Questo breve ma esplicativo articolo di Paul Craig Roberts illustra la situazione dei rapporti tra gli USA e la Russia effettuando efficaci comparazioni oggettive, fornendo informazioni che raramente si ha modo di leggere sui media convenzionali (che hanno altre motivazioni che non informare correttamente), come il fatto che la Russia ha un debito pubblico risibile (al contrario delle potenze occidentali), che dispone di tecnologia militare ormai superiore a quella degli USA, che non ha alcun bisogno del sostegno finanziario occidentale per prosperare, anzi è esattamente il contrario. Le pressioni sulla Russia da parte dell’Occidente sono funzionali solo ai propri scopi (tentatavi finora quasi totalmente falliti) di penetrare con le proprie politiche economiche e finanziarie all’interno del mastodontico paese per sfruttarne le risorse e potenzialità (come ai tempi dell’ubriacone e corrotto Boris Eltsin e dell’associazione a delinquere che lo circondava), ed in caso di fallimento trovare un modo pretestuoso ma convincente per l’opinione pubblica, sedata da decenni di disinformazione e di propaganda, per giustificare un conflitto bellico che alimenterebbe il circuito perverso dell’industria militare americana, che necessita della guerra permanente per prosperare.
Claudio Martinotti Doria
Gli occidentali vogliono mandare la Russia in confusione
di Paul Craig Roberts - 17/02/2017Fonte divulgativa: Comedonchisciotte
Fonte primaria: www.paulcraigroberts.org
Link all’articolo originale: http://www.paulcraigroberts.org/2017/02/14/western-interests-aim-flummox-russia
Traduzione per comedonchisciotte.org a cura di HMG
Un articolo di Robert Berke su oilprice.com, che si descrive come “la fonte numero 1 per notizie su petrolio ed energia”, illustra come gruppi di interesse controllino i risultati a seconda di come influenzano le scelte politiche.
L’articolo di Berke rivela come gli Stati Uniti intendano mantenere ed estendere la propria egemonia rompendo l’alleanza tra Russia, Iran e Cina, e privatizzando il petrolio: ciò si traduce in paesi che perdono il controllo sulla propria sovranità in favore delle compagnie petrolifere private che lavorano a stretto contatto con il governo degli Stati Uniti. Trump ha castrato la propria presidenza accettando gratuitamente le dimissioni del generale Flynn come Consigliere per la Sicurezza Nazionale: questo schema è probabile che sia l’approccio della presidenza per “migliorare le relazioni con la Russia”.
Berke riferisce che Henry Kissinger ha convinto Trump a rimuovere le sanzioni russe per allontanare Putin dall’alleanza con Iran e Cina. Se Putin abboccasse a tale piano, commetterebbe un errore strategico fatale da cui la Russia difficilmente potrebbe recuperare. Tuttavia, Putin verrà messo sotto pressione per commettere questo errore.
Una forte pressione su di lui viene dagli integrazionisti atlantisti, che hanno un materiale interesse nelle loro connessioni con l’Occidente e che vogliono che la Russia si integri al mondo occidentale. Un’altra pressione viene dall’affronto che le sanzioni rappresentano per i russi. La rimozione di questo insulto è diventata importante per il popolo, anche se le sanzioni non recano alcun danno materiale al paese.
Siamo d’accordo con il Presidente Putin che le sanzioni siano in realtà un vantaggio per la Russia, dato che l’hanno spinta in direzioni autosufficienti e verso lo sviluppo di relazioni con Cina ed Asia. Inoltre, l’Occidente con le sue pulsioni egemoniche utilizza relazioni economiche a fini di controllo. Scambi con Cina ed Asia non pongono la stessa minaccia all’indipendenza russa.
Berke dice che parte dell’accordo che viene offerto a Putin è “l’aumentato accesso al grande mercato europeo dell’energia, il restauro finanziario del credito occidentale, l’accesso alla tecnologia occidentale ed un posto al tavolo decisionale globale, tutte cose che la Russia necessita e vuole”. L’aggiunta finale alla trappola è il riconoscimento ufficiale della “Crimea come parte della Russia”.
La Russia potrebbe desiderare tutto questo, ma è una sciocchezza dire che abbia realmente bisogno di tutto ciò.
La Crimea fa parte della Russia, come lo è stata per 300 anni, e nessuno può farci niente. Cosa succederebbe se il Messico non riconoscesse che il Texas e la California facciano parte degli Stati Uniti? Niente.
L’Europa ha scarse alternative all’energia russa.
La Russia non ha bisogno di tecnologia occidentale. In effetti, la sua tecnologia militare è superiore.
E certamente non ha bisogno di prestiti occidentali. Anzi, accettarli sarebbe un atto di follia.
Che la Russia abbia bisogno di prestiti esteri è un autoassertivo mito occidentale. Questo mito è stato sancito dall’economia neoliberista, che è in realtà un dispositivo per lo sfruttamento ed il controllo occidentali su altri paesi. La minaccia più pericolosa per la Russia sono gli economisti neoliberisti del paese.
La banca centrale russa ha convinto il governo che finanziare progetti di sviluppo emettendo credito creerebbe inflazione. Servono prestiti esteri, sostiene.
Qualcuno deve insegnarle dell’economia di base prima che il paese si trasformi in un altro vassallo occidentale. Ecco la lezione: quando il credito della banca centrale è usato per finanziare progetti di sviluppo, l’offerta di rubli aumenta, ma aumenta anche la produzione. Così, beni e servizi aumentano con la fornitura di rubli. Quando la Russia prende in prestito valute straniere provenienti dall’estero, aumenta sì l’offerta di moneta, ma anche il debito estero. La Russia non spende le valute estere in progetti, ma li mette nelle riserve di valuta estera. La banca centrale emette la stessa quantità di rubli per pagare le fatture dei progetti, come si farebbe in assenza del prestito estero. Tutto ciò che il prestito estero fa è presentare alla Russia un pagamento di interessi ad un creditore straniero.
Il capitale straniero non è importante per paesi come Russia e Cina. Entrambe sono perfettamente in grado di finanziare il proprio sviluppo. La Cina è infatti la nazione più creditrice del mondo. I prestiti esteri sono importanti solo per i paesi che non hanno le risorse interne per svilupparsi e devono acquisire know-how, tecnologia e risorse dall’estero, con valute straniere che le loro esportazioni non riescono a portare.
Questo non è il caso della Russia, che ha grandi risorse ed un surplus commerciale. Una spinta allo sviluppo della Cina è stato dato dalle società americane che hanno spostato la propria produzione lì per risparmiare su costi di lavoro e regolamentazione.
I neoliberisti sostengono che la Russia debba privatizzare per coprire il deficit di bilancio. Il debito pubblico russo è solo il 17% rispetto al PIL. Secondo le misure ufficiali, il debito federale degli Stati Uniti è 104% rispetto al PIL, 6,1 volte superiore a quello della Russia. Se venisse misurato in termini reali corretti, sarebbe 185% rispetto al PIL.
Secondo logica, se il massiccio debito del governo USA non è un problema, anche il piccolo debito russo non lo è.
L’articolo di Berke è parte dello sforzo per truffare la Russia, convincendone il governo che la sua prosperità dipende da affari (sfavorevoli) con l’Occidente. Fino a che gli economisti neoliberisti della Russia la penseranno così, la truffa ha possibilità di successo.
Un’altra falsità è la convinzione che la privatizzazione porti capitale. Questa illusione ha portato il governo russo a girare oltre il 20% della propria compagnia petrolifera a proprietà straniere. L’unica cosa che la Russia ha raggiunto da questo errore strategico è stata quella di consegnare il 20% dei propri profitti da petrolio in mani straniere. In cambio di un pagamento una tantum, la Russia ha dato via in perpetuo il 20% dei propri profitti petroliferi.
Per ripeterci, la più grande minaccia che la Russia deve affrontare non sono le sanzioni, ma l’incompetenza dei propri economisti neoliberisti, ai quali è stato accuratamente fatto il lavaggio del cervello per servire gli interessi degli Stati Uniti.
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