Di Claudio Martinotti Doria
Viviamo sempre più in un mondo armato: armi di tutti i
generi, non solo da fuoco o ipertecnologiche per usi bellici come quelle al
plasma, elettromagnetiche, laser, ecc., ma anche armi improprie che influiscono
sulla vita quotidiana, dagli effetti collaterali e ripercussioni che ci
penalizzano sempre più fino a condurci all’esasperazione e disperazione. Mi
riferisco ad esempio alle armi di distrazione di massa, che soprattutto negli
ultimi anni hanno avuto successo e si sono moltiplicate e amplificate
coinvolgendo e condizionando larghe porzioni di popolazione. Nessuna fascia di
età o di reddito ne è esente, e il cui effetto d’istupidimento di massa è stato
persino rilevato da una ricerca condotta recentemente in Europa, che ha costatato
la perdita media di circa 14 punti di QI (Quoziente di Intelligenza), nella
popolazione europea, negli ultimi dieci anni. Ormai il QI medio di ogni paese
europeo è a due cifre, cioè sotto i 100 punti. E questo è indicativo
dell’efficacia di queste armi di distrazione di massa, anche se il QI come test
è dubbio nella sua efficacia. Non misura ad esempio quanto risultiamo dotati di
senso critico e analitico, di curiosità e di dubbi, d’ironia e di sarcasmo, di autonomia
intellettuale e di libertà di pensiero ed immaginazione, ecc., che sono tutti
aspetti correlati all’intelligenza e che concorrono nel fornirci delle priorità
dotate di senso e lungimiranza, inducendoci a non vivere alla giornata
accettando supinamente le menzogne che ci sono propinate a ritmi forsennati da
tutte le fonti.
Le menzogne provengono soprattutto dai media di
(dis)informazione, che senza pudore diffondono fake news a tutto spiano,
versione moderna e massificata degli “snuff movie” che erano prodotti in
passato per una nicchia di utenti particolarmente pervertiti, psicopatici e
sociopatici paganti. Con la spudorata aggravante che queste fonti mediatiche
accusano i blogger di produrre e diffondere fake news, quando in realtà i primi
a farlo sistematicamente sono proprio loro, le istituzioni mediatiche
autoreferenziali all’unisono tra loro, per favorire i loro editori e sponsor,
in una gara di piaggeria, l’unica effettiva concorrenza esistente tra di loro.
Non occorrono le ricerche statistiche e mirate che ci
rivelano la stupidità dilagante, per renderci conto della grave degenerazione
della realtà sociale e culturale in atto da tempo, ce ne accorgiamo da soli
nella vita di tutti i giorni, quante difficoltà si hanno ad individuare persone
con le quali poter interloquire su argomenti che non siano banali, stupidi,
superficiali e non ripetitivi di slogan e concetti elementari e falsificati di
provenienza mediatica. Quali difficoltà ci siano ad individuare persone ancora
in grado di approcciarsi alla realtà con dei filtri intellettuali in grado di
discernere, anche solo applicando del sano buon senso, senso della misura,
prudenza e saggezza, in grado soprattutto di applicare criteri di priorità agli
argomenti ed ai problemi che andrebbero affrontati, senza aspettarsi
illusoriamente ed ipocritamente che siano altri ad occuparsene, delegando non
solo le responsabilità anche la facoltà di pensare autonomamente. Sarebbe già un risultato incoraggiante
riuscire a distogliere qualcuno dall’ossessivo utilizzo dello smartphone anche
mentre state parlandogli, soprattutto se giovane, e meno sono impegnati
professionalmente e socialmente, più li usano, magari anche solo per giocare e
cazzeggiare, una specie di droga tecnologica. Perché è indubbio che anche, e
forse “soprattutto”, la tecnologia (con i mass media) ha contribuito all’istupidimento
di massa. Quello che doveva essere uno strumento, cioè un mezzo, è diventato un
totem, una droga che crea dipendenza e che è assunta a grandi dosi, quasi come
una flebo continua, impossibile non abusarne, ed invece di usarla per motivi
validi e quindi per favorire l’intelligenza, al contrario di quello che si
potrebbe pensare superficialmente, concorre ad atrofizzarla, favorisce l’istupidimento
di massa. E la stupidità è una delle ’”armi di distruzione di massa” più
pericolosa che ci sia, perché è contagiosa (lentamente ma inesorabilmente),
seducente, insidiosa, inarrestabile, irrimediabile, immarcescibile, ecc…
Il risultato evidente è che le armi di distrazione e
distruzione di massa sopracitate, hanno avuto successo proprio perché la
maggioranza della popolazione è ormai deresponsabilizzata e disimpegnata, e
ripiegata nell’appagamento del proprio Ego, ed anche se percepisce che qualcosa
non va per il verso giusto, che forse la stanno prendendo in giro, che forse
sta rischiando di trovarsi col cerino acceso in mano in una camera piena di
gas, non riesce in alcun modo ad individuare con chi prendersela se non con
capri espiatori nella classica “guerra tra poveri”, e pertanto contribuisce ad
accrescere la confusione ed il caos, generato volutamente dall’élite al potere.
Più si aggravano le condizioni di vita alimentando il caos, e più il potere
elitario si consolida, si arricchisce, si mimetizza, diventa inaccessibile, si
garantisce l’impunità. Più le persone sono rese schiave nell’esasperazione del
vivere quotidiano, vittime dei complessi ingranaggi burocratici istituzionali e
finanziari che li stritolano, e meno tempo e capacità avranno di pensare
autonomamente esercitando le loro facoltà intellettuali sempre più atrofizzate,
preferendo ripiegare su attività banalizzanti e di divertimento effimero.
Il Divide et Impera ed il Panem et Circenses di romana
memoria, con le armi di distrazione e distruzione di massa sopracitate, hanno
trovato la loro massima espressione ed applicazione generalizzata, all’ennesima
potenza, generando persino una competizione partecipativa tra gli schiavi,
apparentemente contenti di essere tali, che concorrono tra loro per accedere a
ruoli parassitari (a danno cioè di altri schiavi ed al servizio delle élite
dominanti) che concedano privilegi e status sociale distintivo. Ormai il
meccanismo ha assunto un moto perpetuo, si alimenta da sé, ognuno contribuisce
e fornisce energia e lubrifica gli ingranaggi perché non si fermi mai. L’élite
dominante non deve neppure più esporsi o sforzarsi più di tanto, deve solo
assicurarsi che gli schiavi di livello intermedio siano sufficientemente
incentivati a proseguire nel loro ruolo di kapò.
Tutto questo condurrà ad una riduzione ai minimi termini
della consapevolezza di massa, e quindi dell’evoluzione sociale e culturale
dell’umanità, in particolare nel mondo cosiddetto Occidentale, perché la
consapevolezza è ormai esclusivamente confinata ad una nicchia sociale talmente
minoritaria che difficilmente potrà mai divenire “massa critica” in grado di
influire sugli eventi e sull’evoluzione collettiva. Questo credo per due ordini
di motivi: perché questa nicchia dovrà già faticosamente lottare per
sopravvivere difendendo le proprie posizioni ed il diritto a pensare
autonomamente dagli attacchi continui, insidiosi ed efficaci, che subirà
dall’establishment; perché questa nicchia verrà sempre più osteggiata dalla
massa d’ignoranti istupiditi, che non solo non saranno mai disposti ad
ascoltarli ed attribuirgli credito, ma per elementari meccanismi di difesa
psicologici e culturali, la massa proverà risentimento verso questi presuntuosi
che si credono più intelligenti di loro e vorrebbero aprire loro gli occhi e le
menti.
Non esiste un lieto fine, non esiste una conclusione,
un’alternativa, una scappatoia, l’unica speranza è che l’energia cui possa
attingere la “nicchia” non ancora addomesticata ed ammaestrata, sia
inesauribile, da poter rinforzare i suoi ranghi seppur minimamente, e poter
continuare a lottare come modus vivendi, forse l’unico o ultimo scopo che
rimane nella vita di fronte alle ”soverchianti” forze dell’imbecillità.
Una sorta di “legittima difesa”, un diritto che occorre
esercitare per non soccombere.
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