Gli errori e i miti da sfatare sul Monferrato
La seconda puntata di Patria Montisferrati in preparazione degli Stati Generali
di Claudio Martinotti Doria
Alcuni errori
sono sempre più rari fortunatamente, come quello di definire Aleramo il
primo marchese di Monferrato, mentre in realtà fu marchese dell’intera
Marca Aleramica, una delle tre Marche create a metà del X secolo dal Re
Berengario II in quella che all’epoca era la Lombardia (cioè il Nord
Ovest, il Piemonte ci volevano ancora alcuni secoli perché si
denominasse tale … le altre due erano l'Obertenga e l'Arduinica, ognuna
con un suo più o meno vasto accesso al mare), in chiave strategica
politico militare antisaracena. Alla morte del capostipite la dinastia
si scisse in due grandi tronconi famigliari dovuti ai due figli
superstiti di Aleramo: gli oddoniani (da Ottone) e gli anselmiani (da
Anselmo).
Gli oddoniani divennero marchesi di
Monferrato (è il nipote di Aleramo Guglielmo, nome assai utilizzato
dalla dinastia essendo quello del padre del capostipite, che divenne
pertanto il primo marchese di Monferrato, mentre storicamente dai
documenti esistenti il primo ad essere citato come marchese di
Monferrato è stato Ranieri nel 1111 d. C.) e marchesi di Occimiano
(questi ultimi avranno una durata limitata perdendo il loro feudo nella
prima metà del XIII secolo fagocitato da Bonifacio II di Monferrato).
Gli anselmiani invece saranno marchesi
di Sezzè (Sezzadio), del Vasto (ossia di Saluzzo, Busca, Clavesana,
Ceva, Savona e Carretto, Cortemilia), nonché di Incisa, di Bosco e di
Ponzone. Estendendosi in un territorio vastissimo tra il basso Piemonte e
la Liguria e con successivi trasferimenti in Sicilia di vere e proprie
colonie di monferrini e lombardi in seguito a intrecci matrimoniali di
altissimo lignaggio che portarono alcune discendenze aleramiche a
divenire Pari del Regno di Sicilia e Grandi di Spagna.
Altro mito intriso di tracce storiche
manipolate e difficilissimo da sfatare, per la convinzione che nei miti e
leggende ci sia sempre qualche traccia di verità, è la leggenda della
cavalcata aleramica e della prima moglie Alasia. Non vi è assolutamente
nulla di vero in entrambe, sono versioni molto tardive, risalenti
all'incirca al 1330 d. C. e perlopiù attribuibili al frate cronista
Jacopo Bellingeri da Acqui (con successive manipolazioni tra le quali
l'immancabile Carducci) incaricato di abbellire (leggasi “inventare”)
le origini del casato, in un epoca in cui lo facevano tutte le dinastie
che avevano avuto fortuna e successo e gestivano posizioni di potere e
prestigio a livello continentale e mediterraneo.
Di solito gli incaricati attingevano a
leggende precedenti o di altri territori nella speranza di apportare
qualcosa di nuovo e di suggestivo, affascinante e pregevole che facesse
presa nella cultura popolare e presso le corti. La prima moglie di
Aleramo storicamente non si sa chi sia stata, sappiamo che gli portò in
dote molte “corti” e possedimenti che lo favorirono nella scalata
sociale quando rimase vedovo, fino al secondo matrimonio con Gerberga
figlia del re Berengario II. La cavalcata di tre giorni per la
definizione dei confini del feudo concessogli dal re, con l’incidente
della perdita del ferro di cavallo e la sua riparazione con un mattone
da cui dovrebbe derivare il nome del marchesato (mattone = mun + ferro =
frà, da cui Munfrà), che è solo una delle innumerevoli versioni per
cercare di spiegare la denominazione ancor dubbia del nome dell'antico
marchesato, è una pura invenzione letteraria destituita di ogni
fondamento, sebbene abbia sortito una radicata presa a livello
collettivo, di cui molti non si vogliono liberare convinti che abbia un
suo fondamento nella realtà. Deve essere considerata alla stregua di una
fiaba, bella e simbolica finché si vuole, ma rimane una fiaba.
Poi ci sono i piccoli errori tecnici,
perpetuati a lungo anch’essi, anche da alcuni storici, finché il passar
del tempo ed il leggere ripetutamente la loro versione corretta rende
inevitabile correggerli per non fare brutta figura, anche se si vorrebbe
poter continuare come prima magari per motivi campanilistici … Mi
riferisco ad esempio al fatto di aver affermato per decenni che le
capitali del marchesato del Monferrato erano molteplici, ad esempio
Trino, Moncalvo, Pontestura, Chivasso, ecc.. E’ un errore che
storicamente non ha alcuna possibilità di essere giustificato, se non
nel parlare quotidiano, necessariamente superficiale ed approssimativo,
ma non in un contesto storico ed accademico. Nel medioevo è risaputo che
le corti erano itineranti, tutte, comprese quelle dei grandi regnanti,
imperatori, papi e sultani. Il concetto di capitale era ancora lungi da
venire. Per cui è più corretto definirle sedi marchionali, si trattava
di castelli e palazzi dove i signori erano soliti sostare, anche a
lungo, portandosi appresso la corte.
L’unica capitale del marchesato del
Monferrato, nel senso che la corte del marchese Giangiacomo si insediò
tra il 1434 ed il 1435 definitivamente senza mai più trasferirsi e tutti
gli atti riportano come tale il luogo di stesura, fu Casale, nel
castello Paleologo, che da allora subì diverse trasformazioni atte allo
scopo, anche per ospitare l’ampio seguito di funzionari, che si stima
fossero circa cinquecento, moltissimi per l’epoca, secondi solo al
ducato di Milano.
Altro piccolo errore che si continua a
commettere è a proposito di un grande personaggio casalese, conosciuto
ben oltre i nostri limitati confini per le sue gesta belliche, mi
riferisco al facinoroso Facino Cane, grande condottiero, capitano di
ventura (sventura per chi lo subiva), mercenario ricchissimo e di grande
fama già alla sua epoca. Si continua a citare in articoli e schede da
consultazione come sua moglie fosse Beatrice contessa di Tenda, mentre è
ormai accertato che fosse una sua parente alla lontana, appartenente
ad un ramo collaterale della famiglia Cane svolgente lo stesso mestiere
del marito, si tratterebbe quindi di Beatrice figlia di Ruggero Cane, il
che spiegherebbe una sua certa competenza professionale e capacità a
gestire l’amministrazione di famiglia, incrementando la sua appetibilità
matrimoniale da parte del duca Visconti di Milano alla morte del
condottiero nel 1412 (cui infatti la vedova andò in sposa).
Purtroppo uno degli aspetti che inducono
alla manipolazione della storia a proprio uso e consumo è il
campanilismo, cioè una sorta di nazionalismo in miniatura. Il desiderio
di apparire e far apparire il territorio dove si è nati e vissuti più
meritevole e grande di quello che in realtà sia mai stato. Un ricorso
alla storia per appagare le proprie aspettative e velleità di riscatto,
proiettandovi illusioni e desideri. Ma in questo caso non si dovrebbe
far riferimento alla Storia ma alle storie, perché di questo si tratta,
si tratta di raccontare storie, che potranno anche far presa, avere il
loro fascino, ma non si rende certo un servizio alla Storia e tanto meno
alla comunità ed al territorio che si intende valorizzare. Alla lunga
la verità verrà a galla e non si farà una bella figura con gli ospiti e
con coloro che hanno riposto fiducia in noi.
Prima di occuparsi di Storia si dovrebbe
essere consapevoli del proprio Ego per limitarne le mire di espansione
ed affermazione, perché ci si dovrebbe occupare di fatti e documenti,
per quanto apparentemente aridi, e non di falsità e fronzoli che possono
favorirci in maniera effimera ma essere deleteri per l’identità
territoriale.
La Storia, così come il territorio e le
sue genti che l'hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi
protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi
ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso
si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi
altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi
ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo,
coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul
territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte
con una visione d'insieme ed un'unica coesa identità storico-culturale
condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto
significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.
Sarà un percorso lungo e lento ma è
l'unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il
Monferrato Storico e proporlo con successo come un'unica entità
territoriale turistico culturale ed economica.
1 commento:
Ciao a tutti, mi chiamo Aisha Sadat, sono sposata da 20 anni con mio marito e abbiamo due figli, l'anziano uno di 16 anni e un giovane di 11 anni. Mio marito mi ha amato molto, ma arriva a un punto in cui è coinvolto in una relazione con una donna che è la sua collega. Non l'ho mai immaginato, ma in qualche modo il suo atteggiamento nei miei confronti e nei confronti dei bambini è cambiato, il suo ritardo nel lavoro mi ha fatto riflettere sull'argomento, anche nel mio 20 ° anniversario di matrimonio a marzo, mi tengo lontano dal sesso mentre promettiamo di farlo durante il matrimonio il giorno dell'anniversario, 15 giorni prima dell'anniversario di matrimonio, ha confessato che sì ha fatto sesso con il suo collega.
L'ha portata nel mio letto quando ero fuori per lavoro, significa che i miei sentimenti erano totalmente privi di valore per lui, Le mie condizioni mentali sono piene di agonia, penso di non poter dimenticare e recuperare il dolore, questa donna aveva il pieno controllo di lei e io non abbiamo mai voluto farlo con la violenza, lei vuole conquistarmi mentre è divorziata, ha detto di essere gelosa della nostra relazione e che mi rovinerà prendendo mio marito. Ho dovuto discuterne con un amico che mi ha chiesto di trovare un buon lanciatore di incantesimi, prima di tutto non ho mai creduto in questa ortografia del Cast, ma devo provarlo fino a quando ho incontrato l'email di PROPHET NOSA UGO su Internet su come ha aiutato così tante persone a riprendersi il loro ex e ad aiutare a sistemare la relazione e rendere felici le persone nella loro relazione e alcune altre storie riguardanti la malattia spirituale.
Gli ho spiegato la mia situazione e mi ha aiutato a compiere alcune preghiere, alcune erbe e radici e un piccolo sacrificio che ho fatto, e in 7 giorni è tornato per scusarmi ed è stato solo un miracolo per me, sono felice oggi che mi ha aiutato e posso dire con orgoglio che mio marito ora è di nuovo con me e ora è innamorato di me come mai prima d'ora.
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