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La Transnistria è una repubblica indipendente tra Moldavia e Ucraina, lunga appena 200 km, ed è una di quelle regioni del mondo di cui raramente si sentiva parlare prima dello scoppio della guerra in Ucraina, un po' come accaduto per le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. Eppure ora, la piccola Repubblica Moldava di Pridniestrov, come si auto-definisce il territorio che noi chiamiamo Transnistria (che significa "terra al di là del fiume Nistro"), è improvvisamente diventata un'area strategica cruciale per comprendere la possibile evoluzione del conflitto russo-ucraino, che potrebbe risolversi secondo diversi scenari a seconda delle mosse che effettuerà Putin. Il 25 e 26 aprile il territorio transnistriano è stato attaccato in tre diverse occasioni (sono stati bersagliati il Ministero per la Sicurezza, il centro di trasmissione della radio russa e un'unità militare poco fuori Tiraspol) e al momento sono varie le voci che parlano di una possibile escalation della situazione.

In effetti, la Transnistria, la cui capitale è Tiraspol, è una sorta di buco nero filo-russo che si trova in Europa, tra Moldavia e Ucraina. Si è ribellata con forza e autoproclamata indipendente da quella che oggi è la Moldavia nel 1990, l'anno prima della dissoluzione dell'Unione Sovietica, sebbene la Moldavia la ritenga formalmente parte del suo territorio. Attualmente non è riconosciuta da alcuno Stato ufficiale e viene considerata legittima solo da Abcasia, Ossezia del Sud e Nagorno Karabakh (a loro volta, tutti e tre territori in larga parte non riconosciuti a livello internazionale).


L'economia della Transnistria e l'influenza russa

Per dimensioni e peso demografico, la Transnistria non sembrerebbe di così grande importanza: è una striscia di territorio lunga circa 200 km, con una popolazione di mezzo milione di persone, di origine etnica diversa e spesso mista. Le lingue più parlate sono l'ucraino, il moldavo, il russo e il rumeno, ma sono presenti anche altre minoranze etniche.

A cavallo del nuovo millennio, la Transnistria è diventata la sede di svariati traffici illegali, in particolare contrabbando di armi e droghe pesanti, gestiti dalla criminalità organizzata e agevolati dalle ramificazioni internazionali della mafia russa. Oggigiorno per fortuna la situazione è leggermente migliorata, ma il territorio dipende per la sua stessa esistenza dagli aiuti economici, energetici e militari russi.

L'economia, in particolare, è in gran parte preda della Sheriff, una holding di aziende, guidata da un oligarca filo-russo, che ha il controllo di tutti i settori chiave dell'auto-proclamata Repubblica: commercio all'ingrosso e al dettaglio, comunicazione, energia ed edilizia. Senza contare lo Sheriff Tiraspol, una squadra che quest'anno ha partecipato alla fase a gironi della UEFA Champions League e si è sfidata anche con Inter e Real Madrid.

Il ruolo e la posizione strategica della Transnistria nella guerra ucraina

Finora le autorità della Transnistria sono state molto caute nell'esporsi rispetto alla guerra russo-ucraina e hanno manifestato neutralità. Rispetto al conflitto, infatti, entrano in gioco decisivi interessi economici, in particolare quelli della Sheriff, e una certa ambivalenza di tipo socio-culturale. Sebbene i transnistriani si richiamino alla Russia e sopravvivano grazie agli aiuti di quest'ultima, un quinto della popolazione è di origine ucraina, senza contare un numero ancora maggiore di persone che ha parenti e/o amici nel Paese vicino e ora sotto attacco.

D'altro canto, all'interno del conflitto la Transnistria potrebbe ricoprire un ruolo cruciale per varie ragioni: anzitutto sul suo territorio sono presenti, a garanzia di difesa e controllo del territorio, dai 1000 ai 4000 soldati russi (il numero è variabile a seconda delle stime consultate). Si tratta di un contingente ridotto, ma capace, in teoria, di provare a portare un attacco da nord alla città ucraina di Odessa, già sotto i bombardamenti russi e che verrà probabilmente assaltata via mare nelle prossime settimane, dopo l'eventuale presa di Mariupol. Non solo: gli stessi soldati potrebbero invece muoversi verso Chișinău, la capitale della Moldavia, allargando il teatro della guerra.

Mappa Moldavia e Transnistria
in foto: Carta con focus strategico sulla Moldavia e sulla Transnistria

Se questo quadro non fosse sufficiente, dovete sapere che in Transnistria è presente il più grande deposito di armi e munizioni dell'Europa centro-orientale, residuo dell'Unione Sovietica e sotto il controllo delle truppe russe. Pensate che contiene 22 mila tonnellate di munizioni. Potrebbe essere allora la stessa Ucraina a provare a distruggerlo oppure a o impossessarsene, col rischio di trascinare anche la Moldavia nel conflitto.

A ogni modo Kiev si è portata avanti, mostrando più un intento difensivo che offensivo. Ha infatti bombardato già a inizio marzo e in almeno due punti il collegamento ferroviario meridionale che la lega a Transnistria e Moldavia. Una mossa che potrebbe rallentare l'eventuale offensiva delle truppe russe stanziate a Tiraspol e dintorni. A proposito, recentemente la stessa Ucraina ha affermato che il contingente russo in Transnistria si stia effettivamente organizzando per entrare in guerra e che Putin abbia un piano per invadere la vicina Moldavia, ma la notizia è stata per ora smentita dalle autorità moldave, transnistriane e russe.