Di Claudio Martinotti Doria http://www.cavalieredimonferrato.it/
Vivo a Ozzano Monferrato, un borgo residenziale lungo una strada provinciale molto trafficata perché collega due città di provincia di una certa importanza, Casale Monferrato ed Asti.
Le case sono posizionate su entrambi i lati della strada per circa un paio di km lineari, con esercizi commerciali ed attraversamenti pedonali, un luogo frequentato non solo dagli abitanti ma anche da chi vi transita e sosta per fruizione dei bar e negozi.
Per parecchi anni è stato assolutamente normale assistere a transiti a velocità doppia ed oltre dei limiti di velocità anche con sorpassi e strombazzamento di automobilisti frenetici ed irritati perché alcuni inopinatamente non sfrecciavano come loro, facendoli rallentare.
Alcuni giorni fa risvegliandomi mi pareva ci fosse qualcosa di strano ma non riuscivo a mettere a fuoco di cosa si trattava, i rumori di fondo erano lievi, mi pareva quasi di essere tornato in cascina dove abitavo in precedenza, in un luogo collinare isolato. Poi uscendo di casa ho capito cosa era successo. A 30 metri, forse meno, avevano piazzato un VELO OK, uno di quei totem arancioni che rilevano la velocità. Anzi ne avevano piazzati una decina in tutto il borgo, praticamente uno ogni 200 metri circa.
Gli automobilisti, da bravi italiani da stereotipo, ipocriti e pusillanimi, viaggiavano tutti ai 40 kmh, anche al di sotto, nemmeno ai 60 come ci saremmo aspettati, in una apparente emulazione dei paesi anglosassoni, nei quali è normale il rispetto per la vita degli altri, e visto che STAI TRANSITANDO IN UNA ZONA RESIDENZIALE CON CENTINAIA DI CASE FORSE I 120 KMH NON SONO UNA VELOCITA' CONSONA.
Quindi da alcuni giorni di colpo gli automobilisti sono diventati agnellini, ligi alle norme del codice della strada, con una condotta responsabile e rispettosa, addirittura molto al di sotto dei limiti di velocità indicati e dei quali tutti gli abitanti del luogo sono anche disposti a tollerare un moderato superamento, ma non era più tollerabile il menefreghismo assoluto e prepotente cui si assisteva costantemente, a rischio di ulteriore progressivo degrado, come non ci fosse limite al peggio, con automobilisti sempre più veloci e sempre più prepotenti.
Una popolazione che alla guida di un'autovettura non è consapevole che transitare ai 100-120 km orari in una area residenziale è un'offesa per la proprietà privata, un'ingerenza nella qualità della vita di coloro che vi risiedono, un rischio per l'incolumità delle persone ed una mancanza di rispetto, ecc., è una popolazione ipocrita di cultura statalista che si adegua solo se minacciata di repressione e di estorsione pecuniaria.
In questo caso non centra niente l'avidità ed i sotterfugi delle amministrazioni locali per incassare denaro e rimediare alla penuria finanziaria, ma è una questione di civiltà e di rispetto, di cui solo una minoranza di italiani purtroppo è dotata, essendo in troppi condizionati dai pessimi valori trasmessi mediaticamente e dall'ignoranza diffusa che si manifesta in una molteplicità di modi cialtroni e cafoni, tra cui lo stile di guida. L'amministrazione locale non incasserà nulla da questa operazione perché avendone installati una decina di totem (anziché solo un paio) ed essendo molto ben visibili, ha costretto tutti gli automobilisti a rallentare e quindi difficilmente ci saranno trasgressioni e saranno comminate pene pecuniarie. Lo scopo era evidentemente di provocare il rallentamento del transito e non applicare gabelle indirette.
Se la cultura popolare fosse localistica e comunitaria anziché statalista, non ci sarebbe stato bisogno di installare i totem, sarebbe bastato il buon senso ed il rispetto intrinseco per la vita e la proprietà altrui, sarebbe bastato pensare che in quelle case potreste abitare Voi che state transitando e non vi farebbe piacere che qualcuno passi a velocità folle spostando masse d'aria, provocando inquinamento atmosferico ed acustico e vibrazioni (evitabile andando adagio) e rischiando di investire qualcuno ...
Concludendo, ben vengano i totem arancioni se è l'unica soluzione per far comportare responsabilmente gli automobilisti, ma è comunque una ben triste realtà sociale, che lascia poche speranze e prospettive in coloro che come me sperano in un'evoluzione dell'autonomismo localistico per compensare lo statalismo sempre più liberticida, invadente, corrotto e degradato.