Benvenuti nel Blog di Claudio Martinotti Doria, blogger dal 1996
"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", motto dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Pauperes commilitones Christi templique Salomonis
"Ciò che insegui ti sfugge, ciò cui sfuggi ti insegue" (aneddotica orientale, paragonabile alla nostra "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane")
"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è che perdono la salute per fare soldi. E poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere nè il presente nè il futuro. Sono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto." (Dalai Lama)
"A l'è mei mangè pan e siuli, putòst che vendsi a quaicadun" (Primo Doria, detto "il Principe")
"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci." Mahatma Gandhi
L'Italia non è una nazione ma un continente in miniatura con una straordinaria biodiversità e pluralità antropologica (Claudio Martinotti Doria)
Il proprio punto di vista, spesso è una visuale parziale e sfocata di un pertugio che da su un vicolo dove girano una fiction ... Molti credono sia la realtà ed i più motivati si mettono pure ad insegnare qualche tecnica per meglio osservare dal pertugio (Claudio Martinotti Doria)
Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )
La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria
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Come valorizzare il Monferrato Storico
… La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.
Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …
Prima di dedicarsi alla politica occorrerebbe aver superato alcuni limiti e debolezze umane ...
di Claudio Martinotti Doria
Personalmente ritengo che se non si riesce ad essere consapevoli del proprio Ego, riconoscendo e limitando il proprio egoismo, non ci si dovrebbe dedicare alla politica, perché inevitabilmente, anche se inizialmente animati da buone intenzioni, si finirebbe per farne un uso strumentale ai propri fini egoistici, degenerando sempre di più col passar del tempo, fino a forme di abbruttimento ed aberrazione, dalle quali diverrebbe difficile potersi redimere.
Forse è per questo che ho sempre rifiutato di farne parte, cioè di fare politica direttamente, anche perché fin da giovane, quindi da una quarantina di anni, ho sempre diffidato della partitocrazia, che negli ultimi anni e persino peggiorata fino a divenire un'autentica associazione a delinquere ed un apparato dispotico autoritario, riproponendo un neofeudalesimo di basso profilo e sempre più degradato.
Nel corso della mia vita ci sono state alcune occasioni per fare salti di qualità materiale, ma le ho sempre rifiutate. Perché avrei appagato l'Ego e mi sarei allontanato dai miei veri, intimi, interiori interessi culturali e spirituali e mi sarei abbruttito e degradato, dando troppo spazio al materialismo ed al potere grezzo, che alla fine prende il sopravvento e seda la coscienza ricorrendo all'ipocrisia ed all'autogiustificazione.
Ora ditemi, secondo voi quanti sono i politici che conoscete che hanno fatto queste riflessioni? Quanti sono consapevoli del proprio Ego? Quanti sono al servizio della comunità e curano gli interessi collettivi rinunciando o anche solo limitando i propri?
Forse, come nell'antica Grecia, già 2500 anni fa, avevano ragione nel cercare forme condivise di gestione della cosa pubblica, rendendo la politica una professione con tanto di selezione e formazione a decorrere fin dalla giovinezza, oppure attribuivano un incarico temporaneo a rotazione per estrazione a sorte (secondo i periodi e le città stato), ed anche se la definivano democrazia, in realtà era sempre una oligarchia (salvo eccezioni), perché solo una elite poteva accedere agli incarichi di potere.
Rispetto a 2500 anni fa però abbiamo un problema grave e forse insormontabile, all'epoca esisteva il teatro drammatico con il suo importante effetto catartico e culturale e decine di scuole filosofiche, noi abbiamo una televisione, che al 95 per cento produce e trasmette schifezze demenziali che lobotomizzano il cervello ed ogni sua funzione elaborativa rendendo il telespettatore soggetto passivo e decotto, trasformandolo in "homo videns demens". Il "divide et impera" è politicamente di facile applicazione nel nostro paese (diviso in miriadi di campanili ed individualismi esasperati ed diffusa cortigianeria) ricorrendo alla mistificazione diffusa e con la complicità dei media, dei giornalisti in particolare, mentre il "panem et circenses" è applicato dalla tv e dallo sport, in particolare calcistico, che concentra quasi interamente la poca attività cerebrale della società italiana, "poca" perché la parte sana e talentuosa ormai da tempo è emigrata all'estero o interagisce solo in rete, oppure si è ritirata in una sorta di anacoretismo laico o isolamento eremitico più o meno coercitivo, senza nutrire più alcuna speranza nelle sorti del paese.
Quindi il primo passo perché il paese possa progredire culturalmente sarebbe spegnere la televisione e leggere qualcosa di minimamente impegnativo, ma il problema è che se anche si riuscisse a convincerli a farlo, non saprebbero farlo, come hanno dimostrato diverse ricerche negli ultimi anni, in quanto la maggioranza degli italiani non sanno più leggere e soprattutto capire i contenuti, neppure i concetti semplici, che non siano elementari, siamo cioè ridotti (soprattutto dalla tv demenziale) a livello di riflessi condizionati alla Pavlov. E' il cosiddetto analfabetismo di ritorno, che spiega il perché in edicola si vendano sono riviste di gossip ed in tv proliferano ed abbiano successo trasmissioni stupide ed insulse, l'importante è non dover pensare ed impegnarsi ma cercare solo evasione, distrazione, intrattenimento, per evitare di capire che in realtà siamo intrappolati in una sorta di Matrix liberticida, evitare di doverci assumere qualche responsabilità, e continuare ad illudersi che la cura dei propri interessi e la propria libertà possano venire concesse da altri, magari dal solito uomo della provvidenza.
Solo quando un individuo è consapevole del proprio Ego, desideri ed interessi, ed è disposto a rinunciarvi per un interesse superiore, dovrebbe essere considerato pronto per incarichi politici di responsabilità, e deve averlo già dimostrato con scelte e fatti concreti e verificabili nel corso della sua vita. Nel nostro paese al contrario si premiano e si rieleggono individui che hanno dimostrato coi fatti e con il comportamento esattamente il contrario, ma si sa che la televisione rende debole anche la memoria e manipolabile la coscienza e si crede alle ennesime menzogne pronunciate in campagna elettorale premiando i mentitori più spudorati ...
Nel nostro piccolo possiamo almeno cercare di non essere ipocriti nel linguaggio e criticare quando è ora senza temere di incorrere in ripercussioni sgradevoli, altrimenti tanto vale considerarci degli zombie e continuare con il solito linguaggio politicamente corretto che giova solo a chi commette abusi.
Le bugie della politica e la pervicacia della partitocrazia
Letta, Grillo, Berlusconi e le dieci bugie oggi di moda
“Su Rodotà non c’era maggioranza”. Bugia a metà. C’era la maggioranza degli elettori del Pd, ma non della maggioranza dei parlamentari piddini. Ciò significa, inequivocabilmente, che tra elettorato e rappresentanti c’è una scollatura drammatica. I Boccia non rappresentano nessuno, se non se stessi. Però decidono.
“Rodotà non è stato eletto Presidente perché scelto solo da 4mila persone”. Macché. Le Quirinarie sono state fantozziane, ma se i modi risultano discutibili non lo sono (stati) i contenuti. Per quanto raffazzonate, hanno portato alla scelta di un nome condiviso da milioni di italiani: la piazza reale, non virtuale (quella piazza che tanto terrorizza i giovani vecchi del Pd, tipo Speranza, uno che non merita quel cognome. Un po’ come se Ghedini si chiamasse Figo). Rodotà è stato il treno del cambiamento perso. Perso dal Pd e solo dal Pd: non da altri. Di questa colpa risponderà alla storia e, per il momento, agli elettori (infatti è un partito morto, che può vincere solo se si affida a ribelli come Serracchiani). Rodotà non è stato votato perché: 1) è stato proposto da Grillo (motivazione-asilo Mariuccia); 2) è troppo di sinistra; 3) è troppo laico (cioè “mangiapreti”); 4) è troppo intelligente, quindi libero e non irreggimentabile; 5) è troppo antiberlusconiano (e questo, per il Pd, è davvero inaccettabile).
“Sì, ma 4mila persone sono proprio poche”. Certo che lo sono. Ma sono comunque molto più delle persone (una) che avevano scelto Marini e poi (seicento) Napolitano.
“Non faremo mai il governissimo”. Per due mesi, o poco meno, Bersani e la sua ghenga tragicomica hanno ripetuto che il governissimo non l’avrebbero mai fatto. Qualche esempio (antologizzato stamani da Civati nel suo blog). «Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile» (Enrico Letta, 8 aprile 2013). «Il Pd è unito su una proposta chiara. Noi diciamo no a ipotesi di governissimi con la destra» (Anna Finocchiaro, 5 marzo 2013). «I nostri elettori non capirebbero un accordo con Berlusconi» (Ivan Scalfarotto, 28 febbraio). «Un governo Pd-Pdl è inimmaginabile» (Matteo Orfini, 27 marzo 2013). Eccetera. Adesso avviene il contrario (e chi osa ricordarlo è un disfattista). Perché? Perché il Pd è bravissimo a sbagliare. E perché senza Berlusconi il Pd non esiste: ne è la più grande polizza assicurativa. Così facendo, il Pd imploderà (e questo tutto sommato è un bene) e regalerà a Berlusconi una nuova vittoria (e questo decisamente è un disastro).
“Letta ha vinto lo streaming”. Questa non è una bugia. E’ la verità. Che non stupisce. Letta fa politica da quando ha sei mesi. E’ nato vecchio, un Benjamin Button che mai diventerà Brad Pitt. Nella supercazzola democristiana (parlare e parlare senza dire nulla) nessuno lo batte. Con Crimi e Lombardi, che continuano a sbagliare tutto, ha usato la Tecnica-Asciugo: li ha intortati con una grandinata di nulla politichese. E li ha storditi. Quando si è trovato in difficoltà (Rodotà), ha detto al Duo Harakiri che “dovevate votare Prodi”. Sarebbe bastato rispondere: “Prodi non l’avete votato neanche voi, forse neanche lei. Con quale faccia incolpate noi?”. Ma non l’hanno detto. Come nulla o quasi hanno detto su conflitto di interessi, leggi ad personam, franchi tiratori, incoerenza sul no-inciucio. E via così. Letta ha vinto per mancanza di avversari. Esaurita tale erezione triste per la vittoriuccia di Pirro di Benjamin Letta, vorrei però che i giubilanti di adesso tenessero bene a mente che il loro hero sta lavorando per un governo con i D’Alema, gli Amato e i Brunetta. Un’apocalisse farebbe meno male.
“Non ci sono alternative”. No. C’erano: bastava votare Rodotà. Ma non è stato fatto. Ora il governissimo – il vero obiettivo di Pd e Pdl, sin dall’inizio – viene spacciato come “governo di salvezza nazionale”. Ma de che? Cosa può fare un governo che contempli contemporaneamente Civati e Mussolini? Al massimo una legge elettorale anti-M5S, atta anzitutto a disinnescarli. Berlusconi sta al senso dello Stato come Robinho alle quadriplette. Opera per salvare se stesso e in questo è un fenomeno. Il governo Letta sarà un tirare a campare. Un ulteriore arroccarsi dei politicanti nel Parlamento-bunker. Mi si dirà: “L’alternativa è andare al voto, ovvero un’oscenità”. No: persino andare subito al voto sarebbe più onesto. Anche con la stessa legge elettorale. Un pareggio non ci sarebbe, non stavolta. Vincerebbe Berlusconi, si ridimensionerebbe Grillo, crollerebbe il Pd. Brutta prospettiva? Sì. Ma è l’Italia, baby. E quantomeno avremmo un governo Berlusconi evidente e dichiarato, senza questa ipocrisia nauseabonda delle “larghe intese”.
“Il Movimento ha abbassato i toni”. Ma figuriamoci. Dopo lo schiaffo in faccia ricevuto su Rodotà, il M5S farà solo e soltanto opposizione. I toni sono stati abbassati unicamente da Pisolo Crimi e Simpatia Lombardi, che ieri dormivano (e un po’ li capisco) mentre parlava Benjamin Letta. Dopo il caso Rodotà, la rottura tra M5S e Pd è definitiva. Insanabile. Eterna.
“Il Movimento 5 Stelle è in calo”. Bugia a metà. In Friuli la tramvata è stata evidente, pur con tutte le attenuanti, ma agli occhi di molti elettori 5 Stelle la trama degli ultimi giorni ha confermato che Pd e Pdl pari sono o giù di lì. I sondaggi (Swg) li danno al 27 percento. Se questo è un calo, il Pd è già allo stadio di decomposizione. E’ però vero che il M5S è percepito da molti come una forza che sa dire solo di no. E questo, per loro, è un male. Aggiungo poi che esiste nel Movimento un problema di rappresentanza. L’anomalia non è che Mastrangeli sia stato (giustamente) espulso, ma che sia stato (clamorosamente) prima scelto e poi eletto. E a proposito di espulsioni, che – secondo quasi tutta la stampa – sono giuste se le decide il Pd e sinonimo di fascismo se le appluica il M5S: caro Civati, prendi atto che nel Pd sei un corpo estraneo e vola altrove. Magari nel “cantiere della sinistra” a cui sta lavorando Vendola, ampolloso e barocco come sempre ma tra i pochi ad essere risultato coerente e coraggioso negli ultimi giorni. Questa “critica dall’interno” è sterile , pleonastica e alla lunga pure noiosa.
“La stampa deve cooperare”. E’ l’ultima trovata di Re Giorgio e dei suoi prodi discepoli (quasi tutti), Scalfari e derivati in testa. L’intoccabilità di Napolitano ha ormai del leggendario. Ho rispetto della persona, e della sua età, come lo ho per la memoria storica. Il migliorista Napolitano è sempre stato un “comunista di destra”. Gaber, quelli come lui, li chiamava “grigi compagni del Pci”. Napolitano è quello che appoggiò i cingolati sovietici contro la rivolta ungherese (salvo poi dire decenni dopo che “Mi sono sbagliato, aveva ragione Nenni”), quello che attaccò Berlinguer (Enrico) sulla questione morale, quello che a fine 2011 ci ha imposto Monti allungando la vita politica di Berlusconi (e rafforzando involontariamente Grillo); è quello del “non ho sentito il boom”, delle telefonate a Mancino, delle firme alle leggi vergogna. Capisco la stima, ma Pertini era un’altra cosa. Come lo è il giornalismo. Che non deve “cooperare”, ma raccontare e talvolta denunciare. L’invito a cooperare di Napolitano, dopo l’orrore dello scorso weekend (tra i più neri nella storia della Repubblica italiana), mi ricorda l’adagio del “ci pisciano in testa e poi dicono che piove”. Si ha la sensazione che qualcuno ci abbia conficcato ben bene l’ombrello di Altan. E che quel qualcuno, adesso, ci dica “Ehi, non lamentarti, altrimenti sei un irresponsabile”. Un po’ troppo, come masochismo.
Cosa comperterà per le famiglie italiane quanto è avvenuto politicamente
Ultima Chiamata, Proteggete i Risparmi di una Vita
L’accordo politico che sta alla base della rielezione di Napolitano poggia 3 capisaldi principali:
- La Salvaguardia di Berlusconi dai processi
- La Salvaguardia degli interessi dell’apparto PD
- La salvaguardia degli accordi Italiani con l’Europa su Debito e Deficit
Aggiungiamo che è ormai chiaro che l’economia italiana non è più in grado di produrre reddito a sufficienza per pagare il debito pubblico e tantomeno per ottemperare al fiscal compact che prevede la riduzione di un ventesimo all’anno dello stock di debito superiore al 60% del PIL, ovvero circa 54 miliardi di euro all’anno.
In altre parole l’Italia dovrà azzerare il deficit e andare in surplus di 54 mld di euro. Impossibile senza un gigantesco prelievo patrimoniale.
Nel caso il governo-inciucio nascesse Dobbiamo trarne almeno due conseguenze pratiche:
- Sarà Patrimoniale, e sarà durissima.
- Gli interessi dei grandi elettori di PD, PDL, e Lega Nord saranno tutelati facendo pagare la differenza a tutti gli “altri” cittadini.
- Ci sarebbero ondate di fallimenti bancari.
- Torneremmo ad una moneta sovrana con una conseguente svalutazione.
Conclusione
Cercate per quanto possibile di mettere in sicurezza i risparmi della vostra vita, fatelo per voi stessi, per la vostra famiglia e per i vostri amici.
Un paese fallito gestito da parassiti
Che il paese sia irriformabile ed ormai fallito lo affermo da anni, e non certo a causa della popolazione italiana, che per quanto una cospicua parte sia di un'ignoranza spaventosa composta da analfabeti di ritorno (homo videns demens), c'è comunque una parte minoritaria ma molto significativa che è a dir poco creativa, intraprendente, geniale e colta, ma che è sempre più costretta ad emigrare, fenomeno in corso ormai da molti anni e che si accentua sempre di più.
La causa primaria del fallimento è la partitocrazia parassitaria e tutto il suo seguito di clientele e cortigianeria che si nutre alla greppia del denaro pubblico, che sono drogati di potere e privilegi, che hanno fornito ancora recentemente le peggiori performance politico istituzionali con una mancanza di scrupoli ed una spregiudicatezza da psicopatici impuniti.
Sono anni che lo ripeto ma "repetite iuvant", questi parassiti al potere che hanno già reso l'Italia il paese con la maggiore pressione fiscale ed i peggiori servizi pubblici del mondo occidentale e l'anno portata ad una lenta agonia che prelude alla depressione più cupa ed al fallimento, finché gli sarà consentito continueranno a depredare la popolazione, la parte sana, onesta e produttiva, arrivando prima o poi anche alla confisca patrimoniale diretta, perché quella occulta ed indiretta la praticano ormai da tempo immemore.
Piuttosto che ridimensionarsi e rinunciare a qualcosa, hanno preferito imitare i nobili medievali che si rifugiavano nei castelli e nelle rocche per isolarsi dalla sofferenza e dalle rivolte all'esterno, fregandosene delle carestie, pestilenze, sommosse, ecc., che colpivano i sudditi, che con il proprio lavoro avevano fornito loro tutti gli agi del loro rango.
Quindi a questo punto dipenderà dagli italiani decidere se lasciarsi spogliare progressivamente di tutto da questi parassiti, privandosi di ogni vitalità e motivazione, o se reagire intelligentemente con dignità e determinazione.
Mi dispiace per coloro che in buona fede si siano compromessi o resi complici, seppur passivi ed involontari, di questo sistema aberrante.
Buona fortuna a tutti.
La partitocrazia parassitaria si protrae in una sorta di delirio di onnipotenza, ma quanto potrà resistere all'assedio della popolazione?
Elezione del Presidente della Repubblica: con Napolitano la partitocrazia si chiude nel bunker, come i nobili medievali che si rintanavano nel castello mentre fuori infuriava la peste, la carestia e rivolte sociali ... per qualche tempo potremo ricorrere agli antiemetici, ma poi?
Fonte: Il Fatto Quotidiano http://www.ilfattoquotidiano.it
La candidatura di Giorgio Napolitano, 87 anni, alla presidenza della Repubblica certifica il comatoso delirio di onnipotenza in cui si trovano i partiti. Di fronte alla decomposizione economica e sociale del Paese una classe politica di nominati è capace solo di replicare lo status quo. In molti gridano al golpe. E in fondo non hanno torto.
I cittadini chiedevano il cambiamento: volevano nelle istituzioni uomini e idee nuove perché quelle vecchie avevano portato l’Italia alla deriva. Invece, dopo il Colle, ci sarà un governo con tutti dentro: seguendo il programma dei 10 saggi. Nessun taglio al finanziamento pubblico ai partiti, riforme contro giudici, stampa e intercettazioni. Niente colpi d’ala nell’economia.
A pretenderlo, dopo aver ottenuto il bacio della pantofola dai sedicenti leader che sono andati al Quirinale per imploralo, è stato Napolitano. Lo raccontano politici e cronisti. Lui tenta di negarlo. Ma sul sito della presidenza della repubblica l’oscena nota con cui il capo dello Stato accetta l’incarico compare accanto a un articolo de “La Stampa” del 14 aprile. Il titolo è significativo: “L’ultima domenica di Napolitano: ‘Non mi convinceranno a restare’”. Basta leggerlo per farsi un’opinione precisa di quanto valga la parola dell’uomo.
Così, Presidente del Consiglio sarà, con tutta probabilità, l’ex braccio destro di Bettino Craxi, Giuliano Amato. Mentre, come vice si parla già di Gianni Letta. O in alternativa di suo nipote Enrico assieme a Angelino Alfano.
Ci sarà poi qualche tecnico che, a questo punto, ci si augura essere specializzato in porte blindate.
Il bunker in cui si asserraglia la partitocrazia – per colpa della follia del Pd e per la gioia di Silvio Berlusconi, unico momentaneo vincitore della partita – sarà assediato: dai cittadini.
C’è da augurarsi che almeno tra loro continui a prevalere la non violenza e il buon senso. Ma la minaccia che un esecutivo del genere duri per anni, assieme alla certezza che la recessione economica continuerà – a essere ottimisti – ancora molti mesi, non lascia presagire niente di buono.
Tenete i nervi saldi. Il peggio, purtroppo, deve ancora venire.
Manifesto per il Default Volontario dell’Italia
Fonte: Rischio Calcolato
http://www.rischiocalcolato.it/2013/04/manifesto-per-il-default-volontario-dellitalia.html
Mi associo al Grande Bluff e vi invito a firmare il Manifesto per il Default Volontario dell’Italia, come in maniera esemplare scrive Beato Trader:
…E mentre gli enormi flussi di capitale in fuga dal Giappone si fiondano sugli OAT di una Francia inchiodata e sui nostri BOT/BTP….
dalla nostra povera Italia in preda ad una Recessione infinita ed alla peggiore crisi occupazionale dai tempi della Guerra continuano ad arrivare evidenti segnali
che “gridano” una sola cosa: SIAMO TECNICAMENTE FALLITI.
……Ormai siamo entrati in una spirale recessiva dalla quale è difficilissimo uscirne…Si aumentano le tasse per aggiustare gli scarrupati conti pubblici
ma alzando le tasse a livelli reali (ed intollerabili) che superano il 70%,
il Paese va in pesante Recessione (PIL 2012 -2,5% e PIL 2013 almeno -1,5%) e l’economia reale si desertifica (in 5 anni -25% di Produzione Industriale, disoccupazione reale al 21%)
dunque lo Stato percepisce un gettito minore del previsto e deve spremerci ulteriormente per aggiustare il tiro
ma se non ABBASSI decisamente le tasse, il Paese non può ripartire e dunque la Recessione continua e si approfondisce
E così via…come un cane che si morde la coda…
Dentro a questi stringenti parametri UE, in questo Euro, con questa BCE, con una durissima competizione globale e con la classe politica & l’amministrazione pubblica che ci ritroviamo…
io per ora non vedo soluzioni. Per cui prima faremo un Default Parziale volontario&controllato meglio sarà per tutti, contrattando con UE/BCE un piano scudo per le nostre Banche a mo’ di TARP USA o diSoFFin tedesco.
Dobbiamo usare il nostro potere contrattuale finchè possiamo (se saltiamo noi, saltano tutti): infatti ci stanno lentamente scaricando, imponendoci spremitura recessiva (vedi la greek-way).
Dunque man mano avremo sempre meno margini di contrattazione………….
Aggiungo che dobbiamo fare presto perchè il sistema produttivo italiano e le nostre migliori menti, ogni giorno lasciano il nostro paese. La pressione fiscale e burocratica, lo stato di polizia instaurato in Italia rendono semplicemente ridicola anche solo l’idea di continuare a fare impresa in Italia o di trovare la propria strada professionale.
Ricordatevi sempre: lo Stato può Confiscare, Imprigionare anche Torturare, ma nessuno Stato mai nella storia dell’umanità è riuscito a costringere l’uomo a dare il meglio di se per produrre ricchezza. La fonte meravigliosa dell’ingegno e del lavoro si alimenta solo se la maggior parte dei frutti dello sforzo degli individui rimangono nella LORO ESCLUSIVA PROPRIETA’. Nessun essere umano è stato creato per lavorare per gli altri, MAI!
Guardate la Cina, la sua economia è esplosa quando finalmente lo Stato Cinese ha tutelato e promosso il diritto di proprietà e le libertà economiche dei cinesi. Noi siamo sul sentiero opposto stiamo facendo dell’Italia la Cina di Mao.
Io ho appena Firmato il Manifesto per il Default Volontario dell’Italia, vi invito a fare la stessa cosa.
PER FIRMARE CLICCA SUL LINK
IL MANIFESTO……………
Lo stato italiano è fallito dal 2011, quando i creditori internazionali si resero conto che il Tesoro italiano non sarebbe più stato in grado di pagare gli interessi sul debito e ancor meno di restituire il capitale. Il tracollo è stato evitato solo perché il governo Monti ha promesso di tassare i contribuenti italiani fino all’asfissia e la BCE ha promesso di “fare quanto in suo potere” (stampare moneta) per evitare il peggio.I contribuenti italiani sono stati spremuti………….,
il disavanzo pubblico è rimasto incollato al 3% del Pil e il debito continua a crescere. Il futuro ci riserva più tasse, ancora recessione e, alla fine, il default.Noi non dobbiamo decidere se provare a galleggiare o fallire; ma se fallire subito, o fallire dopo essere stati spremuti e umiliati. Noi, firmatari di questo manifesto, riteniamo indispensabile dichiarare il default immediato, prima che ci vengano sottratte le energie rimaste, energie indispensabili per risollevarci, finanziare le imprese, ricostruire un futuro.In particolare auspichiamo che:
- I titoli del debito pubblico emessi dallo stato italiano vengano considerati inesigibili, indipendentemente dalla natura e dalla residenza dei detentori;
- Il pagamento degli interessi venga azzerato con effetto immediato;
- Le proprietà dello Stato italiano – mobiliari e immobiliari – siano conferite a un fondo, le cui quote saranno assegnate ai detentori dei titoli corrispondenti al debito pubblico italiano, in proporzione alle quote di debito pubblico in loro possesso;
- L’avanzo primario, attualmente pari a circa il 3% del Pil, sia interamente utilizzato per una riduzione della pressione fiscale;
- Sia totalmente deregolamentato l’accesso al mercato bancario italiano, affinché le banche italiane in difficoltà possano essere eventualmente rilevate – parzialmente o totalmente – da operatori stranieri.
PRIMI FIRMATARI E PROPONENTI DEL MANIFESTO: Enrico Colombatto (Università di Torino) e Giuseppe Eusepi (Università di Roma La Sapienza).