Avendo iniziato l'articolo citando il nobile sacrificio del carabiniere Salvo D'Acquisto supponevo che l'autore volesse paragonare l'attuale comportamento dei Carabinieri con quello dell'eroe decorato con Medaglia d'Oro per evidenziare lo stridente contrasto. Ma non era questo il suo obiettivo, ma è almeno parzialmente il mio, essendo sempre stata l'Arma una delle poche istituzioni sempre stimate e ammirate e nella quale la popolazione ripone fiducia, è lecito domandarsi come mai si sia prestata così zelantemente al servizio di questa dittatura distopica che discrimina penalizza e ricatta, violando la Costituzione e e le fonti primarie del diritto, questo totalitarismo segregazionista, che semina odio, inganna, distrugge l'economia e la socialità, ecc.. Hanno giurato sulla Costituzione oppure come recita il loro sono sempre fedeli nei secoli? Ma a chi? Al popolo o ai dittatori? Ovviamente la mia critica è rivolta soprattutto agli ufficiali superiori e all'alto comando, perché mi rendo conto che i graduati e sottofficiali e ufficiali inferiori non possono far altro che ubbidire altrimenti rischiano misure disciplinari fino al licenziamento. Ma le reazioni devono iniziare dal basso altrimenti si degenera e non potrà esservi alcun limite al degado morale e si potrebbe arrivare anche ad eseguire ordini aberranti, e ci siamo quasi. Quindi invito gli uomini in uniforme a manifestare la loro dignità di uomini, prima che di carabinieri. altrimenti risulterete complici alla pari del farabutti che ci governano. Claudio
Articolo pubblicato con l’autorizzazione ad libitum dell’editore della testata.
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Fonte: DATABASE
DA SALVO D’ACQUISTO A BACCO. ANALISI DI UN DECLINO SOCIALE GIUNTO QUASI AL TERMINE.
Salvo Rosario Antonio D’Acquisto (Napoli, 15 ottobre 1920 – Palidoro, 23 settembre 1943)
è stato un vicebrigadiere dell’Arma dei Carabinieri, insignito della
Medaglia d’oro al valor militare per essersi sacrificato il 23 settembre
1943 per aver salvato un gruppo di civili, durante un rastrellamento
delle truppe naziste nel corso della seconda guerra mondiale.
A seguito della morte di due paracadutisti tedeschi il
22 Settembre del 1943, per esplosione di una bomba a mano, mentre
ispezionavano alcune casse di munizioni abbandonate , nelle vicinanze
della località Torre Perla di Palidoro, che rientrava nella
giurisdizione territoriale della stazione Carabinieri di Torrimpietra.
Venne attribuita la responsabilità dell’accaduto ad anonimi attentatori
locali e richiesta la collaborazione dei Carabinieri della locale
stazione temporaneamente comandata dal vicebrigadiere Salvo D’Acquisto
per l’assenza del maresciallo comandante.
La mattina seguente
D’Acquisto, assunte alcune informazioni, provò a ribattere che
l’accaduto era da considerarsi un caso fortuito, un incidente privo di
autori, ma i tedeschi insistettero sulla loro versione e confermarono
l’intenzione di dare corso ad una rappresaglia ai sensi di un’ordinanza
emanata dal feldmaresciallo Albert Kesselring pochi giorni prima.
Il 23 settembre furono dunque eseguiti dei rastrellamenti e catturate 22 persone scelte a caso fra gli abitanti della zona.
Gli ostaggi e D’Acquisto vennero quindi trasferiti fuori dal paese. Agli ostaggi furono fornite delle vanghe e furono costretti a scavare una grande fossa comune nelle
vicinanze della Torre di Palidoro, per la ormai prossima loro
fucilazione. Le operazioni di scavo si protrassero per alcune ore;
quando furono concluse fu chiaro che i tedeschi avrebbero davvero messo
in atto la loro terribile minaccia.
Secondo una testimonianza di seguito è ciò che avvenne:
«all’ultimo
momento, però, contro ogni nostra aspettativa, fummo tutti rilasciati
eccetto il vicebrigadiere D’Acquisto. … Ci eravamo già rassegnati al
nostro destino, quando il sottufficiale parlamentò con un ufficiale
tedesco a mezzo dell’interprete. Cosa disse il D’Acquisto all’ufficiale
in parola non c’è dato di conoscere. Sta di fatto che dopo poco fummo
tutti rilasciati: io fui l’ultimo ad allontanarmi da detta località.»
Evidentemente
Salvo D’Acquisto si era autoaccusato del presunto attentato,
addossandosi la sola responsabilità dell’accaduto e richiedendo
l’immediata liberazione dei rastrellati. I 22 prigionieri furono lasciati liberi e immediatamente si diedero alla fuga, lasciando
il sottufficiale italiano già condannato a morte, dinanzi al plotone
d’esecuzione, che gridò “Viva l’Italia” prima di essere vigliaccamente
giustiziato.
Il periodo che stiamo vivendo ha delle
similitudini incredibili con la repressione nazista che tutti hanno
studiato sui libri di scuola ma che pochi hanno compreso veramente, o
fanno finta di ignorare. Ogni guerra ha i suoi martiri, prendiamo ad
esempio il dott. De Donno. Purtroppo ci sono anche persone che invece
preferiscono rinnegare tutto ciò che hanno sostenuto, chinando la testa
alle impostazioni ideologiche sanitarie di un sistema che avrà lo stesso
epilogo, se non peggiore, di quello citato precedentemente, e questo è
il caso dell’ormai noto Pasquale Bacco. Non mi interessa in questo
momento evidenziare le motivazioni da lui comunicate a persone
appartenenti alla nostra Redazione o a suoi colleghi degni di nota, per
questo volta faccia. Mi interessa invece evidenziare il declino morale e
la vendita di quei valori che pochi oggi sembrano avere, per un
interesse personale o il mantenimento di status sociale, più importanti
per certe persone, rispetto alla dignità umana e al coraggio di rimanere
persone libere.
Come disse Joan Baez, famosa cantautrice statunitense molto impegnata nella lotta per i diritti umani negli anni sessanta :
“Non si può scegliere il modo di morire. O il giorno. Si può soltanto decidere come vivere. Ora”
Provare
sempre ad ottenere ciò che si vuole e non smettere mai di lottare per i
propri ideali. Il mio sogno è poter dire, sul letto di morte, di aver
forse anche avuto mille rimorsi ma mai un solo rimpianto. Ricordiamoci
sempre che non è l’uomo a fare la scelta ma è la scelta a fare l’uomo e
in questo periodo storico così complesso di Uomini veri se ne vedono ben
pochi. Tanti, troppi in questo periodo sono pronti a vendersi l’anima
per il successo, per il denaro, per il piacere o anche semplicemente per
vivere un po’ meglio, nell’indifferenza morale e a scapito del
prossimo. Questo tradimento di sé stessi trasforma la persona solo in un
centro di interessi e di necessità materiali, lo trasforma in un contenitore bucato nel quale non rimarrà mai niente di buono.
Mi
auguro che nel Mondo in arrivo ci siano sempre più Carabinieri come
Salvo D’Acquisto, più Magistrati come Falcone e Borsellino, più Medici
come il Dott. De Donno e sempre meno abbietti speculatori
voltafaccia, di cui possiamo veramente fare a meno e il cui nome verrà
marchiato a fuoco sul muro del disonore come il caso del Maresciallo francese Philippe Petain che
durante la Seconda Guerra Mondiale divenne il capo della Repubblica di
Vichy. Guidò il governo collaborazionista filotedesco, garantendo facile
accesso alle truppe naziste all’occupazione di Parigi e del resto della
Francia. Caduto Hitler, si rifugiò in Svizzera per non
cadere nelle mani degli Alleati. Al termine della guerra tornò
volontariamente in Francia, dove si costituì e venne processato per alto
tradimento. Nell’agosto del 1945 fu condannato a morte con pena
commutata nell’ergastolo.
Molto presto, saranno in molti a fare questa fine…
“La
vigliaccheria chiede: è sicuro? L’opportunità chiede: è conveniente? La
vanagloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto? Ma
arriva il momento in cui si deve prendere una posizione che non è né
sicura, né conveniente, né popolare ma la si deve prendere perché la
propria coscienza ci dice che è giusta”.
(Martin Luther King)
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