L’Italia avrebbe fornito all’Ucraina sistemi d’arma offensivi “essenziali” per quelle che sono considerate tra le operazione più efficaci dell‘intero conflitto. Stiamo parlando dei missili da crociera Scalp-Eg, o “Storm Shadow” per i britannici che hanno rivelato l’informazione in un momento estremamente delicato per il nostro Paese, alle prese con la nazionalizzazione di importanti aziende da parte di Mosca. A rivelare il nostro ruolo nella fornitura di questo sofisticato missile aviolanciabile è stato Grant Shapps, lo stesso segretario alla Difesa del Regno Unito che mesi fa aveva lasciato “intuire” al Cremlino come le loro navi, colpite e affondate mentre erano alla fonda, erano entrate nel mirino di un non meglio identificato sistema d’arma fornito dagli Occidentali. Lo Storm Shadow appunto. Missile strategico aviolanciabile progettato appositamente per limitare la sua “firma radar” e diventare a tutti gli effetti un missile fantasma attraverso la sua capacità Stealth.
Secondo i dati desecretati, il missile che noi e i francesi chiamiamo Scalp-Eg può raggiungere una velocità massima di Mach 0,8 e colpire obiettivi posti a una distanza “compresa tra i 250 e 560 km” dal punto di lancio attraverso un sistema di guida fire and forget; sistema basato su sensori sofisticatissimi che gli permettono di raggiungere il suo target seguendo il profilo del terreno per concludere la sua corsa attraverso il sistema che lo rende completamente autonomo, “confrontando l’immagine vista dal sensore con quella del bersaglio immagazzinata nella memoria”. Un arma estremamente efficace e letale, come hanno potuto constatare i russi che hanno perso dalle 3 alle 5 unità navali attraverso l‘impiego di quest’arma. E che le attribuiscono anche la distruzione del sito industriale di Luhansk, e di aver colpito il ponte stradale e ferroviario di Chonhar, in Crimea.
Un’esternazione imprudente
“Penso che Storm Shadow sia stata un’arma straordinaria“, ha sempre sostenuto il segretario alla Difesa britannico Grant Shapps nei suoi interventi e nei suoi post diffusi su X, ma durante una recente visita al sito di produzione dove vengono assemblati questi missili da crociera prodotti dal consorzio Mbda, ha anche dichiarato: “Sono il Regno Unito, la Francia e l’Italia a posizionare queste armi per l’uso, in particolare in Crimea. Queste armi stanno facendo una differenza molto significativa”. Esortando poi la Germania a fornire missili da crociera Taurus agli ucraini. A riportare le parole precise è stato il quotidiano Times. Esternazioni che sono entrata immediatamente nei radar di David Cenciotti invece, esperto analista del campo aeronautico militare che ha riportato il fatto sul sito The Avionist. Secondo quanto esposto, dunque, il nostro Paese, insieme a Francia e Regno Unito, avrebbe fornito missili da crociera a Kiev consentendole di colpire obiettivi strategici da grade distanza, e garantendo agli equipaggi degli aerei che li hanno lanciati di rimare “fuori pericolo”.
Sarebbe la prima volta che l’Italia “figura” apertamente tra le nazioni che forniscono questo tipo di missili all’Ucraina. E questo nonostante il governo italiano – che mantiene notoriamente un “basso profilo” quando si tratta di questioni legate alla fornitura di armi o alla sua partecipazione in operazioni militari – non abbia mai annunciato ufficialmente il trasferimento del sistema d’arma sviluppato per essere lanciato da velivoli come il Panavia Tornado e gli Eurofighter in forza alla Royal Air Force britannica e all’Aeronautica Militare italiana, ai Dassault Rafale e Mirage 2000 in forza all’Armée de L’Air francese, ma anche da un vettore aereo come il Sukhoi Su-24: l’unico aereo in forza all’Aeronautica militare ucraina che può impiegarlo.
Il Su-24, codice identificativo Nato “Fencer”, è bombardiere tattico supersonico e si da il caso che l’Ucraina sia riuscita a proteggere la sua esigua flotta di bombardieri strategici per impiegarli in questo tipo di missioni – tra le più efficaci condotte nell’arco della guerra – in stretta collaborazione con il Gur, l’intelligence militare ucraina che sta “selezionando” i bersagli russi da colpire, e quello che si ritiene essere stato l’appoggio esterno delle intelligence occidentali che avrebbero concesso l’appoggio dei loro satelliti per completare la missione.
Secondo David Cenciotti “non abbiamo motivo di credere che Shapps abbia commesso un errore nel menzionare l’Italia tra i fornitori di Storm Shadow, anche se questa è ancora una possibilità”. L’unica conferma può giungere dal Ministero della Difesa italiano, che per adesso non ha commentato né smentito. Si ricorda in questo contesto che al termine di marzo il ministro della Difesa Guido Crosetto ha affermato che il valore delle forniture autorizzate all’Ucraina per il 2023 ammontava a 417 milioni di euro. L’elenco di armi, veicoli e attrezzature militari che sono state fornite all’Ucraina e, secondo l’approvazione del Parlamento, verranno seguite da ulteriori tranche nel 2024, rimane comunque, formalmente, riservato.
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