L’ultima circolare del Ministero della Salute: “Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”
Per quanto la nostra idea di vita stia agli antipodi rispetto a quella dei criminali e dei malviventi che stanno al governo e in parlamento, il totalitarismo non si pone problemi di coscienza nel pianificare l’esistenza altrui, non ha valori morali a cui attenersi, non parteggia per “l’etica della libertà”.
Il 31 dicembre dell’anno scorso, mentre ricominciava a soffiare il vento dell’isteria sanitaria, la stampa igienica titolava così: “Circolare Covid: «Pandemia imprevedibile, il Paese si prepari». Dalle mascherine al lavoro agile, se la situazione peggiora“.
Concedetemi alcune brevi riflessioni, che sono doverose. In primis, un dato oggettivo: ce l’hanno fatta, sono riusciti a trasformare, nell’immaginario collettivo dei covidioti italici ed europei, il concetto che qualsiasi influenza debba essere catalogata come pandemia, anzi, come potenziale “peste nera”. Per rafforzare questo pensiero insano, usano come modello la feroce dittatura comunista cinese, e ho detto tutto!
Dopodiché, tra le tante raccomandazioni antiscientifiche che si leggono nel papello stilato dal “Ministero della Salute”, emerge un solo aspetto raccapricciante che il successore dell’assassino che sedeva ai vertici della “Sanità Pubblica” vuole comunicarci, come ben sintetizzato anche da Carlo Lottieri: “Alcune libertà sono perdute forse per sempre e l’espansione del potere che ha accompagnato la strumentalizzazione della scienza è destinata – con ogni probabilità – a essere istituzionalizzata in maniera definitiva (come è successo con la statizzazione dell’istruzione, della sanità o della previdenza)”.
Sissignori, è la transizione bellezza! Ecologica? Sanitaria? Economica? Sociale? Chiamatela come preferite, menzionate l’Agenda che più vi aggrada, ma ve lo avevo detto che non sarebbe finita a Maggio del 2020. In fondo, ce lo aveva sbattuto in faccia da subito – con freddezza – quel poco di buono che è Giuseppe Conte, firmando il primo dei criminali Dpcm relativi alla cosiddetta “Covid-19”. Qui le sue parole:
Ci vedete qualcosa di sanitario nelle frasi di cui sopra? Dal momento in cui vennero pronunciate, dall’allora Presidente del Consiglio, gli stupidi e gli analfabeti di ritorno (ovvero ben oltre il 70% degli italiani) sono stati innescati e si sono bevuti la narrazione banditesca e malvagia della stampa igienica sulla “pandemichia”, le profezie di scemenziati come Bassetti, Burioni, Pregliasco e compagnia cantante, le restrizioni imposte dalle Forze dell’ordine, che come un sol uomo non si sono comportate diversamente dai Vopos della democraticissima Germania dell’Est.
Sulla tragica farsa pandemica non ho null’altro da aggiungere, penso lo abbiate capito. Voglio però chiudere questo primo editoriale dell’anno con le parole di un carissimo amico AnCap, che prima di altri ha scelto come reagire, da individuo libero, al regime manifestatosi ufficialmente il 9 Marzo 2020.
- “Gli ultimi 3 anni sono stati estremamente difficili, come molti di voi hanno ormai capito stiamo vivendo una radicale trasformazione della nostra società, un cambio strutturale del nostri stili di vita e della concezione di libertà, individualità, diritti e possibilità che credevamo garantiti per nascita nei paesi occidentali, ma che abbiamo scoperto essere stati solo bei sogni.
- Il risveglio, come spesso avviene, è difficile e lascia l’amaro in bocca, tuttavia i guerrieri (io lo sono sempre stato) non cedono e invece di piegarsi al mondo cercano di piegare il mondo alla loro visione. Gli spazi per farlo oggi sono sempre piu’ risicati, ma chi sa mantenersi forte fisicamente e mentalmente (ecco perché ritengo i miei protocolli per la longevità tanto importanti) trova sempre una soluzione e spesso nel caos fiorisce e cresce trasformando quello che per la maggior parte di noi è un incubo in un’occasione per cambiare in meglio la propria vita e quella degli altri”.
Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate in Italia. Grazie Enrico Dell’Olio. Noi ci vediamo a Vignola!
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