di Claudio Martinotti Doria
Forse alcuni di Voi si sono persi questa perla di saggezza
propositiva successiva al Forum degli Stati Generali del Monferrato, che vi
allego sotto.
Non entro del merito del contenuto dell’intervento sottostante,
così come il fatto che siamo a pochi mesi dalle elezioni comunali e prossimi
ormai all’Expo 2015 di Milano, per il quale saremmo un tantinello in ritardo,
ma forse non se ne rendono conto perché sono abituati ad organizzare sagre di
paese ed iniziative mordi e fuggi che richiedono due o tre mesi di
preparazione, non hanno ancora capito che per organizzare seriamente eventi e
progetti significativi e complessi occorre pianificare gli interventi almeno un
paio di anni prima, e pensare di partecipare a questa candidatura, con così pochi mesi di anticipo, e con una
molteplicità di concorrenti che rispetto a noi hanno un’infinità di capacità,
risorse e valore aggiunto che ci rendono perdenti in partenza nella
competizione, è solo un esercizio di collage e
di sofismo politico per avere spazi mediatici e gloria effimera, per
conquistare crediti e meriti fittizi.
Mi limito pertanto ad analizzare alcuni riscontri che
saltano all’occhio anche del lettore disattento.
Sono citati con precisione, nonostante la brevità del testo
complessivo, luoghi circostanze e meriti con nominativi e cosa hanno detto
esattamente, anche se sono banalità. Questa è una rarità, non capita mai in
questa piccola società di provincia dove di solito si scopiazzano idee e lavori
altrui senza mai riconoscere la paternità ed i meriti. Averlo fatto quindi deve
avere uno scopo strumentale, forse perché le persone citate appartengono allo
stesso schieramento politico e/o perché si intende valorizzarli e fornire loro
incarichi professionali o istituzionali.
Si insiste molto sul concetto metafora del “genius loci”,
anche questo semplicemente colto da altri contesti per applicazioni locali, ad
esempio è la base filosofica del Club dei Borghi più Belli d’Italia citato in
centinaia di casi nei loro testi, ed anche dell’Associazione dei Borghi
Autentici d’Italia, ed inoltre da alcuni anni è la titolazione di una bella
iniziativa dell’Ecomuseo della Pietra da Cantoni di Cellamonte per scoprire i
borghi dell’area casalese.
Quindi anche in questo caso, con un minimo di cultura ed
esperienza vissuta si scopre che quasi tutto quello che ha riportato l’articolo
è solo un collage più o meno sofisticato con elencazione di buoni propositi ed
apporti personali ridotti all’osso ed approssimativi, obiettivi aleatori e
strumenti virtuali per conseguirli.
Se mai un “genius loci” abbia pervaso questa città e queste
lande di provincia, all’arrivo dei debosciati duchi francesi Gonzaga Nevers nel
1631, deve aver chiesto il trasferimento ed essere emigrato in altri lidi
facendosi sostituire da un surrogato, il quale a sua volte si è fatto
sostituire da altri surrogati sempre meno qualificati, in procinto di eventi
significativamente negativi (pensate al subentro dei Savoia nel 1708, alle
riforme delle province di Rattazzi del 1859, ecc.), indebolendosi ed
indebolendoci sempre più, fino a pervenire ad un simulacro di genius loci
completamente disconnesso dall’originale, una sorta di ectoplasma.
Per compiere progressi culturali in una cittadina o su un
territorio più o meno omogeneo come il nostro, occorre partire da un’accurata
analisi e disamina del presente, accettando ed affrontando le attuali divisioni,
frammentazioni, dispersioni, crisi di identità, ecc., facendo problem solving
collettivo con anni di perseverante e coerente impegno propositivo, con
numerosi incontri costruttivi con la popolazione, solo così forse si otterranno risultati
concreti e duraturi, altrimenti è solo esercizio di sofismo politico, uno spot
culturale che si esprimerà con slogan slegati dal contesto reale e di scarsa
efficacia.
Il percorso indicato è corretto, occorre investire nella
cultura, ma non per accedere a chissà quali fantomatici finanziamenti pubblici,
ma per ricostruire la coesione identitaria comunitaria e territoriale che
abbiamo perso negli ultimi secoli, e per farlo occorre superare le attuali
separazioni politiche partitiche ed i campanilismi e personalismi, mettendo da parte
il proprio Ego per fare gioco di squadra, e non è un processo che si possa
improvvisare dall’oggi al domani.
Per il momento sarebbe meglio prendere atto che a Casale
quando si organizza un convegno di storia locale per quanto importante e
significativo partecipano mediamente una ventina di persone, mentre per un
evento analogo nelle vicine città di Trino o Vercelli la partecipazione è
proporzionalmente dieci volte superiore e venti volte in alcuni borghi monferrini.
Teniamo conto inoltre che abbiamo perso l’Università Popolare di Casale per
assenza di sostegno ed adesioni, mentre la vicina Vercelli ha un’Università
Popolare che prospera con oltre 500 iscritti. E si vuole che Casale diventi
Capitale italiana della Cultura? Quando la cittadinanza non è neppure
interessata a conoscere la propria nobile e prestigiosa storia?
Claudio m.d.
Calvo: 'Casale capitale italiana della cultura, una sfida da cogliere'
Lettera dell'ex assessore ed esponente dei Democratici per Casale: 'Nel
2015 una mostra sui Paleologi in tutto il Monferrato'
Da Riccardo Calvo, ex assessore ed esponente dei
Democratici per Casale, riceviamo e pubblichiamo integralmente questa lettera:
“Se è vero che è soprattutto la provincia ad essere custode dell’identità
italiana, va colta con grande interesse da parte di Casale la disponibilità del
Governo ad accendere i riflettori ogni anno su una piccola città italiana (con
meno di 150 mila abitanti) mettendo a disposizione uno stanziamento superiore a
quello che la UE dedica alla Capitale Europea della Cultura ( un milione e
mezzo di euro). La prima “Capitale” italiana si farà tra pochi mesi e “nel
2015 avrà un rapporto privilegiato con l’Expo gemellandosi con Milano” precisa
la portavoce di Letta, Monica Nardi. “Le città candidate – dichiara ancora la
Nardi – dovranno presentarsi con una tema, un logo, una nota sui motivi della
partecipazione, un programma ed un bilancio di previsione”. Credo che Casale,
così come ha ben detto Roberto Coaloa, anche se in competizione con le altre
cento città d’Italia, debba partecipare con convinzione”.
“Occorre, come hanno chiesto Ubertis e Carmi
nell’incontro degli Stati Generali della città, cercare il “genius loci” di
Casale e del territorio e mettere in movimento tutti i monferrini in modo
sinergico”.
“Deve passare il principio che la cultura fa parte del
nostro quotidiano e dobbiamo sentire l’occasione che ci viene offerta per
prepararci ad Expo e ricominciare quasi da zero in tema di comunicazione e di
scelte culturali di base”.
“Sembra incredibile all’esterno che una bella terra
che è al centro del triangolo industriale resti periferica rispetto ai grandi
flussi turistici! Proviamo a ripartire dal cuore del nostro vissuto
definendo un messaggio (uno solo) che possieda tratti realmente riconoscibili e
che sia “toccato con mano” anche dalle persone comuni”.
Arte – storia – cibo – ospitalità – fiume, colline –
ambiente incontaminato - turismo verde- sistema scolastico. Dobbiamo
circoscrivere e dare spessore a percorsi che siano nella prospettiva sia dell’ Expo
che dei criteri di scelta di quella che sarà la capitale 2014 della cultura
italiana”.
“Il dialogo a più voci tra Giovanni Romano ed Angelo
Miglietta in San Domenico giovedì 5 dicembre previsto in “Cantiere Speranza”,
così come l’appuntamento con Diana Bracco. presidente di Expo 2015 organizzato
dall’ “Associazione Paolo Ferraris”, venerdì 13 dicembre, vanno
provvidenzialmente nella direzione di costituire le basi per un percorso comune
e di immaginare per il 2015 solo per fare un esempio una grande mostra diffusa
in tutto il Monferrato sul periodo paleologo riprendendoci ciò che anni fa,
purtroppo, Alba ci ha in parte sottratto”.
“Casale città martire dell’amianto diventi dunque la
culla di una vita culturale e di un diverso modo di intendere il rapporto
uomo-natura”.
“Accendiamo i riflettori sulle cose belle e buone
della città e del Monferrato (come per esempio la straordinaria esperienza del
CPA e dell’educazione degli adulti) e competiamo tutti in modo virtuoso per
fare di Casale la “città capitale” che per tanti secoli ha trasmesso al mondo
cultura e bellezza”.
Redazione On Line
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