Di Claudio Martinotti Doria
Il 19 aprile 2010 si è svolto ad Alessandria un Forum sulla valorizzazione del Monferrato, voluto dalla CRAL (Cassa di Risparmio di Alessandria, banca di proprietà milanese), nel quale praticamente i monferrini sono stati esclusi, salvo pochi invitati per i loro ruoli istituzionali.
Finché sul Monferrato continueranno a parlare persone non competenti a livello storiografico, culturale, geografico, ambientale, ecc. ed estranee al suo contesto sociale ed umano, emergeranno solo frazioni di verità, faziosità, strumentalizzazioni, mistificazioni, disinformazioni, ecc. come quelle emerse al Forum di Alessandria di lunedì scorso, come bene riportato dai giornali locali, in particolare da "Il Monferrato".
Alcune sono sortite frutto di banalizzazioni, profonda ignoranza del Monferrato e protervia professionale e politica ed un certo parassitismo di approccio e procedurale.
Il rimedio è uno solo, e sarebbe meglio che fosse capito dal maggior numero possibile di persone, soprattutto giornalisti e politici: FINCHE' SARA' LA SOLA PROVINCIA DI ALESSANDRIA E LA CRAL AD OCCUPARSI DEL MONFERRATO NON POTRANNO CHE SPRECARE RISORSE ED ARRECARE GRAVI DANNI AL TESSUTO SOCIALE ED ALLA SUA COESIONE, provocando reazioni negative nella società civile monferrina, che col tempo inevitabilmente diverranno irreversibili e quindi irrimediabili, fomentando malumori e diffidenze.
Il vero atteggiamento campanilistico è quello di pretendere di rappresentare e gestire il Monferrato senza farne parte, senza averlo coinvolto e senza alcuna legittimazione storico culturale e sociale. Quindi inviterei ad evitare di abusare delle parole e delle responsabilità, continuando ad attribuire impropriamente ai monferrini un presunto "campanilismo", che secondo questi "superesperti" sarebbe la causa di tutti i loro mali. Il campanilismo che esiste in Monferrato è fisiologico, lo si può riscontrare ovunque in Italia, a livelli anche maggiori. Il campanilismo attribuito soprattutto ai casalesi è funzionale ai manovratori finanziari dell'appropriazione indebita del Monferrato per autolegittimarli nel cercare di conseguire i loro obiettivi espropriativi. Che poi non rappresenta altro che l'applicazione della legge del più forte (in questo caso "finanziariamente").
Il Monferrato Storico non può essere rappresentato e tanto meno gestito dalla sola provincia di Alessandria.

Concludo constatando che la disinformazione sul Marchio Territoriale del Monferrato ha dell'incredibile. Quasi in ogni occasione in cui si parla di valorizzare il Monferrato viene fuori qualcuno con la proposta di adottare un marchio identificativo del Monferrato. E' dal 1998 che il marchio del Monferrato è depositato alla CCIAA su proposta dell'allora GAL del Basso Monferrato, posto a disposizione del territorio.
Prima di intervenire pubblicamente occorrerebbe fare lo sforzo di documentarsi … in quanto di solito c'è sempre qualcuno che l'idea l'ha avuta prima, ma semplicemente la politica non l'ha attuata, e quindi è in una specie di limbo da cui recuperarla ... Una maggiore attenzione alle istanze della società civile renderebbe più umili ed eviterebbe perdite di tempo e spreco di risorse.
Scusate la brevità con cui ho affrontato argomenti così importanti, strategici, essenziali per il futuro dell'intero Monferrato, ma ci sarebbe da intervenire ogni giorno alle sconcezze cui assisto o di cui vengo posto a conoscenza, e manca il tempo materiale, la degenerazione sociale ed istituzionale è così diffusa che ormai le proprie energie sono dissipate nel tentativo di contenerne gli effetti deleteri, in una sorta di difesa permanente ...
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