Casale sotterranea: leggenda metropolitana?
Le voci, però, sono molteplici. E vanno dai ricordi privati di alcuni cittadini, che da bambini giocavano “con le torce, nei sotterranei vicino ai giardini pubblici”, ai ripetuti ritrovamenti di ambienti sotterranei ad ogni nuovo intervento edilizio. Per capire quanto c’è di vero in questi discorsi, occorre fare un sopralluogo sul posto, meglio in compagnia di chi, come il prof. Angelino, allo studio delle fortificazioni casalesi ha dedicato tutta una vita. Lo storico afferma: “Esistono opere sotterranee di varia natura, ma non sono collegate e molto spesso non hanno un’origine militare. Si può trattare di cantine, appunto, o di opere idrauliche per il decorso delle acque.”
Sono in molti, tuttavia, coloro che da ragazzi si sono intrufolati negli angusti passaggi del Castello, e vi hanno trovato locali sotterranei, mentre in Cittadella sembrano esserci cunicoli interrotti che puntano in varie direzioni. Consultando le antiche carte cittadine, si nota che i due edifici erano parti di un elaboratissimo sistema di difesa che fece di Casale, tra cinque e seicento, una “portaerei” al centro del Piemonte. Bastioni e contrafforti difendevano la città per tutto il suo perimetro, e il sistema di difesa non si fermava in superficie: per questo si parla di passaggi nascosti sotto la città. Ma cosa è stato trovato?
“Il Castello di Casale possiede straordinari ambienti sotto il livello del suolo, è vero. I quattro torrioni sorgono su ambienti emisferici, con deambulatori ed enormi mura di sostegno. Si tratta di opere costruite per il tiro dei cannoni, in difesa della fortezza. Nel ‘500 il sistema di difesa divenne talmente sofisticato da prevedere delle aperture incrociate dirette verso il nemico in ogni direzione. Sono proprio queste cannoniere, alcune ostruite, ad aver fatto pensare a camminamenti diretti verso chissà dove.”
Nella zona della antica cittadella, inoltre, dei passaggi esistono indubbiamente. Dove portano? “Da nessuna parte, probabilmente. Quando la cittadella fu occupata dai francesi intorno al 1680, gli ingegneri d’oltralpe realizzarono un poderoso sistema di contromina (gallerie che passando sotto le mura impedivano agli avversari posti all’esterno di scavare sotto i bastioni allo scopo di farli brillare con delle cariche): è testimoniato da una relazione di Gaspare Baretta del 1695. Quei camminamenti non portano quindi in città, ma si limitano al territorio della cittadella, corrispondente ai giardini di Corso Indipendenza. Furono usati anche come rifugi antiaerei durante la II Guerra Mondiale”.
Alcuni anni fa, scavando le fondamenta di alcuni palazzi ad Oltreponte, sono emerse poi delle opere murarie simili a quelle del forte, dirette verso il Castello. Si è parlato allora di un passaggio sotto il fiume Po. “Da fare invidia al tunnel della Manica!”, chiosa Angelino, “La spiegazione è più semplice: sull’altro lato del fiume le carte rinascimentali mostrano una testa di ponte in difesa della città, costruita con le stesse caratteristiche del castello, a cui quindi assomiglia. Come nel forte, il bastione prevedeva dei locali sotterranei con camminamenti e cannoniere, che sono stati confusi con inspiegabili percorsi.”
Sembra dura la vita per la fantasia, di fronte alle argomentazioni di uno storico. Ma ci sarà pure qualcosa di nascosto? “Più di quanto si pensi, in realtà. Appena due anni fa, ho esplorato con un esperto la zona sotto piazza Castello dove sorgevano i rivellini (colossali bastioni triangolari di difesa) cercandone i resti dei basamenti. Ciò che abbiamo trovato, invece, è stato l’intero piano di base perfettamente conservato! Al momento della demolizione, evidentemente, avevano solo spianato il livello superiore per tappare con quel materiale il buco del fossato. Ma lasciarono del tutto integro il piano sottostante, che aspetta solo di essere riaperto!”
I leggendari passaggi militari che attraversano la città, dunque, non ci sarebbero. E la possibilità di camminare col cappello di Indiana Jones sotto il suolo della città sembra sfumare... Ma abbiamo tanto di interessante, che può essere valorizzato, come avviene per Torino Esoterica o l’ancor più nota Napoli Sotterranea, capace di attirare – tra luci ed ombre – folle di visitatori e di studiosi. Come si può valorizzare le opere esistenti? “Premessa: è difficile farlo senza risorse economiche e senza impegno politico. Tuttavia, già completando il ripristino dei sotterranei del Castello nascerebbe un percorso interessante. Per il momento sono accessibili gli ambienti sotto i due torrioni ad Ovest della città, verso il fiume, mentre quelli sul lato Est restano chiusi.” Per cominciare, in occasione della festa dell’Uva, i curiosi possono accedere ai sotterranei del Castello, con visite guidate da Manuela Meni e da Anna Maria Bruno, nei giorni di sabato e domenica 22-23 settembre.
Sembra tutto chiaro, dunque. Ma “sotto il cavalcavia”, dice un anziano, “ io giocavo con gli amici in un tunnel che proseguiva in direzione del Castello”... E se?!
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