di Claudio Martinotti Doria
Puntata speciale di Patria Montisferrati per questa
data 'epocale' secondo la profezia Maya. Tante leggende, anche sul
nostro Monferrato
Il demonio (statua a Rennes le Chateu)
Ormai il momento
si approssima, mentre scrivo questo brevi note mancano poche ore al
fatidico 21 dicembre 2012, che secondo la "profezia" Maya (che tale non
è), dovrebbe indicare l'ennesima fine del mondo. Non intendo certo
aggiungere qualcosa a quella sequela infinita di autori che hanno
scritto sull'argomento, per interpretare e speculare, smentire ed
approfondire, per cui mi limito a due semplici considerazioni.
Per prima cosa rimpiango di
non aver preso sul serio questa opzione a scopo turistico per dirottare
verso il nostro Monferrato una parte di coloro che si nutrono di paure
ed illusioni. Mi riferisco in particolare al fenomeno "Bugarach",
paesino della Linguadoca di cui certamente avrete sentito parlare,
vostro malgrado, fino alla sfinimento. Pare che in quel luogo si
dovrebbe passare indenni la fine del mondo, e per disporre di un simile
privilegio, per dormire cioè la notte del 21 dicembre, alcuni individui
pare abbiano prenotato una stanza nel paesino alla ragguardevole
quotazione di 2 mila euro.
Come si sia pervenuti alla
scelta di Bugarach ed al suo suggestivo Pic, equivalente del nostro
Bric, per salvarsi dalla fine del mondo, non si sa bene.
Quello che mi ha sorpreso
alcuni mesi fa, quando fui informato di questo episodio, è che Bugarach
dista meno di una quindicina di km dal ben più famoso (almeno finora)
Rennes le Chateau, la cui presunta storia, con particolare riferimento
al parroco ottocentesco François-Bérenger Saunière che si è
improvvisamente arricchito, al viaggio di Maria Maddalena in Francia, ai
Templari ed al Priorato di Sion che hanno "immancabilmente" interagito
con la località, al Santo Graal che non può certo mancare, ecc., ci è
stata fornita in una molteplicità di varianti e pubblicazioni e
trasmissioni televisive fino a livelli di esasperazione.
Come è potuta sfuggire
questa vicinanza geografica, agli autori di pubblicazioni pseudo
storiche e new age, che sfruttano le inquietudini popolari vendendo
illusioni? Avrebbero potuto ricamarci alla grande.
Perché non hanno scelto Rennes le
Chateau anche per infilarci quest'ultima invenzione mediatica? Non ci ha
pensato nessuno? O è considerata una località sovraesposta e pertanto
da scartare?
La Torre di Maria Maddalena a Rennes le
Chateau
La seconda considerazione sull'argomento
in questione, riguarda la più recente e secondo me accreditata versione
storica, basata sul ritrovamento nel sito archeologico di La Corona in
Guatemala, di una cinquantina di geroglifici Maya su un blocco di
pietra, la cui lettura rivela che tale data non ha nulla a che fare coi
calendari, le previsioni e la cosmologia Maya, ma fu una scelta del re
Yuknoom Yich'aak K'ahk', che per consolidare il suo potere indicò il
termine del ciclo di durata dell’impero Maya fornendo appunta tale data,
come farebbe uno scrittore di fantascienza per collocare gli
avvenimenti delle sue opere.
Ad ogni modo lo scopo di questo mio modesto intervento è soprattutto
quello di far riflettere sul bisogno che ha l'umanità di alimentare
illusioni, che ci rende ingenui e vulnerabili.
Quasi sempre nel corso
della storia quello che noi credevamo, anche per lungo tempo, una verità
storica, si è poi rivelata un'illusione, una menzogna, una
mistificazione, un mito, una propaganda, ecc..
Anche quando viene
presentata fin dai primordi delle pubblicazioni storiche con qualche
perplessità, con beneficio d'inventario, e con qualche componente
leggendaria, fa una certa presa e siamo comunque tendenti a fornirle un
minimo di credibilità storica.
Pensiamo ad esempio alla
leggenda di Aleramo, alla cavalcata che avrebbe compiuto in tre giorni e
tre notti per perimetrare il suo feudo ed alla sua sposa Adelasia.
Aleramo, capostipite della dinastia aleramica, che ha dominato decine di feudi in quell'area che era definita "Lombardia"
Sebbene storicamente si
sappia essere stata scritta su commissione dal frate domenicano cronista
Jacopo Bellingeri da Acqui attorno al 1330, in un epoca nella quale
molte nobili famiglie incaricavano scrivani e letterati di elaborare
abbellimenti delle origini dinastiche per motivi di legittimazione e
consolidamento del potere acquisito e per alimentare il prestigio ed il
fascino dinastico, in troppi ancora sono convinti abbia fondamenti
storici, e sono convinti che Adelasia sia stata veramente la sua prima
moglie (storicamente non si conosce chi fosse) e ritengono erroneamente
che Aleramo sia stato il primo marchese del Monferrato.
Questa è la potenza del
mito, che sovrasta la storia ed anche dopo essere stato decodificato,
prosegue il suo effetto illusorio psicologico e culturale, tramandandosi
oralmente e negli scritti prosaici.
Ne cito altri due che sono meno localizzati e molto più estesi e diffusi, ed ancora oggi accolti e trasmessi a livello popolare.
Mi riferisco al mito del
"mille e non più mille" ed alle "ius primae noctis", cioè alla presunta
convinzione che l'umanità attorno all'anno mille fosse terrorizzata
dalla fine del mondo e che alla fine del secondo millennio ci sarebbe
stata una specie di apocalisse (qualcuno rammenta il livello di attesa
che ci fu a livello mediatico e soprattutto informatico?) ed alla sempre
presunta convinzione che nel medioevo il signore feudale avesse il
diritto di giacere con la moglie dei suoi servi della gleba alla prima
notte di nozze.
Il dipinto simboleggia la ius primae noctis
Per molto tempo siamo stati
convinti fossero certezze, ed invece sono falsità, non c'è nulla che le
possa confermare a livello storico documentario, non vi sono tracce di
tali paure apocalittiche e neppure di tali costumi nobiliari e sociali.
Sono molto probabilmente
abili costrutti sedimentati e stratificati nel corso dell'Illuminismo e
del Romanticismo, epoca durante la quale sono avvenute molteplici
alterazioni storico interpretative fino alla falsificazione documentaria
ed alla creazione di veri e propri miti spacciati per verità storica,
coinvolgendo anche il nostro tanto caro Risorgimento.
Inoltre come scrissi già
una quindicina di anni fa in uno dei miei primi articoli di divulgazione
storica, ogni profezia o calcolo escatologico che voglia essere preciso
come datazione è destinato a crollare di fronte ad un errore ancora
poco conosciuto dal grande pubblico, tra cui appunto gli autori di
queste mistificazioni stile New Age, che inducono a rifugiarsi a
Bugarach.
Mi riferisco all'errore di
datazione cronologica della nascita di Gesù Cristo commesso da Dionigi
il Piccolo, e riportato nel calendario gregoriano, quello maggiormente
utilizzato al mondo a partire dal 1582 in sostituzione di quello
giuliano.
Nella prima metà del VI
secolo, papa Ormisda, volendo liberarsi dalla convenzione di contare gli
anni in base alle origini di Roma, incaricò Dionigi il Piccolo (monaco
scita noto per la sua cultura ed umiltà) di elaborare un'alternativa
“cristiana”. Dionigi dopo alcuni anni di dedizione alla causa individuò
la data fatidica della nascita di Cristo nel 25 dicembre dell’anno 753
dalla fondazione di Roma. E dalla Pasqua del 526 il calendario giuliano
si è adeguato a tale convinzione indicando appunto le date successive
come “Anno Domini”, cioè dalla nascita di Gesù Cristo.
Papa Ormisda
Dionigi però si era
sbagliato di 7 anni. Infatti non aveva tenuto conto del periodo del
governo di Ottaviano prima di proclamarsi Augusto imperatore e neppure
del numero “zero” (ancora sconosciuta all'epoca, saranno poi gli arabi
ad introdurlo).
Infatti solo retrodatando
di sette anni la nascita di Cristo si possono spiegare alcune
incongruenze storiche inerenti ad esempio il regno di Erode e la strage
degli innocenti, il censimento romano, la stella dei Magi, ecc..
Quindi quando incappate in
coloro che affermano con precisione e sicumera quando e dove avverranno
ipotetiche apocalissi ed espongono dottrine escatologiche, non tenendo
conto di questo grossolano errore di datazione, dategli l'importanza che
si potrebbe attribuire ad un millantatore, truffatore ed imbonitore.
Gli sprovveduti che in
questi giorni stanno spendendo avventatamente i loro quattrini a
Bugarach nell'illusione di essere degli eletti, prescelti, pionieri, o
semplici curiosi privilegiati, probabilmente non sanno che oggi siamo
effettivamente nel 2019 come Anno Domini, quindi la data a loro indicata
è già trascorsa nella sua insignificanza e l'umanità è rimasta incolume
rispetto ai pericoli paventati.
Nessun commento:
Posta un commento