Benvenuti nel Blog di Claudio Martinotti Doria, blogger dal 1996


"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", motto dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Pauperes commilitones Christi templique Salomonis

"Ciò che insegui ti sfugge, ciò cui sfuggi ti insegue" (aneddotica orientale, paragonabile alla nostra "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane")

"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è che perdono la salute per fare soldi. E poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere nè il presente nè il futuro. Sono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto."
(Dalai Lama)

"A l'è mei mangè pan e siuli, putòst che vendsi a quaicadun" (Primo Doria, detto "il Principe")

"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci." Mahatma Gandhi

L'Italia non è una nazione ma un continente in miniatura con una straordinaria biodiversità e pluralità antropologica (Claudio Martinotti Doria)

Il proprio punto di vista, spesso è una visuale parziale e sfocata di un pertugio che da su un vicolo dove girano una fiction ... Molti credono sia la realtà ed i più motivati si mettono pure ad insegnare qualche tecnica per meglio osservare dal pertugio (Claudio Martinotti Doria)

Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )

La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria

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Patriă Montisferrati

Patriă Montisferrati
Cliccando sullo stemma del Monferrato potrete seguire su Casale News la rubrica di Storia Locale "Patriă Montisferrati", curata da Claudio Martinotti Doria in collaborazione con Manfredi Lanza, discendente aleramico del marchesi del Vasto - Busca - Lancia, principi di Trabia

Come valorizzare il Monferrato Storico

La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.

Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …

Il regalo di Draghi alle banche europee di 234 miliardi di euro favorirà il collasso sistemico o l'iperinflazione



Come più volte riportato nelle mie newsletter, il sistema oligarchico che regge le sorti del pianeta, in particolare nel mondo occidentale che con il dollaro (seguito dall’euro) domina ancora la finanza, continua a dare un “calcio al barattolo”, cioè a guadagnare tempo producendo tramite le banche centrali denaro creato dal nulla e distribuito alle banche private, che a loro volta lo daranno al loro entourage, agli amici degli amici, cioè a quelli più vicini alla “stampante monetaria”. Denaro non supportato dall’economia reale, quindi fittizio, che dovrà essere rimborsato dal lavoro produttivo che dovrà ancora essere svolto e dagli improbabili consumi. Il problema consiste infatti in questo, il trucco sta tutto qui, queste elargizioni servono per schiavizzare chi lavora veramente e seriamente, chi rischia in prima persona con le proprie risorse, che confluiranno nel sistema bancario truffaldino e criminale messo in piedi da alcuni secoli e perfezionato negli ultimi decenni, in particolare da quando hanno completamente eliminato il gold standard ed aumentato la pressione fiscale. E’ la solita perversa formula dell’incamerare i profitti e socializzare le perdite, del rischiare coi soldi degli altri, del far pagare i danni alla collettività tramite ulteriori tassazioni, dell’impunità garantita agli oligarchi e finanzieri che non pagheranno mai per le loro furfanterie ed incompetenze.  Basterebbe eliminare la riserva frazionaria ed imporre alle banche di rischiare solo con il denaro effettivamente disponibile e concesso consapevolmente dai propri clienti per effettuare investimenti (e non semplicemente depositato), basterebbe prevedere il carcere effettivo per ogni banchiere e finanziere che viola la legge e commette abusi, basterebbe condonare una porzione significativa dei debiti accumulati dagli stati e dai privati (se lo avessero fatto con la Grecia sarebbe stato decisamente meglio) ed ogni problema si risolverebbe. Ma finché la gente sarà tenuta all’oscuro di come funziona il sistema monetario e finanziario, finché il popolo sarà ignorante, il sistema si protrarrà e l’oligarchia ne gioverà, finché non avverrà un collasso provocato da eventi imprevedibili ed incontrollabili, un “battito d’ali di una farfalla” che provocherà una tempesta finanziaria. A quel punto la stampante monetaria non risolverà il problema, avendolo causato, e con il denaro di carta potranno tappezzare le pareti degli uffici e con quello virtuale potranno giocare al poker online … 
Claudio Martinotti Doria



COSA SIGNIFICA IL REGALO DI DRAGHI ALLE BANCHE DI 234 MILIARDI?

“Pioggia di soldi alle banche europee: la Bce stanzia 233,5 miliardi. Le italiane fanno il pieno”: titolo su 24 Ore del 23 marzo.
Testo: “Le banche dell’eurozona hanno chiesto alla Banca centrale europea liquidità per 233,5 miliardi di euro, nella quarta e ultima operazione cosiddetta Tltro-2, che punta a incentivare le banche a impiegare i fondi nell’economia reale. Più di un quarto della liquidità assegnata è andata alle principali banche italiane, che hanno incamerato 62,8 miliardi.

Acquisto di debiti da parte della BCE
Le richieste soddisfatte dalla Bce sono venute da 474 banche e sono andate al di là della maggior parte delle attese dei mercati. Le banche hanno approfittato dell’ultima occasione per ottenere dalla banca centrale fondi a 4 anni a tasso zero, che può diventare addirittura negativo se il volume del credito concesso a imprese e famiglie supererà certi parametri. In tal caso, la Bce potrebbe corrispondere alle banche fino a 40 punti base”.
Vaghezza della neolingua tecnica. In quali casi  la BCE potrà corrispondere alle banche fino a 40 punti base? E cosa sono i punti base?
Anzitutto i punti base:   Mario Draghi darà alle banche un prestito a tasso negativo dello 0,4%.  Il che significa: su  100 euro presi in prestito, la banca non solo non paga interessi, ma riceve 0,40 euro. Su un miliardo di euro, sono 40 milioni. Su cento miliardi,è un regalo di  4 miliardi alle banche.
Perché le banche  italiane si sono affollate agli sportelli di Draghi per prendere i prestiti? Non solo le banche italiane:  474 banche europee. Sono  loro che hanno “chiesto” quei 235 miliardi, “il doppio rispetto alle attese”,  dice  ancora 24 Ore (ma in un altro articolo).
Vediamo di capire. Prendiamo una banca immaginaria, la  CFA,   Credito Facile per gli Amiconi.  Siete piena di  “prestiti non performanti”, ossia crediti che avete fatto  ad amiconi ed anche a non amiconi, e che questi non restituiscono;  anzi, che hanno cessato di “servire”, pagando  almeno la quota d’interessi (sulla quota di capitale da pagare,la banca non si  preoccupa: sono soldi dei depositanti e risparmiatori, mica i suoi).  Prestiti andati a male,  dopo 8 anni di grande depressione ininterrotta non c’è nemmeno da stupirsi.
Ebbene:   voi  banchiere della CFA  andate a portare questi crediti  andati  a male allo sportello di Draghi; Draghi li annusa e dice che, tutto sommato, non puzzano poi tanto. Li  prende  “in pensione”, li parcheggia   nelle sue scritture, e  in cambio apre alla CFA un credito dello stesso ammontare.  Un credito gratuito; anzi più che gratuito, come   abbiamo spiegato.  La CFA beneficia di un tasso negativo di 0,4%. La condizione: che si impegni a prestare a famiglie e imprese (esclusi i prestiti immobiliari, per i mutui-casa), ossia alla produzione e al consumo. E’  quella che nella neolingua si chiama “politica non convenzionale”.


Alessandro Profumo. Da Wikipedia: Nel 2007, con la fusione di Unicredit con Capitalia, Profumo è a capo di uno dei più grandi gruppi bancari d’Europa. Nel 2007 ha avuto un compenso di 9.427.000 euro (oltre ad azioni gratuite per 3,92 milioni) mentre nel 2008 ha rinunciato volontariamente ai bonus per 5,5 milioni di euro scendendo così a 3,48 milioni. Il 21 settembre 2010, Profumo si dimette dalla carica di amministratore delegato di Unicredit  con  una buonuscita di 38 milioni di euro. (Unicredit è quella che ha chiesto a Draghi di più fra le banche italiane: 24 miliardi)Il 18 marzo 2012 i comunisti lo mettono alla  presidenza della  Monte dei Paschi, subentrando a Giuseppe Mussari.  Il 24 luglio 2015, Profumo si dimette dalla carica. Adesso lo hanno messo a capo di Finmeccanica, perché la faccia a pezzi e la svenda a stranieri. 

“Le  italiane, da sole, si sono portate a casa oltre 60 miliardi (più della metà a Intesa e UniCredit), che praticamente equivalgono a quasi un miliardo di potenziali interessi incassati sui quattro anni (lo 0,4% di 60 miliardi è 240 milioni, per quattro anni = 960). Ma la provvista è stata fatta anche in vista di un prevedibile progressivo rialzo dei tassi. Che cambierà la vita a tutti, scrive 24  Ore in un altro articolo ancora. Ma non crediate che le banche francesi siano state da meno.  Dopotutto, BNP Paribas  ha annunciato che chiuderà il 10 per cento delle agenzie e licenzierà di conseguenza. Le banche francesi dovrebbero aver chiesto sui 100 miliardi,   che sono il doppio della precedente elargizione.
Alcune riflessioni si impongono. Come si vede,  non esiste più alcun libero mercato. O almeno: il libero mercato, la concorrenza,   esiste per voi comuni mortali; siete voi che dovete dimostrare alla banca, per avere un fido di 9 mila euro, che come imprenditore avete superato vittoriosamente la competizione straniera,  e nonostante gli ostacoli burocratici della inefficienza pubblica italiana che vi strangola,  state producendo profitti –  con l’export, dato che il mercato interno è fermo e   consuma sempre meno.
Siete voi che dovete dimostrare di avere  “merito di credito”, ossia che la banca  può indebitarvi senza rischi o quasi, perché lo  sapete, il mercato è quello che è, e il denaro “mica è gratis”, il denaro “costa”. Invece a Unicredit, il denaro non costa niente. Anzi, per avere preso in prestito 24,4 mila milioni,   la BCE gli regala lo 0,4.  Ah, ma beninteso, alla condizione che presti a voi, piccolo imprenditore che ha bisogno di “investire per competere  sui mercati mondiali”:
Ma no,  ma no: le  banche si sono riempite di liquidità “in  vista di un prevedibile progressivo rialzo dei tassi. Che cambierà la vita a tutti”,   come prevede (minaccioso)   24 Ore. Insomma hanno solo promesso a  Draghi che presteranno all’economia reale – prometter non costa nulla.
Diciamolo chiaro: tutti quei miliardi di denaro gratis o meno che gratis, non sono  per voi piccoli imprenditori e artigiani, non è per voi  cittadini qualunque. E’, anzitutto, per gli amiconi di Mario Draghi, ossia le banche  – che devono anzitutto estrarre i loro profitti,  anche se l’economia crolla. Lo diciamo con sicurezza, perchè Draghi ha già regalato 400 miliardi alle banche,   senza esito sull’economia reale che è bloccata in tutta europa in una  stagnazione permanente, una disoccupazione altissima dovunque tranne che in Germania, e senza risanare nessuno degli squilibri prodottidallgli intereventi europei.
http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2017-03-22/l-europa-e-l-insostenibile-status-quo-201928.shtml?uuid=AEDEMRr&refresh_ce=1

Serviranno a salvare Montepaschi, Alitalia, eccetera

Poi, s’intende, le banche presteranno a tassi favorevoli: agli Amiconi. Ai complici   con tessera di un noto partito,  alle Coop rosse già esentate fiscalmente, agli amiconi che possono chiedere perché sono grossi e mai restituire perché sono grossi (vedi i grandi debitori di Montepaschi).
Posso addirittura accettare scommesse  che con quel denaro gratuito e falso,  prodotto da Draghi dal nulla, “il governo salverà Alitalia”: questa compagnia  fuori-mercato  il cui  personale è composto di truffatori fancazzisti romaneschi, che abbiamo venduto a Etihad, ma che”il governo” sente il bisogno di salvare – coi soldi di voi contribuenti.
Infatti scrive 24  Ore, in un  ulteriore articolo: Per Alitalia,  sembra dipendere dallo Stato anche il piano (in teoria) privato di salvataggio, che senza una garanzia pubblica scricchiola prima ancora di cominciare”.
Ma che dico? Alitalia soltanto? No, anche Montepaschi sarà salvato (coi suoi complici, debitori insolventi ma importanti, e manipolatori-gestori del noto partito): infatti leggo  sul medesimo articolo di 24 Ore:  “Nonostante tutte le fatiche a mettere d’accordo Bce, Commissione europea e tutto il resto, la ricapitalizzazione pubblica del Monte sembra avvicinarsi.  E lo Stato, come ragionavamo la settimana scorsa, sarà decisivo anche sulle sorti di Mps, Popolare Vicenza e Veneto Banca”. A questo punto, potrà mancare Carige? Certo che no, ve lo posso firmare.
http://marcoferrando.blog.ilsole24ore.com/2017/03/25/alitalia-popolare-vicenza-veneto-banca-mps-bce-carige-questa-settimana-forse-ho-capito-che6/
Dunque, traducendo:   tutto il denaro gratis elargito da Draghi  salverà l’intera cosca dei banchieri  non solo  disonesti, ma incapaci e i loro complici nelle “grandi imprese” (in bancarotta virtuale); insomma  servirà  a mantenere vivo e operante il corrotto, marcio sistema del credito italiota,  coi suoi centri di potere mafiosi e putrefatti,   gestiti dai partiti di governo, che invece sarebbe urgente  smantellare,  sbattendo per giunta  in galera i caporioni tutti. Che, se non altro, sono “fuori-mercato”  per mancanza  del quoziente intellettivo minimo richiesto.
Se l’imprenditore che sollecita un prestito è un Amicone, la Cassa di Credito per Amiconi gli farà un tasso quasi zero, con il denaro sottozero regalatogli dalla BCE.  A tassi alti come al solito, se siete un artigiano o un micro-imprenditore che non viene lodato dai “grandi media”, anonimo strapelato – che  magari chiedete un prestito solo per mettervi in regola con una “normativa” assurda della UE, che vi costa, o  con un adempimento strangolatore della burocrazia regionale o fiscale.
E’ di questo che  parla Gentiloni, quando dice alla UE che “bisogna farla finita con l’austerità”, perché “danneggia l’economia”.  Intende: basta con l’austerità per  Montepaschi e Alitalia e Unicredit, basta con l’austerità per il PD e le sue centrali di collusione,  le sue partecipate,  le  sue regioni sprecatrici e malversatrici.   Persino Schauble  ormai è d’accordo, per salvare la  “Europa”, di far finire la “austerità”. Ossia  a  consentire che il governo italiota faccia un po’ più di debito pubblico..
L’austerità per  voi, continuerà come prima.  Continuerà perché siete, siamo, da quasi un decennio all’interno di una  gigantesca “deflazione da debiti”, da cui non si esce con le  misure di Draghi, ma in  un solo modo:  riducendo i debiti  pubblici e privati.  Tagliando, azzerando nel caso, condonando i  debiti.
Come sempre nella storia, quando si lascia  il sistema bancario senza controllo né regolazione, esso finisce per indebitare tutti e troppo. Pubblici  e privati, i debiti eccessivi si traducono in un prelievo di interessi eccessivi – eccessivi rispetto alle possibilità del sistema economico reale e  produttivo. I privati  tendono quindi a indebitarsi di meno, e  le imprese s’indebitano di meno perché calano i consumi, è la deflazione da debiti.  Con aumento esponenziale dei debiti pubblici, che invece non si riducono; a quel punto i creditori esigono “austerità”, ossia tagli alle spese pubbliche utili (quelle che garantiscono  l’istruzione che rende i lavoratori più produttivi,le previdenze sociali, la salute dei lavoratori), consentendo le spese  pubbliche inutili e dannose  – un tempo, le guerre, oggi le cosche oligarchiche.

Azzerare il debito: la sola soluzione, che non prenderà.


Persino il  codice di Hammurabi,   1792 avanti Cristo, aveva capito che per rimettere in moto un’economia incagliata bisognava annullare i debiti dei poveri e delle vedove; che questo dove ordinarlo l’imperatore con un atto d’imperio, perché gli usurai  per sé non volevano continuare a  recuperare i loro crediti anche a costo di rendere schiavi i debitori, le loro donne e bambini, insomma a rendere schiava l’intera umanità. Anzi ci sono indizi  di annullamento del debito risalenti al 2400 a.C. ossia seicento anni prima di Hammurabi, ordinati dalla città stato sumera di Lagash. Di lì la Bibbia ebraica ha tratto l’istituto del Giubileo, ossia del condono periodico dei debiti – il che è tutto dire: persino i giudei avevano capito che  i creditori non venivano rovinati dal condono – per quanto strillassero che sì, sarebbero falliti – ma ne avrebbero  beneficiato dalla rimessa in moto dell’economia paralizzata.

Denaro falso per tutti”.
Tutto ciò è noto da millenni. Ma creditori non ne prendono atto. E quando hanno il potere assoluto, come oggi, e non hanno sopra di sé un imperatore che  azzeri i debiti per imperio,  fanno quello che fa Draghi: creano denaro dal nulla e se lo regalano fra loro. Per far durare la finzione che i  debitori non siano falliti, che il problema di insolvenza generale   da loro creato sia, invece, un problema di mancanza momentanea di liquidità, e che presto si tornerà alla “normalità”; ad aumentare i tassi primari sul quel denaro che non costa alcuna fatica a loro perché Draghi lo crea dal nulla…Ma per voi no. Voi dovete credere che il denaro “costa”,   che non potete averlo se non “lavorando” e “competendo” coi mercati mondiali.  Se no  chiedereste anche voi denaro gratis, e sarebbe l’inflazione.
Ed ha ragione, in fondo. Perché chi chiede denaro gratis come lo hanno le banche, chiede  “denaro falso per tutti” e non la fine del denaro falso che lo ha mandato in rovina.

Tassi d’indebitamento delle famiglie, in percentuale  al reddito disponibile (noi italiani stiamo relativamente meglio.  Un relativo che sta sparendo).  
Perché, attenzione, le banche hanno ricevuto  235 miliardi da Draghi, gratis – però ancora pur sempre a prestito.  Lo dovranno restituire in  quattro anni, dopo aver scremato i propri profitti e quelli degli Amiconi.
E’ un punto essenziale per spiegare la rovina che questo porta a noi persone normali, e che non tutti capiscono.
Diciamo: fino a quando una banca devasta i risparmi dei suoi depositanti,  sprecandoli e prestandoli ad Amiconi che non li restituiscono, o al “governo”   comprando il  debito pubblico, è relativamente poco male: perché distrugge e spreca denaro già  messo da parte, che esiste realmente; se insomma il prestito va a male, distrugge “il passato”. Ma se  il  credito è accordato con denaro fittizio – denaro ancora inesistente , ma di cui il banchiere centrale (l’Usuraio Onnisciente)  pensa che esisterà in futuro, perché i debitori lavorando riempiranno quel debito di vera ricchezza – se il prestito va a male, è l’avvenire che viene distrutto.  
E’ il futuro che ci stanno distruggendo.   L’hanno impegnato.  Il collasso diventa buco-nero. Adesso ci pendono sulla testa 235 miliardi di buco nero, di denaro che  non esiste. O il collasso, o l’iper-inflazione devastatrice  sono le alternative.  Grazie Draghi, non a caso Venerato Maestro per tutti i media e i politici.

La verità nascosta per 70 anni è ora che venga a galla: saccheggi e stupri delle truppe francesi in Italia




La lettura di questo esaustivo articolo di storia contemporanea che vi propongo è a dir poco raccapricciante ed angosciante, suscita emozioni devastanti. L’argomento trattato è di quelli che raramente vengono affrontati se non minimizzandoli, nonostante siano passati settant’anni dagli avvenimenti descritti, perché rimossi anche dalla storiografia per motivi di convenienza politica e di pusillanimità. Si parla delle truppe coloniali francesi capeggiate dal generale Juin che nel ’43/44 hanno compiuto numerosi crimini di guerra in Italia, prevalentemente stupri di massa, ma anche saccheggi, violenze e devastazioni gratuite, comportamenti aberranti peggiori di quelli nazisti e con ripercussioni ancora più gravi per le decine di migliaia di vittime sopravvissute (molte sono state uccise dopo gli stupri, altre si sono suicidate successivamente) che hanno avuto la vita rovinata per sempre.
Gravissime le responsabilità dei comandanti e politici francesi che sono rimasti impuniti e senza nessuna conseguenza neppure alla reputazione e carriera, anzi ne hanno tratto vantaggi.
Il tutto con l’aggravante che i francesi in massima parte sono stati pure collaborazionisti dei nazisti, per parecchi anni, e sono stati ritenuti alla fine della guerra come alleati da tutto l’Occidente, e trattati da potenza vincitrice, alla pari di Inghilterra e Stati Uniti, un trattamento assolutamente discriminatorio rispetto a quello riservato all’Italia, che dal settembre ’43 aveva firmato l’armistizio e combattuto a fianco delle truppe alleate, ma fu sempre trattata con diffidenza e pregiudizio, considerata come nazione nemica e sconfitta. Se vi furono voltafaccia ed ambiguità italiche, ve ne furono altrettante e forse anche più gravi da parte francese, ma soprattutto nessuna violenza nazifascista è paragonabile a quella esercitata dai francesi durante la guerra in Italia, ed il fatto che su di essa sia sceso il silenzio mediatico e storiografico è di una gravita inaudita che grida vendetta al cielo. Sebbene siano trascorsi settant’anni è doveroso almeno divulgare questi avvenimenti ed inchiodare moralmente i francesi alle loro responsabilità ed affermare il diritto degli italiani ad additarli come colpevoli per i crimini commessi in quel periodo e considerarli peggiori dei nazisti per i loro aberranti comportamenti bellici, che hanno nascosto e persino negato, cercando di minimizzarne la gravità. Oltre ad essere stati considerati degli infami e derisi e denigrati, noi italiani abbiamo anche dovuto subire dai francesi umiliazioni e violenze inaudite, proprio da parte di un popolo che durante la guerra non mi pare si sia distinto in particolari virtù anti-naziste, ma semmai in massima parte collaborazioniste, e quindi avrebbe dovuto essere trattato analogamente al popolo italiano, che quantomeno durante la guerra non hai mai commesso simili atrocità. 
Claudio Martinotti Doria


La verità nascosta delle “marocchinate”, saccheggi e stupri delle truppe francesi in mezza Italia

di Andrea Cionci - 16/03/2017
La verità nascosta delle “marocchinate”, saccheggi e stupri delle truppe francesi in mezza Italia
Fonte: La Stampa
Il fatto che un regista italiano di film porno abbia potuto girare una pellicola hard su una delle pagine più mostruose vissute dalla nostra popolazione civile durante la Seconda guerra mondiale, offre la caratura di quanto questi misfatti siano stati rimossi dalla coscienza morale collettiva. L’episodio del remake porno de La Ciociara di Vittorio De Sica, che ha suscitato un’interrogazione parlamentare e una lettera pubblica al premier Gentiloni, offre piuttosto l’occasione di raccontare, documenti alla mano, tutta la verità relegata per oltre settant’anni nei sotterranei della storia, indicando i numeri reali, i colpevoli e i personaggi di primissimo piano - tra cui lo stesso Charles De Gaulle - che ne furono i diretti responsabili.  

Il film “La ciociara”  

“Marocchinate”: con questo termine si sono tramandati gli stupri di gruppo, le uccisioni, i saccheggi e le violenze di ogni genere perpetrate dalle truppe coloniali francesi (Cef), aggregate agli Alleati, ai danni della popolazione italiana, dei prigionieri di guerra e perfino di alcuni partigiani comunisti. La storiografia tradizionale, le poche volte che ne ha trattato, ha circoscritto questi orrori a qualche centinaio di episodi verificatisi nell’arco di un paio giorni nella zona del frusinate. Le proporzioni, tra numeri e gravità dei fatti, furono di gran lunga superiori. E a breve – lo annunciamo in esclusiva - sarà aperto un procedimento penale internazionale, ai danni della Francia, per iniziativa di un avvocato romano. 

Soldati nordafricani del Cef  

1 Cos’era il CEF  
Nel 1942, gli americani sbarcano ad Algeri e le truppe coloniali francesi del Nord Africa, fino ad allora agli ordini della repubblica filonazista di Vichy, si arrendono senza sparare un colpo. Il generale Charles De Gaulle, fuggito dalla Francia occupata dai tedeschi e capo del governo francese in esilio “Francia libera”, allora, attinge a questo personale militare per creare il Cef: Corp Expeditionnaire Français, costituito per il 60% da marocchini, algerini e senegalesi e per il restante da francesi europei, per un totale di 111.380 uomini ripartiti in quattro divisioni. Vi erano però dei reparti esclusivamente marocchini di goumiers (dall’arabo qaum) i cui soldati provenivano dalle montagne del Riff ed erano raggruppati in reparti detti “tabor” in cui sussistevano vincoli tribali o di parentela diretta. Erano in tutto 7.833, indossavano il caratteristico burnus arabo, vestivano una tunica di lana verde a bande verticali multicolori (djellaba) e sandali di corda. Erano equipaggiati non solo con le armi alleate (mitra Thompson cal. 45 mm e mitragliatrice Browning 12.7 mm) ma anche con il tipico pugnale ricurvo (koumia) con il quale, secondo una loro antica usanza, tagliavano le orecchie ai nemici uccisi per farne collane e ornamenti (in particolar modo i tedeschi ne fecero le spese). Il loro comandante era l’ambizioso generale Alphonse Juin, nato in Algeria che, da collaborazionista dei nazisti, era passato alle dipendenze di De Gaulle.  

2 Primi impieghi, prime violenze  
Gli stupri delle truppe marocchine cominciano già nel luglio ’43, con lo sbarco alleato in Sicilia. Gli 832 magrebini del 4° tabor aggregato agli americani che sbarcano a Licata, compiono saccheggi e violentano donne e bambini presso il paese di Capizzi, vicino Troina. Come riporta lo storico Michelangelo Ingrassia, i siciliani reagirono uccidendone alcuni con doppiette e forconi.  



Il 16 maggio 1944, a Polleca, De Gaulle, con il generale Juin, quarto da sinistra. In secondo piano, in borghese, il Ministro della Guerra  

3 I marocchini aggirano Cassino risalendo i monti  
Come noto, gli Alleati, risalendo l’Italia senza troppe difficoltà, si impantanarono a Cassino, sulla Linea Gustav, dove i tedeschi opponevano una tenacissima resistenza. Fu il generale Juin, sin dall’inizio, a proporre ai colleghi statunitensi Clark e Alexander l’aggiramento del caposaldo nemico. Dopo tre battaglie sanguinosissime e prive di risultato gli Alleati avallarono la proposta di Juin il quale aveva scoperto che il monte Petrella, a est di Cassino, era stato lasciato parzialmente sguarnito dai tedeschi. In quelle zone, solo le sue truppe marocchine di montagna avrebbero potuto farcela. Infatti, con l’operazione “Diadem” (l’ultimo assalto collettivo degli Alleati) i goumiers riuscirono a sfondare la Linea Gustav e, attraversando l’altipiano di Polleca, si lanciarono verso Pontecorvo.  

Kesselring, comandante tedesco in Italia, per tamponare lo falla, inviò i suoi Panzegrenadieren insieme a reparti italiani della Rsi, (Gnr di Frosinone) i quali, dopo accaniti combattimenti, dovettero soccombere. E’ accertato che gli ultimi soldati tedeschi rimasti a Esperia si suicidarono gettandosi da un burrone per non finire decapitati come altri loro commilitoni catturati. Questo avveniva mentre i marocchini cominciavano a violentare moltitudini di donne, uomini e bambini sull’altopiano di Polleca. 


Il generale Alphonse Juin  

4 La popolazione non comprende il pericolo  
Sebbene siano conosciuti i manifesti della propaganda fascista (alcuni disegnati da Gino Boccasile) che mettevano generalmente in guardia la popolazione dalle truppe di colore alleate, il partigiano e storico ciociaro Bruno D’Epiro racconta che già prima della battaglia di Esperia un ricognitore tedesco aveva lanciato sui monti Aurunci volantini che incitavano la popolazione a fuggire dalle prevedibili violenze delle truppe nordafricane. Molti bambini furono evacuati dalla Guardia Nazionale Repubblicana e inviati nelle colonie di Rimini, ma la maggior parte della popolazione ciociara, stanca della guerra, si limitò ad aspettare, con rassegnato distacco, il passaggio dei liberatori. Scriveva Renzo De Felice che “l’8 settembre aveva fatto perdere agli italiani qualsiasi volontà di partecipare attivamente alle vicende belliche”. Alberto Moravia, all’epoca sfollato nel frusinate, ne “La Ciociara”, descrive bene questo sentimento di rassegnata apatia facendo dire alla protagonista: ”Per noi bisogna che qualcuno vinca sul serio, così la guerra finisce”. 

5 Comincia l’inferno  
Alla ritirata dei nazifascisti, vari paesi della Ciociaria vennero occupati dai franco-coloniali del Cef. Questo fu l’inizio di un assurdo calvario. Ad Ausonia decine di donne furono violentate e uccise, e lo stesso capitò agli uomini che tentavano di difenderle. Dai verbali dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra risulta che anche “due bambini di sei e nove anni subirono violenza”. A S. Andrea, i marocchini stuprarono 30 donne e due uomini; a Vallemaio due sorelle dovettero soddisfare un plotone di 200 goumiers; 300 di questi invece, abusarono di una sessantenne. A Esperia furono 700 le donne violate su una popolazione di 2.500 abitanti. Anche il parroco, don Alberto Terrilli, nel tentativo di difendere due ragazze, venne legato a un albero e stuprato per una notte intera. Morirà due anni dopo per le lacerazioni interne riportate. A Pico, una ragazza venne crocifissa con la sorella. Dopo la violenza di gruppo, verrà ammazzata. A Polleca si erano rifugiati circa diecimila sfollati, per lo più donne, vecchi e bambini in un campo provvisorio. Qui si toccò l’apice della bestialità. Luciano Garibaldi scrive che dai reparti marocchini del gen. Guillaume furono stuprate bambine e anziane; gli uomini che reagirono furono sodomizzati, uccisi a raffiche di mitra, evirati o impalati vivi. Una testimonianza, da un verbale dell’epoca, descrive la loro modalità tipica: “I soldati marocchini che avevano bussato alla porta e che non venne aperta, abbattuta la porta stessa, colpivano la Rocca con il calcio del moschetto alla testa facendola cadere a terra priva di sensi, quindi veniva trasportata di peso a circa 30 metri dalla casa e violentata mentre il padre, da altri militari, veniva trascinato, malmenato e legato a un albero. Gli astanti terrorizzati non potettero arrecare nessun aiuto alla ragazza e al genitore in quanto un soldato rimase di guardia con il moschetto puntato sugli stessi”. Riportiamo solo alcune di queste atrocità per fornire un’idea di massima.  

Civili in Ciociaria  

6 Malattie veneree, orfani e suicidi  
I comuni coinvolti nel Lazio furono anche Pontecorvo, Campodimele, S. Oliva, Castro dei Volsci, Frosinone, Grottaferrata, Giuliano di Roma e Sabaudia. Migliaia furono le donne contagiate da sifilide, blenorragia e altre malattie veneree, e spesso contagiarono i loro legittimi mariti. Così come migliaia furono quelle ingravidate: il solo orfanotrofio di Veroli, accoglieva, dopo la guerra, circa 400 bambini nati da quelle unioni forzose. Molte delle donne “marocchinate” furono poi scansate dalla comunità, a causa dei pregiudizi di allora, ripudiate dalle famiglie e, a centinaia, finirono suicide o relegate ai margini della società. Una scia di sofferenze fisiche e psicologiche, quindi, che si trascinò per decenni.  


7 Colpevoli anche i soldati francesi bianchi  
Non solo truppe di colore. Da documenti dell’Archivio Centrale dello Stato, risulta che anche i francesi bianchi parteciparono alle violenze: a Pico furono, infatti, violentate 51 donne (di cui nove minorenni) da 181 franco-africani e da 45 francesi bianchi. Dato questo episodio e considerando che francesi europei costituivano il 40% di tutto il Cef, risulta limitativo addossare la responsabilità delle violenze ai soli goumiers marocchini. Anche gli americani sapevano di questi fatti: solo in un paio di casi tentarono debolmente di frenare i goumiers. Scrive Eric Morris in “La guerra inutile” che, ancora vicino a Pico, gli uomini di un battaglione del 351° fanteria americana provarono a fermare gli stupri, ma il loro comandante di compagnia intervenne e dichiarò che “erano lì per combattere i tedeschi, non i goumiers”. 

8 I comandanti non intervengono, fino in Toscana  
Massimo Lucioli, co-autore, insieme a Davide Sabatini, del primo completo studio sulle marocchinate “La ciociara e le altre” (1998), spiega: “Dato il coinvolgimento dei bianchi, non presenti nei reparti goumier, si può affermare che i violentatori si annidavano in tutte e quattro le divisioni del Cef. Forse anche per questo, gli ufficiali francesi non risposero ad alcuna sollecitazione da parte delle vittime e assistettero impassibili all’operato dei loro uomini. Come riportano le testimonianze, quando i civili si presentavano a denunciare le violenze, gli ufficiali si stringevano nelle spalle e li liquidavano con un sorrisetto”. Questo atteggiamento perdurò fino all’arrivo in Toscana del Cef. Qui ricominciarono le violenze a Siena, ad Abbadia S. Salvatore, Radicofani, Murlo, Strove, Poggibonsi, Elsa, S. Quirico d’Orcia, Colle Val d’Elsa. Perfino membri della Resistenza dovettero subire gli abusi. Come testimonia il partigiano rosso Enzo Nizza: ”Ad Abbadia contammo ben sessanta vittime di truci violenze, avvenute sotto gli occhi dei loro familiari. Una delle vittime fu la compagna Lidia, la nostra staffetta. Anche il compagno Paolo, avvicinato con una scusa, fu poi violentato da sette marocchini. I comandi francesi, alle nostre proteste, risposero che era tradizione delle loro truppe coloniali ricevere un simile premio dopo una difficile battaglia”. 

9 50 ore? Il proclama di Juin  
Infatti, un comunicato attribuito al generale Juin ai suoi uomini, recita: ““Soldati! Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete questa battaglia. Alle spalle del nemico vi sono donne, case, c’è un vino tra i migliori del mondo, c’è dell’oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Dovrete uccidere i tedeschi fino all’ultimo uomo e passare ad ogni costo. Quello che vi ho detto è promesso e mantengo. Per cinquanta ore sarete i padroni assoluti di ciò che troverete al di là del nemico. Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che prenderete”. L’autenticità di questo proclama è stata spesso messa in dubbio, ma Juin, come si legge nei trattati giurisprudenziali dell’epoca, poteva riferirsi legittimamente a una antica norma del diritto internazionale di guerra che prevedeva il “diritto di preda bellica”, tra cui lo stupro. Tant’è che le vittime furono, in fretta e furia, dopo la guerra, risarcite con minimi compensi economici solo attraverso un procedimento amministrativo, invece che dopo un regolare processo penale. Gli indennizzi furono erogati prima dai francesi e poi dallo Stato italiano. Con ottime probabilità, il proclama di Juin è, quindi, da ritenersi autentico.  

Secondo Lucioli, questo discorso fu poi diffuso ad arte per limitare nello spazio-tempo le violenze che, de facto, durarono ben più di 50 ore: dal luglio ’43 all’ottobre ’44 quando i franco-coloniali lasciarono l’Italia e si imbarcarono per la Provenza ancora occupata dai nazisti. Solo nell’imminenza del ritorno in Francia, alcuni dei violentatori furono puniti. Un partigiano della brigata rossa “Spartaco Lavagnini” ricorda: “Sei marocchini vennero fucilati sul posto perché avevano violentato una donna. Il capitano (francese n.d.r.) ebbe a dirmi: “Questa gente sa combattere benissimo, però meno ne riportiamo in Francia, meglio è”. Poco prima che i marocchini toccassero il suolo provenzale, i loro comandanti, quindi, avevano deciso di riportarli severamente all’ordine tanto che non si registrarono mai violenze ai danni di donne francesi. Una volta in Germania meridionale, invece, potranno dare nuovamente sfogo ai loro istinti sulle donne tedesche, come riportano alcuni recenti studi. Segno, quindi, che le efferatezze di queste truppe avrebbero potuto essere certamente controllate e disciplinate.  

Un reparto di Goumiers marocchini  

10 Le responsabilità di De Gaulle  
Un fenomeno di queste dimensioni che si è protratto per dodici mesi, in mezza Italia, che ha interessato un numero elevatissimo di persone, non poteva essere sottaciuto o nascosto ai comandanti. “E’ evidente – continua Lucioli - che vi sono responsabilità a livello gerarchico-militare e politico mai indagate. Innanzitutto, i generali di divisione del CEF : Guillaume, Savez, de Monsabert, Brosset e Dody i quali, non solo non hanno impedito le violenze, ma le hanno incentivate: prima dell’attacco in Ciociaria, infatti, le truppe coloniali erano state tenute consegnate in recinti di filo spinato, lontano dai loro bordelli, evidentemente, per aumentarne l’aggressività. Ma il principale responsabile della barbarie è da ricercarsi, per un principio di responsabilità gerarchica, nel comandante in capo di Francia libera, Charles De Gaulle, che – è provato – durante il culmine delle violenze, si trovava, insieme al suo Ministro della Guerra André Diethelm, proprio a Polleca presso il casolare del barone Rosselli, eletto a quartier generale avanzato del Cef. Vi sono fotografie inoppugnabili e anche un suo discorso che tenne, in loco, in quei giorni. Le violenze accadevano, quindi, sotto ai suoi occhi”.  


Va anche ricordato che, quando alcuni marocchini a Roma violarono due donne e le gettarono poi da un treno in corsa, uccidendole, l’”Osservatore romano” e “Il Popolo” aprirono una accesa polemica, denunciando chiaramente le violenze che si verificavano ovunque i marocchini si fossero accampati. A questi rispose il giornale delle truppe francesi in Italia “La Patrie”, minimizzando l’accaduto. Ancora una volta, quindi, De Gaulle non poteva non sapere. Impossibile pensare, anche, che i comandanti alleati ignorassero quegli eventi. 

11 I numeri delle vittime  
Emiliano Ciotti, presidente dell’Associazione Vittime delle Marocchinate, fornisce i numeri di questo massacro: “Nella seduta notturna della Camera del 7 aprile 1952 la deputata del PCI Maria Maddalena Rossi denunció che solo nella provincia di Frosinone vi erano state 60.000 violenze da parte delle truppe del generale Juin. Dalle numerose documentazioni raccolte oggi possiamo affermare che ci furono 20.000 casi accertati di violenze, numero del tutto sottostimato; diversi referti medici dell’epoca riferirono che un terzo delle donne violentate, che si erano fatte medicare, sia per vergogna o per pudore, preferì non denunciare. Facendo una valutazione complessiva delle violenze commesse dal Cef, iniziate in Sicilia e terminate alle porte di Firenze, possiamo quindi affermare con certezza che ci fu un minimo di 60.000 donne stuprate, ognuna, quasi sempre da più uomini. I soldati magrebini, ad esempio, mediamente violentavano in gruppi da due o tre, ma abbiamo raccolto testimonianze di donne violentate anche da 100, 200 e 300 uomini. Oltre alle violenze carnali , vi furono decine di migliaia di richieste per risarcimenti a danni materiali: furti, incendi, saccheggi e distruzioni”.  


Mezzi tedeschi distrutti sulla strada di Esperia  

12 La rimozione storica  
Nonostante le pubblicazioni del professor Bruno D’Epiro, cittadino di Esperia che fu il primo, a livello locale, a interessarsi in maniera organica a questi misfatti, a parte qualche articolo successivo e qualche raro documentario, la storiografia nazionale ha lasciato pressoché unicamente al film di Vittorio De Sica “La Ciociara”, il difficile ruolo di trasferire al grande pubblico qualcosa sulle marocchinate. Fino agli anni ’90, poi, come scriveva al sindaco di Esperia lo storico belga Pierre Moreau, nulla del genere era mai apparso sulla letteratura storica in lingua inglese, francese e olandese. La memoria di queste aberrazioni è, tuttavia, ancora una ferita aperta nei luoghi che furono colpiti. Nel 1985, a Esperia, fu organizzata una manifestazione di riconciliazione tra tutti i reduci della guerra. Solo i francesi non furono invitati, in quanto espressamente “non graditi”. Il cimitero di guerra di Venafro, che ospita i caduti del Cef, sovente, ancor oggi, vede la propria insegna marmorea imbrattata di vernice da mani ignote.  

13 Il prossimo procedimento legale ai danni della Francia  
L’avvocato romano Luciano Randazzo, già noto per aver fatto riaprire casi riguardanti le Foibe e l’esecuzione di Mussolini, dichiara: “Anni fa assistetti una povera signora che, durante la guerra, era stata “marocchinata” ed ebbi modo di conoscere da vicino quei drammi: era tutta povera gente. Nel 2003, una tv francese mi intervistò, valutando se si potesse intraprendere un’azione legale verso l’Associazione d’arma dei goumiers “Koumia”. Fino ad oggi, cosa ha fatto lo Stato italiano per chiedere i giusti risarcimenti ai francesi? Nulla. Ecco perché, a breve presenterò un ricorso presso il Tribunale Militare di Roma e presso la Corte internazionale, ai danni della Francia”. 

La storia delle marocchinate non è ancora chiusa.

Il mondo marcia verso la guerra e l'opinione pubblica non ne è consapevole

di Claudio Martinotti Doria



Chiunque sia minimamente appassionato di storia non può non rilevare quanto la situazione attuale non sia dissimile da quelle che hanno preceduto le due guerre mondiali che hanno devastato il mondo durante il secolo scorso. Con l’aggravante che ora la forza militare è enormemente superiore a quella di allora, così come la loro proiezione nel mondo, i tempi di risposta e le complicate relazioni di alleanza. I punti focali, cosiddetti “caldi” sono molteplici, almeno una mezza dozzina, non solo nel solito e sempre pericoloso “Medio Oriente”, ma anche nell’Estremo Oriente ed in Europa dell’Est, cioè a pochi chilometri da casa nostra. Impossibile non rilevare che la Diplomazia Internazionale sia sempre meno rilevante ed operativa, come se avesse quasi rinunciato al suo ruolo di mediazione e pacificazione, per dare maggiormente spazio all’azione militare, che inevitabilmente svolge il suo ruolo, almeno a livello di leadership, cioè nelle alte gerarchie, che devono pur giustificare in qualche modo i privilegi di cui godono e dare senso compiuto al loro ruolo, dimostrando di saper agire efficacemente quando occorre, cioè mostrando i “muscoli”. Cosa che per altro stanno facendo anche i politici che governano gli stati più importanti e dotati di eserciti ed armamenti in grado di rivaleggiare tra loro. Una sorta di patetico e tragico machismo, che forse nelle intenzioni vorrebbe solo limitarsi ad un colossale bluff, per indurre l’avversario a desistere ed autolimitarsi, inducendolo ad accettare compromessi che favoriscano gli interessi dei rivali, ma che non può assolutamente garantire che tale strategia possa funzionare ed impedire l’escalation fino a superare certi limiti.
Limiti superati i quali gli incidenti diventano molto probabili, e come ben sappiamo dalla storia, gli incidenti, che siano reali o false flag poco importa, il risultato non cambia, quando tali eventi avvengono, i processi bellici diventano irreversibili e si possono solo contare i danni e non si sa per quanto tempo di protrarranno.
Il rischio di questo gioco perverso, che i neocons americani alimentano consapevolmente e cinicamente ed in troppi si adeguano con diversi gradi di complicità (soprattutto i politici e burocrati occidentali europei, ormai vassalli privi di dignità ed autonomia), è che prima o poi sfoci in una guerra mondiale, che seppur si sforzino di “regionalizzare”, cioè di limitare e quindi non estendere geograficamente, facilmente potrebbe sfuggire loro di mano e deflagrare ben oltre le intenzioni iniziali.
L’alibi è sempre lo stesso, da tempo immemore, esercitare il diritto alla difesa, solo che le intenzioni sono ben altre, perlopiù offensive, ma con l’ipocrisia di voler attribuire sempre agli avversari la responsabilità di aver scatenato il conflitto. Siccome i partecipanti a questo gioco perverso sono troppo numerosi per poterli controllare tutti, prima o poi la tensione provocherà un incidente, è inevitabile.
A quel punto dovrebbe intervenire l’ONU per placare gli animi e risarcire i danni, in una sorta di immediato arbitrato, se non fosse che l’ONU è solo un carrozzone pubblico altamente remunerato e privo della benché minima efficienza ed influenza, per cui non ci sono paracaduti, non ci sono soluzioni.
Forse essere ottimisti in questi frangenti non è frutto di saggezza ma disinformazione, ma è anche difficile fare prevenzione ed agire socialmente con efficacia, possiamo solo cercare di ridurre quantomeno la disinformazione e demistificare la propaganda, di suscitare un legittimo sgomento nell’opinione pubblica, che possa in qualche modo destarsi dall’indifferenza e superficialità che gli fa sottovalutare il pericolo. Sono consapevole che è veramente poca cosa di fronte alle minacce che si stanno sempre più approssimando



E intanto il mondo marcia verso la guerra

Fonte: Sputnik Italia https://it.sputniknews.com/
 

L’Iran ha appena condotto un altro provocatorio test missilistico e gli U.S.A hanno inviato altre truppe in Medio Oriente.

Avevano appena annunciato che l'esercito U.S.A avrebbe inviato dei bombardieri B-1 e B-52 in Corea del Sud come risposta ad altri quattro missili sparati dalla Corea del Nord nei mari vicini alle acque del Giappone; la Cina è furiosa per il fatto che un gruppo di vettori americani abbia appena navigato nelle tanto contestate acque del Mar cinese meridionale. Siamo entrati in una stagione in cui i leader di tutto il mondo sentono il bisogno di sfoderare le sciabole, e molti temono che questo potrà portarci ad una guerra.
Bandiera degli USA
© Foto: Pixabay
 
In particolare, Donald Trump, nei prossimi giorni, sarà passato al microscopio come altri leader mondiali, per comprendere la loro reale determinazione. Trump sarà capace di mostrare di essere un duro senza superare quella soglia che può portare all'inizio di un conflitto vero e proprio?
Gli iraniani hanno fatto titoli sui giornali, giovedì scorso, quando hanno lanciato ancora un altro test balistico, malgrado gli avvertimenti che aveva inviato Trump in più di un'occasione…
"Mentre continua a salire la tensione tra Stati Uniti e Iran, l'agenzia-stampa-semi-ufficiale Tasnim sta segnalando che i guardiani della rivoluzione dell'Iran hanno condotto con successo un altro test con missili balistici Hormuz 2, questa volta sparati da una nave della marina iraniana. Questi ultimi missili sono stati progettati per distruggere bersagli mobili in mare a distanze fino a 300 Km (180 Miglia).

L'Europa a due velocità
© Foto: Pixabay
 
I rapporti sugli ultimi test, dice Amir Ali Hajizadeh, comandante delle forze aerospaziali dell'IRGC, hanno confermato che "Il missile balistico navale chiamato Hormuz 2 ha distrutto con successo un obiettivo a 250 Km di distanza."
Il test missilistico è l'ultimo evento della lunga rivalità che oppone Iran e Stati Uniti dentro e intorno alla stretto di Hormuz, che si trova all'ingresso del Golfo — un corso d'acqua che, nel punto più stretto, è largo meno di 40 km — dove transita il 20% di tutto il petrolio mondiale".
E allora come risponderà Trump a questa provocazione?
Farà degenerare la situazione? Se gli sfuggirà di mano la situazione sembrerà un debole, ma se andrà troppo lontano potrebbe rischiare un conflitto aperto.
In altre parti del Medio Oriente, le cose si stanno già scaldando. Viene riferito che "diverse centinaia di soldati" sono già sul terreno in Siria per sferrare un assalto alla città di Raqqa, e altri 1.000 soldati potrebbero essere inviati — da un giorno all'altro — in Kuwait per unirsi alla lotta contro il Daesh. Segue un estratto da Zero Hedge
Donald Tusk
© Sputnik. Alexey Vitvitsky
 
"Mentre l'amministrazione Trump sta aspettando di decidere se inviare in Kuwait altri 1.000 uomini per combattere il Daesh, stanotte il Washington Post ha scritto che gli USA hanno mandato parecchie centinaia di Marines in Siria per appoggiare le forze alleate locali e riprendere il controllo della roccaforte dello Stato Islamico, Raqqa. Funzionari della difesa hanno detto che servirebbero per stabilire un avamposto da cui poter aprire un fuoco di artiglieria contro le posizioni del Daesh che si trovano a 32 km (20 miglia). Le forze speciali USA già sono arrivate, secondo la BBC per "dare consigli" alle forze democratiche dell'alleanza curdo-siriana (SDF).
Funzionari della difesa hanno detto al Washington Post che i Marines provengono dal 11° Marine Expeditionary Unit di San Diego, e che hanno volato verso il nord della Siria passando per Gibuti e Kuwait. Sono in Siria per creare una batteria di artiglieria che dovrebbe sparare potenti missili da 155 mm da obici del tipo M 777. All'inizio del funzionamento del governo iracheno, lo scorso anno, un'altra unità di spedizione dei marines fece una missione simile, per la riconquista della città di Mosul dal Daesh".
Nel frattempo la Cina sta dando di matto per parecchi motivi. Uno è il fatto che i cinesi sono veramente furiosi perché la Corea del Sud ha permesso agli USA di istallare il sistema di difesa missilistica THAAD sul loro suolo…

Usa, un manifestante protesta contro le attività di spionaggio della NSA.
© AFP 2017/ DPA / FRANK RUMPENHORST
 
"Lunedì sera la Cina si è scagliata contro la Corea del Sud e contro Washington per il dispiegamento di un potente sistema di difesa missilistica noto come Terminal High Altitude Area Defense, o THAAD, presso la base aerea di Osan in Corea del Sud.
Il dispiegamento del THAAD segue diversi test di missili balistici condotti dalla Corea Del Nord negli ultimi mesi, tra cui il lancio di quattro missili — lunedì scorso — di cui tre nel mare al largo delle coste del Giappone. Anche se il THAAD avrebbe aiutato la Corea Del Sud a proteggersi da un attacco missilistico della Corea Del Nord, la Cina ha protestato verbalmente contro questo sistema, sostenendo che sconvolge l'"Equilibrio Strategico" nella regione, perché il suo radar permetterà agli Stati Uniti di rilevare e di mantenere traccia dei missili lanciati dalla Cina".

Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu
© Sputnik. Michael Klimentyev
 
Naturalmente gli Stati Uniti avevano bisogno di fare qualcosa, perché i nordcoreani continuano a sventolare le sciabole, sparando i loro missili balistici verso il Giappone.
Ma una cosa è implementare un sistema di difesa missilistica, ed altra è far volare dei bombardieri nucleari strategici nella regione. Quindi, se i cinesi si sono arrabbiati quando è stato istallato il THAAD, che reazione possono avere nel veder volare dei bombardieri B-1 e B-52 in Corea del Sud?
"All'inizio di questa settimana Kim-grilletto-facile ha sfidato ancora una volta la fortuna quando ha sparato quattro missili balistici nei mari vicino al Giappone.
Ora i capi dell'esercito USA parlano di un programma che prevede bombardieri  B-1 e B-52 — costruiti per trasportare bombe nucleari — in modo da mostrare che l'America ne ha già avuto abbastanza. La Corea Del Sud e gli Stati Uniti hanno iniziato le loro esercitazioni militari annuali Foal Eagle, mandando un forte segnale di avvertimento alla Corea Del Nord.
Un funzionario dell'esercito ha detto che stanno prendendo parte all'operazione 300.000 soldati della Corea Del Sud e 15.000 americani".
L'amministrazione Trump ha dichiarato apertamente che tutte le opzioni "sono sul tavolo" quando si tratta di Corea del Nord, compreso un attacco militare.

Il quartiere generale della NATO a Bruxelles
© AP Photo/ Geert Vanden Wijngaert
 
E' da più di 60 anni, dalla fine della guerra di Corea, che molti hanno questa preoccupazione, ma ora potremmo essere più vicini ad una nuova guerra di Corea di quanto lo siamo mai stati in qualsiasi altro momento.
E, naturalmente, anche il nostro rapporto con la Cina sta scadendo rapidamente. Un'altra ragione per cui i cinesi sono estremamente arrabbiati con l'amministrazione Trump è perché un gruppo di portaerei della Marina degli Stati Uniti guidata dalla USS Carl Vinson ha navigato tra le isole del Mar Cinese Meridionale per le quali la Cina aveva protestato, solo poche settimane fa.
In Cina, i media parlano apertamente della possibilità di una guerra con gli USA per il Mar Cinese Meridionale. La maggior parte degli americani non è nemmeno a conoscenza che il Mar Cinese Meridionale sia un problema internazionale molto serio, ma in Cina, questo è un argomento molto discusso.

Navi iraniane nel porto di Makhachkala
© Sputnik. Said Tsarnaev
 
E l'esercito degli Stati Uniti ha recentemente fatto diverse altre mosse nella regione che hanno fatto arrabbiare i Cinesi
"Anche nel mese di febbraio, gli Stati Uniti hanno inviato una dozzina caccia F-22 Raptor nella base di Tindal AB nel nord dell'Australia, la base aerea militare australiana più vicina alla Cina, per delle esercitazioni di addestramento con gli aerei della coalizione. E' il primo uso di F-22 nel Pacifico.
E se questo non avesse avuto la giusta attenzione da parte del governo vinese, gli Stati Uniti hanno appena testato quattro missili balistici sottomarini Trident II, lanciati durante una esercitazione di guerra nucleare, facendo arrivare questa simulazione fino a 4.200 miglia dalla costa della California, al centro del Pacifico. E' la prima volta in tre anni che gli Stati Uniti hanno condotto test nel Pacifico, e la prima salva con invio di quattro missili, dalla fine della guerra fredda".
Posso capire la necessità di andare lontano, ma alla fine qualcuno potrebbe andare troppo lontano.

Forze militari dell'Italia
© flickr.com/ ResoluteSupportMedia
 
Se conoscete abbastanza il mio lavoro, allora sapete pure che Io credo che la guerra stia arrivando. Continua l'escalation in Medio Oriente ed è solo una questione di tempo prima che scoppi una grande guerra tra Israele e i suoi vicini. Nel frattempo, i rapporti degli Stati Uniti con la Russia e con la Cina continuano a deteriorarsi e questo è qualcosa da cui metto in guardia da parecchio tempo.
Dobbiamo avere speranza nella pace, ma non dobbiamo nemmeno essere ciechi e non vedere i segnali di guerra che stanno iniziando ad emergere in tutto il pianeta.  Furono relativamente poche le persone che previdero con anticipo lo scoppio della prima e della seconda guerra mondiale, e ho la sensazione che la stessa cosa avverrà con la Terza Guerra Mondiale.
di Michael Snyder
L'opinione dell'autore può non coincidere con la posizione della redazione.
Fonte: Sapereeundovere.com