Di
Claudio Martinotti Doria
Nella tarda adolescenza
(ormai oltre 40 anni fa) ho compiuto una scelta esistenziale cui mi sono sempre
mantenuto coerente, quella di cercare di essere sempre sincero, di comunicare
fedelmente il mio pensiero, di criticare con correttezza e rispetto, senza però
trascurare all’occorrenza un minimo di diplomazia, accantonando ogni falsità ed
ipocrisia, evitando di contribuire al peggioramento della situazione
relazionale e sociale e, nei limiti del possibile, fornire un modesto
contributo nel cercare di arginare il deleterio circolo vizioso che ha
avviluppato il nostro paese, nel quale la falsità trionfa e contamina ogni
settore, rendendo la vita un inferno in terra, un’offesa all’intelligenza ed
alla dignità umana, una costante penalizzazione dell’onestà ed integrità
dell’individuo dotato di pensiero autonomo e senso della libertà.
Per avere conferma di
quale degrado abbia raggiunto il nostro paese, credo basti uscire di casa e
contattare una qualsiasi istituzione pubblica o para-pubblica per adempiere
alla miriadi di incombenze burocratiche o fiscali che ci assillano, o per
difendersi dalle molteplici “aggressioni” che si subiscono periodicamente, cioè
dai numerosi tentativi estorsivi, vessatori e truffaldini, di cui praticamente
ogni utente e consumatore prima o poi è vittima, da parte delle aziende dei
vari cartelli che costituiscono oligopoli nei vari settori (dalle
telecomunicazioni all’energia elettrica, ecc.), simulando concorrenza e
competizione, mentre in realtà lo scopo è soltanto quello di acquisire clienti
per poi depredarli un poco alla volta, compiendo abusi da posizione dominante
…E’ inevitabile in tal caso rendersi conto dello scandalosa ed aberrante
degenerazione e degrado morale e sociale in cui il paese è letteralmente
precipitato negli ultimi anni a causa della sua pessima classe politica,
inetta, corrotta e parassitaria, arroccata nelle proprie posizioni difensive
dei privilegi acquisiti e degli interessi delle proprie clientele, a discapito
della popolazione.
Libera manifestazione di giubilo ed interesse popolare da parte di un ex politico
Vi fornisco in proposito
l’ultimo esempio da me vissuto recentemente e che purtroppo ha intaccato la mia
proverbiale imperturbabilità (che m’illudevo di possedere), credendo di essere
temprato ormai a tutto, dovendo ammettere che questo paese riserva sempre delle
sorprese, in negativo, ovviamente. Quel che si suol dire: la realtà supera
sempre la fantasia, anche la più perversa e morbosa.
Sono passato dal Centro
per l’Impiego locale cui sono iscritto dal marzo 2013, dopo un paio di anni di
assenza di contatti ed aggiornamenti (in teoria dovrebbero organizzare degli
incontri di aggiornamento tutti gli anni con gli iscritti, e forse
bisognerebbe informarli che esistono le newsletter, email, sms, ecc., cui
potrebbero ricorrere per informare gli iscritti dei cambiamenti delle norme e condizioni).
Per farla breve, vengo
informato dagli impiegati che vi lavorano (che sembra non riescano neppure a
proferire parola a seguito di commenti e considerazioni pertinenti da me
pronunciate e la cui frustrazione è tangibilmente evidenziata dai loro volti,
che somatizzano l’inutilità del loro servizio avvizzendosi progressivamente,
assomigliando sempre più a degli zombie, come in tanti settori pubblici) che
hanno cambiato le norme di iscrizione e mantenimento della stessa, ovviamente a
sfavore dell’utenza, in modo da consentire alla casta politica di dichiarare il
falso ai media, e di conseguenza all’opinione pubblica, sulla situazione
economico sociale in cui versa il paese reale (non quello immaginario politico
e mediatico). Il cambiamento è avvenuto a scopo mistificatorio e manipolatorio
dei dati statistici, non solo per non allarmare l’opinione pubblica e gli
investitori (i mercati andrebbero nel panico ed i tassi d’interesse sui titoli
di stato salirebbero alle stelle), ma per non fallire lo stato italiano, come
dovrebbe avvenire stando ad un’analisi tecnica ed imparziale del bilancio e
delle finanze e prospettive effettive di questo paese ormai allo sfascio.
Se prima si poteva
mantenere l’iscrizione al Centro per l’Impiego anche facendo lavori saltuari, le
cosiddette collaborazioni occasionali, fino ad un certo importo, mi pare fosse
di 4800 euro all’anno con il tetto massimo degli 8000 euro lordi di reddito
complessivo annuo (da qualsiasi fonte provenga), dall’anno scorso il governo ha
eliminato ogni tetto, e quindi se lavori anche solo come occasionale, spalando
la neve d’inverno o vendemmiando in autunno, portando a casa qualche centinaio
di euro, A TUTTI GLI EFFETTI PER LO STATO RISULTI OCCUPATO E NON DISOCCUPATO e
quindi non hai diritto all’iscrizione nella lista dei disoccupati. Quindi i
dati forniti dai media e dagli istituti di ricerca sono tutti falsati, i dati
reali sull’effettiva disoccupazione non li conosce nessuno, quelli forniti
anche con le migliori intenzioni sono comunque approssimativi. Se il paese
reale non è ancora allo sfascio finale e non sono ancora esplosi aspri
conflitti, è solo perché le famiglie attingono ancora alle riserve e risorse
accumulate dalle generazioni precedenti ed alle pensioni degli anziani. Quando
finiranno i risparmi famigliari e moriranno gli anziani, la situazione
esploderà.
Le mense per i poveri sono sempre più affollate
Ad aggravare la situazione
sociale di questo paese gestito da inetti e parassiti, concorre anche una
mentalità sindacale retrograda, gretta ed inquisitoria, per cui i lavoratori
autonomi sono considerati tutti evasori e ladri e non meritevoli di alcuna
considerazione e tutela, per cui sono praticamente privati di ogni diritto e
sostegno. Infatti l’iscrizione al Centro per l’Impego per i lavoratori autonomi
(leggasi precari) non serve ad una beata mazza in termini di accesso a qualche
servizio o ammortizzatore sociale, perché questi esistono solo per i
dipendenti. Forse i parassiti che governano, che sono in perfetta malafede, non
vogliono riconoscere che da una dozzina di anni abbondante esistono i
collaboratori a progetto (ex CO.CO.CO) ed altre decine di formule diverse di
lavoro parasubordinato, cioè precario, part time, a termine, malpagato, ecc.,
per cui i lavoratori autonomi non sono più i professionisti di una volta, ma
sono gli schiavi moderni, sottopagati e sfruttati.
I lavoratori autonomi che
sono emersi a milioni negli ultimi anni non evadono affatto le tasse, perché
comunque la ritenuta d’acconto sottrae loro un quinto del reddito cui avrebbero
diritto, e se anche avanzassero la richiesta di rimborso del credito d’imposta,
dovranno aspettare dai 3 ai 5 anni per riceverla, e questo avviene spesso,
perché guadagnando poco ed avendo un minimo di detrazioni si va inevitabilmente
in credito d’imposta ed in automatico con le successive dichiarazioni dei
redditi non si potrà mai recuperare quanto versato in eccedenza. In pratica,
anche se sei un miserabile che riesce a malapena a sopravvivere, lo stato ti
sottrae immediatamente un quinto dei tuoi redditi per poi restituirtene una
parte dopo tre o cinque anni; un’estorsione legalizzata con una parziale
restituzione della refurtiva. In più c’è l’aggravante che avendoti lo stato
sottratto un quinto del reddito, non sei più in grado neppure di effettuare
coperture assicurative private e versare qualcosa a scopo pensionistico e
previdenziale per affrontare la vecchiaia.
Come descritto sopra, per
toccare il fondo dell’immoralità e dell’indecenza, hanno pensato di eliminare
ogni condizione e limitazione alla definizione di disoccupazione, per cui
chiunque guadagni anche una seppur minima somma nell’arco dell’anno, per lo
stato non risulta disoccupato e non ha pertanto alcun diritto ad ammortizzatori
sociali, sostegno e servizi, e viene escluso di conseguenza anche dalla
possibilità di accedere all’APE SOCIAL, cioè alla pensione anticipata di
qualche anno rispetto alle inique condizioni imposte dalla riforma
Monti-Fornero, per quanto l’abbiano già limitata enormemente ponendo paletti
invalicabili che escludono moltissime persone, che negli ultimi anni siano
stati lavoratori precari, favorendo come al solito solo i lavoratori dipendenti
ed escludendo di fatto tutti i lavoratori autonomi.
Quindi anziché andare
incontro a coloro che hanno effettivamente difficoltà e bisogno di assistenza,
perché ad esempio sono rimasti senza lavoro e senza pensione per motivi
anagrafici e contingenti, come al solito lo stato interviene in maniera
clientelare per accontentare qualche istanza sindacale e nicchia di
raccomandati, a discapito delle classi realmente emarginate e non
sindacalizzate.
Parassita con il senso del limite, di intelligenza superiore ai parassiti umani dediti all'attività politica
Del resto da un sistema
politico istituzionale parassitario, inetto e corrotto come il nostro, non ci
si può aspettare che possa partorire qualcosa di civilmente evoluto,
equilibrato, equo e solidale. Semmai ogni volta che interviene lo scopo è solo
quello di salvare banche che dovrebbero fallire, soggetti che fanno parte del
loro entourage, privilegi acquisiti dall’élite dominante, eseguire diktat da
parte della finanza internazionale, multinazionali, governi e strutture
sovranazionali egemoni, ecc.. Svolgono cioè una meschina funzione di esecutori
di ordini superiori, maggiordomi di un sistema aberrante, certamente
privilegiati e ben remunerati, ma costretti a sedare la propria coscienza fino
ad atrofizzarla, recitando una parte come un attore cui hanno affidato un
copione, solo che la popolazione (quella onesta) è vittima e non semplice
spettatrice.
Purtroppo pare che ad
accorgersi ed irritarsi per queste ciclopiche e vergognose ingiustizie si
soffra di solitudine, e se ne possa parlare a ben pochi ed intimi amici, che
leggono o ascoltano pazientemente e condividono l’impotenza, non potendo far
altro che solidarizzare e diffondere il proprio disappunto e la critica a
questo sistema parassitario e fallimentare che porterà inevitabilmente l’intero
paese alla rovina. Perché a differenza di quanto avviene in natura, questo
parassitismo non ha limiti e finirà per uccidere l’ospite da cui attinge il
nutrimento, essendo la sua intelligenza molto limitata, mentre l’avidità è
illimitata.
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