Hollywood e i media: sono solo strumenti di propaganda di sinistra
Non hanno ancora finito lo spoglio dei voti delle elezioni di metà mandato e tutta la macchina della sinistra è già stata messa al lavoro a pieno regime in vista delle elezioni del 2024. Uno dei principali asset di cui la sinistra ha sempre potuto contare è il mondo dello spettacolo, artificialmente ed egoisticamente elevati al mondo della “cultura” per dargli una patina di autorevolezza e credibilità, quando in realtà non sono altro che semplici burattinai, a loro volta burattini del Partito Democratico.
Anche se possiamo verificare quanto sopra in qualsiasi momento, la scorsa settimana è stato particolarmente evidente come la sinistra usi la “cultura” per fare politica. Nell’ultimo episodio della serie The Good Fight, la trama ruotava attorno a un’accusa contro il governatore repubblicano della Florida, Ron DeSantis, per violenza sessuale.
Siamo abituati al fatto che in tutte le produzioni hollywoodiane i repubblicani non sono mai i bravi ragazzi, ma questa volta hanno superato ogni linea rossa. Per una serie di fiction utilizzare nomi e cognomi di un politico contemporaneo per un’accusa così grave è inaudito e ci dà una misura di dove la sinistra è disposta a spingersi. Sembra che per loro valga tutto.
Nonostante la stragrande maggioranza degli artisti di sinistra, sempre pronti a usare la propria arte e fama per fare politica, qualcosa sta cominciando a cambiare nel mondo dello spettacolo, e si nota un certo nervosismo tra i socialisti quando si accorgono che stanno cominciando ad esserci voci discordanti rispetto alla loro narrativa.
Gli autori di Saturday Night Live hanno minacciato di boicottare l’apparizione di Dave Chappelle nell’ultimo spettacolo, poiché lo considerano un “transfobo”. Non solo non sono riusciti a boicottare la sua esibizione, ma lui ha parlato in termini positivi di Donald Trump – così come ci si potrebbe aspettare – e ha lasciato gli ascoltatori dello show sbalorditi e goffamente silenziosi.
Che sempre più artisti hollywoodiani si oppongano ai postulati più woke e radicali dei Democratici è una buona notizia, ma una notizia migliore sarebbe che né gli artisti né il pubblico si arrendano di fronte alle minacce della sinistra, che è sempre più preoccupata vedendo che sta iniziando a perdere il controllo della cultura.
QUI L’ARTICOLO ORIGINALE – TRADUZIONE DI ARTURO DOILO
Nessun commento:
Posta un commento