Secondo l'ISTAT con riferimento all'anno scorso la popolazione italiana ha avuto un saldo negativo di 335mila abitanti, cioè sono morti molte più persone di quante ne siano nate. Per avere un esito così negativo occorre risalire al 1918 anno in cui l'influenza spagnola fece strage in tutto il mondo. Ovviamente i media maistrem attribuiscono questo dato negativo alla COVID-19, l'anno prossimo il dato sarà ancora peggiore, perché vi saranno i numerosi morti causati dalle reazioni avverse gravi al vaccino e alla mancanza di cure per i malati veri che sono stati trascurati o addirittura ignorati, oltre alle peggiorate condizioni di assistenza sanitaria, ormai al collasso. Ma ovviamente i media mainstream attribuiranno le morti ad altre cause, essendo certi (per ordine di Big Pharma) che non vi è alcuna correlazione tra le vaccinazioni e l'incremento delle morti tra la popolazione. Quindi gli effetti avversi dei vaccini combinata con l'aberrante gestione della pandemia nel corso del 2021 produrranno un'incremento di mortalità che solo gli stolti non si porranno dei dubbi. Claudio
Mai cosi poche nascite e tanti morti dal 1918. II dati agghiaccianti Istat, aumentano solo gli stranieri
Il deficit di "sostituzione naturale" tra nati e morti (saldo naturale) nel 2020 raggiunge in Italia -335 mila unità, valore inferiore, dall’Unità d’Italia, solo a quello record del 1918 (-648 mila), quando l’epidemia di "spagnola", in coincidenza con la fine della Prima Guerra Mondiale, contribuì a determinare quasi la metà degli 1,3 milioni di decessi registrati in quell’anno. Lo spiega l’Istat nella sua nota sull’andamento demografico nel 2020. Invece, il nuovo record minimo delle nascite (405 mila) e l’elevato numero di decessi (740 mila) causato soprattutto dalla pandemia di Covid aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese. Il deficit di nascite rispetto ai decessi è tutto dovuto alla popolazione di cittadinanza italiana (-386 mila), mentre per la popolazione straniera il saldo naturale resta ampiamente positivo (+50.584).
Il 31 dicembre 2020, data di riferimento della terza edizione del Censimento permanente, la popolazione in Italia conta 59.236.213 residenti, in calo dello 0,7 per cento rispetto al 2019 (-405.275 individui). Questo calo è attribuibile prevalentemente alla dinamica demografica tra il primo gennaio e il 31 dicembre 2020: infatti, il saldo dovuto al movimento demografico totale (saldo naturale più migratorio), desumibile dalle fonti anagrafiche, ha fatto registrare 362.507 unità in meno. Il conteggio della popolazione abitualmente dimorante, effettuato sulla base dei "segnali di vita amministrativi", ha poi determinato un ulteriore aggiustamento statistico pari a -42.768 unità: si tratta di un saldo dovuto alla differenza tra unità conteggiate in aggiunta rispetto alla popolazione iscritta in anagrafe (correzione dell’errore di sotto-copertura anagrafica) e unità in detrazione (correzione dell’errore di sovra-copertura anagrafica).A livello di ripartizione geografica, il saldo dovuto all’aggiustamento statistico censuario è positivo al Centro-nord e negativo nel Mezzogiorno; in particolare, nell’Italia Centrale sono state conteggiate come abitualmente dimoranti quasi 30 mila unità in più rispetto alla popolazione calcolata, e 20 mila unità in più nell’Italia Nord Occidentale, mentre nel Mezzogiorno oltre 97 mila in meno. L'Istat ha evidenziato che, gli stranieri censiti sono 5.171.894; l’incidenza sulla popolazione totale si attesta a 8,7 stranieri ogni 100 censiti. A fronte di una maggiore presenza della componente straniera rispetto al 2019, la popolazione italiana risulta inferiore di 537.532 unità.
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