Benvenuti nel Blog di Claudio Martinotti Doria, blogger dal 1996
"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", motto dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Pauperes commilitones Christi templique Salomonis
"Ciò che insegui ti sfugge, ciò cui sfuggi ti insegue" (aneddotica orientale, paragonabile alla nostra "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane")
"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è che perdono la salute per fare soldi. E poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere nè il presente nè il futuro. Sono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto." (Dalai Lama)
"A l'è mei mangè pan e siuli, putòst che vendsi a quaicadun" (Primo Doria, detto "il Principe")
"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci." Mahatma Gandhi
L'Italia non è una nazione ma un continente in miniatura con una straordinaria biodiversità e pluralità antropologica (Claudio Martinotti Doria)
Il proprio punto di vista, spesso è una visuale parziale e sfocata di un pertugio che da su un vicolo dove girano una fiction ... Molti credono sia la realtà ed i più motivati si mettono pure ad insegnare qualche tecnica per meglio osservare dal pertugio (Claudio Martinotti Doria)
Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )
La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria
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Come valorizzare il Monferrato Storico
… La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.
Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …
La democrazia partecipata, diretta, orizzontale, collettiva, ecc., è un'alternativa valida e funzionale ...
LA DEMOCRAZIA ORIZZONTALE
Di Viviana Vivarelli http://masadaweb.org
Quello che dobbiamo capire e che molti non vogliono accettare è che non abbiamo di fronte solo il fallimento delle grandi ideologie economiche: il comunismo e il liberismo, ma anche quello del sistema di governo che è stato prevalente negli ultimi due secoli: la democrazia parlamentare. Nella globalizzazione economica che ha concentrato il potere nell’alta finanza e negli organismi economici di controllo mondiale che ne sono le emanazioni, sono scomparsi i poteri nazionali, si sono vanificati i partiti che non rappresentano più la volontà degli elettori, si sono svuotati di significato i parlamenti ed è morta la democrazia. Di fronte a una crisi voluta e pilotata da interessi finanziari e speculativi, l’Occidente è arrivato alla fine degli Stati nazionali, ormai succubi del sistema finanziario, che decide secondo club di magnati, manda a governare i loro emissari, rapina i cittadini e svende i beni pubblici col ricatto del debito.
Dalla guerra militare siamo passati alla guerra finanziaria, ma i risultati sono identici: devastazione dei beni, rapina dei popoli e distruzione degli Stati. Siamo come malati terminali che possono scegliere se staccarsi o no dalla macchina che li tiene in vita ma anche li uccide in una lenta agonia che succhia loro gli ultimi succhi vitali e distrugge il sistema immunitario. Nel nostro caso questa macchina che ci alimenta ma allo stesso tempo ci ammazza è l’euro e la sua demoniaca dipendenza dal FM e dagli speculatori internazionali. Ormai le elezioni hanno il significato ultimativo di scegliere se staccarsi o no da questo sistema terminale per riconquistare una autonomia gravida di ombre. Mi stacco dalla chemio che comunque mi uccide e decido di combattere col mio devastato sistema immunitario? Ma il significato storico della scelta va al di là della globalizzazione stessa e della nostra dipendenza dal mercato degli squali finanziari che è diventato ormai l’unico potere. Quando un sistema presenta troppi squilibri che ne mettono a rischio l’esistenza, il sistema stesso produce i suoi anticorpi e si lancia verso un equilibrio totalmente nuovo.
Il fatto è che sia il comunismo che il liberismo sono sistemi chiusi, cioè non permettono nessuna evoluzione dai loro paradigmi e costruiscono entrambi piramidi di potere che esautorano la base concentrando ogni decisione nei vertici. Il nuovo equilibrio rivoluzionario non può essere che il rovesciamento della piramide,
IL PASSAGGIO DALLA DEMOCRAZIA VERTICALE ALLA DEMOCRAZIA ORIZZONTALE. Carnot affermava che ogni sistema chiuso tende a un crescente disordine, ma Prigogine lo contestava: “Non è vero che andiamo verso il caos anzi, al contrario la vita si evolve dal caos”. L’intuizione di Prigogine è bellissima: i sistemi viventi sono vortici fluttuanti e instabili nella corrente di un fiume, in un interscambio continuo di input in cui essi dissipano continuamente energia e questo scambio è tale da trasformarli continuamente. Ma in certi momenti il flusso può diventare cosi forte da rompere l’equilibrio, rendendoli troppo instabili. Un sistema è troppo instabile quando alla minima variazione risponde in modo eccessivo rischiando al collasso, come oggi l’eccessiva dipendenza della vita degli Stati dalla Borsa, ciò vuol dire che il sistema si è avvicinato pericolosamente a un punto critico che può superare solo in un modo: rivoluzionando quello status e organizzandosi a un livello di ordine superiore. Questo apre la possibilità di un salto evolutivo. La dipendenza dei popoli europei da un sistema bancario e borsistico che dipendono troppo sia dalle decisioni destabilizzanti delle amministrazioni USA che da organismi economici mondiali che nessuno ha eletto o accettato, sta precipitando il sistema economico occidentale verso il collasso, ed è un collasso anche politico e sociale, per la crisi degli Stati nazionali che hanno perso ogni sovranità e dei loro popoli che hanno perso ogni diritto. Il meccanismo ormai è frenetico e infernale e sta distruggendo l’Occidente. I governi europei non sono più in grado di porvi rimedio, e i partiti che sono le loro appendici mostrano tutta la loro inutilità nel fermare il meccanismo impazzito. Tutto il sistema liberista sta andando in tilt, sta precipitano nel collasso. Ma proprio questa crisi estrema potrebbe aprire di colpo una possibilità nuova. Se non la tentiamo, possiamo passare alla morte. Ma se ne cogliamo appieno la portata trasformatrice, possiamo riorganizzarci a un piano superiore.
Secondo Prigogine, quando un sistema vivente arriva a un punto critico, si raccoglie in sé come un sol tutto (informazione con informazione), sprigionando forze di auto-organizzazione inaspettate, come se tutte le particelle intercomunicassero fattivamente tra loro in modo superiore. Insomma il sistema può salvarsi saltando a un ordine totalmente innovativo. Il Caos non è dunque più l’esito dell'universo, ma può diventare il progenitore dell'ordine. Dal Caos la vita, dal disordine l’armonia. E’ il sistema stesso che ha in sé la possibilità di salvarsi, con un salto evolutivo. Se, dunque, la democrazia verticale dell’Occidente ci sta portando alla morte per la sua dipendenza estrema da un sistema come quello neoliberista, dipendente solo dal lucro e dalla speculazione finanziaria, occorre uscire dal dogma base della verticalità liberista per una democrazia totalmente nuova, dal basso: UNA DEMOCRAZIA ORIZZONTALE. Ma siccome questa è una rivoluzione epocale, è fisiologico che tutte le forze conservative del sistema si oppongano, come alla propria fine.
Un sistema così nuovo, infatti, presuppone la fine di tutte le strutture entro cui siamo abituati a concepire la democrazia: i partiti, le istituzioni, il parlamento, la modalità di esercizio della politica, le elezioni, il potere dei cittadini, la stessa Costituzione, e infine lo stile di vita e gli scopi stessi per cui si lavora e si vive. Lentamente e faticosamente il Movimento 5 stelle tenta di dire questo. Non è il solo e l’unico. Movimenti analoghi si stanno sviluppando in tutto il mondo da almeno 30 anni, partendo da basi ambientaliste di salvataggio del pianeta, e comprendendo nuovi stili di vita, nuovi paradigmi etici.. fino a nuove forme di organizzazione e amministrazione comunitaria. Diciamo che gli antesignani sono in quel movimento no global, che è stato oscurato dai governi, mentre avanzava un iper-liberismo promotore solo di guerre e di rapine e distruttivo del mondo. Oggi è indubbio che forti richieste di nuove forme di democrazia dal basso stanno pervadendo l'Occidente e sono alla base delle rivoluzioni del nord Africa e di parte del Medio Oriente, mentre hanno dato luogo a sperimentazioni significative nell’America latina.
Questa rivoluzione, che alla fine speriamo scalzerà l’invasione liberista che rischia di mandare in tracollo il pianeta, nasce dalla stessa tecnologia che col web ha facilitato la formazione di un tipo di pensiero inesistente in altri tempi: IL PENSIERO COLLETTIVO.
Nelle epoche più antiche, le comunità erano tribali, con un pensiero comune come le formiche o le api che costituiscono un solo organismo, o come i branchi che agiscono in sintonia di gruppo. Per tutto l’Impero romano e il Medioevo, l’Occidente ha visto masse confuse prive di volontà propria, sotto la volontà indiscutibile di capi. Il Rinascimento ha segnato il passaggio dal pensiero omogeneo tribale o succube delle masse alle grandi individualità, le persone di genio, in tutti i campi dello scibile artistico, questo si è poi allargato alla scienza ma è rimasto isolato a casi individuali. Le due guerre mondiali hanno ancora visto la passività di grandi masse costrette ad andare dove i loro capi volevano ed erano rari in politica o nel costume gli uomini contro corrente che davano inizio a movimenti nuovi, ma il seme immesso dall’illuminismo e dal criticismo moderno è andato crescendo.
Oggi abbiamo superato sia il pensiero sistemico tribale e i grandi geni isolati del Rinascimento che il pensiero massificato successivo bisognoso di capi e di organizzazioni verticali. Siamo a un nuovo tipo di 'pensiero collettivo orizzontale', che salva in sé le individualità e le incentiva, ma allo stesso tempo si muove (anche grazie al web che permette di pensare insieme in tempo reale) come un fiume collettivo, senza aver bisogno di capi e gerarchie, che cresce in sé e per sé e ripudia le vecchie categorie centralistiche del potere. E’ chiaro che chi è ancora attaccato ai vecchi paradigmi non riesce nemmeno a capire il rifiuto delle piramidi di potere e la necessità di liberare il pensiero orizzontale, collettivo e partecipativo. Ma le rivoluzioni dell'Africa settentrionale e dei paesi occidentali e i movimenti che rifiutano la partitocrazia e la democrazia parlamentare, come forme ormai inette e controproducenti, manifestano una forte e nuova esigenza di autonomia dal basso.
Questa è una modalità nuova di autorganizzazione sociale che ha caratteristiche impossibili in altri tempi ed esalta la partecipazione e la creatività di ognuno, grazie al web, come effetto di un pensiero multiplo, simultaneo e inter-partecipante che mai prima sarebbe stato possibile, un pensiero che rifiuta la sudditanza di sempre ai soliti pochi, lesiva ormai degli interessi di ognuno, e porta avanti ed esalta le doti di ogni singolo in un modo totalmente innovativo e potenzialmente produttivo di grandi sviluppi, come avviene in ogni équipe ma grazie al potenziale EQUIPE-MONDO. Il web ha permesso di passare dalla globalizzazione che ha verticalizzato il potere economico alla globalizzazione del pensiero collettivo che porterà alla DEMOCRAZIA ORIZZONTALE.
Lo strumento che permette questo salto evolutivo è il web, grazie a cui per la prima volta nella storia si può avere un pensiero nuovo, individuale e collettivo allo stesso tempo, grazie alla sincronicità e la sintonia. E QUESTA MODALITA’ DI PENSIERO NUOVO RICHIEDE UN NUOVO MODO DI CONCEPIRE LA DEMOCRAZIA. ESIGE IL PASSAGGIO DALLA DEMOCRAZIA DELEGATA E RAPPRESENTATIVA A QUELLA PARTECIPATA E DIRETTA, con una totale sovversione di tutti i termini politici.
Sentiamo che sta avvenendo storicamente un fenomeno eclatante, una rivoluzione globale che va molto al di là dei limiti fisiologici di un partito o di un movimento, un nuovo modo di fare la storia e di porre il pensiero, individuale e universale insieme, partendo dalla massa sterminata dei senza potere e vivendo la soggettività in modo superiore, non una soggettività individuale o egocentrica e nemmeno legata al genio, ma inserita nel cerchio degli interscambi multipli in tempo reale: una 'SOGGETTIVITA' COLLETTIVA'.
Il carattere distintivo dell’essere umano è il pensiero e l’evoluzione della storia umana è evoluzione del pensiero. Ma finora le vette del pensiero umano sono state limitate ai grandi pensatori, come se ognuno di essi fosse una cima isolata, capace di condizionare economia, società, scienza, costumi...lasciando fuori le infinite potenzialità dei miliardi di uomini e donne che sono nell’ombra. Quello che avviene adesso, grazie alla rivoluzione delle telecomunicazioni e al villaggio globale, è il venire alla luce di questi miliardi di pensieri, nella formazione di un pensiero nuovo che ispira massimamente la mente individuale ma allo stesso tempo nell'alveo di un flusso collettivo che la incentiva e potenzia. Ed è chiaro che questa rivoluzione informatica modifica l’essere umano e la sua storia, amplifica le potenzialità di ognuno e cambia radicalmente i rapporti del cittadino col potere. Se io penso e posso portare alla luce del mondo il mio pensiero, e mi rendo conto che posso pensare meglio di te-potente e in modo più utile alla comunità, cade la tua pretesa di governarmi come solo a te conviene contro i miei interessi, e cade la menzogna della democrazia che è diventata danno della Nazione.
Come cadde il diritto dei re di governare secondo il proprio arbitrio, con l’alibi di un diritto divino, si annienta oggi la pretesa dei partiti attuali di governare secondo un presunto mandato popolare che essi per primi calpestano. Per cui oggi le vecchie strutture ormai fatiscenti e autodistruttive del potere non reggono più, non sono più storicamente accettabili, si sono suicidate da sole, e ancora meno è accettabile un sistema economico che concentra le ricchezze su pochi mandando in rovina tutti gli altri, con la scusa del debito o del terrorismo o di altri alibi creati ad arte. Dunque, se sta nascendo un nuovo pensiero collettivo, questo ha bisogno di una NUOVA DEMOCRAZIA collettiva, che non può essere che una democrazia dal basso, diretta e partecipata, ovvero con forme di controllo o legiferazione DIRETTA, consultando direttamente il popolo col web sulle decisioni essenziali, e PARTECIPATA, cioè dando direttamente ai cittadini il potere di decidere sulle finanze pubbliche.
Un po’ come accade in Svizzera o, in forma limitata, in molte democrazie statali del mondo e come è stato sperimentato sul pianeta con ottimo successo, a livello locale, nei NUOVI MUNICIPI. E questa, se è una democrazia orizzontale, cioè di tutti, lo ripeto, deve svincolarsi dalle obsolete e criminose ideologie che hanno portato alla crisi del mondo: il comunismo come il neoliberismo. Il Movimento Cinque stelle comincia da qui: attaccando il carrozzone intollerabile e inutile dei partiti, attaccando la nostra ormai fatiscente repubblica parlamentare, in cui gli imperativi costituzionali sono stati tutti calpestati di fatto, attaccando il sistema ormai cadaverico delle istituzioni (‘le salme’), che sono solo alle dipendenza dell’alta finanza e prendono ordine dal capitale internazionale.
Contro questa sovrastruttura pesantissima e inutile dello Stato attuale, la proposta è di rendere il potere ai cittadini e liberare le energie individuali in un’opera collettiva, sul web, di ricostruzione della società dal basso. Ma questa opera deve per forza attaccare i due grandi nemici della vera democrazia. Il comunismo e il neoliberismo, che entrambi hanno mirato solo a un restringimento del potere nelle mani di pochi per l’interesse di pochissimi, distruggendo le regole che rispettavano i diritti e frenavano le avidità. E poiché sia la destra che la sinistra hanno sempre mirato a un potere verticale che tiene lontani i cittadini dalla decisioni e ne fa dei succubi di pochi che decidono tutto per tutti, per forza di cose il Movimento Cinque Stelle sarà né di destra né di sinistra ma oltre. La democrazia è una cosa bellissima purché la si pratichi. Se il potere resta nelle mani delle solite persone o addirittura se queste lo esercitano solo per subire le prepotenze di un’alta finanza o di organismi economici che stanno rovinando il mondo, allora questa non è democrazia, ma dittatura. Oggi siamo sotto il giogo della dittatura della finanza che conduce contro di noi una guerra devastatrice dove cadono uno a uno tutti i nostri beni e diritto, una finanza che è stata resa apposta incontrollata e incontrollabile per permettere a una ideologia fallimentare di riprendere il potere con metodi illeciti. Noi dobbiamo opporci a tutto questo!
Noi dobbiamo rivendicare il nostro diritto a vivere, a soddisfare le nostre necessità ragionevoli, a realizzare le nostre potenzialità positive, a essere rispettati come persone, ad avere un futuro e a darlo ai nostri figli, in un’ottica di evoluzione umana e non di regressione e devastazione. Dall’alto questo non ci viene più garantito. Riprendiamocelo dal basso!
Commento ulteriore
E’ questo sbocciare del mio pensiero in quanto legato a quello di tanti che mi pare un fenomeno nuovo e bellissimo! A scuola, nei licei, o nei corsi con gli adulti, ho cercato sempre di fare un lavoro progressivo di evoluzione interiore, anche attraverso lo brain storming, la tempesta mentale, quello che si sperimenta anche nelle équipe d’impresa quando si arriva a un punto morto e si libera l’immaginazione individuale in modo creativo per arrivare a soluzioni alternative, e il pensiero di ognuno accende quello dell'altro e si sintonizza con esso per produrre qualcosa di nuovo che supera entrambi. Queste incredibili evoluzioni della mente io le ho sperimentate dirigendo i lavori di gruppo junghiani, lavori di anni, in cui ho assistito all’esplosione di energie che si sintonizzano in modo armonico, si amplificano e creano fenomeni di immaginazione creativa e di sincronicità e aiuto simultaneo, come se tante menti che lavorano insieme creassero un unico organismo pensante. Ma queste mie incredibile e magnifiche sperimentazioni non godevano dell'apporto del web. E con un blog ho scoperto nuove e insperate possibilità di apertura, individuali e collettive allo stesso tempo. C'è un fenomeno inesplicabile di illuminazione simultanea che si amplifica con l'apporto di tanti e produce mondo nuovo.
Questo è lo strumento fondamentale che porta alla NUOVA DEMOCRAZIA; la possibilità di UN PENSIERO COLLETTIVO. Quintalate di giornali, ondate di programmi tv, supponenti discorsi alla Nazione, ma la parola proibita, "DEMOCRAZIA" stanno bene attenti a non pronunciarla. E' diventata il grande tabù, il mantra potente che li polverizzerebbe all'istante. "DEMOCRAZIA DIRETTA" poi è la loro morte, la magica runa che sconfigge l'armata delle tenebre con la sua potenza risolutrice.
Ciò di cui nessuno parla è il male nascosto che li avvelena, il tarlo che potrebbe macinare la gamba del potere. Stanno bene attenti a non scriverla mai nei loro articoli livorosi o supponenti, ma il male oscuro che li rode alla radice è la loro stessa malattia, la loro colpa, il peccato capitale che ha portato alla morte della Nazione, il loro delitto innominabile: l'assassinio della democrazia, la morte del popolo sovrano, la fine della repubblica in un dispotismo nemmeno illuminato ma corrotto e complice dei mali peggiori: mafie, banche, capitale, plutocrazia, Borsa, egoismo e guerre.
Di fronte alla prospettiva che qualcuno metta in forse la loro autorità consolidata di gerarchi o di servi, che qualcuno attacchi 'veramente' la partitocrazia e tutti i suoi vizi, che qualcuno rovini quei loro interessi di bottega per cui hanno venduto l'Italia, e rivendichi finalmente il diritto democratico dei popoli di decidere del proprio destino, si inveleniscono, si sdegnano, insorgono, fanno massa, si incattiviscono, strasbordano, diventano folli di rabbia, fanno la bava... come iene che si attaccano alla preda morente che stanno spolpando per la paura che un cacciatore più forte li scacci dal loro pasto. E una massa di senza-testa li segue vociante e inneggiante mentre il paese va in rovina. E questo è il panorama desolante di questi giorni! ...
E' in corso un cambiamento politico ed economico epocale
Gli stati nazione partoriti embrionalmente dal Machiavelli all'inizio del Rinascimento (seppur travisato dalle moderne interpretazioni), concepiti idealmente sotto un'unica guida illuminata da Mercurino Arborio di Gattinara (Gran Cancelliere dell'Imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V, sui cui domini non tramontava mai il sole ...), concepiti politicamente dalla Pace di Westfalia nel 1648 e consolidati dal periodo napoleonico successivo alla Rivoluzione Francese, in particolare con la Restaurazione, hanno arrecato danni immani all'umanità, con la loro concezione del monopolio dell'uso della forza, della coscrizione obbligatoria e del conflitto bellico permanente come modus operandi integrativo della politica espansionistica. In pochi secoli hanno fatto più morti in guerra e per l'abuso della violenza e coercizione che nel corso dei cinque millenni precedenti di cui si ha documentazione storica.
Gli stati nazione hanno esaurito il loro tempo e le attuali condizioni geopolitiche centrifughe spingeranno verso la frammentazione ed un ritorno alle piccole patrie, nel modo in cui venivano concepite nel Medioevo (legame con la terra e casa avita e la comunità), che non ha nulla a che vedere con la retorica e propaganda inerente la patria che caratterizza la storia contemporanea e di cui si abusa politicamente per poter manipolare giovani menti ed elettori poco accorti ed acculturati. Paradossalmente ci ritroviamo, soprattutto in Italia, con un esagerato sovradimensionamento dell'apparato statale e con sovrastrutture burocratiche kafkiane, gigantesche e parassitarie, per cui le conseguenze del fenomeno di riconversione non saranno indolore e chi detiene il potere, anche microscopico ed in dosi omeopatiche, non lo abbandonerà spontaneamente e pacificamente ....
Quindi che cosa ci aspetta?
Essendo la casta politica parassitaria italiana priva di senso del limite, dobbiamo augurarci che la magistratura riesca a metterne il maggior numero possibile in galera (anche per la loro protezione) altrimenti finiranno per essere linciati dalla popolazione esasperata ed inferocita … Come nei primi anni '90 (Mani Pulite - Tangentopoli) dobbiamo nuovamente confidare nella magistratura, almeno per quanto attiene all'effetto catartico indotto dal sapere che parecchi dei responsabili sono finiti in carcere, che probabilmente ridurrebbe la violenza latente che altrimenti esploderebbe anche contro capri espiatori …
In assenza di un intervento diffuso della magistratura dobbiamo attenderci il peggio: dapprima esploderà la criminalità sociale, ci saranno saccheggi e rapine, e poi la violenza si scaglierà verso la casta politica e finanziaria, ma la seconda essendo meno conosciuta ed esposta rischierà di meno, saranno invece i politici che pagheranno cara la loro costante presenza e vanità mediatica che li ha resi volti noti e riconoscibili per strada, che non sapranno più dove nascondersi … Anche i cortigiani dei politici diverranno bersagli della rabbia popolare, compresi i giornalisti, per cui si ripeterà pressappoco quanto avvenuto nella primavera del '45 dopo la resa della Germania.
Troppo pessimista?
Aspettiamo che si esauriscano le riserve finanziarie delle famiglia (i cosiddetti "risparmi"), che muoiano gli anziani che con le loro pensioni sostengono milioni di famiglie, che gli effetti di una pressione fiscale patologica ormai ben oltre l'80 per cento (tra dirette ed indirette, accise e gabelle varie sui consumi) sortiscano i loro nefasti effetti recessivi e distruttivi sull'economia e sulle famiglie, e poi vedremo se si tratta di pessimismo o semplice capacità previsionale.
Nessuno uscira' di qui. Quella di Beppe Grillo è una facile profezia, fin troppo pacifista
Tratto dal blog di Beppe Grillo, il 17 aprile 2012
Ehi! Non pensate di cavarvela così. Con qualche comparsata televisiva e un Rigor Montis radiocomandato, mantenendovi a distanza di sicurezza dai cittadini sparando frasi fatte sull'antipolitica. Lo so che confidate nella memoria breve degli italiani. Vi volete ripresentare, riverginati dai media, alle elezioni 2013. Avete il terrore di perdere il controllo delle operazioni. Sapete bene cosa vuol dire non disporre più di giornali e televisioni infarciti di servi e senza le forze dell'Ordine ai vostri comandi. Vuol dire essere messi sotto processo dalla Nazione che avete distrutto.
Nessuno uscirà di qui, parafrasando Jim Morrison, senza un pubblico dibattimento. Senza una pena esemplare. L'Italia ha un debito spaventoso creato dalla corruzione, dalla dilapidazione di soldi pubblici in Grandi Opere Inutili, dalla contiguità omertosa con le mafie che fatturano 130 miliardi all'anno e anche dell'evasione, naturalmente, ma i grandi evasori protetti dallo Scudo Fiscale sono stati premiati con il 5% di tassazione, mentre ai pensionati e ai disoccupati per qualche centinaia di euro viene pignorata la casa.
Io vi accuso di aver sottratto il futuro a due generazioni, vi accuso di collusione con le mafie, di furto ai danni dello Stato con i finanziamenti pubblici ai partiti aboliti da un referendum. Vi accuso di aver dichiarato guerra alla Libia rinnegando la Costituzione. Vi accuso di occupare senza alcuna ragione l'Afghanistan, di dilapidare miliardi di euro in cacciabombardieri mentre gli operai muoiono per mancanza di controlli e di sicurezza nei cantieri e gli imprenditori si suicidano perché non riescono a pagare le rate a Equitalia. Vi accuso di aver cancellato l'innovazione, la ricerca, di aver trasformato le nostre migliori scuole in diplomifici inutili. Vi accuso di aver nascosto la verità mentre sperperavate mille miliardi di euro in dodici anni finiti nell'attuale voragine del debito pubblico. Vi accuso di aver condannato un popolo alla miseria per decenni per onorare 100 miliardi di euro di interessi annui sui titoli di Stato, soldi sottratti alle spese sociali, ai diritti primari di ogni cittadino. Vi accuso di aver rinnegato la Costituzione ogni volta che vi è stato possibile. Vi accuso di aver occupato ogni spazio della società con la vostra voracità, le vostre mandibole, le vostre tangenti. Insaziabili come una metastasi. Vi accuso di essere dei mentecatti, dei dilettanti, dei signor nessuno che hanno vinto il biglietto della lotteria in Parlamento, gente che solo un anno fa negava la crisi. La carica pubblica per voi è l'unica risorsa possibile. Fareste qualunque cosa, come avete già fatto in passato durante l'oscura Storia della Repubblica, per non perderla.
Vi do un consiglio. Cercatevi un avvocato, magari Ghedini, che mi sembra abbastanza libero in questo momento. Forse vi verranno concesse le attenuanti e vi saranno inflitti solo il sequestro dei beni accumulati durante la vostra carriera politica e l'assegnazione ai lavori socialmente utili. Cosa farete in futuro lo deciderà una giuria di cittadini incensurati estratti a sorte. In fondo gli italiani sono brava gente. Non preoccupatevi troppo quando vi sarà sequestrato il passaporto.
I PARTITI SONO IL CANCRO DELLA DEMOCRAZIA
Il grande accedemico linguista Tullio De Mauro alcuni anni fa condusse una ricerca che rivelò l'abissale, spaventosa, vergognosa ignoranza degli italiani, che rendono il nostro paese subculturale, il peggiore del mondo cosiddetto occidentale.
Scoprì che il 71 PER CENTO DEGLI ITALIANI è semianalfabeta di ritorno, non è in grado di leggere e scrivere nulla di minimamente impegnativo, non comprende concetti appena articolati e complessi, non è in grado di esprimersi e pensare per astrazione, ecc.., PEGGIO CHE ALL'EPOCA DELL'UNITA' D'ITALIA ...
Paesi come CUBA, la COSTA RICA, l'URUGUAY sono ad elevatissmi livelli evolutivi rispetto a noi che siamo ancora all'epoca delle caverne dal punto di vista socioculturale
La corruzione diffusa in Italia come una piaga enedemica è una conseguenza dell'ignoranza, sia come causa primaria che come effetto collaterale e concausa, è interconnessa e correlata. L'ignorante che riceve i gradi da caporale (come ben descritto dal mitico Totò) e potrà esercitare un micropotere si rivarrà sul prossimo per dimostrare che lui vale e merita di più, convinto come è che non occorre essere istruiti per avere successo nella vita (Berlusconi docet) , ed appena avrà occasione di arricchirsi facilmente e illegalmente lo farà, la corruzione è solo un mezzo, non si farà scrupoli, perché "tiene famiglia". La partitocrazia ha solo sfruttato questa caratteristica italica ai propri fini, installandosi come un cancro in tutti i gangli delle istituzioni, provocando la morte del paese
E' uno dei motivi per cui l'Italia è alla rovina ed ormai non ci rimane che aspettarci il peggio
Claudio Martinotti Doria
I PARTITI SONO IL CANCRO DELLA DEMOCRAZIA
Fonte: L'Indipendenza, Quotidiano on line http://www.lindipendenza.com
di GIANFREDO RUGGIERO, Presidente Circolo Culturale Excalibur – Varese
Provate a fermare una qualsiasi persona per strada e domandategli cosa ne pensa dei politici. Vi risponderà peste e corna. Però la stessa persona alle prossime elezioni andrà diligentemente a votare e quindi a legittimarli, pur sapendo che sono in massima parte degli incapaci e spesso ladri e corrotti. In passato li avremmo inseguiti con i forconi, ora invece non solo li tolleriamo e li manteniamo, ma li votiamo pure e, cosa ancora più grave, gli ascoltiamo senza renderci conto che quando aprono bocca parlano senza dire nulla. A parte le solite frasi fatte e scontate che dette da una normale persona sarebbero bollate come banalità.
Cosa significa che siamo diventati dei masochisti, oppure è il sistema che hanno architettato i padri costituenti a non lasciarci scampo e ad indurci alla più totale rassegnazione?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima capire come funziona questo perverso meccanismo che loro chiamano democrazia. Lo stipendio di un parlamentare è alto, scandalosamente alto, e tale rimarrà perché serve a creare quel bacino elettorale necessario ad assicurargli la rielezione e non correre il rischio di tornare a lavorare alla scadenza del mandato. La rete di consensi una volta creata va alimentata. Lo stipendio da parlamentare non basta a pagare le cene ai militanti, i regali per le assunzioni degli amici, i finanziamenti alle cooperative che poi lo sosterranno, ecc. In più vorrebbe anche godersi un po’ di quel bello stipendio che ogni mese gli viene puntualmente accreditato: la macchina di lusso, la seconda casa al mare e, magari, anche l’escort o il trans (dipende dai gusti) per alleviare la fatica… Ecco allora che si passa alla fase 2, quella dei finanziamenti occulti da cui deriva il cosiddetto “costo della politica”.
Le grosse società di costruzioni o di servizi per garantirsi gli appalti devono “oliare il meccanismo“ che consiste nella elargizione di prebende e tangenti al nostro politico, assessore o sindaco che sia. E qui il cerchio si chiude: l’imprenditore si aggiudica l’appalto e il prezzo comprende i denari che il nostro uomo incassa per sostenere il suo mandato. La commistione tra mafia e politica e l’intreccio tra politica e affari nasce proprio da questo presupposto, dalla necessità del politico di allargare sempre più il suo bacino elettorale e di incrementare i suoi introiti per mantenerlo. Questa è la sua priorità, il Parlamento può attendere. Il malcostume riguarda tutti i partiti, nessuno escluso. Lo conferma il lungo e colorato elenco di uomini politici inquisiti per mazzette, voti di scambio e utilizzo distorto dei finanziamenti pubblici che il notiziario ci scodella quotidianamente. La corruzione della politica non è una degenerazione del sistema o il caso sporadico di qualche mela marcia – come vogliono farci credere – bensì la base della democrazia, di questa democrazia gestita e soffocata dai partiti.
In più i partiti, essendo associazioni private al pari delle Onlus e dei sindacati, sono esclusi dalla compilazione della denuncia dei redditi e i loro bilanci, nonostante le enormi cifre che ricevono dallo Stato, non sono consegnati alla Agenzia delle Entrate per essere passati al setaccio e resi consultabili come avviene con i cittadini e le Imprese, ma sono semplicemente depositati in Parlamento dove le verifiche sono puramente formali. Così vuole Costituzione. Non a caso tutti gli scandali recenti è passati che hanno investito i tesorieri di partito sono scaturiti da indagini delle Guardia di Finanza e mai dagli organi di controllo del Parlamento.
La cosiddetta prima repubblica è crollata sotto il peso della corruzione, la seconda è stata edificata allo stesso modo. Chi parla di terza non è molto distante, in linea di pensiero, dalle precedenti.
Come mai, allora, ad ogni elezione andiamo puntualmente a votarli? Siamo forse stati colpiti dalla sindrome di Stoccolma, quella che porta la vittima di un sequestro ad infatuarsi del proprio carceriere? Per comprendere quale capolavoro i padri di questa repubblica nata dalla resistenza sono stati capaci di realizzare, è sufficiente domandarci perché ogni anno siamo chiamati a votare per le varie elezioni politiche, comunali, provinciali, regionali, europee, per i referendum, ecc. quando sarebbe più semplice ed economico raggrupparle in una unica scadenza. La risposta è facile: le continue votazioni servono a tenere alta l’attenzione verso la politica e a distrarre la nostra mente. Il perenne dibattito che ne scaturisce e la contrapposizione tra partiti servono a creare quella sorta di clima da stadio che coinvolge e accalora gli elettori e li porta a non capire che i problemi che i partiti si propongono di risolvere con il loro consenso in realtà li hanno creati proprio loro.
Non è finita: la decisione di chi dovrà sedere in Parlamento spetta in apparenza al cittadino elettore, in realtà è il capo partito che dispone. Infatti la composizione delle liste elettorali – e dei candidati alle primarie, altra presa in giro – è definita dalla segreteria di partito sulla base dei consensi (il cosiddetto “pacchetto di voti”) che ogni candidato può garantire. Le capacità e le competenze dell’aspirante deputato sono utili, ma non determinanti (questo spiega la presenza nelle liste elettorali di sportivi, attori e personaggi televisivi).
In pratica l’elettore è chiamato a ratificare decisioni prese dall’alto, nelle buie stanze dei partiti e senza alcun coinvolgimento popolare. Nella migliore delle ipotesi può scegliere all’interno di una rosa di candidati, le cosiddette preferenze, sempre calate dall’alto.
Questa è quella che loro chiamano democrazia.
Tra partiti, poi, non vi sono differenze sostanziali, cambiano solo i cavalli di battaglia e gli slogan elettorali: federalismo per la Lega, giustizialismo per Di Pietro, mito americano per Berlusconi, pugno duro e tolleranza zero per le Destre, socialismo scolorito e ambientalismo annacquato per le sinistre… in realtà i loro programmi sono modi diversi di intendere lo stesso sistema imperniato sull’ideologia liberal-capitalista e basato sul potere assoluto e soffocante dei partiti.
La capacità dialettica, l’uso sapiente degli aggettivi (libertà, democrazia, tolleranza, pluralismo, solidarietà, ecc.) con cui i politici si riempiono la bocca e infarciscono i loro vuoti discorsi ci affascina. A sentirli parlare ci verrebbe voglia di votarli tutti.
A ciò si aggiunge l’asservimento della “libera stampa” sempre pronta a denunciare gli scandali dei politici e gli sprechi di denaro pubblico (vedi i quotidiani servizi di striscia la notizia), ma che a mettere in discussione il sistema e a prospettare alternative al regime dei partiti neanche ci pensa.
Esattamente come avviene nella cinematografia hollywoodiana che può tranquillamente proiettare le violenze, la corruzione, l’arroganza e la forza bruta del potere, le ingiustizie e le nefandezze del sistema tanto nessuno metterà mai in discussione in modello americano. Infatti alla fine del film la libertà, la giustizia e la democrazia trionfano sempre.
I politologhi che affollano i salotti alla Bruno Vespa ammettono che il sistema è perennemente malato però —questa e la loro tesi — il sistema possiede gli anticorpo necessari per superare le ricorrenti crisi, non c’è quindi bisogno di cambiarlo, è sufficiente l’alternanza di governo o tuttalpiù, quando i mercati si inquietano e l’Europa si allarma, nominare qualche esecutivo tecnico per massacrarci di tasse e ridare fiducia ai mercati. Morale: abbiate fiducia nei partiti e continuate a votarli.
I signori del potere possono quindi dormire sonni tranquilli, ci pensano i mass media ad ammansirci. Al riguardo è stato profetico Orwell che nel suo libro “1984” (scritto quasi quarant’anni prima, nel 1948) ha descritto esattamente la nostra attuale società che trae il suo consenso dalla falsificazione della memoria storica e dal condizionamento dei mezzi d’informazione. Fate caso ai titoli di quotidiani e notiziari e gli argomenti trattati: sono sempre gli stessi, un caso? No, è il gioco delle parti!
Torniamo al politico di turno. Una qualunque persona animata di sincero idealismo che volesse impegnarsi in politica per il bene comune o è straricco, in grado come Berlusconi di costruirsi un partito su misura, oppure deve aderire ad un partito esistente.
E qui inizia la trafila che lo porterà a fare e ricevere favori, a promettere elargizioni a questa e quella associazione di volontariato, a prospettare appalti alla cooperativa di turno e a farsi sostenere da qualche potente lobby.
E se non accetta il sistema e vuole continuare a fare l’idealista? Nessun problema rimarrà un semplice e innocuo consigliere comunale, senza futuro politico, guardato con diffidenza dai suoi compagni di partito e silurato alla prima occasione.
Veniamo ora alla questione chiave, quella riguardante la differenza tra democrazia e libertà che volutamente sono usati a sproposito come sinonimi, quando invece sono due concetti ben distinti.
La Democrazia è una forma di Stato che affida l’esercizio della volontà popolare ad una sua rappresentanza. Sulla definizione di rappresentanza popolare passa l’enorme differenza tra la Democrazia Parlamentare, quella attuale filtrata dai partiti, e la Democrazia Diretta, il nostro ideale, che si basa sull’ingresso in Parlamento dei rappresentanti, liberamente eletti, delle categorie produttive e civili, attraverso un processo selettivo che parte dal basso e coinvolge fin dalle prime fasi tutte le espressioni della società.
La Democrazia di oggi, inoltre, si esprime e si esaurisce attraverso un semplice gesto: una croce su una scheda per eleggere un parlamentale che molto spesso manco conosciamo (sfido chiunque a indicarmi qual è stato il deputato o senatore che ha contribuito ad eleggere alle ultime elezioni). Rilasciata questa delega in bianco la nostra democrazia si conclude. La stessa filosofia è applicata al concetto di libertà. Siamo un Paese libero perché chiunque può manifestare il suo pensiero, scrivere ai giornali, protestare in piazza e perfino scioperare e poi… tutto come prima. «si, si protestate pure tanto poi alla fine decidiamo noi… per il vostro bene, naturalmente» questo è quello pensano i nostri politici. La loro ostentata sicurezza deriva dalla certezza che nessuno li smuoverà mai.
Per libertà io invece intendo non solo quelle politica e di espressione, ma soprattutto quelle civili: libertà di prospettare un futuro ai nostri figli, libertà di avere un lavoro sicuro, una casa in proprietà e una pensione degna di questo nome, un’assistenza sanitaria garantita e una scuola pubblica seria; libertà di dormire con le finestre spalancate e di passeggiare a tarda sera senza il timore di essere aggrediti….questa è la libertà, la vera libertà che solo uno Stato serio e svincolato dai partiti può garantire.
L’esaltazione della Resistenza elevata a mito fondante, la demonizzazione del Fascismo definito il male assoluto e la continua e ossessiva riproposizione dell’Olocausto ebraico sono fattori determinanti per indurre in noi la convinzione che oltre la democrazia c’è solo la dittatura e il ritorno ad un passato di sopraffazione, morte e distruzione.
Lo scopo è chiaro: scoraggiare e bloccare sul nascere qualunque tentativo, anche involontario, di messa in discussione del regime dei partiti. Possiamo parlarne male, denunciare le loro schifezze, il loro asservimento ideologico, ma guai a toccarli perché “i partiti sono il baluardo della democrazia”. Dobbiamo invece ribellarci a questa dittatura del pensiero ed avere il coraggio di opporci a chi, in nome di una democrazia fasulla e di una libertà formale, vuole in realtà perpetuare il suo smisurato potere e i suoi enormi privilegi.
I partiti sanno che mettere mano alla Costituzione, a questa Costituzione vecchia e superata, concepita in un periodo storico completamente diverso da quello attuale, resa sacra e inviolabile, sarebbe la loro fine… e la nostra salvezza.
L'Italia sta affondando ma in troppi continuano a distrarsi con le attività ludiche e l'intrattenimento di bordo
di Claudio Martinotti Doria
Io ormai non guardo la televisione nazionale da parecchi anni e mi informo esclusivamente per internet, soprattutto tramite italiani competenti, prevalentemente economisti, che se ne sono andati all'estero, e guarda caso sono gli unici che hanno una visione precisa di quanto avviene in Italia ed hanno il coraggio di dire le cose come stanno veramente, mentre gli opinionisti, intellettuali a pagamento ed i media italici sono quasi tutti ad elettroencefalogramma piatto verso il cazzeggio mistificatorio ed ondulatorio, in pratica cercano di convincerti che tutto va bene madama la marchesa.
E' più che comprensibile il disgusto e l'irritazione che si percepisce essere diffuso presso gli italiani qualificati che sono all'estero e soffrono per le condizioni assurde in cui vedono versare il loro amato paese, che corrisponde a quello che provano gli italiani rimasti in patria ed ancora dotati di onestà intellettuale, spremuti come limoni e tosati come pecore da un fisco vorace che complessivamente ormai pesa oltre l'80 per cento sui nostri redditi e che vedono l'estorsione di stato (che li penalizza come nessun altro paese al mondo ed in cambio gli fornisce pessimi servizi pubblici), alimentare una casta di cialtroni, parassiti e corrotti, pure collusi con le organizzazioni criminali, ed il cosiddetto governo dei "tecnici" esplicitamente al servizio della casta dei banchieri, che non ha minimamente inciso sui costi della politica e sulla corruzione e si è dimostrato forte coi deboli e debole coi forti, con interventi iniqui e recessivi.
Comprendo l'imbarazzo di coloro che in buona fede, occupandosi di informazione devono cercare di portare il dialogo su ipotesi di speranza fornendo qualche prospettiva, ed in effetti condivido la loro valutazione di una diffusa responsabilità sociale delle condizioni in cui ci troviamo, ma che però non deve divenire un alibi.
Infatti oltre al milione e mezzo di italiani, che è la cifra stimata con approssimazione per difetto, che vivono di politica (quantità che non ha eguali al mondo, in proporzione al numero degli abitanti), anche accontentandosi delle briciole del denaro pubblico di cui abusano, poi occorre aggiungere almeno tre milioni e mezzo di italiani che vivono grazie al settore pubblico, quindi con incarichi che solo in apparenza sono legali e regolari, ma in realtà sono prevalentemente inutili o dannosi, perché di estrazione e provenienza e composizione politico clientelare e parassitaria, sono cioè carrozzoni, enti inutili, società monopolistiche ed oligopolistiche, opere pubbliche faraoniche inutili e che mai andranno alla fine, con infinite variazioni progettuali in corso d'opera e lievitazione esponenziale dei preventivi di spesa, sono attività colluse con le varie organizzazioni criminali presenti nel paese, sono istituzioni repressive e coercitive al servizio della classe politica parassitaria, ecc., l'elenco potrebbe durare ore. Quindi abbiamo un abbondante 10 per cento di popolazione che non ha la coscienza a posto, anche se crede di svolgere un lavoro regolare e di avere diritto ai privilegi di cui godono, e costoro, in totale antitesi ad ogni forma di meritocrazia, occupano tutti i gangli delle istituzioni ed anche della società civile collusa con la politica.
Quindi il paese in queste condizioni non ha alcuna possibilità di venire fuori dalla situazione distruttiva in cui l'hanno portato, non può in alcun modo porre rimedio all'insipienza dei governanti a tutti i livelli.
Concordo con i pochi ma onesti economisti che hanno affermato coraggiosamente che era meglio lasciarlo fallire, in un paio di anni cacciando i parassiti (probabilmente anche violentemente) ci saremmo potuti riprendere lasciando spazio alle potenzialità creative latenti, prima che siano distrutte dalla depressione, adesso si proseguirà per dieci o vent'anni in una sorta di crisi schizofrenica permanente, in un'agonia a singhiozzo, con sporadici conflitti sociali e razziali localizzati e manifestazione di rabbia ed intolleranza, violenza e repressione, saccheggi e criminalità diffusa, ecc..
Della serie "sempre peggio". Del resto non si è mai visto che un parassita riconosca di essere tale e se ne vada spontaneamente, quindi le conclusioni si traggono da sole ... I parassiti in Italia hanno avuto buon gioco finora, perché paradossalmente gli italiani, che hanno aspramente combattuto per svariati secoli contro ogni sorta di nemico interno e straniero, da tempo hanno perso l'animus pugnandi.
E' giunto il momento di recuperarlo, per la sopravvivenza della dignità e libertà umana.
Pericoli a Ozzano Monferrato, forti segnali di degrado ed inciviltà
di Claudio Martinotti Doria
A Ozzano Monferrato disponiamo di due motivi di rischio e di disagio che si trascinano da anni irrisolti e che peggiorano la qualità della vita e l'incolumità dei residenti, soprattutto in località Lavello, cioè lungo la ex statale Casale Asti che nel borgo assume la denominazione di via Roma.
Uno dei motivi accennati è costituito dai numerosi manufatti contenenti amianto presenti nel borgo, talmente numerosi che rendono probabilmente Ozzano il sito più a rischio di tutta l'area casalese, non occorre sorvolare l'abitato su un aereo per rendersene conto, basta guardarsi in giro, riscontro che avrebbe dovuto porre istituzionalmente il borgo in un elenco prioritario per essere bonificato. Non mi risulta che siano mai state avviate bonifiche e gli edifici in stato di grave degrado continuano a rimanere tali, aumentando il rischio di dispersione delle fibre.
Il primo motivo cui ho accennato è un pericolo invisibile ma micidiale seppur lentamente, il secondo invece è molto visibile e percepibile con tutti i sensi e mette a dura prova la pazienza di chi abita al Lavello: il traffico automobilistico.
A parte l'intensificazione dello stesso, dovuto all'aumento esponenziale dei veicoli circolanti avvenuto negli ultimi decenni, che hanno ormai elevato i passaggi giornalieri a circa 18 mila (che lo rende il centro abitato più trafficato dell'area casalese, nelle ore di punta è praticamente impossibile attraversare la strada), ma è il comportamento incivile di troppi automobilisti che rende la situazione intollerabile per una società civile.
E' appena di ieri l'ennesimo incidente dovuto ad un tamponamento per eccesso di velocità, a volte in passato hanno addirittura demolito dei pali della luce (essendo in cemento armato, immaginatevi a che velocità dovevano transitare), ma la frequenza degli incidenti non rende assolutamente l'idea di cosa avviene in questo centro abitato che per circa 1,5 km è attraversato dalla strada provinciale (ex statale) che da Casale porta ad Asti e a Torino.
E' comprensibile che non si riesca a rispettare il limite dei 50 km/h, e se anche passassero tra i 60 ed i 70 km/h non ci sarebbe motivo di lamentela, ma moltissimi automobilisti, motociclisti e camionisti superano di parecchio tali velocità che sarebbero accettabili e tollerabili.
Troppo spesso si assiste a passaggi ben superiori ai limiti di velocità (da due fino a tre volte i limiti), a volte addirittura mentre sorpassano, soprattutto nella fase di ingresso e di uscita dal centro abitato, come se dovessero decollare con un aereo o come fosse un autodromo …
Comportamenti che denotano un assoluto menefreghismo per la realtà esterna all'abitacolo da parte di questi "piloti", che non tengono conto del rischio per l'incolumità degli abitanti, che non possono attraversare la strada senza essere particolarmente agili e vigili e che rischiano anche a camminare sui marciapiedi (i genitori devono essere particolarmente attenti a tenere sotto controllo i bambini, con tutta l'ansia che ne deriva).
Comportamenti che dimostrano indifferenza per i fastidi e danni arrecati, incuranti di sfrecciare a fianco di edifici abitati recando molestia. Infatti il disagio complessivo degli abitanti è proporzionale alla velocità di transito, essendo risaputo che le emissioni inquinanti ed acustiche aumentano con la velocità, quindi oltre all'incremento di inquinamento atmosferico si subisce anche un aumento dell'inquinamento acustico.
Inoltre gli edifici laterali alla strada con il passare degli anni risultano danneggiati dalle vibrazioni provocate proprio dall'eccesso di velocità di transito dei veicoli, soprattutto di grossa stazza, come gli autocarri e le corriere.
Quindi non è accettabile in alcun modo l'atteggiamento ipocrita e lassista di coloro che giustificano il fatto che a vivere lungo una strada trafficata si debbano subire disagi conseguenti. Questi non sono disagi legittimi e oggettivamente conseguenziali, questi sono dovuti alla maleducazione, egoismo, violazione sistematica delle regole, e carenze istituzionali.
Quindi gli abitanti sono divenuti loro malgrado soggetti passivi e penalizzati, per abitudine ed impotenza indotta dalle circostanze, all'assoluta assenza di provvedimenti efficaci.
In proposito è interessante e curioso rilevare come ci si accorga facilmente quando c'è qualche rara pattuglia di polizia o carabinieri lungo la strada, si abbassa la soglia del rumore di fondo ed affacciandosi alle finestre o percorrendo il marciapiede ci si accorge subito che il traffico è come al rallentatore, come se stessero girando un film e le auto viaggiano tutte ai 50 km orari, come per magia.
Le auto in quelle rare occasioni tornano a svolgere la loro funzione primaria e non sono più condotte come fossero armi a quattro ruote, alcune corazzate come i SUV (sempre più numerosi), mezzi per l'affermazione di sé, del proprio status presunto.
La crisi in corso, che ha anche ridotto l'uso dell'auto per gli eccessivi costi del carburante, consentirà alle istituzioni preposte di rispondere che installare semafori per rallentare il traffico o autovelox permanenti costerebbe troppo e non ci sono le risorse, però la tecnologia ormai dispone di apparecchi di tutti i generi ed a prezzi accessibili, con effetto non solo di deterrenza ma anche di efficacia persuasiva e repressiva.
Ad esempio si potrebbero installare telecamere che riprendano il traffico e rilevino i casi più pericolosi di guida "criminale" (passaggi ben oltre i 100 km/h e sorpassi pericolosi, più frequenti di quanto si immagini, soprattutto di sera e di notte, e d'estate con le finestre aperte potete immaginarvi come possano favorire il riposo, soprattutto le moto). E non possiamo certo rimanere passivi augurandoci paradossalmente che la crisi si aggravi ed induca ad ulteriori decrementi del traffico veicolare ...
Purtroppo viviamo in tempi difficili, di diffusa sofferenza e frustrazione, di arido individualismo e squilibrio comportamentale, ed il modo di condurre un'autovettura è assai sintomatico del livello di socialità, maturità e responsabilità della persona alla guida.
Monitorare il traffico anche solo osservandone a campione il comportamento più diffuso (come guidare con il cellulare all'orecchio, divenuto sport nazionale), rivela come la situazione stia sempre più degenerando, e potrà solo peggiorare, se non si applicherà con più severità il codice della strada e si interverrà potenziando la prevenzione.
Evitiamo di attendere le tragedie per poi intervenire per placare l'opinione pubblica.
Cordiali saluti
Ozzano Monferrato, 3 aprile 2012
Pillola Blu o Pillola Rossa, consapevolezza o beota stupidità?
Scritto da Francesco Carbone, presidente di Usemlab
Fonte: Usemlab http://www.usemlab.com/index.php
Tutti abbiamo visto quel capolavoro che è il primo film di Matrix (gli altri secondo me potevano anche risparmiarseli). Uno degli episodi più belli è la scelta tra la pillola blu e la pillola rossa. Ebbene chi ha compreso il Truffone costituito dalla moneta creata dal nulla e moltiplicata dal sistema bancario a riserva frazionaria è come Neo: ha preso la pillola rossa ed è oramai consapevole. Allo stesso tempo però ha rinunciato alla beota ingenuità nella quale vivono ignare e felici le masse (felici mica più tanto di questi tempi, questo va ammesso) ed in ogni momento rischia di essere sopraffatto da un senso di impotenza.
Fabio Gallazzi, alias Gardel, tempo fa aveva lanciato nel forum un thread intitolato "Del capire perché il Truffone fa intristire". Pubblico il suo primo post così come uno più recente dell'utente Dolphin. Spero che i loro interventi possano avviare una discussione sul tema che merita di essere aperta a tutti. Io personalmente nel thread non ho postato nulla. Aver compreso il Truffone non mi rende affatto triste. Piuttosto come ho appena scritto mi fa sentire impotente. Molto volentieri mi fa anche incazzare. Ho la consapevolezza che oramai non si possa fare più nulla per poter cambiare le cose. Il Truffone arriverà alla fine dei suoi giorni con uno schianto che lascerà le masse allo stesso tempo inebetite e furiose. Molto probabilmente senza la guida della scienza economica abbracceranno apertamente nuove forme di pianificazione centralizzata ancora più pervasive, invadenti e privative della libertà individuale di quelle attuali.
Tuttavia rendersi conto del Truffone dà la possibilità a ciascuno di potersi muoversi nel proprio intorno individuale come guidati da una bussola preziosa. Ci dovrebbe far sentire degni di una onestà intellettuale davvero rara. Dovrebbe averci dato gli strumenti per difenderci dalla confisca inflazionistica. Infine, la nostra consapevolezza individuale, per quanto inutile nel contesto contigente ed autodistruttivo del Truffone, rimane pur sempre il necessario appiglio per le speranze di chi verrà un domani. Nel proprio piccolo, chi ha compreso il Truffone e fa opera divulgativa per farlo capire ad altri, sta offrendo solo la Verità... niente di più, esattamente come a suo tempo fecero Mises, Rothbard, Hayek.
DEL CAPIRE PERCHE' IL TRUFFONE FA INTRISTIRE
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10 Marzo 2012, gardel:
Perchè rende ridicole le nostre adolescenziali illusioni di vivere in un sistema relativamente giusto, dove siano prevalenti le ragioni dell'interesse pubblico e reale una certa libertà personale, e dove ogni essere umano ha un certo potere di autodeterminazione. Capire il Truffone ti fa realizzare che sei nelle mani di ingegneri sociali psicopatici che ragionano con spirito tecnicistico-deumanizzato e probabilmente pensano a te come un allevatore di polli pensa ad un pollo individuale nel suo allevamento, la cui unica preoccupazione umanamente comprensibile è quella di restare al comando dell'allevamento di polli, accada quel che accada. Quindi cosa volete che gratifichi fare un po' di cash sull'oro o sull'argento, quando ti rendi conto di come è organizzato il sistema. Molto meglio essere cattivi investitori in un sistema basato su una decente umanità e libertà e rispetto per le masse da parte degli ingegneri-capo che avere fiat-gain in un mondo le cui arroganti divinità ti trattano come un pollo d'allevamento.
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31 Marzo 2012, Dolphin:
Perchè ti fa capire di essere su un treno in corsa a folle velocità e i binari finiscono dritti in un burrone. Ma anche se te ne accorgi, è inutile perchè nessuno può sentirti: tutti ridono e cantano a squarciagola e fanno festa, ignari, felici e incuranti. E il macchinista più di tutti, sempre ubriaco e strafatto.
Perchè ti fa capire che il merito non esiste e mai verrà riconosciuto. Che non c'è differenza tra chi lavora, si impegna e cerca di affinare le proprie capacità e chi invece ozia e vive del lavoro altrui. Proprio come a scuola, a fine anno, tutti verranno promossi, sia il secchione che il nullafacente, il voto finale è un particolare irrilevante, uno specchietto per le allodole. Quando arriverà l'inverno, la cicala non morirà, semplicemente mangierà le provviste che la formica ha accumulato e, se persino quelle non basteranno, mangerà anche la formica.
Perchè ti fa capire che la società non è fatta per lasciar crescere spontaneamente le abilità e il talento delle persone ma è progettata per annullarli ed estirparli. Che l'educazione non è progettata per stimolare la creatività ma per ottundere l'ingegno ed evirare le menti, per trasformare un suolo fertile e rigoglioso in un arido deserto. In quel giardino appassito non crescono alberi sani e forti ma edere storte e malate, piante prive della propria indipendenza ed individualità, incapaci di sostenere il proprio stesso peso, solo adatte ad attaccarsi ad una struttura preesistente e precostituita.
Capire il Truffone fa intristire soprattutto quando vedi lo stuolo di politici, professori e accademici, autorità e giornalisti e li senti ogni giorno tessere le lodi e decantare le qualità del loro padrone. E' uno spettacolo bestiale e sconcertante vedere questi individui, cortigiani e giullari, scribi e puttane, prostituire la loro intelligenza e coscienza, sprecare il loro talento ed energie al servizio di una simile causa.
Perchè ti fa vedere che l'umanità intera è malata di una malattia e non lo sa. Una malattia che si diffonde virulenta tra la gente, come un virus che annebbia la ragione e indebolisce la volontà. E quando ne diventi immune, è ancora peggio, perchè anche se tu sai di essere sano in mezzo ad un oceano di malati, per loro, sei solo un malato in mezzo ad una moltitudine di sani. Nessuno vuole sentirsi dire di essere malato. Occhio non vede, dente non duole.
Perchè alla fine, senza truffone e tutto quello che ne deriva, si starebbe tutti meglio. E no, senza stato sociale i poveri non morirebbero tutti di fame, malattie o di ignoranza. Al contrario, sarebbero liberi di affrancarsi dalla loro condizione. Con la libertà, al contrario di quello che asserisce pensiero dominante, non si aumenterebbe il rendimento ma anche il rischio: tutto all'opposto, si aumenterebbe il rendimento, diminuendo il rischio. Ma la gente questo non lo capisce e, tristemente, si lascia illudere da quella suadente e dolce menzogna che è lo stato sociale.
Perchè in sostanza, il truffone, è la storia più vecchia del mondo, sempre lei: è la storia dell'uomo sordo agli imperativi morali e di giustizia che risuonano innati dentro ognuno di noi. E' la storia dell'uomo che sceglie il male come via, l'inganno come metodo, la violenza come pratica. Di colui che preferisce rubare il lavoro altrui al lavor proprio, che ama la distruzione più della creazione.
Ma soprattutto fa intristire perchè, a volte, ripensandoci, hai il dubbio tremendo e umiliante che se potessi scegliere di nuovo quale pillola prendere, sceglieresti quella blu, sacrificando la verità ad una felicità ignorante e un po' artefatta che sa di droga chimica, ma pur sempre felicità.