Covid, non posso dimenticare la “banalità del male” con cui hanno agito e agiscono
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di SILVIO MAGNOZZI
Non dimentichiamo mai una cosa. In questo orrore, in
questa malefica aberrazione, l’azione più turpe, l’autentica malvagità,
quella per la quale questi maledetti andrebbero passati a fil di spada,
è la violenza sui bambini, sulle persone fragili e sugli anziani.
Macabro umorismo, il loro: hanno sacrificato senza pietà le categorie
usate come vessillo all’inizio, perpetrando con lucida ferocia reati su
reati, facendosi beffe del dolore e della disperazione, implacabili e
glaciali.
Non un ripensamento, né un momento di pietà. Quelli che dicevano avrebbero dovuto esser maggiormente protetti, sono stati i bersagli principali, le vittime sacrificali di questa teologia del male.
Non dimentichiamo le vittime, certo; ma non dimentichiamo i sopravvissuti, i feriti a morte, i reclusi in tempo di pace, i beffati di continuo: i malati e gli anziani nelle RSA, ad esempio, a cui anche adesso si negano le visite dei parenti, o li si costringe a subire l’umiliazione di un contatto surrogato.
Come abbiamo fatto ad accettarlo? Come siamo arrivati a considerare normale l’esibizione di una cosi efferata crudeltà?
Questo mi spaventa, in fondo e soprattutto: la dimenticanza, l’abitudine al male, allo spregevole, al miserabile. Un inferno di disumanità in veste di messianica epifania.
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