Benvenuti nel Blog di Claudio Martinotti Doria, blogger dal 1996
"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", motto dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Pauperes commilitones Christi templique Salomonis
"Ciò che insegui ti sfugge, ciò cui sfuggi ti insegue" (aneddotica orientale, paragonabile alla nostra "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane")
"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è che perdono la salute per fare soldi. E poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere nè il presente nè il futuro. Sono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto." (Dalai Lama)
"A l'è mei mangè pan e siuli, putòst che vendsi a quaicadun" (Primo Doria, detto "il Principe")
"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci." Mahatma Gandhi
L'Italia non è una nazione ma un continente in miniatura con una straordinaria biodiversità e pluralità antropologica (Claudio Martinotti Doria)
Il proprio punto di vista, spesso è una visuale parziale e sfocata di un pertugio che da su un vicolo dove girano una fiction ... Molti credono sia la realtà ed i più motivati si mettono pure ad insegnare qualche tecnica per meglio osservare dal pertugio (Claudio Martinotti Doria)
Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )
La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria
PER CONTATTI: claudio@gc-colibri.com
Se preferite comunicare telefonicamente potete inviare un sms al 3485243182 lasciando il proprio recapito telefonico (fisso o mobile) per essere richiamati. Non rispondo al cellulare ai numeri sconosciuti per evitare le proposte commerciali sempre più assillanti
Questo blog ha adottato Creative Commons
Blog personale by Claudio Martinotti Doria is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
Based on a work at www.cavalieredimonferrato.it.
Permissions beyond the scope of this license may be available at www.cavalieredimonferrato.it.
Come valorizzare il Monferrato Storico
… La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.
Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …
Eroga et impera: come la casta dei partiti mantiene i fiancheggiatori
Fonte: Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori http://www.aduc.it
Di Domenico Murrone
La casta ha bisogno di fiancheggiatori piu' o meno consapevoli per perpetuarsi, per annacquare i potenziali oppositori, per evitare il ricambio nelle istituzioni, per farsi amici. Le strategie per ottenere l'obiettivo sono varie, con una costante: pagano i cittadini.
Un soggetto riconducibile alla partitocrazia individua un nobile obiettivo (come si sa, le vie dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni) e crea un meccanismo per erogare soldi pubblici ad una determinata categoria. L'efficacia aumenta quando i soldi hanno una destinazione 'obbligata', cioe' quando l'istituzione partitocratica decide anche dove spendere i soldi. In questo modo si imbrigliano ben due tipologie di fiancheggiatori. Un plastico esempio. Il Comitato regionale per le comunicazioni della Toscana (Corecom*) eroghera' finanziamenti a favore di 30 associazioni regionali che operano nei settori culturale, artistico, assistenziale, educativo, professionale, sportivo ... La giustificazione e' l'autopromozione delle associazioni, il mezzo sono spot televisivi e radiofonici i cui costi di produzione (fino a 800 euro) e di messa in onda sono a carico del Corecom, quindi della Regione Toscana, quindi dei contribuenti. Le associazioni presentano la domanda per accedere ai finanziamenti, le radio e tv dichiarano la loro disponibilita' a trasmettere gli spot. "Grande adesione delle emittenti toscane al progetto: 37 televisioni e 33 radio", annuncia lo stesso Corecom. L'operazione si chiama Programmi della partecipazione (sic!) e il bando scade il 21 gennaio 2007. Eroga et impera: il guinzaglio dei finanziamenti pubblici. Grazie al meccanismo "eroga et impera", nell'immediato si ottengono gratitudine e servizi giornalistici elogiativi. Inoltre, eroga oggi, eroga domani, associazioni ed emittenti si abituano a soldi facili. Perche' sforzarsi di essere bravi ed efficienti se basta inclinarsi un po'? Non rinunciando apertamente agli obiettivi. Ma, in nome della sopravvivenza, associazioni di consumatori o ambientaliste faranno critiche meno feroci alle scelte del governo regionale e l'informazione locale evitera' di realizzare un'inchiesta sugli sperperi o sull'inutilita' di comitati ed enti regionali. Insomma, si trasformeranno in fiancheggiatori della casta, inconsapevoli forse, ma la sostanza non cambia: il sistema di potere coi soldi dei cittadini si autoalimenta.
* I Corecom http://www.agcom.it/par_condicio/comitati.htm sono organi regionali di governo, garanzia e controllo sul sistema delle comunicazioni in ambito regionale. Hanno diverse competenze tra cui la conciliazione delle controversie in materia di telecomunicazioni. I costi e le nomine sono a carico delle regioni. Solo negli ultimi mesi le nomine hanno provocato polemiche tra i partiti in Piemonte, Campania, Calabria (il caso piu' controverso), ecc. Le polemiche sui costi della politica hanno spinto una regione come l'Emilia-Romagna a ridurre i commissari da nove a tre.
Evasio, santo martire africano del terzo secolo d.c. e Sedula era Cirta
Fonte: Il Monferrato http://www.ilmonferrato.it/index.php
Casale Monferrato - 21/01/2008 del Prof. Olimpio Musso
Alla fine del 2007, l’anno delle celebrazioni per il nono centenario del Duomo, è uscito su “Hagiographica” (Rivista di agiografia e biografia della Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino, Firenze, Edizioni del Galluzzo), vol. XIV-2007, un articolo a firma di Anna Cafissi, intitolato “La «Passio Sancti Evasii»: un’agiografia africana a Casale Monferrato”, pp. 1-40.
Si tratta di un lavoro poderoso, frutto di anni di ricerche e di meditazione. La studiosa ha analizzato in profondità tutti gli aspetti del principale documento sul santo patrono della nostra città: da quello filologico-testuale all’onomastica, toponomastica e alla geografia: «L’onomastica e la toponomastica della Passio s. Evasii» consentono di individuare due diversi momenti o strati nella sua composizione: una fase «africana», della quale rimangono tracce nei nomi Evasius [nome latino di origine greca particolarmente diffuso in Africa], Attubalus [nome fenicio-punico che significa “Baal è con lui”], Proiectus, Gaunius, nei nomi di origine greca e nei toponimi Volusianum,Orrianum ecc.; ed un secondo momento «medievale», caratterizzato dalla presenza del re Liutprando, delle reliquie di s. Bartolomeo, di Asti, di Benevento.” L’opera, la cui forma originaria “è stata rimaneggiata e riscritta per adattarla a contesti cronologicamente e geograficamente diversi”,a ppare dunque stratificata.
La tradizione è molto antica e si riferisce “all’Africa romana del tempo delle persecuzioni” (di Decio [250 d.Cr.] e di Valeriano [257-260 d.Cr.]). L’analisi dei resti di S. Evasio, conservati in Duomo, ad opera della prof. Cristina Cattaneo, ben si adatta alla datazione del martirio al terzo secolo d.Cr.
La Cafissi ha affrontato problemi testuali quali la definizione di Lugdonea (cap. 1) applicata a Benevento (l’errata lezione che non dà senso dovrebbe essere corretta, sulla base della paleografia, con Langobardorum) e il termine “palatium”, col quale si indica la chiesa di Benevento in cui erano custodite le reliquie di s. Bartolomeo [si tratterebbe di un errore di traduzione di un termine greco,che significava tanto “chiesa” che “palazzo”: questo fatto dimostrerebbe che esisteva una Passio greca, andata perduta].
L’Autrice affronta poi il problema di Sedula, di cui offre una nuova interpretazione: non si tratterebbe che di un aggettivo della città di Cirta, capitale della Numidia (una più dettagliata interpretazione il lettore troverà in un articolo in corso di stampa su “Studi Piemontesi”). Cirta è la città in cui “fu messo a morte Evasio con gli altri 146 martiri”. Distrutta da Massenzio, fu ricostruita da Costantino e in suo onore venne chiamata Costantina [l’episodio del sogno di Liutprando ricalcherebbe, secondo l’Autrice,il sogno di Costantino]. Di tale città fu vescovo Evasio e in tale città il santo subì il martirio. In conclusione “Evasio fu un martire molto famoso e venerato nell’Africa romana ed ebbe una basilica a lui dedicata nella capitale numida”. Da questa basilica proviene la colonnetta di marmo africano del Duomo (collocata all'entrata della cappella evasiana, ndr.), sulla quale la tradizione vuole che fosse mozzata la testa del santo, e che “reca inciso il cristogramma costantiniano”.
Il saggio di Anna Cafissi, che si sviluppa in quaranta pagine fitte corredate di ben 149 note esplicative e documentarie, rappresenta dunque un importante contributo alla ricostruzione della figura e delle vicende del patrono di Casale ed è frutto di un grande impegno, che nasce da un lungo e disinteressato amore dell’Autrice fiorentina per la storia della nostra città.
Auspico che la città di Casale gliene sarà grata.
Olimpio Musso
NOTA. - La Numidia è la denominazione, nell'antichità, di quella parte del Nordafrica compresa tra la Mauretania (all'incirca l'attuale Marocco) e i territori controllati da Cartagine (la zona dell'attuale Tunisia). Corrispondeva quindi, grosso modo, alla parte nord occidentale dell'attuale Algeria (anche se spesso nella storia i suoi confini mutarono anche di molto). Essa ospitò diversi regni berberi e divenne in seguito una provincia dell'impero romano.
Imparare dai buoni esempi! La trasformazione della Nuova Zelanda negli ultimi vent’anni …
Di Paolo della Sala – Fonte: Rivista Enclave del Movimento Libertario
Nel 1984 il ministro delle Finanze della Nuova Zelanda, constatando che il suo paese era sceso dal terzo al sedicesimo posto nel ranking mondiale di PIL per abitante (nel 1960 era subito dopo USA e Svizzera), vedendo che la disoccupazione toccava l’11,6%, e che il debito statale era “ben” il 65% del PIL (pensiamo all’Italia!), decise di semplificare il sistema fiscale, abbassando la pressione contributiva sulle persone fisiche dal 66% al 33% e quella sulle imprese dal 45% al 33%. Con questo abbassamento l’evasione fiscale sparì. Sul piano del welfare la pensione venne fissata a 65 anni, le indennità di licenziamento vennero ridotte, e il rimborso delle spese mediche modulato sullo status sociale dei malati. In Nuova Zelanda si cominciò a equiparare il budget pubblico con quello di qualsiasi impresa, con la cultura del rendiconto e non con quella dell’imperio. Nel 1984, il Ministero dei Trasporti pubblici contava su 5600 funzionari. Dieci anni dopo ve ne erano appena 53. Il Dipartimento dell’Agricoltura passò da 17.000 addetti a 17! Il Ministero del Lavoro passò da 28.000 dipendenti a uno solo! Nel 1988, il tasso di disoccupazione era sceso al 5,5% (oggi è al 3,4%). In dieci anni il debito pubblico crollò al 30% del PIL. Le finanze pubbliche passarono da un deficit del 9% a un +1%. Vennero tolte tutte le tasse doganali alle importazioni e tutti i sussidi agli agricoltori. La crescita dell’economia neozelandese non è mai stata inferiore al 3%, da allora. Si noti bene: non sembra proprio che i cittadini neozelandesi vivano male senza la “protezione” dei parassiti di Stato e del sistema di tutela pubblica all’italiana.
Nel 1993, in Canada il deficit statale era al 7% del Pil e il debito totale era al 66%. La copertura del debito assorbiva il 37% delle entrate e il tasso di disoccupazione era all’11%. Governato da un “liberal” (di sinistra quindi) il governo stabilì di sistemare le finanze pubbliche, diminuendo le spese del 20% senza aumentare le imposte. I sussidi alle imprese scesero del 60%. Da 250.000 dipendenti pubblici si passò a 47.000! Da allora il deficit è passato all’1% e il debito è sceso al 44% del PIL. La disoccupazione nel 1999 era scesa al 7,5%.
Attendo con ansia che qualcuno mi indichi un esempio di politica economica simile adottato in questo paese di clientele a malcostume… Grazie. Paolo della Sala
Anno 1855. Lettera del Gran Capo Seattle, Tribù Suwamish, a Franklin Pierce, Presidente degli Stati Uniti
Nel 1854 Il Gran capo bianco di Washington, il Presidente degli Stati Uniti Franklin Pierce, fece un’offerta per acquistare una grande estensione di territorio sul quale vivevano i pellerossa e promise una riserva per il popolo indiano. Il Capo Seattle della tribù Suwamish, rispose con la lettera qui riportata: essa è stata considerata la più bella e profonda dichiarazione d’amore alla natura e all’ambiente.
Come potete acquistare o vendere il cielo, il calore della terra? L'idea ci sembra strana.
Se noi non possediamo la freschezza dell'aria,lo scintillio dell'acqua, come potete voi acquistarli? Ogni parte di questa terra è sacra per il mio popolo.
Ogni ago lucente di pino, ogni riva sabbiosa, ogni lembo di bruma di boschi ombrosi, ogni radura ed ogni ronzio di insetti è sacro nel ricordo e nell'esperienza del mio popolo.
La linfa che cola negli alberi porta con se il ricordo dell'uomo rosso.
I morti dell'uomo bianco dimenticano il loro paese natale quando vanno a passeggiare tra le stelle. I nostri morti non dimenticano mai la nostra terra meravigliosa, perchè essa è la madre dell'uomo rosso.
I fìori profumati sono nostri fratelli; il cervo il cavallo, la grande aquila sono nostri fratelli; le coste rocciose, il verde dei prati, il calore del pony e l'uomo appartengono tutti alla stessa famiglia.
Per questo, quando il grande capo bianco di Washington ci manda a dire che vuole acquistare la nostra terra, ci chiede una grossa parte di noi.
Egli dice che ci riserverà uno spazio per muoverci, affinchè possiamo vivere confortevolmente tra di noi.
Prenderemo dunque in considerazione la vostra offerta, ma non sarà facile accettarla.
Questa terra per noi è sacra, quest'acqua scintillante che scorre nei torrenti e nei fiumi non è solamente acqua; per noi è qualcosa di immensamente più significativo: è il sangue dei più il nostri padri.
Ogni riflesso nell'acqua chiara dei laghi parla di avvenimenti e di ricordi della vita del mio popolo.
Il mormorio dell'acqua è la voce del padre di mio padre.
I fiumi sono nostri fratelli, ci dissetano quando abbiamo sete, sostengono le nostre canoe. Sappiamo che l'uomo bianco non comprende i nostri costumi: per lui una parte della terra è uguale all'altra, e quando l'ha conquistata va oltre.
Abbandona la tomba dei suoi avi e ciò non lo turba.
Toglie la terra ai suoi figli e ciò non lo turba.
La tomba dei suoi avi, il patrimonio dei suoi figli cadono nell'oblio.
Tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo, come se fossero semplicemente delle cose da acquistare, prendere e vendere, come si fa con le pecore e con le pietre preziose.
La sua bramosia divorerà tutta la terra e a lui non resterà che il deserto.
Io non so. I nostri costumi sono diversi dai vostri.
La vista delle vostre città fa male agli occhi dell'uomo rosso.
Ma forse ciò è perchè l'uomo rosso è selvaggio e non può capire!
Non esiste un posto tranquillo nella città dell'uomo. Non esiste un luogo per udire le gemme schiudersi in primavera o ascoltare il fruscio delle ali di un insetto. Ma forse ciò avviene perché io sono un selvaggio e non posso comprendere Sembra che il umore offenda solo le orecchie.
E che gusto c'è a vivere se l'uomo non può ascoltare il suono dolce del vento o il fruscio delle fronde del pino profumato?
L’aria è preziosa per l'uomo rosso, giacché tutte le cose respirano la stessa aria. L’uomo bianco non sembra far caso all'aria che respira.
Ma se vi vendiamo le nostre terre io porrò una condizione: l'uomo bianco dovrà rispettare gli animali che vivono in questa terra come se fossero suoi fratelli.
Io sono un selvaggio e non conosco altro modo di vivere. Ho visto un migliaio di bisonti imputridire sulla prateria, abbandonati dall'uomo bianco dopo che erano stati abbattuti da un treno in corsa.
Io sono selvaggio e non comprendo come il "cavallo di ferro" fumante possa essere più importante dei bisonti, quando noi li uccidiamo solo per sopravvivere. Che é l'uomo senza gli animali?
Se tutti gli animali sparissero, l'uomo morirebbe in una grande solitudine.
Poiché ciò che accade agli animali prima o poi accade all'uomo.
Tutte le cose sono connesse tra loro. Noi sappiamo almeno questo: non è la terra che appartiene all'uomo, ma è l'uomo che appartiene alla terra.
Questo noi lo sappiamo.
Tutte le cose sono connesse come i membri di una famiglia sono connessi da un medesimo sangue. Non è l’uomo che ha tessuto la trama della vita:
egli ne ha soltanto il filo. Tutto ciò le egli fa alla terra, lo fa a se stesso.
Lo stesso uomo bianco, che parla con il suo Dio come due amici insieme, non può sottrarsi al destino comune. Dopo tutto, forse, noi siamo fratelli.
Vedremo. C'è una cosa che noi sappiamo e che forse l'uomo bianco scoprirà presto: il nostro è il suo stesso dio.
Egli è il dio degli uomini e la pietà è uguale per tutti: tanto per l'uomo bianco tanto per quello rosso.
Questa terra per lui è preziosa, nuocere alla terra è come disprezzare il suo creatore. Anche i bianchi spariranno: forse prima di tutte le altre tribù.
Contaminate il vostro letto ed una notte vi troverete soffocati dai vostri rifiuti. Dov'è finito il bosco? E scomparso. Dov'è finita l’aquila? E’ scomparsa.
E’ la fine della vita e l'inizio della sopravvivenza.
Malcostume politico italico, avviata una class action per richiedere un risarcimento danni e destituirli, vi invitiamo ad aderire
di Donatella Papi
Fonte: Comincialitalia, primo quotidiano italiano dei cittadini http://www.comincialitalia.net/default.asp
Cari Amici,
siamo sempre stati rispettosi delle regole costituzionali e delle regole della politica. Alcuni di noi la politica l'hanno partecipata con ideali e passioni. Siamo fin qui stati cittadini fiduciosi e responsabili, abbiamo atteso. Promessa dopo promessa. Annuncio dopo annuncio. Ma il degrado dell'amministrazione della cosa pubblica e della vita dei cittadini è tale che non ci si può solo indignare. Abbiamo il diritto e il dovere di dinfendere principi e regole, la salute nostra e dello Stato.
E' ora di smetterla di lamentarsi, sfogando rabbia e violenza che alimentano tensione, confusione e rischi. E' ora di agire con responsabilità e determinazione.
Abbiamo a disposizioni strumenti legali e civili per pretendere il rispetto delle regole e dei cittadini, oggi offesi, umiliati e inascoltati. Non vogliamo fare politica e partiti. Vogliamo giustizia. Vogliamo onestà. Vogliamo gente perbene.
Per questo vi invitiamo a lanciare una Class action, cioè un'azione legale collettiva degli italiani contro la malapolitica, contro chi ha amministrato e amministra il bene pubblico arrecando danni a lavoratori, a famiglie, a giovani, a donne, a pensionati, a gruppi e comunità. A un popolo.
Il disfacimento è sotto agli di tutti. E non ha scusanti. Da parte di nessuno. L'ambiente è al collasso. La sanità è un rischio. Le città sono il degrado. La sicurezza è un decreto senza effetto. Il lavoro è disoccupazione in aumento. I salari sono povertà.
Sbagliano ma non pagano mai. Commettono danni enormi, gravi e si contendono il primato dell'insuccesso. Gli uni vorrebbero scalzare gli altri. Mai che uno si dimetta, soprattutto mai che paghi per aver commesso un fatto contro l'interesse generale.
Ci vuole una Class action contro la malapolitica per danni al Paese.
Abbiamo dato mandato a un pool di legali (non politicizzati, su cui esigeremo il controllo e la trasparenza, anche stranieri se necessario) di identificare eventuali responsabilità, nocumenti e gravi omissioni, chiedendo eventuali forme risarcitorie. In primo luogo nei confronti dei danni arrecati all'ambiente e alla salute pubblica, nominando esperti in fisiologia che possano stabilire nessi di casualità per epidemie colpose e per danni alla salute. Poi nei confronti dell'immagine e dell'economia italiana.
E' una battaglia di tutti. Contro quei politici e chiunque amministri il bene pubblico sfruttando a proprio vantaggio risorse e mezzi, ingannando la fiducia della gente, estorcendo consenso. L'indifferenza non gli sarà da scudo. Non ci sarà pace finchè non avremo giustizia e risarcimento. Fino a che non andranno via. Loro che hanno tradito la democrazia, l'onorabilità degli italiani, un passato di storia e dignità.
Vi invitiamo ad aderire esplicitandolo nel post, a fare le vostre segnalazioni e i vostri commenti, a diffondere questa iniziativa.
Per adesioni ed info: http://www.comincialitalia.net/blog/2008/01/class-action-contro-la-casta.asp - http://donapapi.wordpress.com
Donatella Papi
Giornalista professionista, inviato speciale per Il Giornale di Indro Montanelli, ha lavorato sempre nel quotidiano milanese con Vittorio Feltri e poi con Silvana Giacobini al settimanale femminile Gioia. E' stata capufficio stampa e portavoce del Ministro delle Comunicazioni durante il governo D'Alema. E' stata responsabile della comunicazione dell'Agenzia Ansa e ha lavorato nella comunicazione politica per Alleanza Nazionale, oltre che consulente di alcune aziende per l'immmagine e l'informazione. Ha scritto due libri "Avere un figlio", edito da Rusconi e la SuperGuida Sperling "Come avere un figlio con la fecondazione artificiale". E' stata inoltre campionessa italiana e primatista di nuoto nei 400 metri misti.
Sito web: http://donapapi.wordpress.com
Casale ha un cuore: il suo Duomo, che dopo la distruzione del 2015 venne ricostruito dai Templari casalesi, con un nartece tra i più belli del mondo
Autore: Prof. Olimpio Musso, http://www.olimpiomusso.eu
Casale-Duomo - 07/01/2008 - Fonte: Il Monferrato http://www.ilmonferrato.it/index.php
Casale ha un cuore e questo cuore è il Duomo, che pulsa da novecento anni. Nella sua storia plurisecolare ha avuto periodi di crisi, primo fra tutti nel 1215 quando venne distrutto dall'Anticristo, rappresentato da una lega di cui facevano parte gli alessandrini, ma che venne ricostruito più bello e più ampio di prima dai Cavalieri di Cristo, i Templari casalesi.
Nell'Ottocento corse il rischio gravissimo di essere abbattuto dall'Antonelli. Per intervento di alcune menti illuminate (Luigi Canina e il filosofo Antonio Rosmini), però, si accantonò l'infausta ipotesi e si decise di provvedere al restauro, che venne affidato all'architetto vercellese conte Arborio Mella. Negli anni scorsi il compianto vescovo Germano Zaccheo, recentemente scomparso, diede il via al restauro del monumento, che ne ha messo in evidenza tutte le bellezze nascoste sotto gli intonaci del Mella e ha fatto brillare quel gioiello, giustamente famoso in Europa, che è il nartece, opera delle finanze e delle maestranze dei Templari.
Benvenuta è quindi l'iniziativa dell'Editrice Monferrato, sostenuta dalla Provincia di Alessandria nella persona del suo presidente Paolo Filippi, di pubblicare un libro sul Duomo di Casale Monferrato, che è un'aggiornata guida per la visita del monumento simbolo della nostra città, e riservata (per ora) agli abbonati di questo giornale. Affidato alla sapiente regia di Dionigi Roggero, storico di vasta esperienza, e di Luigi Angelino, giornalista di lungo corso, il volume, progettato con gusto squisito da Alberto Giachino, si fregia di un ricco apparato di illustrazioni a colori.
Grazie agli interventi, agili ma esaustivi, di un gruppo di collaboratori (tra cui quelli «storici» del Monferrato Idro Grignolio, Mario Patrucco, Giuse Vipiana gli stessi Angelino e Roggero) vengono illustrati tutti gli aspetti artistici e storici del Duomo.
Il lettore può percorrere così un itinerario completo nella storia e nell'arte.
Non mancano le novità, quale ad esempio la pubblicazione dei frammenti del mosaico cosiddetto dell'acefalus, ritrovato e ben fotografato da Angelino e Roggero al Carmelo di Albarengo di Montiglio (pp. 108-9). Da segnalare il bel saggio sul rilievo, riscoperto durante i recenti restauri, sul cervo inseguito dal sagittario, firmato da Giuse Vipiana (pp.144-145), che ne dà un'interpretazione acuta e convincente: "il cervo è) simbolo dell'anima insidiata". Molto interessante è il saggio di Emanuela Meni sull'Archivio Storico Capitolare (pp.116-117) e quello sempre a cura dalla stessa autrice sull'Archivio Storico Diocesano (pp.118-121). Non mancano le descrizioni di alcuni dei famosi mosaici medievali del deambulatorio, a cura di Dionigi Roggero (pp.96-107), e delle statue situate nello stesso luogo, fra le quali quella del guerriero Templare giacente (p.107).
Il lettore può trovare nel libro anche notizie sui personaggi implicati nelle vicende del Duomo (il vescovo Luigi Nazari di Calabiana, salvatore dello straordinario monumento, Luigi Canina, Antonio Rosmini) e sui protagonisti del restauro (Giovanna Mastrotisi e gli architetti Stefano Martelli e Raffaella Rolfo). In conclusione bisogna dire che il volume rappresenta un'opera indispensabile per chi voglia conoscere e capire la storia della nostra città, racchiusa come in uno scrigno nella cattedrale, vero e proprio faro di cultura e di fede.
Olimpio Musso
Essere Monferrini. Un'opportunità ed un privilegio. Quest'anno ricorrono i 300 anni della fine dello Stato di Monferrato. Qualche proposta in merito.
Casale di vestigia e privilegi del Suo nobile retaggio e d’opportunità di valorizzazione ne ha perse parecchie e probabilmente ne perderà altre, ma non vorrei che perdesse anche quella che a mio avviso è tra le più importanti, sia come potente evento culturale e mediatico, di riscatto e di visibilità, e sia come progettualità prospettica con importanti ricadute turistiche ed economiche, che inoltre fornirà rinnovate occasioni d’aggregazione sociale e d’identità territoriale e culturale. Mi riferisco alla ricorrenza e conseguente celebrazione dei 300 anni del passaggio del Ducato di Monferrato dai Gonzaga ai Savoia. Perdonatemi se riferisco qualche nota storica, ma è necessaria per rendersi conto della straordinaria importanza dell’evento.
Nel giugno 1708 la Dieta di Ratisbona pronunciò la sentenza definitiva contro il duca Ferdinando Carlo Gonzaga-Nevers, dichiarandolo traditore dell’Impero (fellonia) per aver accolto i francesi nel Mantovano. Pochi giorni dopo, l’ultimo citato duca “regnante” (si fa per dire, essendo troppo impegnato in attività mondane …) moriva a Padova, si suppone stroncato da crepacuore ma forse fu avvelenato. Il 7 luglio l’Imperatore del Sacro Romano Impero Giuseppe I accordava l’investitura del ducato di Monferrato a Vittorio Amedeo II di Savoia, che peraltro era da parecchi mesi che dominava militarmente il territorio. Nell’agosto del 1708 la Nobiltà, la Cittadinanza, i Rappresentanti delle Comunità monferrine prestavano il giuramento di fedeltà al nuovo Sovrano. I Savoia presero ufficialmente possesso del Monferrato soltanto nel 1713 con il trattato di Utrecht (che perdurò nel suo lento svolgimento fino al febbraio 1715), ma il Ducato di Monferrato aveva cessato di esistere politicamente nel 1708.
A mio avviso, è più che legittimo inserire il progetto celebrativo dei 300 anni del passaggio del Monferrato dai Gonzaga ai Savoia, nell’ambito dell’importantissimo evento dei 150 anni dell’Unità d’Italia che si celebrerà nel 2011. L’inserimento è giustificato storicamente e cronologicamente (l’annessione del Ducato, come ho citato avvenne dal 1708 al 1713, e quindi ben può rientrare nelle celebrazioni del 2011 …), considerando che l’annessione ai Savoia del Ducato di Monferrato ha fortemente contribuito all’unificazione del Piemonte, e a dare all’antico Casato le dimensioni ed il prestigio di un Regno, dandogli consistenza e legittimazione (dapprima formato dal Piemonte e la Sicilia, dopo pochi anni sostituita dalla Sardegna). A evidenziare l’importanza dell’annessione del Monferrato, ricordiamo che il Re di Sardegna si fregiava anche del titolo di Duca di Monferrato, ed ha costituito base di partenza per l’unificazione, per il successivo Regno d’Italia …
Considerando che di solito quando ci sono eventi importanti di livello nazionale o internazionale come le grandi celebrazioni e ricorrenze, i finanziamenti sono distribuiti con dei criteri assai discutibili, e finiscono nelle mani di enti, istituzioni ed associazioni che poco o nulla centrano con l’evento stesso, dando spesso adito ad indagini della Magistratura e successive contestazioni della Corte dei Conti, noi in questo caso avremmo pieno diritto di partecipare e richiedere quanto ci spetta come Monferrato e Casale in quanto Capitale del Marchesato nell’ultima sua fase storica e poi come unica Capitale del Ducato di Monferrato …
Il progetto celebrativo dei 300 anni è gestito sotto il profilo culturale e scientifico dal Circolo Culturale "Marchesi del Monferrato" cui mi onoro di aderire e collaborare da tempo, nel cui sito web www.marchesimonferrato.com potrete trovare ogni informazione al riguardo, essendo indubbiamente il più ricco di informazioni storiche sul Monferrato. Ritengo sia prioritario ed essenziale che le istituzioni cittadine e gli enti locali senza alcun’esitazione diano la loro adesione ed il loro sostegno a tale progetto celebrativo del 2008, agendo di comune intesa per inserirlo in quello successivo del 2011, perché le ricadute positive per il nostro Monferrato saranno enormi. L’occasione è irripetibile! Calorosi saluti
Claudio Martinotti