La pandemia in Italia non è cominciata il 21 febbraio a Codogno. Uno studio lo dimostra e parla di un terzo di infetti in Italia …
Ne abbiamo parlato direttamente col suo autore, un medico legale pugliese, il dott. Pasquale Mario Bacco.
Innanzitutto, come nasce la ricerca e come è stata condotta?
Lo studio, condotto durante il mese di febbraio, è stato finanziato dalla società americana proprietaria del brand Meleam, l’azienda per cui lavoro. Analizza l'incidenza del COVID-19 tra la popolazione “clinicamente sana”, attraverso la ricerca degli anticorpi contro il suddetto virus. Si è effettuata un'anamnesi generale circa eventuali patologie familiari.
Sono stati utilizzati tre kit diversi come derivazione, in modo da poter confrontare i risultati. Il test riconosce tre elementi proteici specifici di questo coronavirus, con possibilità di cross reattività prossima allo zero.
Tengo a precisare che il test sierologico non è un’alternativa né sostituisce il tampone rinofaringeo; il test è un completamento, in quanto fornisce informazioni che il tampone non può dare e precisamente rivela a che stadio è l’infezione e che reazioni immunologiche si sono verificate nell’organismo ospite.
Parliamo di un campione per forza di cose limitato, ma comunque significativo. L’obiettivo, quindi, erano soggetti lavorativamente attivi escludendo quanti per patologie o per i trattamenti in corso o per specifiche condizioni non erano idonei a dare un risultato attendibile. Vi siete, perciò, concentrati su una fascia di età mediana, escludendo i minori e gli over 60. Con quali risultati?
Su 7.038 soggetti, rappresentanti tutte le regioni italiane e la Repubblica di San Marino, sono risultati positivi agli anticorpi anti sars-cov2, 2.365 soggetti, esattamente il 33,6%.
È un peccato l’aver escluso gli anziani e i giovani ma d’altronde si trattava di uno studio di medicina del lavoro. Cosa avete scoperto?
La parte del nostro studio che dimostra che il virus era presente già nel mese di ottobre 2019 è il totale dell'Incidenza degli anticorpi IgG. Su 2.365 positivi sono risultate presenti le IgG in 1.779 soggetti, circa il 75%, con punte dell'81% al nord. Una tale grandezza del campione e una tale proporzione delle IgG hanno impiegato almeno quattro mesi per essere raggiunti. Inoltre, i colleghi spedalieri delle regioni più importanti del nord ci hanno confermato, come riportato anche da molto organi di stampa, la inusuale manifestazione di polmoniti atipiche a partire da metà ottobre. Alla base di questa diffusione c'è senza ombra di dubbio la caratteristica principale di questo virus, l'altissima contagiosità̀ nel breve tempo.
Sulla Diamond Princess un infetto ne contagiava sette. Tuttavia, in ambienti meno ristretti pare che la cifra più realistica si collochi fra quattro e cinque. Paiono cifre enormi, ma Ebola fa anche peggio: un infettato ne contagia ben 18. Tuttavia, questi poveri cristi presentano presto sintomi talmente evidenti e precipitano in condizioni così critiche da rendere ebola facilmente tracciabile. Per il COVID-19 non è così…
Infatti, la diffusione è veloce ma in oltre il 90% dei casi del tutto asintomatico. Così, l'infezione ha potuto diffondersi soprattutto attraverso soggetti giovani che sono stati principale veicolo del virus.
Dalle cronache della Lombardia fra marzo e aprile si è avuto l’impressione che il COVID-19 fosse un vero man killer. Gli stessi amministratori spesso sembravano accreditare la presenza di un virus mutato o più aggressivo per spiegare il massacro. È così? Siamo di fronte a una malattia che mette in pericolo la vita umana?
Il virus per caratteristiche proprie non è capace di determinare manifestazioni cliniche letali nei soggetti sani. Agisce in maniera importante fino a portare al decesso, solo quando trova una risposta immunitaria non efficace, cosa che si verifica in soggetti molto anziani o con abitudini voluttuarie importanti (stupefacenti) o con gravi patologie contestuali. Quindi il numero dei morti è la piu grande bufala di questa emergenza sanitaria.
Tuttavia, secondo la stessa OMS, la cifra dei morti nelle RSA, le case di cura per disabili anziani, sono state da vera ecatombe. Oltre che nelle RSA, il virus è sembrato circolare e fare danni importanti soprattutto nelle flotte mercantili e della marina militare, nelle carceri, nei monasteri e sulle navi da crociera.
È chiaro che considerando le caratteristiche di questo virus, i luoghi chiusi rappresentano un pericolo da valutare con molta attenzione.
Certo, sarebbe bastato mettere in sicurezza quelli che lei chiama “luoghi chiusi”. Non si capisce bene se non lo si è voluto o saputo fare. Sembra evidente che su una grande nave o in un ospizio le regole per il personale e gli ospiti avrebbero dovuto essere adeguate. La responsabilità ricade su chi avrebbe potuto fare e non ha fatto, con dolo o meno. Fa piacere leggere che nelle aziende2 e nelle RSA3 dove si sono attuate misure cautelative il virus i casi positivi non ha infettato colleghi o ospiti. Intanto, anche i politici sembrano accorgersi che il vaccino non è dietro l’angolo. Anzi…
Onestamente, il vaccino per il COVID19 non si può realizzare perché il virus muta molto rapidamente; per sconfiggerlo, come nel caso dell'HIV, serve una terapia antivirale e la plasmaferesi. Al momento non abbiamo antivirali, ma abbiamo la plasmaferesi, oltre ad una serie di farmaci che permettono, senza essere risolutivi, di meglio affrontare un eventuale quadro clinico.
Il lettore, quindi, dovrebbe essere più avveduto e quando legge di vaccini in arrivo entro pochi mesi capire che le industrie farmaceutiche hanno, anche loro, ottimi uffici marketing. Che cosa possiamo aspettarci a questo punto per il breve periodo?
L'attività di tutti i coronavirus (e questo non sfugge alla regola) è determinata dalle condizioni climatiche, il sars-cov2 per operare deve avvalersi di un clima freddo e umido: questo clima, in italia il virus l’ha trovato solo in Lombardia ed in generale nel nord. Quindi il virus che ha conosciuto il nord; al centro ed al sud Italia non si è mai veramente manifestato.
Le manifestazioni cliniche cosi come la letalità e la mortalità̀ del sars-cov2 al nord non si verificheranno mai nei climi del sud. Ecco perché è stato del tutto inutile creare quell'allarmismo nella discesa al sud di alcuni soggetti prima residenti al nord, all’indomani dell’inizio del lockdown.
Quindi, possiamo aspettarci che il COVID-19 sparirà in estate o semplicemente diventerà meno letale?
Il dato di fatto è che il clima è la più̀ grande variabile per il sars-cov2: basta guardarsi intorno per capire che il virus diventerà assolutamente innocuo in estate, anche se continuerà ad infettare. Ma l’infezione asintomatica è un elemento positivo, perché da immunità, che per questo virus dura almeno 6 mesi e massimo 2 anni.
In conclusione, i tamponi possono dare risultati anomali (falsi positivi e falsi negativi) tanto che in Paesi come il Belgio i casi e i morti di COVID-19 sono determinati anche sulla base dei sintomi. Oltre ai dati statistici emersi, lo studio del dottor Bacco ci parla di un tipo di test che si basa su un elemento che contiene tutto di noi e cioè il sangue. L’utilizzo di tamponi e test ematici potrebbe indirizzare meglio le istituzioni e le imprese in questa fase delicatissima.
Link: www.meleamspa.com
1 https://www.difesaonline.it/evidenza/editoriale/wuhan-il-coronavirus-e-i...
2 https://www.corriere.it/cronache/20_maggio_18/coronavirus-test-fabbriche...
3 https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/20_aprile_21/coronavirus-mila...
Foto: web / presidenza del consiglio dei ministri
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