Benvenuti nel Blog di Claudio Martinotti Doria, blogger dal 1996
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Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )
La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria
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Come valorizzare il Monferrato Storico
… La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.
Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …
Il Signoraggio come non lo aveva spiegato ancora nessuno prima d'ora
Claudio Martinotti Doria
SIGNORAGGIO, UN FALSO PROBLEMA!
DI FRANCESCO CARBONE
Il signoraggio, ossia la differenza tra il valore nominale e il valore intrinseco della moneta (valore di facciata contro costo di produzione) viene incamerato dalla banca centrale (di proprietà privata) e dal sistema bancario (anch’esso privato), a danno del popolo e, per il non sequitur tanto amato dagli statalisti nonché dai signoraggisti che identificano strettamente il popolo con chi lo governa, dello stato. Per quanto ciò sia in parte vero, per quanto esista in effetti un grave problema legato all’emissione di moneta-debito (anzi che moneta-merce) da parte della banca centrale (quel problema della fiat-money, della moneta creata dal nulla senza alcun corrispettivo reale, da noi sempre affrontato), esso non si risolve con il passaggio della gestione del denaro dall’ambito privatistico a quello statale.
In altre parole il problema del signoraggio, così come esaminato dai cosiddetti signoraggisti, è un falso problema che niente ha a che fare con la vera questione monetaria, radice dei problemi economici di questi ultimi anni e soprattutto dell’ultimo.
Riportare la creazione di moneta dal nulla dall’ambito privato (o per essere più corretti, dall’ambito parastatale come di fatto è quello della banca centrale monopolista) in seno allo stato, non risolve quindi il problema della questione monetaria da noi discusso, che tanti danni continua a fare nella struttura economica e sociale, bensì ne sposterebbe semplicemente la sede con rischi in potenza maggiori e più gravi di quelli attuali.
Cerchiamo di spiegarne una volta per tutte le ragioni, cosa fatta finora in maniera solo approssimativa nel nostro forum di discussione. Ragioni che oramai dovrebbero essere ben ovvie a chi ha potuto leggere i nostri due libri: Prevedibile e Inevitabile, e Inflazione Malattia Primaria che affrontano in maniera ben chiara la questione monetaria.
Il problema monetario non risiede tanto nel beneficiario effettivo di un sistema monetario basato sull’emissione di denaro cartaceo, che presenta e offre quindi un ampio margine di signoraggio. I signoraggisti hanno sì ragione su una cosa: trattasi della più colossale truffa a danno del popolo. Peccato che non riescano a capirne bene i motivi, i meccanismi, e le cause economiche.
Vediamo quindi le falle del ragionamento dei signoraggisti partendo dalla loro definizione di debito pubblico dove risiede uno dei più clamorosi errori delle loro argomentazioni:
“E’ la somma di tutto il denaro che lo Stato (in generale, le amministrazioni pubbliche) è costretto a chiedere in prestito al mercato per coprire la mancanza di denaro che lo Stato stesso ha accumulato nel tempo per far fronte alle proprie spese, mancanza dovuta all’aver delegato al sistema bancario il potere di emettere moneta”.
Sbagliato: la mancanza non è dovuta all’aver delegato il potere di emettere moneta, la mancanza è dovuta al non riuscire a coprire le spese con il denaro prelevato (o meglio estorto) ai cittadini sotto forma di imposte e tasse varie, peraltro in aumento inarrestabile e che ricordiamo essere oramai in questo paese pari a circa il 75% del reddito medio del cittadino italiota (contro un prelievo forzoso di circa l’8%-10% fino a fine XIX secolo quando non esisteva neanche la tassa sul reddito… si legga a proposito For Good and Evil, l’influsso della tassazione sulla storia dell’umanità di Charles Adams, edizione liberilibri, oppure Elogio dell’Evasore Fiscale di Leonardo Facco, Aliberti Editore).
Il fatto che lo stato riesca o possa coprire il buco dovuto a una mala gestione della res publica (peraltro sempre più inutile, invadente, inefficiente, macchinosa, burocratica) grazie a un’ulteriore confisca di valore dovuta al fenomeno inflazionistico (cioè dell’aumento della massa monetaria in circolazione), sia esso generato direttamente dalla banca di proprietà statale (come accadeva una volta o come accade ancora oggi in qualche altro paese), oppure indirettamente grazie all’aiuto di una banca centrale di proprietà privata con privilegio monopolistico di concessione statale (come accade oggigiorno da noi), poco cambia. Sempre di confisca trattasi, da aggiungere a quella ben più chiara di natura fiscale.
Di certo, sotto l’attuale sistema, la copertura del buco tende a redistribuire qualche beneficio ben visibile a favore del sistema bancario privato e della banca centrale (non a caso monopolista! infatti per definizione ogni monopolio STATALE si traduce in un beneficio monetario a favore del monopolista! su questo punto i signoraggisti mettono in risalto una verità autoevidente), piuttosto che cascare per intero nelle casse dello stato, ma poco conta in quanto agli effetti devastanti del fenomeno inflattivo causato dall’attuale sistema bancario moderno basato su banca centrale, denaro di carta o elettronico senza corrispettivo reale, e riserva frazionale.
La nazionalizzazione della banca centrale, e del sistema bancario da parte dello stato, non risolverebbe pertanto il problema del signoraggio, lo riporterebbe in ambito statale, peraltro senza più alcun controllo effettivo da parte di un agente monopolista tendenzialmente più oculato del gestore statalista, il quale in passato ha dimostrato di saper fare danni ben più gravi e devastanti del primo.
Nel 1962 Ropke ad esempio scriveva (in Economics of the Free Society, Libertarian Press, pag 108): “la peggior malattia che può colpire un sistema monetario è quel tipo di inflazione causata dal deficit del budget di governo.”
Storicamente i deficit pubblici hanno causato una serie di aumenti di prezzo catastrofici che in ultima analisi hanno messo a repentaglio la struttura economica e sociale del paese. Motivo per cui nel tentativo di risolvere questo problema anche da noi si è giunti alla situazione attuale di relativa indipendenza tra il gestore della moneta (di fatto pubblica anche se di emissione privata) e il gestore della res publica.
Di certo un vantaggio nel riportare nuovamente la produzione di moneta dal nulla in ambito statale ci sarebbe: la strada verso il fallimento dello stato tornerebbe ad essere sicuramente più chiara, rapida e veloce di quella intrapresa da qualche decade sotto il naso di tutti, senza che più quasi nessuno oggi ne abbia consapevolezza (signoraggisti compresi). In alternativa lo stato dovrebbe abbandonare le proprie politiche espansionistiche sulla vita del cittadino oppure percorrere di corsa la strada verso il socialismo tout court. Dal controllo diretto della moneta al controllo diretto di ogni altra attività privata.
L’abbandono della gestione del denaro oggi “indipendente”, infatti, metterebbe a nudo l’impossibilità di gestire il denaro in via centralizzata. Finalmente non si avrebbero più alcune scuse, scusanti, e fumi annebbianti che ricoprono la malagestione delle casse pubbliche e della stessa gestione monetaria.
Gli effetti tornerebbe ad essere come quelli di una volta: diretti e decisamente più immediati. Non ci sarebbe più scampo per arrivare a capire il definitivo fallimento degli stati moderni sotto il peso di un walfare quasi del tutto inutile (che oramai fa cento danni per ogni beneficio sociale che cerca di perseguire) che invece la gestione del denaro indipendente riesce ancora a offuscare.
Cosa non capisce quindi il signoraggista?
Egli identifica erroneamente il problema nel beneficiario privatistico del monopolio di emissione di moneta, e pensa di risolverlo sostituendolo con un beneficiario statale, sempre per il non sequitur che stato = popolo, e che quindi i benefici che ne trarrebbe lo stato sarebbero a tutto vantaggio del popolo, sollevato e rimborsato pertanto dagli effetti malefici della tassa di signoraggio intascata invece al momento dalla banca centrale e quindi dal sistema privatistico delle banche commerciali. Pia illusione. Anche molto ingenua.
Lo stato e soprattutto chi lo governa non è il popolo. I conti del primo e dei primi niente hanno a che fare con i conti individuali di coloro che costituiscono il secondo. I deficit rimarrebbero deficit, l’inflazione rimarrebbe inflazione, l’eccesso di credito generato dal sistema a riserva frazionale rimarrebbe tale, e la spoliazione di valore continuerebbe ad avere sempre la stessa direzione: dal secondo ai primi.
Il problema della questione monetaria invece sta nel fatto che la moneta è stata sottratta al libero mercato, è stata sottratta agli individui per essere messa in mano a un gestore monopolista. Che esso sia statale parastatale o privato poco importa ai fini pratici. E’ innanzitutto il monopolio a rappresentare il problema.
Un monopolio per privilegio che si fonda sul diritto di emissione arbitraria di un numerario utilizzato come moneta che non ha a fronte più alcun corrispettivo reale. E questo è un secondo problema, in quanto nessun gestore è in grado di poter gestire arbitrariamente e centralmente del denaro di carta o elettronico (riproducibile a volontà in quanto senza più alcun corrispettivo reale) nè tantomeno il suo costo (il tasso di interesse) senza prima o poi causare gravi problemi al sistema economico e alla struttura del capitale.
E infine, il terzo e ultimo grave problema che riguarda la questione monetaria è la riserva frazionale del sistema bancario che permette allo stesso di emettere moneta fiduciaria (anche’essa senza alcun corrispettivo reale) in eccesso rispetto alla base di fondi che costituiscono le riserve reali di capitale del sistema economico.
Anche in questo caso ha poca importanza che le banche siano statali o private. Il danno economico causato dalla riserva frazionaria, in termini del ciclo economico di boom e bust analizzato dagli economisti austriaci, dispiega i suoi effetti alla stessa maniera, sia che esso abbia natura privata che pubblica.
Il problema quindi è mal analizzato e mal posto dai signoraggisti. La soluzione al problema della questione monetaria è riportare il sistema bancario a un gold standard con copertura totale del 100% dei depositi a vista, eliminando del tutto la banca centrale (a questo punto inutile), ovvero il monopolista per privilegio statale, e lasciare che la moneta venga emessa in libera competizione da emittenti privati senza alcuna interferenza statale, al limite quella di garanzia e di certificazione di buon operato dell’emittente (attività peraltro inutile, il mercato risolverebbe il problema da solo).
Solo in tal modo il differenziale del signoraggio si ridurrebbe ai minimi termini, la moneta tornerebbe ad essere di proprietà del popolo, custodita e intermediata dalle banche, i cui profitti nel tempo si riallineerebbero con quelli di qualunque altra attività imprenditoriale. In tal modo i banchieri perderebbero il privilegio, e lo stato la tendenza a ingigantirsi.
Spostare l’attività di emissione sempre per monopolio, dalle banche private a un sistema totalmente pubblico, non eliminerebbe il problema inflazionistico connaturato alla gestione arbitraria del denaro a corso forzoso, e d’altra parte il mantenimento di una riserva frazionale continuerebbe a causare le sempre più rapide e violente oscillazioni di un ciclo economico oramai impazzito, con le conseguenze catastrofiche appena sperimentate nel 2008 e ancora tutte da sperimentare in futuro, con un danno alla popolazione sempre più ingente.
Solo il ritorno a una moneta merce generata dal libero mercato, come l’oro, e
l’allontamento completo del governo dalla scena monetaria sarebbero pertanto in grado di risolvere il problema della questione monetaria, di cui il problema del signoraggio cosi come presentato è un clamoroso falso che non identifica le cause, né offre le soluzioni al problema stesso della questione monetaria ben analizzata invece da autori come Rothbard in semplici libretti come Lo Stato Falsario.
Infine una ultima nota. A sentire i signoraggisti sono i banchieri che oggi tramite il controllo della moneta dominano la politica. Ora se esaminiamo la questione ancora una volta prendendone a cuore gli effetti (secondo le loro parole la più grande truffa ai danni del popolo), poco importa che la relazione stia in questi termini, o che un domani siano nuovamente i politici a dominare i banchieri, se l’effetto rimane sempre quello della spoliazione di ricchezza ai danni del popolo.
Di fatto se con la separazione artificiale di stato e banca centrale, in termini di indipendenza uno dall’altro, il banchiere può in effetti avere assunto maggior peso e potere nei confronti del politico, sempre di collusione più o meno equilibrata tra i due soggetti si tratta. E tale deve rimanere.
L’uno infatti non potrebbe prosperare senza l’appoggio dell’altro. Il banchiere centrale ha bisogno del privilegio statale per mantenere il proprio monopolio, e lo stato ha bisogno della banca centrale e del sistema bancario di fiat money su riserva frazionale per potersi espandere a dismisura sotto le pretese delle proprie politiche di walfare, dirette al perseguimento del benessere sociale.
Il fatto di coprire i buchi ai propri bilanci grazie all’indebitamento pubblico, peraltro annacquato costantemente tramite l’inflazione generata dall’amica banca centrale, serve quindi lo scopo di poter ingigantire gradualmente il potere pubblico invadendo di anno in anno la vita privata del cittadino.
Qualora si conciliassero le richieste dei signoraggisti con quelle degli economisti austriaci, riportando cioè la banca centrale in seno statale ma sotto i vincoli in grado di risolvere la questione monetaria, con copertura aurea e 100% di riserva bancaria, non solo la banca centrale di fatto non servirebbe più a niente, e sarebbe un controsenso in un sistema così reimpostato, ma lo stato stesso dovrebbe entro brevissimo tempo risanare il proprio debito tramite un gigantesco ridimensionamento di se stesso e delle proprie politiche redistributive, pena il fallimento immediato. Cosa ovviamente non desiderabile dal potere politico.
La collusione pertanto è necessaria e indispensabile, ed è solo in virtù della stessa, ago della bilancia più o meno a favore di uno o dell’altra fazione, che entrambe stanno riuscendo a ridurre l’uomo a uno schiavo del potere. Che quest’ultimo sia perfettamente bilanciato, o leggermente sbilanciato a favore di quello bancario o di quello statale, poco cambia in quanto ai deteriori effetti della collusione stessa. Senza un bilanciamento, le cose diverrebbero semplicemente più chiare agli occhi del pubblico, che pertanto potrebbe, come detto in apertura, rendersi conto dell’inganno e smascherare il processo di schiavitù in atto molto più velocemente di quanto invece sta avvenendo.
E quindi si va avanti con le fette di salame sugli occhi, e con tanta nebbia intorno. Le vere cause della questione monetaria continuano a venire ignorate se non dagli economisti austriaci, e il mondo ad andare avanti verso una resa dei conti ancora posticipata di qualche mese, anno… chi può saperlo, quello che sappiamo alla luce dei megasalvataggi bancari attuati dagli stati nel corso dell’ultimo anno, è che la collusione ancora una volta si è rinnovata e rafforzata, e i due gruppi di potere scavano sempre più a fondo nelle nostre tasche, mentre tanti, troppi confondono cause con effetti e litigano per la risoluzione di problemi di poco conto che lasciano di fatto le cose invariate e i danni penetrare sempre più a fondo nella struttura sociale ed economica.
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