Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova
insorgenza
Comunicato n. 71/20 del 7 settembre
2020, Santa Regina
I crimini delle truppe alleate in Italia
Dopo la pausa estiva riprendiamo l’invio di comunicati
relativi ad articoli e notizie pubblicate su diversi organi di
stampa. Ricordiamo ai nuovi lettori che gli articoli che segnaliamo non
rappresentano l’adesione del Centro Studi “Giuseppe Federici” a tutte le tesi
sostenute dagli autori degli articoli o alla linea politica o religiosa degli
organi d’informazione consultati.
Quelle 23mila vittime civili sacrificate in una “strage
democratica”
di
Roberto Gremmo – Almeno ventitremila italiani innocenti furono vittime della ‘guerra
ai civili’ dei soldati alleati. Un’infame “strage ‘democratica’”, nascosta ed
occultata.
Fu
compiuta in Italia dopo la Liberazione dalle truppe ‘alleate’ che pretendevano
di donare al nostro Paese libertà, benessere e sicurezza.
Quando
la loro occupazione militare cessò ufficialmente nell’estate del 1947 risultò
che ben 23.265 civili italiani avevano dovuto soccombere ad una violenza di
massa provocata proprio dalle truppe ‘liberatrici’.
Questa
tragedia iniziò subito dopo l’8 settembre quando venne firmato l’armistizio con
gli anglo-americani ed il governo del generale Badoglio dovette accettare per
il regno di Vittorio Emanuele III una forte limitazione di poteri. Molte
funzioni vennero assunte direttamente dalle forze militari ed amministrative
dei vincitori che amministrarono direttamente il territorio italiano fino alla
fine del 1945 con l’“Allied Military Government” ed in seguito posero una forte
pesante tutela sul governo regio con la “Commissione Alleata di Controllo”
diretta dal generale britannico Frank Noel Mac Farlane e dall’americano Maxwell
Taylor.
Non
mancarono abusi, prepotenze, sopraffazioni.
L’Italia
sconfitta venne trattata malissimo dai vincitori che cercarono apertamente
d’influenzare la vita politica trattando spesso e volentieri la popolazione
civile alla stregua di subalterni da tenere sotto stretta custodia.
In
qualche modo, l’Italia fu una semi-colonia e dovette subire l’occupazione da
parte di truppe straniere.
Fin
dall’inizio, “I poteri di controllo politico ed economico erano nelle mani del
Governo militare alleato, che li esercitava attraverso una commissione di
controllo, e prevedevano tra l’altro il diritto, subito attuato dai vincitori,
di battere moneta direttamente (le am-lire) per trasferire a carico del paese
sconfitto tutte le spese dell’occupazione militare. Il modello coloniale
britannico dell’amministrazione indiretta veniva applicato all’Italia”.
Secondo
attendibili cifre ufficiali (mai divulgate), nel periodo fra l’8 settembre 1943
ed il 30 giugno 1947 le truppe alleate in Italia furono responsabili di ben
23.265 incidenti e crimini contro civili innocenti, donne, pacifici popolani,
anziani, bambini e forze dell’ordine italiane. (…)
Padroni
assoluti del territorio, certi dell’immunità e dell’impunità, i militari
americani “bianchi” si resero responsabili di 113 omicidi, 379 ferimenti, 513
aggressioni, risse e violenze, 628 furti e rapine, 537 incidenti
automobilistici con morti, 1132 incidenti automobilistici con feriti, 17
violenze carnali consumate e 30 violenze carnali tentate.
I
militari americani “di colore” si resero responsabili di 40 omicidi, 152
ferimenti, 122 aggressioni, risse e violenze, 135 furti e rapine, 112 incidenti
automobilistici con morti, 195 incidenti automobilistici con feriti, 18
violenze carnali consumate e 27 violenze carnali tentate.
I
militari inglesi “bianchi” si resero responsabili di 73 omicidi, 263 ferimenti,
504 aggressioni, risse e violenze, 473 furti e rapine, 713 incidenti
automobilistici con morti, 1399 incidenti automobilistici con feriti, 8
violenze carnali consumate e 22 violenze carnali tentate.
I
militari inglesi “di colore” si resero responsabili di 5 omicidi, 36 ferimenti,
39 aggressioni, risse e violenze, 65 furti e rapine, 63 incidenti
automobilistici con morti, 120 incidenti automobilistici con feriti, 10
violenze carnali consumate e 9 violenze carnali tentate.
I
militari francesi “bianchi” si resero responsabili di 19 omicidi, 91 ferimenti,
79 aggressioni, risse e violenze, 140 furti e rapine, 53 incidenti
automobilistici con morti, 40 incidenti automobilistici con feriti, 6 violenze
carnali consumate e 5 violenze carnali tentate.
I
militari francesi “di colore” si resero responsabili di 125 omicidi, 9
ferimenti, 85 aggressioni, risse e violenze, 3932 furti e rapine, 4 incidenti
automobilistici con morti, 1 incidente automobilistico con feriti, almeno 1935
violenze carnali consumate ed 82 violenze carnali tentate.
I
militari brasiliani si resero responsabili di 3 omicidi, 19 ferimenti, 13
aggressioni, risse e violenze, 3 furti e rapine, 8 incidenti automobilistici
con morti, 41 incidenti automobilistici con feriti, 1 violenza carnale
consumata e 3 violenze carnali tentate.
I
militari indiani si resero responsabili di 17 omicidi, 29 ferimenti, 50
aggressioni, risse e violenze, 38 furti e rapine, 40 incidenti automobilistici
con morti, 91 incidenti automobilistici con feriti, 12 violenze carnali
consumate e 26 violenze carnali tentate.
I
militari canadesi si resero responsabili di 9 omicidi, 25 ferimenti, 79
aggressioni, risse e violenze, 110 furti e rapine, 27 incidenti automobilistici
con morti, 73 incidenti automobilistici con feriti, 6 violenze carnali
consumate e 6 violenze carnali tentate.
I
militari polacchi si resero responsabili di 55 omicidi, 293 ferimenti, 375
aggressioni, risse e violenze, 182 furti e rapine, 282 incidenti
automobilistici con morti, 664 incidenti automobilistici con feriti, 1 violenza
carnale consumata ed 11 violenze carnali tentate.
I
militari greci si resero responsabili di 10 omicidi, 37 ferimenti, 46
aggressioni, risse e violenze, 46 furti e rapine, 3 incidenti automobilistici
con morti, 11 incidenti automobilistici con feriti, 13 violenze carnali
consumate e 17 violenze carnali tentate.
I
militari jugoslavi sparsi nella penisola si resero responsabili di 9 omicidi,
31 ferimenti, 22 aggressioni, risse e violenze, 21 furti e rapine, 3 incidenti
automobilistici con morti, 5 incidenti automobilistici con feriti.
Militari
‘alleati’ di nazionalità non identificata si resero responsabili di 111
omicidi, 477 ferimenti, 463 aggressioni, risse e violenze, 1926 furti e rapine,
1198 incidenti automobilistici con morti, 2366 incidenti automobilistici con
feriti, 32 violenze carnali consumate e 53 violenze carnali tentate.
Il
dato più impressionante e comunque largamente parziale è quello relativo alle
violenze carnali tentate o consumate dalle truppe di colore francesi (quasi
tutte composte da marocchini e senegalesi) che violentarono donne indifese un
po’ dappertutto.
Una
relazione riservata della “Direzione Generale della Sanità Pubblica”
dell’autunno del 1944 denunciava il dramma di “circa 1100 donne della provincia
di Frosinone e 2000 della provincia di Littoria, che a seguito delle violenze
carnali subìte dai marocchini (erano) state contagiate da affezioni veneree
oltre ad essere state rese per la maggior parte in stato interessante”.
Con
molta probabilità le autorità italiane sottostimarono questo terribile dramma
umano e sociale perché molte poverette non ebbero il coraggio di denunciare
l’oltraggio subìto.
Nell’autunno
del 1947 il “Segretariato Generale dell’Esercito Italiano” redasse una
statistica dettagliata degli incidenti e crimini commessi dalle truppe alleate
contro civili italiani per l’intero periodo compreso fra l’8 settembre 1943 ed
il 30 agosto 1947.
Oltre
all’indicazione della nazionalità dei colpevoli vennero registrati altri dati
di fatto, decisamente interessanti.
La
regione al primo posto per furti e rapine era stata la Toscana con 3.443 casi
sui 7.699 accertati (il 44,72 per cento) ed era quella in cui s’erano
maggiormente verificati incidenti e crimini con 6.214 casi su 23.265 accertati
in tutt’Italia, con una percentuale del 26,70 per cento.
Presi
in considerazione secondo la specie, incidenti e crimini risultavano così
ripartiti territorialmente: gli omicidi prevalevano in Campania (171 casi su
589, il 29,03 per cento); i ferimenti nella stessa regione ( 574 casi su 1956,
il 29,34 per cento) così come le aggressioni, le risse e le violenze (818 casi
su 2.390, il 34, 2 per cento).
Il
maggior numero di incidenti automobilistici mortali s’erano registrati in
Campania (644 casi su 3.043, il 21, 16 per cento) mentre gli incidenti
automobilistici solo con dei feriti erano avvenuti in Toscana con 1231 casi su
6.138 (il 20,05 per cento).
Le
violenze carnali consumate erano avvenute principalmente nel Lazio con 818 casi
su 1.159 accertati (ben il 70,70 per cento) mentre quelle soltanto tentate
prevalevano in Toscana con 100 casi su 291 accertati (il 34,4 per cento).
Considerando
l’intero lasso di tempo fra l’8 settembre 1943 ed il 30 agosto 1947 risulta che
mediamente ogni giorno erano stati abusati dai militari alleati 17 civili
italiani d’ogni età assolutamente incolpevoli.
Non
sappiamo se e quando i responsabili di questi ‘incidenti’ vennero chiamati a
rispondere in qualche modo dei crimini compiuti.
Va
tenuto presente che queste cifre non comprendevano le vittime civili italiane
della Venezia Giulia, gli ‘infoibati’ ed i deportati in Jugoslavia dalle truppe
di Tito, i nuclei famigliari che avevano perduto ogni avere, migliaia di
popolani costretti all’esodo solo formalmente volontario dall’Istria.
Escludendo
quella diaspora di massa che é e resta un fenomeno di proporzioni bibliche
straordinarie, si può constatare che la violenza ‘titoista’ risulta equilibrata
con quella esercitata dai nazisti sotto Salò e dagli alleati ‘democratici’ nel
Rregno del Sud perché nel dopoguerra da parte dei vigili del fuoco “furono
esaminate 71 fosse e voragini nel Friuli, nel Goriziano e sul Carso triestino,
32 delle quali risultarono vuote; dalle altre furono recuperati i resti di 464
persone, 217 civili e 247 militari tedeschi e italiani”, altri cinquecento
nella sola cavità di Basovizza mentre secondo l’“Istituto Centrale di
Statistica” fra l’inizio del secondo conflitto mondiale e la fine del 1945 “la
Provincia di Trieste aveva registrato 4147 perdite tra caduti e dispersi,
militari e civili”.
Tutto
questo mentre nelle regioni ‘liberate’ la popolazione era in balìa d’una vera e
propria ‘guerra ai civili’ scatenata da truppe d’occupazione largamente e
colpevolmente incontrollate.
Insomma,
i nazisti uccisero quasi sempre per rappresaglie legate alle contingenze
belliche; gli jugoslavi colpirono nel post-liberazione soprattutto le élites
sociali potenzialmente ostili ad un futuro assetto ‘socialista’ delle terre
occupate ma le forze armate delle potenze occidentali non furono da meno
perché a guerra ormai finita s’accanirono contro migliaia d’incolpevoli
italiani, obbedendo puramente e semplicemente alla logica del peggior
colonialismo.
Quelli
dei tedeschi hitleriani furono imperdonabili crimini di guerra e non è minore
l’orrore provocato dai seguaci di Tito che si macchiarono di atroci delitti
spinti dal fanatismo ideologico e dall’odio etnico anti-italiano (cresciuto
anche per colpa della forsennata ‘snazionalizzazione’ antislava dei fascisti).
Certamente
le colpe non si compensano ma per amore di verità vanno messi sullo stesso
piano delinquenziale anche quei soldati alleati che si comportarono da veri e
propri malviventi contro i civili.
E
furono davvero tanti.
L’Italia
dominata dalle truppe ‘democratiche’ fu perciò vittima d’un genocidio
strisciante che causò lutti, dolori e lasciò aperte profonde ferite fra la
povera gente inerme ed innocente, esattamente come i massacri di Katin dei
sovietici, le foibe jugoslave e la ‘pulizia etnica’ anti-italiana in Istria, i
bombardamenti anglo-americani di Dresda e le bombe atomiche statunitensi di
Hiroshima e Nagasaki.
Quelli
degli alleati in Italia furono tutti crimini orrendi contro l’umanità rimasti
però, a differenza di quelli nazisti, totalmente impuniti.
Di
recente sono state effettuate ampie ricerche persino sul delitto politico del
post-Liberazione contro fascisti o presunti tali quando, secondo dati
ufficiali, largamente errati per difetto, “il numero delle persone uccise,
perchè politicamente compromesse è di n. 8197 mentre 1167 sono state, per lo
stesso motivo, prelevate e presumibilmente soppresse.
Dimenticate
o minimizzate restano invece le stragi d’innocenti causate dai bombardamenti
alleati che secondo l’“Istituto Centrale di Statistica” uccisero in tutt’Italia
59.796 civili e 4.558 militari nel periodo compreso fra la dichiarazione di
guerra alla Francia ed il 25 aprile 1945.
Davvero
per la vittoria delle forze alleate era inevitabile questa mattanza di povera
gente incolpevole ?
Lo
storico Giorgio Boncina nel suo prezioso libro sui bombardamenti alleati si è
chiesto: “Se le città erano importanti per i loro obiettivi industriali e
militari, come mai le bombe così spesso caddero sulle case, le scuole, gli
ospedali le chiese, le opere d’arte ? Oppure l’offensiva dell’aria fu solo un
mezzo di coercizione terroristica, avente lo scopo di minare il morale delle
popolazioni e di spingerle a gesti disperati per abbreviare la guerra ?”.
La
tecnologia della morte era lo strumento per uno sterminio di massa di ‘popoli
nemici’ ? Un genocidio ‘democratico’ ? Una pianificata ‘politica del massacro’
?
Risposte
soddisfacenti non le ha date nessuno.
S’è
preferito alzare uno spesso muro di omertoso disinteresse.
La
stessa barriera è stata eretta sulla mattanza strisciante di migliaia di donne,
anziani, bambini italiani eliminati dagli alleati a guerra finita per
‘incidenti’ o feriti per sempre nel corpo e nello spirito da bestiali violenze
di ogni tipo.
Le
ragioni di questo silenzio sono tutte politiche.
Non
si sono scandagliati i meandri melmosi e putrescenti della storia ben poco
nobile dell’occupazione militare alleata nel timore d’intaccare il mito
fondante della ‘guerra giusta’ combattuta valorosamente dal mondo democratico
contro le tenebrose forze totalitarie nazi-fasciste e dunque non s’é voluta
accettare l’evidenza.
Ogni
guerra imperialista, quale sia l’ideologia che la giustifica, porta
inevitabilmente lutti, prepotenze e prevaricazioni contro la popolazione
indifesa.
La
definizione di “guerra ai civili” opportunamente utilizzata per bollare le
stragi naziste(15) vale anche per i delitti compiuti dagli alleati contro
uomini, donne e bambini d’un Italia vinta, divisa, ferita e trasformata in
terra di conquista e di dominio.
Vanno
ovviamente salvati i proclamati valori di libertà e di giustizia che animarono
alcuni (non tutti) i combattenti del fronte anti-nazista (specie i partigiani
dissidenti e rivoluzionari) ma non si possono nascondere le verità, anche se
scomode.