Omicidio Pamela, Meluzzi: "Orrore importato con i barconi. Questa immigrazione è una catastrofe"
"Mattanze simili in Nigeria sono la normalità. Una massa di 650.000 disperati provenienti dall'Africa creano un problema di ordine pubblico insormontabile. Diventeremo come Lagos, dove per rubarti un orologio ti tagliano il braccio con un machete"
Meluzzi, la procura si affretta a smentire la tesi dei riti della mafia nigeriana collegati alla mattanza di Pamela.
In Nigeria gli omicidi sono quasi tutti rituali. Ed è paradossale affermare che gli indagati non avessero nulla a che fare con la mafia nigeriana. Fosse così, per certi versi sarebbe ancora più grave: vorrebbe dire che è sufficiente essere nigeriani non mafiosi per commettere un omicidio rituale, perché di questo si tratta. In ogni caso, è impossibile fare lo spacciatore nigeriano a Macerata senza far parte della mafia nigeriana: non penso che l’eroina se la procurassero al supermercato, è evidente che il rifornimento di uno spacciatore al minuto nigeriano non può che avvenire dalla mafia nigeriana, come racconta la Direzione investigativa antimafia. Sarebbe come dire che è possibile fare l’usuraio a Corleone senza essere della mafia.
Sulla portata di questa mafia “d’importazione” vige una sorta di tabu mediatico? È in atto una sottovalutazione del fenomeno?
Il martirio della povera Pamela è servito a puntare un faro sul terrore che suscita la presenza della mafia nigeriana in Italia. Stiamo parlando di un sodalizio criminale che gestisce in sostanziale monopolio lo spaccio di droghe pesanti al minuto, quindi la prostituzione minorile, il racket, le truffe online e l’accattonaggio capillare fuori da negozi e supermercati: coloro che fanno l’elemosina a questi personaggi, in grado di incamerare anche 100 euro al giorno di cui trattengono pochi spiccioli, sappiano che quel denaro viene spedito in Nigeria per essere reinvestito in droga e armi. Il martirio di Pamela è la punta dell’iceberg dell’orrore. Sulla crescita esponenziale di questa forma di criminalità nel nostro Paese ci sono le dichiarazioni dell’ex procuratore nazionale antimafia Roberti, secondo il quale la mafia nigeriana è la più pericolosa e aggressiva al mondo e ricorre a riti sacrificali. E noi tutto questo l’abbiamo importato con i barconi. Di fronte a un quadro simile, il grado di coinvolgimento degli indagati nella mafia nigeriana o il tasso di ritualità e di cannibalismo nella vicenda di Pamela, diventano, per assurdo, quasi aspetti secondari.
Lei si è chiesto perché le associazioni e le icone antimafia non si mobilitano.
Associazioni antimafia e intellettuali non paiono particolarmente attivi nelle operazioni di denuncia civile. Vorrei che Libera, Saviano, don Ciotti, Caselli si occupassero di questa terrificante mafia del futuro con la stessa attenzione con la quale si sono dedicati alle mafie del passato e del presente. Mi aspetto di vedere manifestazioni e presidi di Libera in questo senso. Forse non è ancora successo per una preoccupazione che attiene al politicamente corretto: il timore di apparire razzisti. Non vorrei che dietro questo pregiudizio antirazzista si nascondesse l’ebetismo. Siamo di fronte a una vera minaccia per la sicurezza nazionale.
Inizialmente è stata accreditata l’ipotesi che Pamela non fosse stata ammazzata, ma “solo” occultata e vilipesa e che quindi i responsabili di questo orrore non fossero assassini.
Pareva ci fosse la volontà, non so se dichiarata o supposta, di far passare questo orrore come l’incidente di percorso di una tossica che muore per overdose in una casa, con un tale che essendosi spaventato cerca di occultare il cadavere. C’è stato il tentativo di derubricare questa vicenda terrificante, questo reato collettivo di probabile stupro e di omicidio con scempio del cadavere, a incidente di percorso. Ma i fatti, come diceva Lenin, hanno la testa dura.
Lei un anno fa a Matrix parlò proprio dei rischi legati a una deriva di tipo nigeriano a causa dell’immigrazione massiva.
Dissi che 650.000 disperati in Italia, provenienti dall’Africa subsahariana, creano un problema di ordine pubblico insormontabile. Se non si corre ai ripari, tra un anno la situazione sarà totalmente ingovernabile. Anche perché gli sbarchi sono ripresi massicciamente. E buona parte di chi arriva proviene dalla Nigeria, piaccia oppure no. Dobbiamo aspettarci un’Italia che assomiglierà sempre di più a Lagos, dove se devono rubarti un orologio, ti tagliano il braccio con un machete. O a Benin City, dove i riti voodo di mangiare i cuori sono quotidiani. Mattanze come quelle di Pamela, da quelle parti, rientrano nella normalità. Ma questo non si deve dire, il mainstream cerca di mettere il silenziatore. L’irresponsabilità delle èlite è terrificante, addirittura autodistruttiva, fatico persino a spiegarmela: “Dio fa diventare pazzi coloro che vuole distruggere”, spero che questo non lo si debba dire del mio amato Paese.
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