più pericolose
delle vecchie.
La BAYER è tra i i leader di mercato nei farmaci da banco e
integratori alimentari. Quali sono i principali problemi in questo
campo?
La maggior parte non serve a niente se non ad alleggerire le tasche di chi li compra.
Come giudica gli sforzi costanti per promuovere l’Aspirina come
prevenzione quotidiana contro i disturbi di cuore o certi tipi di
cancro, anche per la popolazione sana?
Pochissimi beneficieranno della profilassi mentre molti ne avranno un
danno. Non mi sembra una buona idea quella di trattare tutti per il
beneficio di pochi. Il trattamento eccessivo delle persone sane è uno
dei problemi maggiori nella sanità odierna ed è anche una delle maggiori
fonti di lucro per l’industria farmaceutica.
La nostra coalizione ha monitorato la BAYER per oltre 30 anni.
Dall’Eroina al Baycol, la compagnia si è resa responsabile di molti
scandali farmaceutici. Qual’è la sua esperienza con la BAYER?
Come le altre grandi compagnie farmaceutiche, la BAYER è impegnata
nel crimine organizzato, che include corrompere i medici e commettere
frodi come quella dei prezzi eccessivi praticati a Medicaid. Durante la
seconda guerra mondiale la BAYER faceva esperimenti sui prigionieri dei
campi di concentramento. Una lettera del tempo testimonia che il lager
di Auschwitz vendette 150 donne prigioniere alla BAYER per 170 Marchi
l’una. La BAYER scrisse poi al comandante del lager spiegando: “Gli
esperimenti sono stati completati e tutte le persone sono morte.
Torneremo presto a rivolgerci a voi per un altra consegna”. Alcuni
esperimenti condotti sui prigionieri dei campi di concentramento dalle
compagnie farmaceutiche tedesche, consistevano mell’iniettare loro il
tifo per via intravenosa e poi usare vari farmaci per vedere se
funzionavano.
Nel 2008, la BAYER e l’Ospedale Universitario di Colonia,
iniziarono una stretta collaborazione. Abbiamo cercato di ottenere una
copia dell’accordo, ma entrambe le parti si sono rifiutate di
mostrarcela. Lei è d’accordo sul fatto che queste cooperazioni segrete
porteranno a una ricerca medica dettata solamente dal profitto?
Sono molto contrario a questi accordi di collaborazione perché la
storia dimostra che ciò che avviene quasi sempre è che la compagnia
riceve sia i guadagni che il credito di tali “cooperazioni”, mentre il
contribuente è destinato a pagare il conto rimborsando farmaci
eccessivamente costosi.
E’ forse accettabile fare accordi con un’industria le cui
azioni sono spesso criminali e che, per puro profitto, causa la morte di
un così grande numero di pazienti?La ricerca clinica
dovrebbe essere fatta del tutto indipendentemente dall’industria
farmaceutica, non in collaborazione con essa. Nella sanità non
dovrebbero esistere gli accordi segreti. Dovreste portare l’Ospedale
Universitario di Colonia in tribunale o protestare presso il garante o i
vostri politici.
Cosa si dovrebbe fare per migliorare la ricerca farmaceutica?
L’industria farmaceutica non pubblica i dati dei suoi studi. Quindi
dovremmo chiedere che vengano fatti degli studi pubblici sui farmaci.
L’industria dovrebbe pagare questi studi, ma non aver niente a che fare
con i test sui farmaci. Anche i medici non dovrebbero essere pagati
dall’Industria farmaceutica.
Sfortunatamente molti medici accettano che il loro nome sia aggiunto
ad articoli scritti dalle compagnie farmaceutiche anche se è stato loro
negato l’accesso ai dati generati da loro stessi e dai loro pazienti,
senza i quali gli articoli non avrebbero potuto essere scritti. Questa è
corruzione di integrità accademica e tradimento della fiducia dei
pazienti nella ricerca. I medici e le associazioni dei pazienti
dovrebbero semplicemente dire di no al denaro proveniente da
un’industria così corrotta.
Nel suo libro lei dice che: “La sanità è così corrotta che
coloro che denunciano gli atti criminali delle compagnie farmaceutiche
diventano dei paria”. Ha avuto dei problemi dopo la pubblicazione del
libro?
No, al contrario,visto che in molti hanno elogiato il libro.
Naturalmente non sono in contatto diretto con l’industria farmaceutica,
ma ho visto plateali menzogne riguardo al mio libro, propagate dalle
associazioni dell’industria farmaceutica e dai loro alleati a pagamento
tra i medici.
Il Professor Peter Christian Gøtzsche, direttore del Nordic
Cochrane Centre, è specialista in medicina interna. Ha lavorato su test
clinici e sulle regolamentazioni nell’industria farmaceutica (1975 –
1983) e negli ospedali di Copenhagen (1984 – 1995). Nel 1993 è stato
co-fondatore di The Cochrane Collaboration. Nel 2010 è diventato
professore di Progettazione e analisi della ricerca medica,
all’Università di Copenhagen.
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