L’Egitto volta le spalle agli USA e si schiera con la Russia e la Siria
In questo senso, il giornale israeliano “The Jerusalem Post” scrive che la decisione dell’Amministrazione statunitense di annullare parte del suo aiuto finanziario all’Egitto e di sospendere un’altra parte del debito verso il Cairo, per causa della mancanza di progressi nei “diritti umani”, ha fatto infuriare il Governo del Cairo. Il giornale afferma che l’Egitto si sente di nuovo insultato e tradito dall’atteggiamento statunitense. I partiti politici egiziani i parlamentari e gli analisti hanno manifestato la loro protesta contro la decisione statunitense.
Non si conosce che cosa abbia motivato la decisione degli Stati Uniti. Ci si domanda se sia stata una decisione presa ad un livello inferiore dell’Amministrazione USA senza pensare alle sue implicazioni strategiche, se la Casa Bianca sia stata informata di un cambiamento contrario alla politica del Presidente. Risulta certo che questa decisione si riferisce alla legge che sospende gli aiuti militari ai paesi responsabili di violazioni dei diritti umani.
Tuttavia è noto che la decisione finale risale al Segretario di Stato che può decidere quando applicare questa legge. Potrebbe esssere questa una mossa che potrebbe “svergognare” il Presidente e agire contro la sua politica? Rientra forse nel conflitto interno in corso a Washington? Queste le domande che si pone il Jerusalem Post.
Tuttavia l’Egitto già da tempo aveva deciso che era arrivato il momento di avvicinarsi alla Russia piuttosto che confidare negli Stati Uniti.
L’Egitto è il più popoloso ed influente Stato arabo che dispone del maggiore Esercito nella regione. Si tratta di uno stato a maggioranza sunnita che dovrebbe essere il paese leader in una coalizione antiterrorista, visto che il terrorismo islamista ha colpito più volte l’Egitto nel Sinai ed al Cairo. Tuttavia l’Egitto si è tirato fuori dalla coalizione promossa dall’Arabia Saudita dei paesi sunniti contro l’Iran e l’avvicinamento alla Russia comporterà inevitabilmente un avvicinamento anche all’Iran ed alla Siria, stretti alleati di Mosca nel conflitto siriano.
Pochi giorni dopo della visita del genero e consigliere di Donald Trump, Jared Kushner, che non è stata considerata benvenuta dai funzionari egiziani, Alexei Lijachev, direttore generale della russa Rosatom, ha viaggiato al Cairo dove ha definito e sottoscritto l’accordo iniziale del 2015 relativo alla costruzione di una centrale nucleare con quattro reattori in Egitto per il 2022.
Il Cairo sta cercando di allinearsi alle posizioni di Mosca rispetto alla Siria e sta aiutando la Russia a recuperare la sua influenza in Libia . Inoltre l’Egitto sta cercando di fortificare le sue relazioni con la Cina, avvisando che la nuova Amministrazione statunitense non sembra voler chiarire in quale direzione andare. Questa non è una buona notizia per Israele, conclude l’articolo del The Jerusalem Post .
Il presidente egiziano Al SIsi e la delegazione dei ministri che lo accompagnava hanno viaggiato in Cina per assistere al vertice del gruppo dei Brics e in quella sede sono previste riunioni, nel contesto del vertice, con i presidenti della Russia e della Cina. I responsabili egiziani hanno previsto di discutere di varie questioni importanti fra cui la crisi siriana che interessa entrambi i paesi.
Quello che sembra sicuro è che, l’allontanamento dell’Egitto dall’orbita statunitense e saudita per entrare in cooperazione ed alleanza con la Russia, costituisce un ulteriore smacco per la diplomazia e per la strategia degli USA in Medio Oriente. Israele ne è consapevole ed inizia a preoccuparsi dei riflessi che questo potrebbe avere sulla propria situazione, già delicata dopo la sconfitta subita in Siria della coalizione diretta dagli USA.
Fonti: The Jerusalem Post
Al Manar
Traduzione e sintesi: Luciano Lago
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